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Autore: aplaceformyhead    03/07/2012    2 recensioni
Salve a tutti :) Questa è la mia prima fanfiction in questo fandom e spero di non aver fatto un completo disastro xD
Scena ambientata nell’estate tra la seconda e la terza stagione. Blaine invia un messaggio a Kurt di prima mattina, chiedendogli di andare a casa sua per mostrargli qualcosa di speciale.
Puro fluff Klaine xD
Storia partecipante al contest in corso sul forum di EFP di 4l3 " [Glee] Contest Glee - bero".
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Roby: scema, demente, Klainer e oggi più vecchia di un anno :3 
Ora, anche se la storia è ... quello che è, consideralo il mio regalo da fanwriter - fangirl xD - demente *-* Il vero regalo sarà sicuramente meglio, ma, ehi, hai avuto la sventura di incontrarmi e hai contribuito alla mia glee-pendenza, e questi sono i risultati v.v Ti voglio bene :3



                                                        La casa sull'albero


Quando il cellulare vibrò, Kurt era ancora nel meglio dei suoi sogni. Nell’assoluto silenzio della camera, anche la vibrazione del cellulare poteva risultare incredibilmente fastidiosa. Allungò il braccio sul comodino e si appuntò mentalmente di doverlo spegnere prima di addormentarsi. Contro la sua volontà, aprì gli occhi, accecandosi alla forte luce emanata dal display. Guardò velocemente l’ora, prima di aprire il messaggio.
Era estate, erano le 7.30, faceva così caldo che il solo pensiero di muoversi per prendere il cellulare e comporre un messaggio spaventava: che cavolo voleva Blaine a quell’ora?
Appena puoi, vieni a casa mia. Devo mostrarti una cosa. Ti amo. Blaine
Kurt sospirò. Quell’idiota del suo ragazzo era capace di farsi perdonare in poche parole pur avendogli inviato un sms di prima mattina.
A questo punto, pensò, tanto vale alzarsi.
 
