.Capitolo 2.

-l'arrivo-

Il viaggio,tutto sommato,era stato abbastanza tranquillo e persino Rachel,dopo le ore di automobile e quelle di aereo,si era calmata un po'.

Kurt,al contrario, era agitatissimo: non aveva mai preso l'aereo in vita sua,ed erano servite tutta la pazienza di Mercedes e una scatola intera di pasticche contro l'ansia che gli aveva portato la hostess per farlo tranquillizzare.

Mercedes pensò che forse in quelle due settimane avrebbe dovuto fare da babysitter a ben due bambini.

Il viaggio fu molto lungo e i ragazzi passarono il tempo dormendo,ascoltando la musica e sopratutto parlando.

Parlarono dell'Italia e di come se l'aspettavano,visto che nessuno dei tre c'era mai stato ed avevano solamente guardato delle fotografie.

Alla fine persino Kurt,così restio a partire,si era quasi dimenticato di Blaine e non vedeva l'ora di arrivare nel paese del sole.

Ma probabilmente sbagliarono qualcosa,perché appena posarono i piedi sul suolo italiano,il cielo si riempì di nuvoloni scuri che non accennavano a sparire.

Anzi,in pochi minuti iniziò un temporale estivo coi fiocchi.

Così Rachel,Kurt e Mercedes si ritrovarono sotto la pioggia,con le valigie,in una città straniera dalla parte opposta del mondo.

-Che bel benvenuto- esclamò Mercedes scrutando il cielo,mentre Kurt si lamentava perché la sua maglietta firmata si stava bagnando.

Ma Rachel ritrovò presto l'entusiasmo e iniziò a sfogliare febbrilmente il suo dizionario “Inglese-Italiano/Italiano-Inglese” per capire come chiedere informazioni per i taxi o per l'albergo.

Ma ben presto si rese conto che quel vocabolario sarebbe stato praticamente inutile durante la loro vacanza: a Napoli infatti si parla il napoletano,non l'italiano.

Dopo aver ricevuto da una vecchietta una spiegazione lunghissima in dialetto,che Rachel dubitava fosse la risposta alla sua domanda “Do you speak english?”,e qualche insulto,la mora dovette arrendersi e tornare da Mercedes e Kurt,che nel frattempo si erano seduti sulle loro valigie.

-Altro che gente calorosa e accogliente,quelli mi odiano!- sbuffò,sedendosi sulla sua,rosa acceso tempestata di stelline dorate,la sua firma.

Kurt e Mercedes non erano ancora riusciti a capire dove diavolo fosse riuscita a trovare una valigia del genere a Lima.

Restarono lì per circa un quarto d'ora,sotto la tettoia dell'aereoporto,mentre a pochi passi da loro infuriava il temporale.

I ragazzi pensarono che la città non sembrava poi così accogliente come dicevano.

All'improvviso sentirono il suono di un clacson e si girarono tutti e tre automaticamente verso il taxi bianco che si trovava lì a pochi metri.

Il conducente abbassò il finestrino e domandò loro qualcosa,che i ragazzi non capirono.

L'uomo se ne accorse e riprovò a chiedere,stavolta in un inglese con un forte accento italiano,se avevano bisogno di aiuto.

Mercedes,Rachel e Kurt iniziarono a ringraziare rispettivamente Dio,Barbra e Alexander McQueen e si diressere verso il taxi.

Diedero l'indirizzo al taxista e durante il viaggio,iniziarono ad ammirare veramente Napoli;le nuvole si stavano allontanando lentamente ed il sole iniziava a fare capolino.

Il taxi sfrecciava per le strada,evitando buche e pozzanghere,mentre i tre ragazzi guardavano rapiti i palazzi,i monumenti,le chiese e i castelli,che sembravano essere ovunque.

Le persone iniziavano ad uscire insieme al sole,e non era difficile che dei ragazzi salutassero il taxi,per poi ridere tra loro.

La gente adesso sembrava davvero accogliente,non come all'aereoporto,e il taxista intanto si era presentato e aveva iniziato a parlare in un inglese molto “italianizzato” con Rachel,che gli sedeva accanto.

Kurt pensò che la ragazza sicuramente non avrebbe avuto troppi problemi con la lingua: smanettava come una pazza per far capire all'uomo (che si faceva chiamare Sasà) qual'era il suo spettacolo preferito di Broadway.

Dopo una mezz'oretta di viaggio,durante la quale Sasà aveva insegnato ai tre quasi tutti i numeri della Smorfia*,i ragazzi arrivarono finalmente a destinazione.

Presero le chiavi della stanza (avevano deciso di prenderne una sola per tutti e tre),le valigie e si avviarono.

Una volta entrati in camera,si lasciarono cadere quasi contemporaneamente ognuno sul proprio letto; il jet lag iniziava a farsi sentire.

Mentre Rachel faceva la doccia e Mercedes sistemava la valigia,Kurt accese il cellulare e si accorse di avere 5 chiamate perse e 4 messaggi di Blaine:doveva essere preoccupatissimo.

Decise di chiamarlo,per tranquillizzarlo e scusarsi per non aver dato sue notizie.

Dopo una serie di “mi manchi già”,”ti amo” e “tornerò presto”, lo salutò,si buttò sul letto e cadde nelle braccia di Morfeo,seguito poco dopo dalle due ragazze.

*La Smorfia Napoletana sono dei numeri,dati dalla lettura dei sogni,da giocare al Lotto.

Anche se esistono molte “Smorfie” locali di varie città,la più famosa è quella di Napoli,vista la tradizione di affetto della città verso il gioco del Lotto.

A ogni numero corrisponde una parola,oggetto,nome o movimento.

* Angolo dell' “autrice” (?) *

Eccomi con il secondo capitolo (:

Finalmente i nostri tre eroi sono arrivati a Napoli :D

E presto incontreranno certe persone... **

So che non ho descritto molto la città,ma non preoccupatevi,lo farò nei prossimi capitoli u.u

Volevo solo dire che io non sono di Napoli e anzi,vivo in Toscana ahah

Quindi mi scuso in anticipo se sbaglierò qualcosa con gli eventuali termini in dialetto.

Se qualcuno trova errori del genere,può farmelo sapere e io provvederò a correggere u.u

Comunque spero che la storia sia interessante e vi “ispiri” ahah :D

Fatemi sapere cosa ne pensate,mi raccomando (:

A presto con il nuovo capitolo u-u

-Chiara ♥