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Autore: Amy In Wonderland    05/07/2012    9 recensioni
Piccola one-shot nata in un momento di noia dove c'è una Bonnie emozionata per il primo appuntamento da molto tempo e un Damon assolutamente deciso a marcare il territorio. Nonostante la frustrazione e l'irritazione del suo Uccellino, Damon avrà comunque ciò che vuole?
No sense, vi avverto! Sulle note di "are you gonna be my girl" dei Jet!
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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‘Cause I Really Wanna Make You Mine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Bonnie sbuffò esasperata mentre si guardava allo specchio.

No, non andava affatto bene! Doveva essere perfetta ed era tutt’altro che passabile!

Scoccò innervosita un’occhiata all’orologio. 

Uno dei ragazzi più belli che avesse mai incontrato, con il quale aveva un’appuntamento - ancora non poteva crederci - sarebbe andata e prenderla tra mezz’ora!

Mezz’ora!

In mezz’ora si possono fare molte cose, perfino salvare una vita umana. Ma se c’è una cosa per cui mezz’ora è insufficiente, beh, quella è prepararsi in maniera esaustiva per uno degli appuntamenti più importanti della propria vita. 

Qualsiasi ragazza che si sia trovata in una situazione del genere sa, inoltre, che quando manca così poco tempo e il trucco non va affatto bene si corre il rischio di avere una crisi nervosa.

Bonnie McCullough in quella placida e calda sera di Luglio si trovava proprio in quella situazione.

Chiuse gli occhi per non farsi assalire dal panico e respirò profondamente un paio di volte.

Quando li riaprì e vide quel trucco così poco soddisfacente sul suo volto per poco non imprecò. Solitamente non era un ragazza volgare, ma si stava veramente innervosendo!

Aprì con uno scatto stizzito il rubinetto e si sciacquò per l’ennesima volta il viso, levando vi il trucco. Con gli occhi chiusi cercò a tentoni l’asciugamano e quando sentì qualcosa di morbido sotto le dita lo tirò verso di sé. Con sua sorpresa l’asciugamano non scivolò dolcemente dal ripiano su cui era appoggiato nella sua mano, ma oppose resistenza, come se si fosse impigliato in qualcosa oppure come se lo stessero tirando.

<< Sai, molte donne che mi si sono buttate tra le braccia avevano questa aggressività. Ma da te proprio non me l’aspettavo, Uccellino... Non che la cosa mi dispiaccia, sia chiaro >>.

Quando Bonnie sentì quella voce di velluto così vicina e inaspettata, saltò atterrita, aprendo gli occhi nonostante le gocce d’acqua sulle sue palpebre. Ovviamente, un urletto acuto provocato dallo spavento non mancò affatto.

Bonnie sgranò gli occhi e si mise una mano davanti alla bocca per reprimere la voglia che aveva di urlare più forte.

Rimase per qualche secondo incantata a guardare quello splendido ragazzo che aveva davanti a sé.

Sicuramente molto più bello di Roy” pensò ipnotizzata da quella visione.

Subito si riscosse e si diede della stupida da sola, il tutto sotto lo sguardo ovviamente divertito del vampiro.

Con imbarazzo si accorse che quello che aveva creduto un asciugamano era in realtà la camicia di seta, rigorosamente total black, di Damon Salvatore. Lasciò velocemente la presa dal morbido tessuto e non evitò di lanciare un’occhiataccia al moro.

<< Tu... Tu un giorno all’altro mi farai venire un infarto! >> esclamò con un moto di rabbia.

Damon si limitò ad alzare gli occhi al cielo. 

Era vero, le entrate in scena improvvise erano la sua specialità, ma ormai la ragazza avrebbe dovuto abituarcisi! Insomma, perfino Mutt ci si era abituato e non è che andasse a parlare con lui così spesso... anzi, non lo faceva mai. Con la piccola rossa era tutta un’altra storia, eppure lei continuava a prendersi dei mini-infarti ogni volta, non che la cosa lo infastidisse sia chiaro. Anzi, lo divertiva da morire.

Bonnie ignorò quel gesto e lo superò prendendo l’asciugamano, asciugandosi il viso e infine tornando allo specchio per ricominciare a truccarsi.

Iniziò ad applicare l’eyeliner, ma ben presto fu costretta ad interrompersi per lo sguardo del vampiro che sentiva insistentemente su di sé.

Si girò incontrando gli occhi dell’eterno ventitreenne, trovandoli intensi ed estremamente concentrati. L’espressione palesemente interrogativa che aveva stampata in volto la costrinse ad uscirsene con un brusco << Che c’è? >>.

