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Autore: plateau_    04/07/2012    2 recensioni
Senti uno scampanellio risuonare nella tua testa e farsi sempre più forte. Premi un dito sulla ferita dell’altra mano cercando di non farti vedere da tuo fratello; funziona, percepisci un dolore pungente, dove i lembi della pelle sono stati ricuciti a crudo con ago e filo, e il suono scema in sottofondo fino a sparire.
Per ora sei salvo, ma sai che sta arrivando.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Settima stagione
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Siedi sul letto di un motel, un altro squallido motel dei tanti in cui ti sei fermato lungo la tua vita. E’ in qualche stanza di chissà quale motel americano che hai i tuoi ricordi migliori, non è vero Sam?
Come ogni persona con una vita normale.
Congiungi le mani sotto il mento, e cerchi di concentrarti sulle parole di Dean, ma il solito atroce mal di testa t’impedisce di pensare, capire, agire.
Senti uno scampanellio risuonare nella tua testa e farsi sempre più forte. Premi un dito sulla ferita dell’altra mano cercando di non farti vedere da tuo fratello; funziona, percepisci un dolore pungente, dove i lembi della pelle sono stati ricuciti a crudo con ago e filo, e il suono scema in sottofondo fino a sparire.
Per ora sei salvo, ma sai che sta arrivando.
Sposti gli occhi verso la finestra, e ti soffermi per un secondo sul cielo uggioso: altro giorno, altro caso. Ultimamente i mostri e i demoni sembrano non voler davvero starsene buoni, anzi, preferiscono agire tutti insieme.
E a chi tocca salvare il mondo?
A un uomo che di recente ha perso tutti quelli che amava e conosceva, tradito dal suo migliore amico, e che deve affannarsi per un fratello con la mente incasinata a tal punto da vedere Lucifero per strada.
Ma voi siete i Winchester, no? Sono cose che capitano. Siete abituati a cose del genere, sono anni che sopportate cose che la gente normale non può lontanamente immaginare.
«Mike Jones, quarantadue anni, imprenditore edile: tre giorni fa è stato trovato in riva al lago conciato parecchio male, con il petto squarciato; le autorità locali parlano di un attacco di animale.»
«Lupo mannaro?»
«Lo credevo anche io, però manca un pezzo alla luna piena e a quanto pare il cuore è ancora lì, al suo posto. Non manca assolutamente niente. Così come per Julia McMurdo, trentacinque anni, professoressa, anche lei trovata morta nelle stesse condizioni due giorni fa, e come Ryan Stewart, diciotto anni, studente, deceduto ieri. Stesso modus operandi.» Fece una pausa, sospirando. «Non penso di aver mai letto di una qualche creatura – demone o mostro che sia – che agisce così sul diario di papà. Qualche idea?»
Cerchi di rispondere, ma improvvisamente ti senti vuoto e privo di quelle poche forze che ti restano.
Stai svenendo, ma non è un problema. Stai per ricevere il riposo tanto bramato, finalmente.
Dean trattiene il fiato, ma non ti disturba. Ti sei appena accasciato sul materasso, quando realizzi che lui non ti lascerà riposare. E, infatti, non si fa attendere: un forte scampanellio irrompe nella tua testa, facendoti sobbalzare così forte da ritrovarti nuovamente seduto.
Sono giorni che non mangi e dormi, sei allo stremo delle forze; ma ogni volta che cerchi di ribellarti e provare a ingoiare un boccone o chiudere gli occhi, lui appare, e ti tortura.
Dean ha capito solo in parte la gravità della situazione: solo tu puoi vederlo, no?
Scorgi rabbia e tristezza negli occhi di Dean che, impotente, si siede sul letto di fronte al tuo senza staccarti gli occhi di dosso, pronto a intervenire se la situazione dovesse complicarsi.
Ma può essere più dolorosa e complicata di quanto lo sia già?
La tua mente si offusca, i ricordi vengono sguinzagliati liberi davanti ai tuoi occhi e si fondono fra di loro, e più niente ha un senso.
E poi arriva, e lo vedi. In piedi, fra le fiamme che improvvisamente lambiscono le pareti e i mobili della stanza, ti sorride con fare amichevole.
Vuoi urlare a Dean di spostarsi, di prendere dell’acqua altrimenti brucerà, ma non puoi. Sei bloccato nella tua mente, e sai che in realtà Dean e la stanza non stanno andando a fuoco.
Forse urli davvero, ma lui non si muove, e resta lì fermo a fissarti.
E se foste tutti di nuovo all’inferno, nella gabbia?
Per un momento la scena trema, quasi fosse un ologramma mal riuscito. Stai per caso cercando di tornare alla realtà, Sam? Sai di essere troppo debole per riuscirci.
