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Autore: Insanely Funny    04/07/2012    1 recensioni
In questa Oneshot ho voluto immaginare Sanzo alle prese con un colpo di fulmine.
Nemmeno ventiquattr'ore ed eccomi a pubblicare qualcos'altro su questo fandom, spero che anche questa FF possa piacere a qualcuno!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Nuovo Personaggio, Sha Gojio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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MAGNETIC ATTRACTION





 

Inaspettatamente quel giorno il venerabile Sanzo ha deciso di accettare un incarico a lungo termine, che consiste nel difendere una cittadina popolosa e presa costantemente in assalto da gruppi di demoni, attratti dall'aria serena che ammanta il luogo. Per quale motivo ha deciso di essere così caritatevole, per una volta? Forse perché la minaccia sull'allegra città è reale, oppure perché la scimmia continua a lamentarsi del suo stomaco vuoto, oppure ancora perché Hakkai ha una sua conoscenza che vive lì, o perché Gojyo sta per impazzire poiché sono giorni che non vede una donna in carne ossa a causa del lungo viaggio, o semplicemente perché ha finito le sigarette e questo è l'ultimo centro abitato nel raggio di chilometri. Chissà.
Il capo del villaggio ha gentilmente offerto loro di soggiornare nella locanda più bella, con ogni comodità possibile e completa anche di bagni pubblici annessi. Le stanze sono ampie e arieggiate, ed in più ognuno di loro è dotato di una stanza singola, anche se Goku sembra deciso a dividere il letto con Hakkai, perché si sente solo. Naturalmente la sua prima scelta era caduta sul bonzo, ma un colpo di harisen gli ha fatto cambiare idea all'istante.
Ma non concentriamoci su questo, ma piuttosto allontaniamoci dal centro città per raggiungere il "luogo dei piaceri" per eccellenza: la via dei bordelli. E, ovviamente, chi potremmo trovare in quel luogo? Gojyo è riuscito a evadere la sorveglianza da Hakkai ed è sgattaiolato fuori alla ricerca di "avventure", nel vero senso della parola. Al momento sembra stia passeggiando senza meta, salutando le graziose signorine in abiti succinti lungo il suo passaggio.
"Vediamo vediamo... dove posso entrare?" Sussurra tra sé e sé, gli occhi ormai infiammati da una brama che ben conosciamo, quando si parla del mezzo demone. Il suo sguardo vaga dalle ragazze in cerca di uomo (o donna) e i vari locali. Uno in particolare attira la sua attenzione. "Uhm... Danze Senza Veli? Che nome interessante..." Con una risatina maliziosa, il rosso decide di entrare.
Alla vista delle prime ragazze, bellezze esotiche dalla pelle abbronzata e gli occhi affilati che salutano gli avventori, il Kappa capisce subito di aver fatto una buona scelta. Il primo spettacolo della serata sta per iniziare, quindi si affretta a pagare il prezzo del biglietto - piuttosto elevato - ed entrare nel salone centrale, occupando posto sopra un sontuoso divanetto. Tutte le luci dell'enorme stanza sono spente, ad eccezione di numerose candeline poste sopra i tavolini sistemati davanti ai divani degli ospiti e lungo le pareti, creando un'atmosfera misteriosa.
Non deve attendere molto, e dalla piattaforma rialzata in mezzo alla stanza cominciano ad intravedersi alcune figure, vestite in abiti così scuri da confondersi con l'oscurità che fa da padrona in quel luogo. Una musica soffusa comincia a levarsi quasi dal nulla, e le figure si scoprono dai loro mantelli, rilevando cinque ragazze poco vestite che cominciano subito a ballare, suscitando l'apprezzamento degli altri uomini che, come Gojyo, hanno deciso di passare la serata lì.
Parlando del rosso, si sta gustando lo spettacolo molto interessato, soprattutto quando, a uno ad uno, i pochi abiti rimasti alle ragazze finiscono per cadere a terra. "Le piace lo spettacolo, signore?" Lo sguardo cade immediatamente sulla donna che ha preso posto sulla poltrona accanto a lui, una signora di quasi cinquant'anni e dalla corporatura pesante. Fa fatica il nostro Gojyo a trattenere una piccola smorfia a quella vista, non perché la signora sia effettivamente brutta, ma i canoni del rosso si aggirano su una fascia di età un poco inferiore, e quella tizia si trova un po' troppo vicino alla sua persona.
Ma lui fa il galante, come sempre. "Oh, davvero bellissimo, non c'è che dire. Con chi ho il piacere di parlare?"
"Un'amica della proprietaria del locale. Bellissime le ragazze sul palco, non trovate? Se siete interessato però, avrei da offrirvi una bellezza rara che vi potrebbe tenere compagnia per la notte, sempre che lo desideriate." Gli occhietti furbi della donna lasciano intendere mille sottintesi, e senza nemmeno aspettare una risposta, con un veloce cenno della mano invita una figura poco distante ad avvicinarsi.
Una ragazza, dalla pelle così chiara rispetto alle colleghe del bordello da risaltare ancora di più, e che crea un delizioso contrasto con i capelli folti e lunghi e gli occhi castani, affilati come quelli di un felino. Il succinto abito verde valorizza al meglio le sue forme armoniose, le gambe tornite, il ventre piatto e il seno non abbondante ma ben disegnato. Lo sguardo magnetico è fisso su quello cremisi di Gojyo che sembra apprezzare quello che sta guardando.
"Oh, davvero deliziosa." Si lecca inconsciamente - o forse no? - le labbra. "E dimmi bella signorina, come ti chiami?"
"Carminia." Risponde la donna al posto della fanciulla. "Non può parlare, purtroppo è muta. Ma vi assicuro che questo non vi impedirà di divertirvi con lei, che di certo non vede l'ora di passare un po' di tempo in vostra compagnia. Non è così, Carminia?" La ragazza, con un breve inchino, esprime il suo assenso. Abbozza anche un debole sorriso, che però non raggiunge gli occhi, freddi.
"Bene bene. Allora direi che io e la signorina potremmo uscire da qui e farci una bella passeggiata. Potrei anche offrirvi qualcosa da bere, che ne dici?" Il kappa, già dimentico delle bellezze nude sul palco a favore di qualcosa di più raggiungibile, ma altrettanto bellissimo, si affretta ad alzarsi dalla poltroncina per offrire il braccio alla ragazza. Il tutto si svolge in pochi minuti, e i due - dopo aver pagato alla donna i servizi che la sua protetta dovrà compiere quella notte - escono dal locale, a favore dell'arietta fresca della sera, una vera manna dal cielo considerato il clima desertico che caratterizza l'area.
"Allora, ti chiami Carminia, eh... senza offesa, ma questo nome non ti si addice per niente." Un braccio circonda la vita morbida di lei, per attirarla maggiormente a sé. "Che ne pensi di un diminutivo? Carminia, Carminia... Carry? Forse non c'entra nulla, ma non è male, eh?" Carry, con il suo nuovo soprannome, fa cenno di sì, ed il rosso, dopo una risata sonante, la guida da vero gentiluomo verso un localino che aveva precedentemente adocchiato, per bere qualcosa e magari ballare un poco.
 