Solitamente, ritrovandoselo a quella distanza e con uno sguardo del genere, Bonnie sarebbe arrossita, avrebbe abbassato lo sguardo e si sarebbe destreggiata in balbettanti discorsi pieni di “I-io”, “s-sì”, “t-tutto b-bene” ed altre impacciate espressioni. Tuttavia, come già ribadito in precedenza, due ore erano troppo poche per perdersi nella propria goffaggine e sopportare l’umiliazione del vedere Damon Salvatore - il più stronzo vampiro mai esistito - sorridere compiaciuto dall’effetto che provocava nella piccola Bonnie.

Piccola un cavolo! Lei, Bonnie McCullough, era stata invitata ad un’appuntamento con un ragazzo magnifico senza essere la seconda scelta! Lui non l’aveva chiesto a Elena oppure a Meredith, l’aveva chiesto a lei!

Damon esibì un’eloquente espressione meravigliata per quella sua reazione, il tutto ovviamente durò giusto qualche istante: il vampiro non mostrava mai le sue espressioni più di pochi attimi, anzi le mostrava per talmente poco che i suoi interlocutori spesso si domandavano se se le fossero immaginate o meno. Tranne i suoi odiosi e sensuali ghigni, certo. Quelli potevano durare anche un nanosecondo, ma erano impossibili da immaginare!

Vedendo che il vampiro non rispondeva e che fosse passato ben un secondo da quando Bonnie aveva posto la propria domanda, la rossa non perse tempo e riprese a truccarsi concentrata.

<< Uccellino... >> le disse Damon, non smettendo di osservarla neanche un secondo, << Forse sono vecchio per queste cose, ma non credevo che uscire con le proprie amiche richiedesse tutta questa preparazione! Insomma, Elena inizia a prepararsi dieci minuti prima di uscire con voi e Miss Inquietudine... Si prepara? >> domandò, improvvisamente colto da un dubbio. 

No, quella lì doveva avere una maschera di cera al posto della faccia e probabilmente era sempre pronta per uscire. Damon proprio non ce la vedeva a prepararsi nel modo in cui stava facendo in quel momento Bonnie o come vedeva sempre fare ad Elena al Pensionato.

“Bah, le donne...” pensò, reprimendo l’istinto di scuotere la testa.

Certo che la Streghetta quella sera era davvero strana! Si stava veramente mettendo in ghingheri per uscire con il suo Angelo e quella inquietante. Poi sembrava perfino essere nervosa...

<< Oh, no! Stasera non esco con Meredith ed Elena! >> spiegò distrattamente Bonnie, un pochino irritata dal modo saccente in cui Damon aveva dato per scontato che lei non potesse avere un appuntamento fuorché con le sue migliori amiche.

Damon ghignò divertito.

<< Non dirmi che Mutt ci sta provando! In tal caso ti assicuro che non servirebbe: è talmente idiota da non distinguere una bella fanciulla da una scopa! >>.

Vide la ragazza trattenere una risata e scoccargli un’occhiata di finto rimprovero.

“A chi credi di darla a bere, piccoletta?” pensò Damon, compiaciuto. 

Bonnie era una delle poche che afferrasse e apprezzasse al volo il suo umorismo. Anzi, forse era l’unica!

<< No, non esco con Matt >> calcò bene il nome tentando invano di far capire al vampiro il suo sbaglio, << In realtà ho un appuntamento! >>, non poté trattenere un sorriso estasiato.

Al pensiero di ciò che l’aspettava si sarebbe quasi messa a saltare per la gioia.

In ogni caso era talmente concentrata sul mascara da perdersi l’espressione palesemente meravigliata e nel contempo irritata di Damon Salvatore.

Lui non l’avrebbe mai ammesso, ma i suoi occhi si erano leggermente scuriti.

<< Ah... >> disse, trattenendo appena il tono irritato, << e con chi? >>.

 

 

 

 

 

 

She’s so sweet

With her “get back” stare.

 

 

 

 

 

 

 

 

Damon si sarebbe preso a schiaffi da solo. Ma cosa gliene importava?!

“E’ solo curiosità” si giustificò.

Bonnie si girò verso di lui con una strana - ed orribile, a detta di Damon - luce negli occhi.

<< Con il ragazzo più bello che abbia mai messo piede a Fell’s Church! Roy Obson! >> disse entusiasta, sorridendogli con dolcezza e riprendendo la sua opera aggiustando per bene i boccoli ribelli.

