Antony:
Filava tutto liscio da un anno esatto,nessuno faceva pių domande sull'accaduto.
Qualche volta andavo a vedere la mia lapide.
Sciocchi e illusi.
Antony non poteva sparire senza aver finito il suo lavoro.
Mi girai verso la ragazza che da un anno mi faceva d'assistente e da fidanzata.
-Andiamo amore?- Gli chiesi prendendola per i fianchi.
Lei aveva il viso abbassato,lo sguardo concentrato sul mio nome scritto in oro sul marmo bianco.
-Che stupida che č stata...Debora,giusto?- Mi chiese soprapensiero.
Feci un respiro profondo,sentire quel nome mi faceva venire i brividi. -Sė,ma ora andiamo- La trascinai fino alla macchina e partė verso la casa della mia futura e
defunta sorella con un solo pensiero "vendetta".
Debora:
Avevo freddo,mi sentivo le vertigini. Dov'ero? Non lo sapevo. Come c'ero arrivata? Non lo sapevo. Sapevo solo che non vedevo nulla,sentivo come se qualcuno mi
osservasse dall'alto.Alzai la testa,mi toccai la fronte e guardai le dita. Sangue,dall'alto cadeva sangue. Il respiro si fece sempre pių affannoso e la paura pių forte,
divenne tutto buoio.
-Scusami sorellina- L'ultima cose che sentė prima di aprire gli occhi.