Fiumi di sangue scorrono ai tuoi piedi e t’inzuppano i pantaloni all’altezza delle caviglie, ma non è un problema ignorarli, succede sempre. Dopo poco ci fai l’abitudine.
«Ciao.»
Ignori anche lui, e la sua voce calda che, forte, rimbomba nella stanza. O nella tua testa?
Ti sta studiando, sta cercando di capire quali sono i tuoi sentimenti, quali sono le tue emozioni. Non che sia difficile capirle dopotutto, basta guardare il tuo viso stravolto e pallido. Sudi freddo.
«Come va la vita, Sam?» Lucifero ti sorride, venendo a sederti vicino a te.
«…Fottiti.» Riesci infine a dire, dopo minuti di silenzio interrotti solo dal crepitio del fuoco e dallo scorrere del sangue ai tuoi piedi.
«Oh, Samuel, non prendertela con me. Sai benissimo che è la tua mente che decide cosa fare, evidentemente ha deciso che sono l’interlocutore perfetto per te.» Ti sorride allegro, e tu non sai cosa rispondere.
«Sammy.»
Qualcuno ti sta chiamando.
«Sammy!» Di nuovo. C’è solo una persona che può chiamarti così. Improvvisamente ricordi tuo padre; cosa ti ripeteva sempre da piccolo?
«Quando Dean ti chiama, devi rispondergli sempre, chiaro?» E’ l’unico ordine di tuo padre al quale hai sempre obbedito, vero?
Ed è questo quello che fai; cerchi Dean, viaggiando fra i meandri della tua mente in frantumi.
Non hai mai voluto ammetterlo, ma sai benissimo che la tua integrità mentale è andata persa quando Castiel ha deciso di spezzarla. A differenza di Dean, sai cosa ti sta succedendo.
Stai delirando, quasi fosse un sogno, un incubo, e lo sai. Ma sai anche che questa è in qualche modo una parte della tua realtà.
Un dolore acuto ti accende la guancia, quasi le fiamme che hai lasciato poco prima ti avessero sfiorato maligne: improvvisamente rivedi la luce, e ansimi, prendendo boccate di aria fresca.
Sei sdraiato sul letto del motel, Dean è in piedi accanto a te, e ti guarda perso; ti ha appena tirato uno schiaffo: la cosa del dolore funziona sempre, a quanto pare.
Osservi Dean per qualche minuto con aria persa, mentre il tuo petto si alza e si abbassa velocemente cercando di ristabilire un ritmo normale, e finalmente sorridi, di un sorriso stanco e al contempo folle. Ce l’hai fatta, sei di nuovo nel mondo reale. Ti sei svegliato davvero dal tuo sogno delirante?
Poi ti accorgi che qualcosa non quadra: Lucifero è dietro Dean, non è andato via.
Il suo volto muta, e ti mostra cose spaventose: riconosci demoni e mostri che hai ucciso, persone che non sei riuscito a salvare, persone che sei stato costretto ad uccidere.
Poi vedi Madison trapassata dal colpo che tu stesso hai sparato, Jessica bruciare, Bobby accasciarsi sul lettino dell’ospedale, Castiel finire sott’acqua, John per terra e infine… Mary.
Ti sorride, e ti accarezza la fronte.
Le sorridi, finalmente libero da tutta l’orrore che hai visto nei secondi precedenti; stai per dirle che le vuoi bene, ma a un tratto una forza invisibile la spinge contro il muro, la fa salire verso l’alto.
Sai cosa sta per succedere.
Urli, urli con tutto te stesso, urli a Dean di fare qualcosa: lui si guarda alle spalle confuso, ma non può vedere quello che stai vedendo tu.
E poi lei prende fuoco, e tu non puoi fare nulla per impedirlo. La vedi morire davanti a te.
Lacrime amare iniziano a scorrere lungo il tuo volto, e a malapena senti le mani di tuo fratello afferrarti saldamente per le spalle e scuoterti con violenza.
«Sammy, ascoltami. Sam, ci sono io. Guardami, distingui cosa è reale e cosa non lo è. Non piangere, concentrati. Respingilo. Avanti!»
La grande bugia.
Dean e le sue parole sono solo una bugia, che vive per proteggerti da ciò che è realmente vero, ossia la tua pazzia. Una bugia che ti fa credere di star bene, quando in realtà tu e il tuo mondo state crollando a pezzi; lentamente, ma crollate.
Sai che sei arrivato a un punto di non ritorno.
Realizzi tuo malgrado che non stai dormendo, e che l’incubo che ti perseguita non è altro che la realtà.
Fissi per un secondo gli occhi verdi pieni di angoscia dinanzi a te, poi ti lasci andare.  
  
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