Damon alzò un sopracciglio ed esibì una espressione alla “ma stai scherzando vero?”. Insomma, lui era il ragazzo più bello che avesse messo piede non solo in quella schifosa cittadina, ma nel mondo intero!

Bonnie aveva passato gli ultimi anni della sua vita ad ammirarlo, possibile che se ne fosse improvvisamente dimenticata?!

Sotto la sua espressione offesa, Bonnie alzò scetticamente un sopracciglio e guardò la sua immagine riflessa.

Beh, sì, poteva andare... Certo, con una base come il suo viso, meglio di quello che era venuto non poteva di certo ottenerlo.

Senza perdere neanche un secondo, superò Damon e si fiondò nella propria camera a tutta velocità.

Damon rimase per qualche secondo scioccato a guardare il vuoto. 

Insomma, quella ragazzina lo aveva ignorato! Solitamente succedeva il contrario: era lui che ignorava lei!

Girò il collo e indurì la mascella trattenendo la frustrazione che minacciava di sormontarlo.

Non capiva neanche lui da dove provenisse tutta quella irritazione, ciononostante si giustificò con il concetto di “Natura”: lui era un vampiro bellissimo e, come tale, per natura Bonnie avrebbe dovuto adorarlo e sfruttare ogni secondo possibile per ammirarlo - come faceva di solito -, non ignorarlo! Era da ciò che proveniva l’irritazione, ovvio. Lui aveva grande rispetto per le regole naturali e non poteva permettere a quella Streghetta da strapazzo di infrangerle.

Con poche falcate raggiunse la porta della camera di Bonnie giusto in tempo per vederla buttare sul letto una decina di capi di abbigliamento e guardarli con aria interrogativa.

“Ho l’ombretto argentato, quindi questo qui dovrebbe andare bene. No, mi rende grassa! Allora quest’altro... No, è troppo corto! Mi si vedono anche le budella con questo, non voglio che Roy pensi che sono una poco di buono... Non ho un vestito, diamine!”.

Se Bonnie avesse potuto si sarebbe messa a urlare, ma per fortuna la figura di Damon era abbastanza imponente da ricordarle che non fosse da sola e che dovesse mantenere una certa dignità senza sembrare una pazza esaurita... certo, ma non era abbastanza imponente da fermarla dal suo rito preparativo neanche per un secondo! Aveva appena venti minuti, cavolo!

Tentando di reprimere un moto di disperazione, si girò nuovamente verso l’armadio e cercò altri vestiti da poter indossare.

Dietro le sue spalle, non potendo essere visto, Damon si era lasciato andare in un’espressione esterrefatta: Bonnie McCullough, se non era morta d’infarto prima, sarebbe di sicuro morta dal nervosismo in quel momento.

La sua aurea non sprigionava affatto tranquillità, anzi tutt’altro.

<< Uccellino... Non so se mi è concesso chiedertelo, ma... Da quanto è che non hai un appuntamento con un ragazzo? >> domandò.

La vide sussultare e girarsi goffamente, con aria imbarazzata.

<< Capisco >>.

Bonnie si sentì leggermente offesa dal tono saccente che Damon aveva ancora una volta usato. 

Alzò fieramente lo sguardo sul vampiro e lo scrutò con attenzione.

<< Sai com’è... Sono stata impegnata a salvare la mia città natale da tremila minacce. Non ho avuto molto tempo per le mie questioni sentimentali! >> disse piccata, per poi dargli nuovamente le spalle e proseguire nella sua ricerca.

La sua intenzione non era né quella di provocare Damon né quella di offenderlo, eppure riuscì in entrambe le cose.

Le sue questioni sentimentali?

Ma a chi voleva darla a bere?

Damon guardò la ragazza come se fosse un’estranea. Quel pettirosso era sempre stato considerato dal vampiro come un qualcosa di suo, un piccolo capriccio che ogni tanto gli risollevava il morale, ecco. Quando Elena lo rifiutava, Bonnie era la fanciulla perfetta per divertirsi a stuzzicarla e a farle fare figuracce con lui. 

Bonnie si era presa una bella cotta per Damon e di questo lui ne era consapevole da molto tempo. Se si aggiungeva il fatto che il suo cuore andasse a mille ogni volta che lo vedeva, che arrossisse sotto il suo sguardo e mille altri motivi, beh, ciò la rendeva sua, no?

Eppure, in quel momento, quella ragazzina sembrava tutto fuorché sua.

