Manga: Afterschool Nightmare

Coppia: So Mizuhashi / Mashiko Ichijo [incarnazione femminile, insomma]

Timing: post-finale [qualcuno direbbe “vita vera”]

Parole: 793

Il sole era ormai prossimo a tramontare e la scuola lentamente si svuotava. Come accadeva ormai da qualche mese, due studenti di classi diverse presero il treno insieme, per poi avviarsi fianco a fianco sulla strada di casa.

- Hai di nuovo giocato a calcio con i maschi. - affermò So, senza alcun dubbio. Camminava contemporaneamente sfogliando un libro e parlando con la ragazza.

- Si. – lo sfidò Mashiko, alzando anche il mento, orgogliosa.

Il ragazzo sospirò: - Basterebbe il “la cross” per farti apparire un maschiaccio. –

Fece una smorfia alla reticella che portava poggiata alla spalla: - Parli come quelle galline della mia classe. –

L’altro, allora, le indicò i piedi: - Ma le “galline” che ti parlano alle spalle possono dirti di comprare quelle ballerine. –

Mashiko mise il broncio e tacque. Il ragazzo chiuse il libro, tenendo il segno con un dito, e la guardò con la sua solita espressione fin troppo seria e impenetrabile.

- Tanto so che piacciono anche a te. – affermò lei, in difficoltà – Sono scarpe femminili, mica come le mie solite. -

- A me piacevano anche le altre. –

- Ma se do troppa importanza alle loro parole e faccio ciò che dicono solo per forza… Non dirlo, lo so… E’ una mia debolezza… - si giustificò, tormentandosi i capelli.

- Fare il maschiaccio o farti influenzare dagli altri? –

- La seconda! – esclamò, stizzita, arrivando anche a rifilargli un colpetto su un braccio – A volte sei così acido… -

La lieve traccia di un sorriso affiorò sulle sue labbra, sollecitato da quella loro gradevole familiarità. La nascose dietro gli occhiali e il libro riaperto.

- Come sta tua sorella? – chiese lei, fingendo sincero interesse.

- Bene. –

Lo guardò in tralice: - Quindi non devi accompagnarla dal medico… -

- Sai che è un appuntamento fisso. -

- Oh, lo so, lo dici sempre ogni volta che rifiuti un mio invito. – e il suo viso prese fuoco, tra l’imbarazzo e l’irritazione.

So non rispose nemmeno. Si finse immerso nella lettura.

Mashiko si impose con fatica di non cadere nella trappola meramente femminile della ripicca silenziosa. Aveva ormai capito che a So non piaceva affatto quell’atteggiamento.

Del resto, qualcosa (le piaceva pensare fosse la forza infusale dal suo gemello perduto ma sempre al suo fianco) la spingeva a reagire. Se voleva stare bene con lui, che già non era certa si sentisse davvero “il suo ragazzo”, doveva affrontare e mostrare se stessa e i suoi dubbi.

- Non sempre ascolto gli altri. – disse, imbarazzata. – Tutti mi dicono che non dovrei parlarti e tanto meno stare con te, perché sei cupo e arrogante e… ossessionato da tua sorella. Sono gelosa di lei, perché per te è preziosa. A lei mostri tutto di te e con me metti sempre in mezzo una barriera, anche fosse un semplice libro. - si fermò e lo fronteggiò, forte nonostante il viso ardente – Ma io non mi arrendo. Te l’ho detto quando ti ho chiesto di metterci insieme: sento di conoscerti da sempre e di amarti da altrettanto tempo. Non c’è logica in questo, ma è così. -

So, suo malgrado, si era ritrovato in mano il libro di nuovo chiuso, senza neanche interessarsi a tenere il segno, e gli occhi neri infissi in quelli della sua ragazza. Sapeva che era il suo momento di spiegarle perché restava con lei, mentre il carattere chiuso lo ostacolava con tutte le sue forze.

- Sul mio treno c’era una ragazza graziosa, nonostante l’aria da maschiaccio, che mi accorsi di osservare di sottecchi. Pensai non si accorgesse neanche di me, finché mi restituì qualche sguardo e venne addirittura a parlarmi. Fu più facile del previsto, ma non capivo perché volesse restare in mia compagnia e cercai di non abbassare la guardia. Sentirle dire che voleva addirittura mettersi con me, mi fece piacere anche se forse non lo dimostrai davvero. Ma ora il tempo sta passando e sto bene. L’amo sempre più, inaspettatamente, e non sapere come comportarmi mi rende sgradevole a me stesso.–

La mano libera corse alla guancia bianca di Mashiko: - Se ciò è stato possibile e se ora posso parlarti così, senza freni e senza una barriera a difendermi, è forse perché davvero, come dici tu, ci conosciamo da sempre. –

Lei non volle lasciargli il tempo di sentirsi in difficoltà per quelle parole tanto sincere. Il bacio non arrivò inaspettato, a quel punto. Non era neanche il primo tra loro, ma solo questa volta apparve serio e profondamente romantico.

- Giovedì non ho impegni. Esci con me. – sussurrò, vicino alle sue labbra.

- Se mi tieni per mano fino a casa. – scherzò lei, prima di appoggiare di nuovo la bocca alla sua.

Avevano fatto un sogno, forse un incubo, ma svegliarsi e vivere era solo l’inizio.

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"Just for fun" e senza grandi pretese di letteratura impegnata. 
Del resto avevo un limite di parole per il contest, cosa alla quale non sono per niente abituata. Ho fatto del mio meglio.
Mi piaceva l'idea di questi due che si incontrano di nuovo nella realtà e, chissà perché, si sentono illogicamente attratti l'uno dall'altra. ^^

Grazie per aver letto!!!