 

***

 

Fruscio di lenzuola, pregne di profumo di bucato ed odore di sesso causato dalla notte appena trascorsa. Carry, badando di fare meno rumore possibile, scivola giù dall'imponente letto che prende buona parte della camera del mezzo demone, completamente nuda e con i capelli tutti scompigliati. Con un sospiro comincia a raccogliere le sue cose, dalle mutandine al vestitino, dalle scarpe alla borsetta, un nome non troppo azzeccato considerato che la cosiddetta "borsetta" è abbastanza capiente da contenere tutti gli oggetti sopra elencati messi assieme, ed anche qualcosina in più. I bagni personali hanno in dotazione anche un paio di yukata per gli ospiti, quindi la ragazza si affretta a indossarne uno, mentre con le dita comincia a sistemarsi quella massa incolta che è diventata la sua chioma, già ribelle per natura, liberando il secondo sospiro della giornata.
Tornata in camera, gli zoccoletti - altra dotazione della locanda - in mano, esce in fretta dalla stessa per correre verso i bagni pubblici posti al piano inferiore. Dalla sicurezza con cui si muove, si direbbe proprio che conosce il luogo alla perfezione, probabile che intrattenga molti dei viaggiatori che decidono di soggiornare in quella locanda. Resta nei bagni giusto il tempo di rinfrescarsi dalla calura che, nonostante siano le prime ore del mattino, aggredisce implacabile, e per pulirsi dal sudore e da tutto il resto.
Rimane nell'acqua piacevolmente tiepida per poco tempo, approfittando della solitudine causata dal fatto che, a quest'ora del mattino, il primo pensiero delle persone è dormire e non andare a darsi una lavata. Terminata la deliziosa occupazione, è soltanto con un asciugamano avvolto intorno al corpo e un altro tra i capelli, che torna nelle stanze di Gojyo. La sua agilità è felina, quasi anormale, oppure il sonno del rosso è davvero tremendo. Dalla sua borsa la ragazza fa uscire un abito semplice, di un bianco candido stretto sul busto che va ad allargarsi dalla vita in giù, coprendola fino alle ginocchia.
Cominciando a frizionarsi con energia i capelli, si guarda per la prima volta intorno, analizzando l'ambiente con minuzia: letto matrimoniale, due comodini, un tavolino con annessa pianta ornamentale, tre sedie, armadio, tre porte, un'enorme vetrata che copre abbondantemente una parete facendo intravedere attraverso le tende bianche il paesaggio circostante, alias la piazza cittadina, ancora addormentata. Senza dubbio, quella è una stanza di signori, e la ragazza, non conoscendo chi realmente sia Gojyo, lancia un'occhiata perplessa verso quest'ultimo, chiedendosi chi realmente sia questo avvenente signore. Con una scrollata di spalle però, mette da parte la questione, preferendo concentrarsi con l'unica cosa che non si sarebbe mai aspettata di trovare lì dentro: quella porta misteriosa che non conduce né all'esterno della stanza, né nei bagni.
Se qui qualcuno crede al vecchio detto "la curiosità è donna", non viene difficile pensare come mai decida di aprire l'uscio - non chiuso a chiave - e sbirciare cosa nasconde l'interno. Si rivela essere una porta comunicante con un'altra stanza. Una persona giace tra le coltri, coperta quasi completamente, o comunque non visibile dalla posizione in cui si trova lei. La grande vetrata che ricopre anche questa camera è aperta, e le tende svolazzano rivelando una piacevole corrente che la investe immediatamente. Per evitare di farsi scoprire, muove un paio di passi verso quel nuovo luogo chiudendo la porta dietro di sé. Ha ancora in mano l'asciugamano che stava usando per i propri capelli, e quindi con un movimento molto semplice lo getta a terra, insieme alla propria borsa, avvicinandosi in punta di piedi verso il letto, come alla ricerca di qualcosa. Sul comodino un pacchetto di sigarette, e al loro fianco una veste buddista piegata ordinatamente, sopra la quale capeggia il sutra del cielo demoniaco. E' verso quello che Carry si avvia, allungando una mano verso il sutra mentre controlla attentamente i movimenti del nostro bonzo, che non sembra essersi accorto di nulla. Non appena ha tra le mani la preziosa pergamena, la consapevolezza sembra accendere gli occhi della giovane, che si affretta a riporla al suo posto senza pensarci due volte. Torna a guardare il bonzo un po' inquieta, ma riprende presto la sua maschera composta. Genjo Sanzo Hoshi, chi pensava avrebbe mai avuto l'onore di vederlo di persona? Occhieggia di nuovo la veste ripiegata sul comodino, e ora la sua curiosità corre verso di essa: comincia a frugare al suo interno, mordendosi le labbra ogni volta che il rumore di tessuto sfregato giunge alle sue orecchie. Deve essere silenziosa.