Certo che era stato rimpiazzato con facilità! Poi, un conto era Stefan che, comunque, aveva alcuni suoi lineamenti e ciò era plausibile - insomma, erano pur sempre fratelli e lui gli aveva trasmesso un pizzico della propria figaggine -, ma essere rimpiazzato da un tizio con un nome idiota quale “Ray Osfmon” era davvero il colmo!

Insomma, “Rey Osnom”! Che razza di nome era? 

Da dov’era uscito? Da Star Treck?! 

Bonnie alla fine optò per un vestitino semplice ma passabile. Era bianco e decorato con dei motivi a ghirigoro neri e una striscia - anch’essa nera - che definiva la sottile vita della rossa. Era privo di spalline ed aveva una scollatura a forma di cuore. Non era troppo corto, arrivava sopra al ginocchio di qualche centimetro e terminava con dei bordi frastagliati, che ricordavano nell’insieme una rosa.

Senza riflettere, dimenticatasi completamente di Damon, la ragazza si tolse l’asciugamano rimanendo così in biancheria con un completino che lasciava ben poco all’immaginazione, specialmente se fosse stata girata di spalle.

Damon dalla sua postazione poteva avere una panoramica a dir poco soddisfacente

 

 

 

 

 

 

So one , two, three, take my hand and come with me

Because you look so fine

And I really wanna make you mine.

 

 

 

 

 

Rimase per qualche secondo immobile, con gli occhi sgranati, trattenendo il respiro per lo shock.

Non che Bonnie avesse chissà quali forme, comunque per certi precisi lati non era per niente, ma davvero per niente male, e ritrovarsela così su due piedi praticamente nuda davanti fece uno strano effetto su Damon.

Se non avesse conosciuto quella ragazza avrebbe quasi pensato che stesse tentando di sedurlo e provocarlo. Ma la consapevolezza di quale innocenza e distrazione ci fossero dietro le azioni della fanciulla... Beh, peggiorava decisamente le cose e rendeva ancora più micidiale gli istinti che quella situazione stava facendo nascere nel vampiro.

Più per autoconservazione che per rispetto, Damon distolse lo sguardo da quella visione, sentendo con sollievo che Bonnie indossava il vestitino. 

Quando i rumori gli confermarono che la fanciulla era coperta - o almeno, abbastanza coperta - si girò giusto in tempo per vedere Bonnie che si dannava tentando di chiudere la lampo del vestito.

Damon non trattenne un sorriso divertito da quella visione comica.

Dalla sensualità alla più totale comicità... Certo che ne faceva di salti quella rossa!

Il vampiro si avvicinò lentamente, continuando a guardare Bonnie che cercava invano di avere la meglio in quella battaglia impossibile. Quelle braccine esili non sarebbero mai arrivate al centro della sua schiena per chiudere la lampo, non lo capiva?

“Che stupidi vestiti...” pensò il vampiro. Era vero, bisognava essere almeno in due per indossarli!

Facendo volutamente sentire il proprio fiato sul collo della ragazza, le sfiorò la schiena con le sue dita affusolate per poi scendere lentamente verso il basso.

Sotto i suoi occhi, Bonnie si rese finalmente conto della sua effettiva presenza e s’irrigidì arrossendo violentemente.

Damon, sentendo sotto i polpastrelli quella pelle di porcellana così morbida - proprio come quella di una bambina - avrebbe voluto esplorale oltre la zona lombare della sua schiena. Tuttavia, suo malgrado, chiuse delicatamente la lampo.

La senti borbottare goffamente un grazie e, quando si girò, sussultò trovandolo improvvisamente così vicino.

Damon non riuscì a trattenere un sorriso.

 

 

 

I say you look so fine

That I really wanna make you mine

 

 

 

 

Senza dargli nemmeno il tempo per obbligarla a concedergli un po’ di attenzioni, Bonnie lo raggirò e si allontanò da lui con una forza di volontà che non sapeva nemmeno lei da dove fosse uscita fuori.

“Le prove... Le prove... Devo provare quelle frasi che mi ha suggerito Elena!” si ricordò mentalmente, tentando di scacciare dalla mente l’immagine di Damon Salvatore e sostituirla con quella di Roy.

Non molto facile quando quello stesso Damon Salvatore non decideva di smettere di guardarla in quel modo e andarsene!

“Beh, tanto vale approfittarne per avere un parere maschile!” pensò, con una scrollata di spalle.

Si girò verso il vampiro e, con una piccola piroetta, gli sorrise.

<< Allora, come sto? >>.

