CAPITOLO I
Incertezze
-Ciao bella…
a domani!
Non
riuscì a distinguere bene il saluto di lei, fortemente
sfocato dalla chiusura brusca delle porte dell’autobus. Gli parve essere un
cenno di negazione ma in realtà non comprese ciò che
ella volesse comunicargli.
Cercò
un posto a sedere nel bus mezzo vuoto. “Là!” pensò, adocchiando un posticino
doppio vuoto. Sedette, sul lato del finestrino, estraendo agevolmente dallo
zaino il suo libro preferito “di turno”: Il fu Mattia Pascal.
“Io mi chiamo Mattia Pascal!”
“Grazie, caro. Questo lo so!”
“E ti par poco?”
Questo
dialogo, buffo e veloce, lo invitò a riflettere: siamo veramente consapevoli di essere ciò che siamo?
Non
indugiò oltre su tale, confuso, ragionamento… i suoi pensieri andavano oltre. –Quanto è bella!
Pensava
a Bulma, quella meravigliosa
ragazza lasciata quindici minuti prima alla fermata: aveva due occhi e
dei capelli color del cielo, il suo profumo inebriava quanto di più vicino ci
fosse nel raggio di cento metri, le sue giunoniche forme stimolavano il
desiderio dei passanti (e, nei casi peggiori, anche delle passanti!). Ma,
soprattutto, colui che era più colpito dal suo
fascino, dal suo carisma, era proprio Vegeta Windsor, il diciottenne che ora
ritornava nella sua casa ai pressi dei Monti Paoz.
Quel
giorno era rimasto senza macchina, poiché si era guastata ed era a riparare dal
meccanico. Vive con la mamma e i due fratelli nel grande e freddo appartamento
di
-Buonasera!-
saluta la mamma come al solito e getta lo zaino nel
divano, spogliandosi poi del giubbino che indossava
ed appendendolo sulla sedia. –Ciao Vegeta! Senti, io sto andando dal ragioniere per andare a sbrigare
le ultime pratiche della pensione di papà. Poi vado a farmi la tintura da tua
sorella. Va bene?- -Sì, mamma… Ce ne sono pancarré?- -Sì, ma sono stati aperti
domenica e non so se sono ancora buoni… Ora vado,
ciao!-
-Muffa…
Che rottura!- Vegeta constatò il cattivo stato degli alimenti precedentemente scartati e si consolò con una brioche al
cioccolato.
Richiamato
da bisogni impellenti raggiunse il bagno; per fare ciò doveva però passare per
il lungo corridoio e, facendo ciò, doveva anche vedere la faccia di quel
brontolone e testa di cazzo di suo fratello Napa, un trentenne dal carattere cupo e ombroso, senza
amici e che trascorreva l’intera giornata al computer e in palestra. Vegeta lo
odiava con il cuore ma, al contempo, soffriva nel
vedere qualcuno della sua stessa famiglia essersi ridotto in quello stato. Non
era la vita che meritava, che avrebbe sognato di avere: glie lo
si leggeva negli occhi… Nonostante però questi suoi pensieri
altruistici, Vegeta non dimostrava il benché minimo affetto nei suoi confronti,
mostrandosi duro e scontroso.
Soddisfatti
i suoi bisogni, Vegeta raggiunse la sua stanzetta e accese il PC, mentre che
s’infilava il sottotuta per
raggiungere il suo migliore amico Goku in palestra.
Si collegò al suo blog personale… un nuovo commento…
anzi, tanti nuovi commenti; uno in particolare però,
balzò ai suoi occhi:
“Io sono del parere che ognuno di noi nella
vita debba fare delle scelte o rinunciare
definitivamente a qualcosa. Credo che se non si affronta la vita per come ci si
presenta davanti preferendo sognare, dubito che si potrà crescere. La nostra mente
rimarrà chiusa, non sarà più capace di volare. Per
questo, mio caro Vegeta, ti consiglio caldamente di riflettere sui tuoi
sentimenti ed agire, immediatamente, di conseguenza noncurante dei rischi che
si possono o meno presentare. Baci! Tua Filos”
Si
diresse al Pannello di controllo e cliccò sulla voce
“Aggiungi nuovo messaggio”.
«Caro Diario,
stamane sono stato a scuola e quella di Letteratura mi ha
interrogato sul Pirandello e Svevo,
che ancora dovevo portargli, beh… che dire… l’interrogazione è andata bene,
infatti mi ha messo sette però mi ha detto una frase che mi ha molto colpito
–Non lasciare che la tua vita sentimentale interferisca sul tuo studio. Cerca
di concentrarti di più e di mettere da parte, per un po’, ciò che ti turba
interiormente. Vedrai che con il tempo riuscirai a trovare una risposta per
tutto.
Ma lei
come diavolo fa a sapere quello che sto passando? Persino il mio migliore amico
Goku ignora il mio reale stato d’animo… tante sono le
fighe che mi faccio ogni
sera e questo credo sia il massimo per un adolescente, dovrebbe rappresentare
l’apice della felicità… Ma perché non è così per me?
Forse Lei è un mio obiettivo irraggiungibile, un obiettivo impossibile, il sogno di un bambino di diventare
un supereroe… Ma perché è così difficile per me dirle ciò che provo? Cos’è che
mi blocca?
Ho sempre fatto a botte con i fidanzati gelosi,
fidanzati grandi e grossi anche il doppio di me e, la maggior parte delle volte
ho pure vinto... Stavolta non dovrebbe essere tanto
difficile! Lei sta con un coglione del quarto anno,
potrei stenderlo con un solo pugno se volessi ma… non
ci riesco…
Non so, forse è il desiderio di non farla soffrire
che m’impedisce d’agire come vorrei ma... non capisco
perché tenga così a freno i miei istinti…
Perché quando
sono solo con lei alla fermata divento un babbeo improvvisamente… lei mi
fulmina con i suoi occhi, m’incanta ogniqualvolta dischiude così divinamente
quelle sue sensualissime labbra… Io… io… mi perdo…
non so più se sogno o son desto…
Non ho mai provato sensazioni simili con altre
donne… ad un’altra avrei subito detto di appartarci nei bagni dell’ospedale lì vicino ma con lei… è
diverso… provo una strana sensazione di “estasi”, di meraviglia, pendo dalle
sue labbra in tutto e per tutto…
Io… io… non so quello che provo… Forse dire Amore è
troppo, ma anche dire Infatuazione sarebbe riduttivo…
Non lo so… io non voglio perderla… io voglio
poterle dire apertamente ciò che provo ma… perché non ci riesco neanche con un
misero SMS… perché finisco sempre con quel maledetto “TVUKDB!”???»
Terminato
il messaggio, cliccò su “Pubblica”.
“0
commenti…” osservò la fatidica scritta posta al di sotto del
messaggio appena pubblicato, fissandola impaziente in attesa che cambiasse in
“1 nuovo commento”, senza però aggiornare la pagina.
Fissò
per un tempo impreciso quel dannatissimo indicatore che non si accingeva a
cambiare e, dopodichè, spense il computer, impugnò il borsone e si recò in
palestra.
Ciao a tutti! Ecco un’altra long-fic in
corso di parto dalla mia mente malata… L’ideuzza mi è
venuta ieri pomeriggio e mi è sembrato giusto metterla subito in pratica! Mi raccomando commentate in tanti! Ciao!