Quella mattina Blaine si era alzato all’alba. Non ricorreva nessun evento in particolare, eppure era più iperattivo di un bambino dopo aver bevuto tre litri di caffè abbondantemente zuccherati.
Normalmente quando forze oscure – la sveglia – lo tiravano giù dal letto, se non trascorreva cinque minuti in coma con la faccia spiaccicata nel cuscino e se non beveva una tazza di cappuccino, non riusciva a connettersi al resto del mondo.
Aspettava impazientemente Kurt nel giardino sul retro di casa sua, canticchiando, tirando un pallone contro il muro del garage e ripetendosi mentalmente tutto il discorso del perché voleva mostrare quella cosa a Kurt.
Dopo un’attesa angosciante, Blaine vide il ragazzo attraversare la strada. Lasciò immediatamente la palla e corse ad aprirgli il cancello.
Kurt, meraviglioso come sempre agli occhi di Blaine, indossava i suoi soliti jeans stretti e una camicia con le maniche corte blu.
Quando alzò gli occhi dal cellulare, si ritrovò davanti un sorridente Blaine che gli scoccò un bacio sulla guancia.
«Grazie per essere venuto, Kurt» gli disse sorridendogli.
«Si può sapere perché mi hai fatto svegliare così presto? È estate, non abbiamo nulla da fare tutto il giorno, sinceramente non capisco …»
Blaine lo interruppe prendendogli la mano e trascinandolo in giardino.
«Devo mostrarti qualcosa di speciale, fidati di me.»
«Oh, ma come siamo misteriosi questa mattina. Spero che sia davvero qualcosa di fantastico, soprattutto perché mi hai fatto svegliare ad un orario decisamente scolastico!»
Blaine si fermò un attimo, dondolando la mano che stringeva quella di Kurt, un po’ come i bambini dell’asilo, e gli sorrise ancora, uno di quei sorrisi che scaldavano il cuore del ragazzo.
«D’accordo, d’accordo, mostrami pure questa cosa speciale!» acconsentì Kurt, arrendendosi davanti agli occhi da cucciolo di pinguino di Blaine. Quegli occhi così belli e così pieni d’amore che cambiavano tonalità ogni trenta secondi.
Mano nella mano percorsero il giardino e Blaine si fermò davanti ad un albero enorme.
«Eccoci qui».
«Blaine, spero che tu non mi abbia portato qui per farmi vedere un albero».
Blaine scosse la testa divertito e si avvicinò all’albero. Solo allora Kurt notò una scaletta che conduceva ad una casetta costruita su alcuni rami forti e resistenti.
«Oh Bontà Celeste, non si tratterà mica della casetta dei sette nani?»
Blaine gli lanciò un’occhiataccia.
«Non è divertente». Disse Blaine, mettendo su un finto broncio, ma Kurt sorrise e ignorò la risposta del ragazzo.
«E così hai una casa sull’albero?»
«Non ci salivo da qualche anno. Ieri passeggiavo in giardino e a un certo punto, quando l’ho vista tra le fronde dell’albero, mi sono ricordato di quanto sia stata importante per me. Così l’ho messa a posto, l’ho resa più accogliente ... su, sali». Disse Blaine, invitando Kurt a salire sulla scala, che, in verità, non sembrava un granché resistente.
Kurt, un po’ titubante, si avvicinò alla scala e salì i primi gradini.
«Blaine, sei sicuro che reggerà il peso di entrambi?»
Il ragazzo si morse il labbro inferiore e si passò una mano tra i capelli pieni di gel.
«Non ne ho idea. A nostro rischio e pericolo».
«Amore, sappi che se dovessimo cadere e io mi dovessi sporcare i vestiti, puoi considerarti un adorabile cucciolo di pinguino morto, ok?»
Blaine alzò gli occhi al cielo e, quando Kurt entrò nella casetta, lo raggiunse. Si chiuse la porta alle spalle e spalancò le finestre, in modo che la luce che filtrava tra le foglie invadesse l’ambiente.
La casa era molto piccola, ma graziosa. Sulle pareti di legno c’erano delle mensole riempite dagli più svariati oggetti: delle foto, una sveglia di Buzz Lightyear, alcuni annuari scolastici, alcuni fumetti, una vecchia radio e un mp3, che forse era l’oggetto più recente dell’intera collezione.
«Perché mi hai portato qui?» chiese Kurt, sedendosi a terra su un tappeto colorato e contemplando una foto in particolare: lui e Blaine al ballo della scuola, quello in cui era stato incoronato reginetta. Aveva la stessa foto nella sua camera e, quando si sentiva triste, la guardava sempre.
Blaine prese posto accanto a lui e gli prese le mani, facendo scorrere un brivido lungo la schiena di Kurt.
«Ricordi quando ti ho cantato Somewhere only we know
Kurt annuì e poggiò la testa sulla spalla del ragazzo.
«È stato molto romantico». Disse, guardandolo negli occhi.
«Ecco … Questo è sempre stato il posto che solo io conoscevo. A dire la verità, tutta la mia famiglia sapeva di questa casetta, ovviamente,» Si fermò un attimo, giusto il tempo di sorridere. «Ma non ci entrava mai nessuno. Venivo qui e cominciavo a cantare, ad ascoltare musica, ad immergermi nei miei pensieri senza che nessuno mi potesse disturbare.»
Kurt ascoltava attentamente ogni parola pronunciata da Blaine, senza lasciargli le mani e continuando a poggiare la testa sulla sua spalla.
«Poi per un periodo non venni più, forse perché non ne sentivo il bisogno. Ricominciai a salire qui su quando mi resi conto … quando mi resi conto di essere gay. Mio padre non mi accettava e cercava di riportarmi alla normalità, i miei compagni di scuola mi insultavano e … era terribile e so che tu puoi capirmi benissimo.
Da quando mi sono trasferito alla Dalton non ci sono più tornato, fino a ieri. E, dato che questa casetta era un po’ la mia Isola che non c’è, ci ho portato tutto ciò che mi è più caro».