 

 

Oh, four, five, six, c’mon and get your kicks

Now You don’t need that money

When you look like that, do ya Honey?

 

 

 

 

 

Damon si concesse un attimo, lasciandola sulle spine.

<< Troppo bene per uno che si chiama Ray Offman >> commentò.

Bonnie alzò gli occhi al cielo senza afferrare il quasi complimento. Possibile che dovesse storpiare qualsiasi nome appartenente a un essere umano di sesso maschile?!

<< Ma ti do un consiglio, dolcezza: Rayan sarebbe molto più felice se tu non indossassi quel pezzo di stoffa addosso >> sussurrò con voce rauca, facendosi a malapena sentire.

“O almeno io sarei molto più felice” gli trasmise mentalmente, con un sorrisetto malizioso stampato in faccia.

Bonnie sgranò gli occhi e arrossì necessariamente.

Quello era arrivato forte e chiaro.

Il suo cuore non rispose più al suo cervello battendo al massimo nel momento in cui, con lentezza calcolata, Damon annullò le distanze e, avvicinando pian piano il viso a quello di Bonnie - il tutto senza levarsi di dosso quel sorriso estremamente sensuale e continuando a fissarla negli occhi in maniera ipnotica - lasciò che una mano salisse lungo la sua schiena fino ad arrivare tra le scapole.

Non seppe neanche lei come - dato che il suo cervello era completamente fuori uso -, ma Bonnie intuì le intenzioni del vampiro: perché aveva fatto tanta fatica a chiudere la zip del suo vestito se adesso stava per riaprirla.

Ma che stava facendo? Ci provava con lei?!

E lei era completamente paralizzata!

“Oh, andiamo Bonnie! Un minimo di dignità! Spingilo via! Respin...gi...lo...”. Non era una cosa facile quando sentiva le labbra di lui sfiorare le proprie, mentre il suo seno entrava a contatto con quel torace scolpito.

Il suono del cellulare, firmato Roy Obson, la salvarono in corner.

 

 

 

 

Well I could see,

You home with me,

But you were with another man, yeah!

 

 

 

 

 

 

Si sottrasse al tocco di Damon, costringendosi a pensare a Roy e corse a rispondere al cellulare.

<< Ehi? Sì, scendo! >>.

Quando si girò pronta ad affrontare Damon, non trovò nessuno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Roy e Bonnie camminarono ridendo fino al portico di casa McCullough.

Quando furono alla porta ci fu il classico momento d’imbarazzo contrassegnato dal dilemma-cliché di ogni appuntamento che si rispetti: bacio o non bacio?

Bonnie si schiarì la voce impacciatamente e alzò lo sguardo osservando imbarazzata il ragazzo.

<< Beh... Grazie per la bellissima serata, Roy! E’ stato... bello... >>.

Okay, voleva interrompere quel silenzio imbarazzante, ma qualcosa di meglio poteva anche inventarselo!

<< Già... lo è stata... >> confermò lui, anch’esso in imbarazzo.

Bonnie annuì, sorridendo tirata.

<< Quindi... Buonanotte...? >>. Diamine! L’aveva fatta sembrare una domanda!

<< Buonanotte! >> rispose Roy, scatenando la delusione della rossa.

Stettero ancora qualche secondo l’una davanti all’altro, poi Roy si girò e fece per andarsene.

Non appena Bonnie prese le chiavi per aprire la porta, si sentì chiamare.

Roy salì velocemente gli scalini del portico e, con decisione, baciò la piccola ragazza. Un bacio a stampo, niente di che, ma dopotutto era pur sempre il primo appuntamento!

Si staccò e la guardò sorridendo, mentre Bonnie diventava dello stesso colore dei suoi capelli.

<< Beh, buonanotte allora! >> ripeté lui, per poi andarsene soddisfatto verso la macchina.

La ragazza rimase a guardare il veicolo che usciva dal viale del quartiere con un sorriso sognante stampato in volto.

<< Oh, ma perfavore! Così banale! >> sentì commentare con fare annoiato da una voce vellutata.

Bonnie sobbalzò e si guardò intorno confusa.

Damon, da sopra il ramo che svettava sul vialetto di casa McCullough, non poté fare a meno di ghignare per l’ingenuità della ragazza.

<< Qui sopra, Uccellino >> la richiamò.

Bonnie alzò la testa e, quando incontrò due occhi d’onice, fece una domanda che si era dimenticata di fare già una volta in quel giorno.

<< Che ci fai qua? >> domandò di getto, più perché non sapesse cosa dire che per altro.

