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Autore: taisa    19/01/2007    18 recensioni
Vegeta è uno studente immerso nel suo mondo, ma forse qualcuno riuscirà a fargli conoscere un mondo diverso
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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MY TEACHER

MY TEACHER

*

Non voglio studiare

*

“Ahhh…basta, vi prego smettetela!!!” urlò il ragazzo cercando di sottrarsi dalle grinfie dei suoi assalitori.

“Sta buono nanerottolo” lo schernì uno dei due con un ghigno divertito, “Dacci i soldi e non ti faremo nulla” rincarò la dose il secondo.

Scosse la testa “Vi ho detto che non ne ho” cercò di giustificarsi letteralmente con le spalle al muro.

Il più grosso dei due fece un passo avanti afferrandosi il pugno con l’altra mano “In questo caso dovrai pagare in un altro modo” rispose minatorio ed afferrando la sua preda per il colletto della camicia alzandolo senza troppa fatica.

“Smettetela!” irruppe una voce costringendo i due a voltarsi verso la porta del bagno dalla quale essa proveniva.

“Goku!” affermò sollevato il ragazzo appena riconobbe la figura dell’amico.

“Tranquillo Crilin, questi bestioni non ti faranno nulla” lo rassicurò senza distogliere lo sguardo dai due energumeni che avevano assalito il suo migliore amico.

Il primo dei due lo guardò a sua volta, aveva l’espressione annoiata, seccato di essere sempre interrotto sul più bello “Possibile che tu non ti fai mai gli affari tuoi fratellino?” gli chiese appoggiandosi le mani ai fianchi.

Goku roteò le pupille a guardarlo “Quando tu la smetterai di picchiare chi non ti sta a genio Radish” rispose al fratello con aria seria.

L’altro ragazzo osservò l’amico, decidendo di lasciare la presa del colletto di Crilin facendolo ricadere pesantemente al suolo “Radish, ho voglia di pestare tuo fratello” disse guardando ora il ragazzo sull’uscio della porta, mentre il suo amico pelato lo raggiunse con il cuore in gola.

Goku non fece una piega restando impassibile e per nulla spaventato dianzi ai due avversari.

“Kakaroth sei una vera seccatura” disse una voce in un angolo buio della stanza.

Tutti gli occhi erano ora per lui, per quella figura che apparve dalle tenebre della stanza e avanzò lentamente verso il resto del gruppo fermandosi a pochi passi dal nuovo venuto.

Il ragazzo dai capelli spettinati abbassò il capo, in quanto il suo interlocutore era decisamente più basso di lui.

Si guardarono negli occhi, “Sono d’accordo con Nappa, anch’io avrei voglia di prenderti a calci” disse squadrandolo con evidente odio.

“Allora perché non lo fai Vegeta? Hai forse paura?” lo sfidò restando serio “Non mi provocare Kakaroth!” rispose l’altro digrignando i denti.

Vegeta gli passò accanto spintonandolo volutamente con la spalla ed avvicinandosi all’uscita “Nappa, Radish, andiamo” ordinò prima di posare la mano sul pomello della porta.

I due colossi annuirono e come cagnolini seguirono quello che era il loro capo.

Goku li osservò uscire, appena la porta si richiuse sospirò rumorosamente, abbassando il capo.

Quando ritirò su la testa cercò l’amico con lo sguardo “Tutto bene Crilin?” chiese con un sorriso cambiando apparentemente personalità.

Crilin annuì “Sì, tutto bene” disse spolverandosi i vestiti “Grazie Goku, se non ci fossi stato tu…” sospirò pensando già al peggio.

Il moro si passò una mano dietro la nuca sorridendo imbarazzato “Non dire così…saresti stato in grado di cavartela anche da solo” rispose modesto.

L’altro scosse la testa “Impossibile…Vegeta è il vice-capitano del club di arti marziali, mi avrebbe ucciso!” spiegò riportando l’amico alla realtà.

Goku guardò il soffitto pensieroso “Già…è vero” rispose quasi si fosse reso conto solo in quel momento dell’effettiva pericolosità dell’avversario, o almeno per quel che poteva essere per Crilin.

