-          La prima volta

Si sveglia. E’ ancora notte fonda. Yukki dorme con le labbra socchiuse. Non c’è luce che possa aiutarla ad alzarsi senza fare rumore, ma scivola via dal futon. Quando è in piedi lo guarda, per essere sicura che dorma ancora.
Il mondo sta per finire, ma lei ha fame. E’ seccante, ma non hanno smesso di doversi nutrire. Potrebbero anche evitarlo, in fondo. Basta ancora qualche giorno, e poi...  Poi dovrà mentirgli.
Sa che lui non potrà perdonare.
Guarda le pillole con la coda dell’occhio, mentre cerca del cibo rimasto.
“...Yuno?”
Lui è alle sue spalle. Si volta.
“Oh, mi dispiace. Ti ho svegliato?”
Yukki scuote il capo, sorride strofinandosi gli occhi. “Che ore sono?”
“E’ presto. Torna a dormire.” Yuno lo dice cercando di nascondere un filo di nervosismo. Voleva prendersi qualche ora per stare da sola. Voleva che non ci fosse nessuno.
“Avevo...” Yukki abbassa gli occhi. “Ho avuto paura che fossi andata via.”
“Yukki...”
Gli si avvicina, lo abbraccia. Lui piange. E’ sempre triste, ormai. Sempre debole. Sa che moriranno. Pensa che moriranno entrambi. Pensa non ci sia scampo. E’ normale, che abbia paura di morire. E’ normale che sia triste.
Eppure, la irrita.
“Dai, torniamo a dormire. Ti va?”
“Mh.”
Lo guida a passi lenti. Gli sistema la coperta addosso. E’ buio. I piccoli rumori che fanno sono teneri ed inutili.
“Yuno, tu... mi ami?”
Lei rimane in silenzio, finisce di chiudergli la coperta intorno. Poi si sdraia, gli si avvicina. Lo stringe. Lui ricambia, stringe forte. Ha bisogno di calore, appoggia la faccia al suo petto.
“Ti amo.” dice lei dopo un po’. “Lo sai.”
“Davvero?”
“Davvero.”
“Perché?”
“Perché ne ho bisogno.”
Un momento di silenzio. “...bisogno? Di amarmi?”
Yuno sorride e annuisce. “Se non ti amassi, non sarei nulla.”
“Non è vero, sai?” Yukki la costringe a guardarlo. Ha improvvisamente un’aria seria. “Sei una ragazza fantastica. Sei geniale, capace... e molto bella. Tu... non hai alcun bisogno di me per avere senso, Yuno!”
Lei continua a sorridere. “Invece ne ho. Senza di te, non sono niente.”
“Ma io...”
Lo ferma, posando le dita sulle labbra.
“Yukki... Io non so che farmene, di me stessa. Odio la gente. Odio la vita. Che spazio posso avere, fra le persone? Che senso posso avere?”
“Puoi averne!”
Lei ride. “Dici? Adesso, in ogni caso, direi che non lo scoprirò.”
“Già... e mi dispiace. Invece di usarti per proteggermi, forse avrei dovuto...”
“No.” Lo bacia in fretta, posando solo le labbra sulle sue. “Tu mi hai dato senso, Yukki. Ti sarò sempre grata, per questo.”
Lui le sorride, imbarazzato, felice.
“...anche se non mi ami.” aggiunge Yuno.
L’espressione di Yukki barcolla.

 “Ti prego, Yuno. Proteggimi.”, dice un cadavere con gli occhi sbarrati.
“Ho tentato.” risponde Yuno.
“Evidentemente, non hai tentato abbastanza.”

-          La seconda volta

Si sveglia. E’ ancora notte fonda. Yukki dorme con le labbra socchiuse. Non c’è luce che possa aiutarla ad alzarsi senza fare rumore, ma scivola via dal futon. Quando è in piedi lo guarda, per essere sicura che dorma ancora.
Rimane a fissarlo per ore. La testa le fa male. Non si muove. Tutto sta per finire.
Ancora.
Stringe i pugni. L’aria è calda, troppo calda. Respira troppo in fretta.
“Yuno?”
Lui ha aperto gli occhi.
“Oh, mi dispiace. Ti ho svegliato?” chiede lei senza un tono.
Yukki si guarda intorno. “Che ore sono?”
“E’ presto. Torna a dormire, ti prego.” Vuole rimanere sola, ancora un po’. “Ti prego.”
“Va tutto bene?”
No, non va tutto bene. Ha voglia di morire.
“Certo.” Tenta di sorridergli.
Piange.
Lui si precipita a stringerla. La tiene forte, senza dire nulla, mentre singhiozza.

 “Ti prego, Yukki. Proteggimi.”, dice un cadavere con gli occhi sbarrati.
“Ho tentato.” risponde Yukki.
“Evidentemente, non hai tentato abbastanza.”

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Le inevitabili note:
Ed eccomi qui, a scrivere un’altra cosa senza senso sulla magnifica Yuno. XD
Volevo specificare che il titolo si riferisce ad una stanza nei sotterranei dell’orfanotrofio di Rule of Rose. Se ci avete giocato (e dovreste, cribbio, specialmente se vi piace Mirai Nikki) dovreste sapere cosa vi si trova.