Damon scese agilmente e con raffinatezza dal ramo, atterrando in piedi senza neanche un tentennamento.

“Se fossi un vampiro saprei farlo anche io!” protestò mentalmente la ragazza, cercando di non ammirare la persistente eleganza nei movimenti del moro.

In realtà non era vero. Anche Stefan era un vampiro e, seppure si muovesse agilmente, non aveva di certo quell’eleganza così accattivante.

<< Sono venuto per concludere! >> rispose con un’alzata di spalle, come se fosse la cosa più ovvia che ci fosse al mondo.

 

 

 

I know we

Ain’t got much to say

Before I let you get away, yeah...

 

 

 

 

<< Concludere? >> Bonnie aggrottò la fronte. Quella serata le aveva totalmente fatto dimenticare la sua piccola disavventura con Damon in camera, ma immediatamente tutto le tornò alla memoria.

Damon annuì.

<< Come, Uccellino? Prima mi provochi, poi cerchi di farmi ingelosire e, una volta che ci sei riuscita, pensi davvero che ti lascerò darmi il due di picche? >> ovviamente stava scherzando, sapeva perfettamente che la ragazza aveva fatto tutto nella più assoluta innocenza. Eppure l’effetto era comunque stato quello.

Bonnie indietreggiò istintivamente.

<< Farti ingel-... >> mormorò, tremendamente confusa dalle parole del vampiro, << Oh, no, Damon! Sei completamente fuori strada! T-tu non cred-... >> distolse lo sguardo da quei due cieli stellati, << non crederai davvero che io abbia mai avuto queste intenzioni! >> quasi urlò, indignata dalle insinuazioni del moro e - in un certo senso - spaventata dalle sue intenzioni.

Damon sorrise sghembo e i suoi occhi si accesero di una luce che non assicurava niente di buono.

Bonnie inconsapevolmente iniziò a tremare. Oh, no, non stava tremando! Stava quasi fremendo!

Come faceva Damon con una sola occhiata a provocarle quell’ondata di terrore e desiderio?

<< Perché, non le hai avute? >> continuava a sorridere, facendole perdere ogni responsabilità sulle proprie azioni.

<< No! >> protestò disgustata dal comportamento del vampiro, << credi seriamente che ogni cosa che faccio giri intorno a te? >>. 

L’aveva detto tanto per dire qualcosa e impedire che la mancanza di conversazione spingessero Damon a passare ad altro. Forse avrebbe fatto meglio a non domandarlo.

Il moro fece finta di pensarci qualche secondo.

<< Mmm... beh, sì! >>.

Bonnie sgranò gli occhi esasperata: era così convinto! 

Ebbe quasi l’istinto di dargli uno schiaffo, ma non sarebbe stata affatto una buona idea.

<< B-beh... T-ti sbagli! >> era così esasperata da non riuscire neanche a parlare.

Ed eccola di nuovo lì, la malizia in quegli occhi d’onice.

Alzò un sopracciglio scuro.

<< Ah, davvero? >> domandò, sparendo poi nell’oscurità della notte.

Bonnie rimase immobile per circa un minuto, senza sentire né vedere niente.

Non poteva crederci, se n’era andato! L’aveva trattata come un oggetto e poi l’aveva lasciata lì impalata senza nemmeno darle la possibilità di ribattere!

Uno scricchiolio nel giardino attirò l’attenzione di Bonnie.

Aveva una brutta, bruttissima sensazione.

<< D-Damon? >>.

Lei si fidava del vampiro, non le avrebbe mai fatto del male... O forse sì?

Tremando, spinta da un’ondata di paura, si girò velocemente e prese le chiavi: la cosa più saggia era scappare dentro casa.

Neanche la possibilità di infilare le chiavi nella serratura che si sentì strattonare all’indietro per la vita, mentre una mano le copriva la bocca e le impediva di urlare istericamente come invece avrebbe fatto più che volentieri.

“Oh Dio. Oh Dio. Oh Dio!”.

<< Dimmi, Uccellino! >> le sussurrò all’orecchio.

Ah. Ah. Ah. Ma che simpatico!

La paura, tutto a un tratto, fu sostituita dalla rabbia. Ma come si permetteva quel... quello sbruffone?!

Tentò invano di liberarsi dalla presa ferrea del giovane, emettendo dei mugolii infuriati. Sentendosi completamente impotente, morse con stizza la mano del vampiro.

Questo la ritrasse non per il male, quanto per la sorpresa.

<< Lasciami! Damon, metti giù le mani immediatamente! >> sbottò, completamente fuori controllo.