Fece una smorfia “Scusa, ma non tutti possono vantarsi di essere il capitano del club di arti marziali…tu sei l’unico di tutta la scuola che può tenere a bada quei tre” concluse incrociando le braccia.

“Eh eh eh…dai, non esagerare. Non sono nulla di speciale” rispose imbarazzato.

Crilin alzò un sopracciglio, niente da fare con lui, era fatto così, sospirò “Accidenti a te” disse con aria decisamente più sollevata rispetto a pochi istanti prima.

Goku lo guardò senza capire, ma decise che non avrebbe chiesto nulla, infondo non gli interessava neanche, “Crilin…io avrei una certa fame…andiamo a mangiare qualcosa?” chiese cambiando completamente argomento.

Il ragazzo pelato sorrise “Sei sempre il solito…d’accordo, raggiungiamo gli altri in mensa allora” sentenziò infine.

*

“…Vi ricordo inoltre che le pagelle dovranno essere riconsegnate firmate entro il giorno dopo e…” il professor Muten fu interrotto dalla porta dell’aula e squadrò gli studenti che entrarono.

Aggrottò le folte sopracciglia banche “Vi sembra l’ora di arrivare voi tre? La pausa mensa è finita da un pezzo” disse visibilmente contrariato.

“Sta zitto nonno…non ho certo intenzione di ascoltare le tue ciane” rispose Vegeta accomodandosi al banco appoggiandovi sopra i piedi, seguito dai due compagni.

L’anziano professore fece una smorfia “Spero che tuo padre ci sarà alla riunione di classe avrei parecchie cose da raccontargli” disse indignato dal suo comportamento.

Vegeta incrociò le braccia e socchiuse gli occhi “Faccia come crede” borbottò tranquillo ignorando apertamente le minacce dell’uomo.

Goku lo squadrò dal suo banco.

*

“Senti un po’ Vegeta, cosa intendo fare?” chiese Nappa seguendo l’amico verso la palestra della scuola.

Vegeta si fermò guardando l’altro con la coda dell’occhio “Di che parli?” chiese assolutamente disinteressato alla conversazione.

Nappa si passò una mano sulla zucca pelata “Della riunione di classe” spiegò preoccupato.

Il ragazzo più basso alzò le spalle con indifferenza “Non vedo come la cosa dovrebbe interessarmi” disse appoggiandosi la sacca con il cambio di vestiti sulla spalla e riprendendo a camminare.

Alle sue spalle i due amici si guardarono perplessi “Come sarebbe a dire Vegeta? Non ti preoccupano i tuoi voti?” chiese nuovamente Nappa che dei due era quello meno spaventato dalle sue possibili, ed imprevedibili, reazioni.

“Odio ripetermi” ripose digrignando i denti e squadrandolo minatorio con la coda dell’occhio.

Il colosso sobbalzò, nonostante il suo aspetto apparentemente piccolo e minuto era considerato il ragazzo più pericoloso della scuola.

Chiunque sapeva che se non si volevano guai era meglio stargli alla larga.

Solo Goku aveva il coraggio di fronteggiarlo a testa alta in quanto l’unica persona che lo avesse mai battuto in uno scontro di arti marziali, unica disciplina nella quale Vegeta sembrava impegnarsi seriamente.

Tutte le altre materie? Un disastro!

Non era stupido, ma non era affatto intenzionato a studiare, per lui era solo una perdita di tempo, e non aveva nessuna intenzione di succedere il padre alla guida dell’azienda di famiglia.

Motivo principale per la quale si rifiutava da aprire anche solo un libro, nonostante il genitore avesse provato in ogni modo di persuaderlo a studiare.

Risultato: non una sufficienza, tutte le materie erano al di sotto della media.

Per non parlare poi della condotta…il suo vero e proprio problema.

Ragazzo dal carattere difficile e in perenne rivolta contro gli insegnanti.

Gli altri studenti lo temevano tutti, inclusi i due cagnolini che lo seguivano fedelmente e che spesso, e volentieri, sentiva la necessità di picchiarli, anche se non lo aveva mai fatto.