Prese uno degli annuari da una mensola e cominciò a sfogliarlo.
«Questa è la mia prima esibizione tra gli Usignoli» disse, indicando una foto in cui cantava nell’Aula Magna.  Kurt riconobbe alcuni dei suoi compagni della Dalton e un sorriso malinconico gli comparì sul volto pallido. Era stato poco insieme a loro, ma gli mancavano tanto.
«E la sveglia di Toy Story?» chiese poi Kurt, staccandosi dalla spalla di Blaine per prendere la sveglia e facendo volare Buzz Lightyear imitando la frase “verso l’infinito e oltre!”.
Blaine scoppiò a ridere.
«È un regalo di mio padre. Me la regalò ad otto anni, quando imparai ad andare in bicicletta. Bei tempi quelli in cui mi abbracciava, riusciva a guardarmi negli occhi senza domandarsi: “Ehi, ma quello è davvero mio figlio?”»  disse, distogliendo lo sguardo un po’ umido da Kurt e rivolgendolo verso le pareti.
«Cosa ne pensi della casetta?»
«È adorabile» disse Kurt avvicinandosi al ragazzo. «Forse per me è un po’ troppo piccola; mi sa che dovremo cercarci una nuova casa dei sogni. Per quanto riguarda te,» aggiunse, allontanandosi come per prendere una misura a occhio e croce. «È perfetta, si». 
«Kurt, la smetti di prendermi in giro per la mia altezza? Andiamo, non sono così basso!»
«Ok, ok! Ora però posso chiederti una cosa? Ci sto pensando da un po’ e non riesco mai a trovare il coraggio di chiedertelo».
Blaine gli fece segno di accomodarsi accanto a lui.
Kurt prese le mani del ragazzo tra le sue, come era solito fare per confessargli o chiedergli qualcosa. O semplicemente quando si abbandonava alle smielatezze.
«Blaine l’Usignolo, sto per farti una proposta per cui rischio di essere scaraventato giù dalla casetta». Cominciò Kurt nervoso. Prese un bel respiro e chiuse gli occhi. «L’anno prossimo … titrasferirestialmioliceoperpassarepiùtempoinsiemeame?»
Blaine lo fissò perplesso.
«Kurt, non ho capito nemmeno mezza parola!»
«Vorresti trasferirti alla mia scuola, il prossimo anno? È vero che continuiamo a vederci dopo la scuola, nei finesettimana, ma la verità è che vorrei trascorrere il mio ultimo anno in tua compagnia Blaine.»
Blaine rimase per qualche attimo in silenzio, guardando Kurt, e riflettette sull’allettante proposta, ma non seppe darsi una risposta.
«Kurt, io … per quanto l’idea mi alletti … ho trascorso dei magnifici anni alla Dalton e lasciare gli Usignoli non è facile per me».
«Promettimi che ci penserai.»
Blaine sorrise e gli accarezzò una guancia con il dorso della mano.
«Te lo prometto.»
Kurt si avvicinò ancora di più, fino a sentire il respiro caldo di Blaine sul suo volto.
Il ragazzo gli guardò le labbra, ma poi tornò a fissarlo negli occhi, quegli occhi azzurri così dannatamente belli e innocenti.
«Blaine, ti vorrei ricordare che non ci vede nessuno e se vuoi baciar …»
Kurt non finì la frase che si ritrovò le labbra di Blaine appiccicate alle sue. Chiuse gli occhi e si lasciò andare in quel dolce bacio che gli scioglieva il cuore e gli mandava in pappina il cervello.
Una mano di Blaine era appoggiata sulla sua nuca, mentre l’altra continuava a stringere la sua mano.
A malincuore, Blaine si separò dal suo ragazzo e gli sorrise dolcemente, anch’egli con il cervello in tilt e il cuore che gli batteva così forte che sembrava voler esplodergli dal petto e andarsene per fatti suoi insieme alla sua lucidità.
«Ti amo così tanto, Blaine. Quando sono con te, il mio cuore batte mille volte più forte di quando guardo il musical più romantico del mondo e anche solo sfiorarti le dita o ascoltare la tua voce mi fa emozionare.»
Blaine guardò Kurt adorante, incapace di dire qualsiasi cosa davanti a quella dichiarazione così innamorata.
«Ti amo anche io, ti amo da morire, e ora mi rendo conto che questa casa non è questa casa ad essere la mia Isola che non c’è, perché quando mi baci o mi tieni la mano, il mio cuore vola così in alto che evado davvero da questo mondo. E ora sono così pieno di polvere di fata e pensieri felici che sento di poter volare in eterno, ma solo se tu sei con me, Kurt».
Kurt sorrise, un po’ imbarazzato.
«E tu eri quello che non era bravo con il romanticismo?» Fu tutto quello che riuscì a dire.
«E tu dovevi proprio rovinare questo raro momento di romanticismo con una delle tue battute?» Ribatté Blaine arricciando il naso in modo assolutamente adorabile.
Kurt alzò gli occhi al cielo e si alzò, tendendo la mano al ragazzo.
«Forse è meglio scendere, Peter, sono sempre più convinto che questa casa non reggerà ancora per molto il nostro peso!»





Note d'autrice:
Salve a tutti :3 Questa è la mia prima storia in questo fandom e quindi vi chiedo gentilmente di risparmiarmi il lancio di vegetali marci :') 
Spero di non aver fatto un completo disastro, ma in fondo mi sono divertita a scrivere questa storia, anche perché Kurt e Blaine sono la mia coppia preferita e nella serie c'è così poco Klaine che viene spontaneo volerci scrivere fanfiction v.v 

Questa storia partecipa al contest indetto da 4l3 e Ale_HP sul forum di efp "[Glee] Contest Glee-bero" e stranamente ho consegnato con due mesi di anticipo, d'oh D: Non è da me ._. 


Spero che la storia, almeno un pochino, vi sia piaciuta - sempre se c'è qualche sventurato lettore arrivato per sbaglio qui xD

Per vostra sfortuna credo proprio che ritornerò in questo fandom *-* Quindi a presto :D

Ilaria


 
 
 
   
 
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