Riuscì con fatica a girarsi facendo forza sulle ginocchia, ritrovandosi il viso del moro a una distanza appena sufficiente per guardarsi. Tuttavia non si accorse né di essere seduta sulle gambe del ragazzo, sopra al ramo dell’albero, né delle distanze di sicurezza violate.

Continuò a dimenarsi impotentemente, tirando pugni sul petto marmoreo e facendosi male da sola.

<< Così ti farai venire dei lividi! >> l’avvertì lui, bonariamente.

Lei si massaggiò una mano con l’altra, mordendosi il labbro per la frustrazione.

<< Tu... Tu... Come ti permetti! >> sbottò, lasciando cadere una lacrima di frustrazione.

Odiava sentirsi così impotente! Odiava come lui la faceva sentire!

Damon si limitava a ghignare e a non lasciare la presa, soddisfatto da ogni minimo gesto della rossa.

Bonnie diede un’ultimo scossone di frustrazione e poi cedette alla stanchezza, ansimando per lo sforzo appena fatto - alquanto inutile, peraltro.

<< Finito? >> domandò lui, senza togliere quel ghigno strafottente dalla faccia.

Lei finalmente alzò lo sguardo, incenerendolo con gli occhi.

<< Lasciami! >> gli urlò infastidita.

<< Okay! >> acconsentì lui.

Bonnie sentì l’abbraccio del vampiro sciogliersi e, senza trattenere un urlo, si sentì cadere nel vuoto.

Prima che avvenisse il doloroso impatto con il terreno era di nuovo tra le braccia di Damon, il quale era sceso dall’albero, l’aveva afferrata al volo e ora la teneva come se fosse una sposa.

Sarebbe stata una scena romantica se lui non fosse stato così altezzoso e lei così incazzata.

Con un moto di rabbia, riuscì con uno scossone a farsi lasciare le gambe e a tornare in piedi. Peccato che uno scossone non fosse abbastanza per divincolarsi da quelle braccia forti e muscolose.

<< Tu sei un grandissimo stro- >>

<< No, Streghetta. Non per te. Vedi... Io sono il tuo personale Salvatore e ti ho appena risparmiato un braccio rotto o il collo spezzato. Invece di insultarmi, dovresti ringraziarmi! >>

<< Ringraziarti?! >> sputò adirata. Bonnie era meravigliata da se stessa: da dove usciva tutta quell’audacia. Ciononostante, Damon non sembrava per niente scalfito dalla sua furia, anzi, più gli urlava contro più lo divertiva.

<< Sì! In ginocchio, per giunta >> e, senza nemmeno sapere come, Bonnie sentì le ginocchia cederle e s’inginocchiò davanti al vampiro.

No, quello era davvero umiliante.

Guardò il moro in faccia trattenendo a stento le lacrime. No, non avrebbe pianto come una fontana! Non gli avrebbe dato quella soddisfazione... Anche se avrebbe voluto farlo così tanto!

Damon, ghignando, si abbassò fino ad avere nuovamente il viso della ragazza davanti al suo, appoggiando un braccio su una gamba piegata mentre con l’altra mano stringeva i polsi sottili della rossa.

<< Senza contare che ti ho strappata dalle braccia della morte diverse volte, ricordi? >>.

<< Questo non ti da il diritt- >> Bonnie non ebbe l’occasione di ribattere che sentì Damon accarezzarle la guancia  con il palmo della mano e, nel contempo, le labbra con un pollice.

La rossa sospirò, un po’ per il piacere del contatto, un po’ per la frustrazione.

<< E tutto ciò dimostra una sola cosa: tu dipendi da me, Bonnie. E se dipendi da me, sei mia. Punto. >>. Non faceva una piega... nella sua testa da prepotente!

Quello che il vampiro le stava dicendo era tremendamente sbagliato, eppure sentì un brivido di piacere percorrerla a quell’affermazione.

<< N-non è così. Io non sono un oggett- >> le sue proteste furono messe immediatamente a tacere quando le labbra esigenti del vampiro catturarono quelle della strega.

 

 

 

 

 

I said, 

Are you gonna be My Girl?

 

 

 

 

Bonnie sentì la stretta di Damon sui suoi capelli, mentre con movimenti esperti delle labbra le faceva aprire quella bocca così invitante.

“Incredibile. Sai di fragole...” si meravigliò il moro.

Bonnie rimase pietrificata ma il suo desiderio salì a tal punto che fu costretta a ricambiare il bacio.