Le dita incontrano qualcosa di duro, piatto e rettangolare. Liberato dalla stoffa dell'abito, esso si rivela essere la carta di credito dorata che Sanzo utilizza per sostenere se stesso ed il suo gruppo. Un sorriso vittorioso colora le labbra di Carry, rendendo fin troppo palesi le sue intenzioni, ma, invece di darsela a gambe come qualunque buon ladro farebbe, lei tentenna, troppo attratta da quella figura al suo fianco, della quale è possibile notare soltanto qualche ciuffo di capelli dorati. Allunga una mano verso di lui, ma dopo un attimo si ferma, la ritrae. Deglutisce, raccoglie tutto il coraggio che possiede, e la sporge di nuovo. Purtroppo non riesce nemmeno a sfiorare le coltri che dalle stesse ne esce una mano, che svelta afferra il polso della ragazza.
Non ha il tempo di capire quasi nulla, due magnetici occhi violacei intrappolano i suoi mentre si sente letteralmente volare sopra il letto, in uno svolazzare di coperte che vede, alla fine di tutto, il bonzo seduto a cavalcioni su Carry mentre le punta la sua inseparabile pistola addosso. Il lenzuolo candido, prima di scivolare inesorabile a terra, ha il tempo di carezzare delicato i loro profili.
Dal modo con cui si è mosso Sanzo, non viene difficile a Carry capire che si era svegliato già da tempo, forse ancora prima che lei entrasse nella stanza. L'uomo, invece, nonostante la sua espressione impenetrabile, è confuso e perplesso. Si può sapere chi diavolo è questa tizia?
"Chi sei? Parla! Non hai cercato di prenderti il sutra, cosa vuoi?" Proprio in quell'istante nota che la sua preziosa carta di credito è ancora nelle mani di lei. "Ah, ecco, sei una ladra! Piccola mocc..." Non riesce a terminare la frase, la ginocchiata che lei gli assesta colpisce inarrestabile e tremenda. Dove? Beh, non è difficile immaginarlo. Il bonzo per un attimo vede le stelle, e lei con un agile movimento di reni riesce a ribaltare le posizioni, agguantando con la mano libera la pistola di Sanzo, e ora tocca alla ragazza puntargliela addosso.
Situazione di stallo. Il bonzo, dopo essersi ripreso dal colpo basso, ha lo sguardo fisso in quello castano di Carry, che di contro sembra piuttosto spaventata dalla situazione, nonostante impugni l'arma con sicurezza, come se fosse pronta a sparargli da un momento all'altro. Nonostante le apparenze però, nessuno dei due sembra intenzionato a voler sbloccare la situazione. Lui nota finalmente le fattezze della ragazza, muto, concentrandosi sulle labbra rosate per poi scendere lungo il collo di cigno, le scapole, il seno appena percettibile sotto il corpetto. Ma non la sta guardando con malizia, o bramosia, sembra semplicemente incantato. Carry si sporge appena verso il basso, così lui può avvertire il profumo di pulito che la avvolge, mentre una ciocca dei suoi lunghi capelli gli solletica una guancia.
Dura solo un istante, ma per loro è molto di più.
Peccato che il bussare della porta risvegli entrambi dal torpore. "Sanzo, sei sveglio? Pensavamo di andare tutti quanti a fare colazione, vieni con noi?" Hakkai ed il suo ottimo tempismo. Il cuore di Carry le balza in gola. Da che tutta la loro attenzione era rivolta alla porta ermeticamente chiusa, tornano a guardarsi per un momento, riprendendo entrambi la loro maschera d'impassibilità. Pochi secondi, e poi il bonzo apre bocca.
"No. Mangerò più tardi."
"Sicuro?"
"Sicuro, ora lasciatemi dormire."
"Eddai Sanzo, vieni a mangiare con noi!" La scimmia.
"E fai silenzio idiota, lasciamo occhi suadenti a dormire come un pascià. Sai com'è, è sempre impegnato lui..."
"Fate silenzio, stupido kappa e stupida scimmia, e andatevene a mangiare!" Alcuni borbottii irritati seguono quelle parole, ma passi che si allontanano sempre di più fanno intendere che il trio si sia arreso dal convincere il biondo.