Un caso perso dunque, alla quale alcuni professori avevano addirittura rinunciato ad educare.

A lui, però, sembrava non interessare, sapeva come sarebbe finita quella riunione.

Suo padre gli avrebbe urlato contro per un paio d’ore dicendogli che era un inetto e che non era degno di diventare il presidente della sua società.

E alla fine della classica sgridata avrebbe alzato le spalle e si sarebbe rinchiuso in camere sua sino al giorno dopo.

Poi…tutto come prima, si ricominciava, come sempre.

Sarebbe andato a scuola e avrebbe ignorato professori e lezioni, e avrebbe picchiato compagni giusto per il gusto di farlo.

Tornando alla sua vita di normale studente delle superiori di diciotto anni.

Quello che non sapeva era che le cose, questa volta, non sarebbero andate così…

Suo padre aveva ben altri progetti per lui.

*

La musica del suo stereo risuonava in tutta la stanza, indifferente all’idea che la fatidica riunione di classe era in corso alla sua scuola, e che suo padre, ormai da qualche ora, doveva essere immerso in qualche colloquio con i suoi insegnanti.

Sdraiato sul suo letto leggeva con la più assoluta tranquillità una rivista di arti marziali, la sua grande e sola passione.

Sfogliava le pagine immerso nel suo piccolo grande mondo.

Questo finché la musica non fu bruscamente interrotta.

Vegeta si voltò nella direzione della casse scorgendo l’inconfondibile figura del padre che lo guardava evidentemente arrabbiato con le braccia conserte.

“Si può sapere perché cavolo l’hai fatto?” chiese il figlio seccato per l’interruzione del suono che stava contribuendo a farlo rilassare.

L’uomo lo squadrò nervoso “Sono stato alla tua scuola oggi Vegeta” cominciò severo, il ragazzo inarcò un sopracciglio “Buon per te” rispose sarcastico tornando alla lettura del suo giornale.

Il comportamento del ragazzo non fece altro che innervosire ulteriormente il genitore che si avvicinò al letto del figlio sottraendogli la rivista.

“Ehi! Lo stavo leggendo!” protestò Vegeta mettendosi seduto cercando di afferrare l’oggetto appena sottrattogli.

Il padre la nascose dietro la schiena ignorando di proposito le proteste “Ascoltami Vegeta, questa è l’ultima volta che mi sentirò dire le solite cose” riprese mentre osservò il figlio che sbuffando incrociò le braccia guardando dal lato opposto.

“E cioè che sei intelligente ma non ti applichi, quindi ho preso una decisione…” spiegò attirando finalmente l’attenzione del ragazzo che lo guardò con una punta di curiosità.

La così detta decisione del padre fu però interrotta dal campanello della porta, l’uomo si guardò alle spalle guardando fuori dalla stanza.

Tornò a guardare il figlio “Datti una sistemata e vieni con me” ordinò uscendo e richiudendo la porta, portando via con sé la rivista che il ragazzo stava leggendo.

Vegeta fece una smorfia, qualunque cosa fosse sarebbe stata era solo una seccatura.

Rimase seduto sul letto a braccia e gambe incrociate per alcuni istanti prima di decidere di scendere a andare a constatare la situazione.

“E’ in ritardo signorina” sentì dire al padre una volta raggiunto l’ingresso, “Mi scusi, mi sono persa, non ho trovato subito la casa” si giustificò una voce femminile.

Vegeta inarcò un sopracciglio incrociando le braccia non togliendo gli occhi di dosso al genitore.

L’uomo fece una smorfia facendosi largo per permettere alla misteriosa persona di entrare, si rivolse poi al figlio “Vegeta, da oggi prenderai delle ripetizioni…e lei sarà la tua insegnante” spiegò svelando il mistero, mentre la figura di una donna sui venticinque anni fece il suo ingresso.

“Ciao…mi chiamo Bulma. Spero andremo d’accordo io e te” si presentò con un sorriso.

*

CONTINUA…

*

*

Bè, ecco la nuova storia, spero di aver attratto un po’ la vostra curiosità con questa situazione un po’ particolare…

  
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