Carry intanto ha ascoltato lo scambio di battute sbigottita. La domanda che le frulla per la testa è: perché? Come mai non ha chiesto aiuto ai suoi compagni? Sembra un tipo dal sangue freddo, senza contare che dovrebbe essere evidente che ormai lei non è più intenzionata a volerlo fare fuori, quindi la domanda torna a essere solo una: perché, Sanzo?
"Posso sapere almeno chi sei?" I modi burberi del bonzo la risvegliano da tutti quei pensieri che le stanno vorticando per il cervello. Si limita a guardarlo.
"Allora?" Continua a non rispondere, e non soltanto perché è muta dalla nascita. Non lo avrebbe fatto comunque. Con movimenti rapidi e precisi scende di tutta fretta dal corpo del bonzo e dal letto, l'uomo che si solleva a sedere nell'immediatezza, allungando una mano verso la ragazza. "Ora basta con gli scherzi, ladruncola: restituiscimi pistola e carta di credito." Il tono però non è minaccioso. Non gli viene semplice essere scortese con questa sconosciuta, sebbene ne abbia tutti i diritti.
Con un rapido gesto del polso, gli lancia addosso la Smith&Wesson, prendendolo alla sprovvista. Di corsa, ancora a piedi nudi, afferra al volo la propria borsa e corre verso l'enorme vetrata, gettandosi dal primo piano.
"Cos..." Vestito solo della sua maglia smanicata e i jeans, balza giù dal letto e lesto la rincorre. Accidenti, quella ladra ha ancora la sua carta di credito! Ma, forse, non è solo per questo che la sta inseguendo, lanciando maledizioni a denti stretti ad ogni sasso che i suoi piedi calpestano. Forse vuole davvero sapere come si chiama, e come tutti sappiamo, lui è tipo che esige sempre e comunque una risposta.
"Fermati!" E lei naturalmente non gli dà ascolto, anzi, se possibile accelera ancora di più il passo, zigzagando tra le molteplici viuzze, schivando i pochi e ignari passanti che si spaventano alla vista di quei due che si rincorrono, come cane e gatto. Purtroppo però non è una situazione che potrà durare ancora per molto, e Sanzo sta perdendo terreno. Troppe sigarette? La fortuna sembra volgere dalla sua parte, però: una svolta sbagliata, e quello che Carry si ritrova davanti è un vicolo cieco. Il bonzo, tra sé e sé, già canta vittoria. Ormai è in trappola, oppure no? La ragazza non rallenta la sua fuga, e arrivata all'altro muro, con un salto si aggrappa allo stesso, sfruttando le numerose fessure per issarsi sulla sua sommità. Un gatto, non c'è che dire. Osserva il bonzo dall'alto, che nel frattempo si è fermato a guardarla accigliato. "Maledetta..." Ma non si tira indietro, e comincia ad arrampicarsi anche lui.
Carry è rimasta a guardarlo invece di fuggire, e si dà mentalmente della sciocca quando lui ormai ha quasi raggiunto la sua meta. Uno scatto, e si ritrova sul tetto di una delle case collegate al muro.
Una tegola fissata male, che le fa perdere l'equilibrio. Il cuore perde un battito, gli occhi si sgranano, le labbra si schiudono in un urlo muto che non vedrà mai la luce.
Una mano, la stessa che poco prima l'aveva imprigionata sopra quel letto, ora le viene in soccorso, afferrandola e salvandola da una caduta che poteva rivelarsi mortale. Sanzo, in un gesto di protettività, la stringe inconsciamente a sé, senza guardarla in viso. "Ancora più sciocca, si può sapere cosa stavi cercando di fare? Almeno guarda dove metti i piedi, se proprio ti diverti a saltellare sui tetti!" Si allontana dalla ragazza quel poco che gli basta per guardarla in viso, ed anche se la sua mente è affollata di tanti altri rimproveri, resta zitto.
Occhi grandi e dilatati per lo spavento, labbra socchiuse che cercano di incanalare più aria possibile, il cuore che batte forte, perfettamente udibile al bonzo a causa dei loro toraci a contatto. Il tutto avviene molto naturalmente, come se fosse già stato scritto dal destino. Entrambi si avvicinano l'uno all'altro all'unisono, e le loro bocche s'incontrano. Carry sente la sua vita stretta dalle braccia forti del bonzo, mentre quest'ultimo avverte quelle di lei circondargli il collo. Si fanno sempre più vicini, i loro corpi sono così a contatto che danno l'impressione di potersi fondere da un momento all'altro. Con il sole già alto che bacia le loro figure, l'unica cosa udibile sono i loro respiri.
 

 

***

 
 

"Oh, ma non è proprio la giornata perfetta per fare una passeggiata tutti assieme?"
"Io voglio dei nikuman. Saaanzo, me ne compri qualcuno?"
"Stupida scimmia, guarda che noi non siamo qui per svago, lo sai? Dobbiamo andare alla foresta vicina per sterminare i demoni che danno fastidio ai cittadini, o te lo sei dimenticato?"
"Certo che no, maniaco di un kappa! Ma non posso farci niente se ho fame, e poi combatto meglio con lo stomaco pieno."
Un sospiro. "E fate silenzio, per una volta." Sia Gojyo che Goku si affrettano a coprirsi la testa, temendo un colpo di harisen, che però non arriva.
"... Ehi, che ti succede, occhi suadenti, di buon umore quest'oggi?"
"Taci, sempre che tu non voglia un po' di piombo su per il culo. Hakkai, prendi la carta di credito e va' con la scimmia a comprare qualcosa, prima che me ne penta."
"Evviiiva! Andiamo Hakkai, forza!" Trascinando il povero moro, Hakkai e Goku si avviano verso un venditore ambulante poco distante, che il ragazzino aveva precedentemente adocchiato. Il bonzo e il kappa restano soli ad aspettare.
"Ripeto, oggi sei fin troppo di buon umore. E' successo qualcosa? Hai incontrato qualche bella donna?" Sorrisino malizioso.
"Bada a quello che dici, non sono certo un allupato come te. Scommetto che questa notte hai portato nella tua stanza una donna, o alla peggio una prostituta, tanto per cambiare."
"Ebbene sì, lo ammetto. E che ragazza..." Gli occhi sognanti di Gojyo fanno ben capire quanto si sia divertito questa notte.
"Eccoci tornati. Sanzo, la carta di credito."
Il bonzo se la rigira tra le mani, nascondendo malamente un sorriso. Alla fine, poco dopo quel bacio, gliel'ha restituita. E poi se n'è andata.
"Chissà se la rivedrò..." Un sussurro bassissimo, che non sente nessuno.
Dietro una casa, una bellezza dagli occhi di gatto lo osserva, senza farsi vedere.
 

   
 
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