“Al diavolo Ray Ostman!” pensò. Fantastico, aveva dimenticato anche il suo nome.

Pian piano Damon la spinse all’indietro, finendo con il farla distendere sul prato fresco.

Lasciò le labbra della ragazza e concentrò la sua attenzione sul mento, scendendo pian piano lungo il collo.

Baciò con ardore la clavicola in risalto, salendo poi nuovamente per seguire il profilo della spalla e infine di nuovo il collo.

La ragazza senza pensare strinse le ciocche nere dei capelli del vampiro, facendolo sorridere sul suo collo. Il suo respirò provocò tanti piccoli brividi nella ragazza.

Bonnie s’irrigidì di colpo quando sentì le mani di Damon aprirle la zip del vestito, mentre i canini del vampiro accarezzavano la pelle della sua spalla.

Sentendola tesa, Damon la guardò in viso sorridente, lasciando fuoriuscire dalle labbra i due canini lucenti che erano cresciuti a dismisura.

Possibile che in quel modo fosse ancora più bello?

“Sei un’imprudente!” provò a sgridarsi da sola.

Damon catturò di nuovo le sue labbra, questa volta con una dolcezza inaspettata come se volesse rassicurarla sulle sue intenzioni.

Quel bacio sciolse completamente Bonnie che lasciò il vampiro libero di abbassare il suo vestitino fino a scoprire i fianchi.

Sempre dolcemente, ma con una certa irruenza, lasciò una scia di baci scendendo a mano a mano più in basso.

Bonnie trattenne a stento un gemito di sorpresa quando sentì i canini affondare nella pelle del suo fianco destro.

Un’ondata di piacere la invase.

Damon a malapena assaggiò il suo sangue che subito si staccò, baciando il punto che aveva morso e salendo sopra giusto di qualche centimetro.

Morse ancora, provocando in Bonnie un altro fremito di piacere e facendole aumentare la presa sui capelli del ragazzo.

Ancora una volta questo si stacco, salendo fino al torace della rossa in una scia di baci e incidendo ancora una volta la pelle candida proprio sotto al ferretto del reggiseno nero.

Avrebbe dovuto fare male perché aveva morso praticamente sopra a una costola, eppure Bonnie provava un piacere sempre più intenso.

Dolcemente, salì più su, fino alla spalla che vezzeggiò, lasciando una scia di morsi e leccando gelosamente quel prezioso elisir rubino.

Infine, dopo quell’estenuante tortura, arrivo a baciarle il collo.

Quando, con il sollievo di entrambi, affondò i propri canini nel collo - questa volta assaggiando abbondantemente il sangue della rossa - entrambi trattennero il respiro.

Bonnie, un po’ per la rabbia di lasciargli fare ciò che voleva, un po’ per quell’intenso e indescrivibile piacere che stava provando, arpionò le proprie dita dietro al collo scoperto del moro e lo graffiò violentemente.

Damon fu costretto a staccarsi, ringhiando per la sorpresa e l’eccitazione che quel gesto gli aveva provocato. 

Guardò meravigliato Bonnie, la quale gli restituì lo sguardo con dolcezza e ardore.

“Ma guarda te questo Uccellino!”.

Sorrise divertito e senza nemmeno pensare al significato di quel gesto, si graffiò forte la pelle del collo così da far fuoriuscire il proprio sangue. Vide Bonnie sgranare gli occhi nel momento in cui invertì le posizioni, portandola sopra di sé, e con delicatezza le fece abbassare la testa così da costringerla a poggiare le labbra sulla ferita del suo collo.

Bonnie esitò all’inizio, ma quando la stretta di Damon sulla sua vita aumento per la frenesia dell’attesa, decise di accontentarlo.

Bevve il sangue del vampiro e si sorprese quando constatò che fosse la cosa più buona che avesse mai assaggiato.

Era dolce e sapeva di lui.

Le sensazioni che sentiva erano molteplici e tutte indescrivibili. Non credeva che esistesse piacere più grande di quello che stesse sentendo in quel preciso momento con tutto il suo corpo.

Anche Damon, dal suo canto, dovette trattenersi per non stritolare tra le sue braccia per il piacere quell’Uccellino indifeso ogni volta che mandava giù un po’ del suo sangue o che leccava timidamente la sua ferita.

Era una connessione talmente intensa che nessuno dei due riusciva più a capire di chi fossero le emozioni che provavano, di chi fossero i pensieri e le sensazioni che sentivano.

Un piacere talmente forte che poteva sconvolgere un vampiro, fino a portarlo all’apice del piacere.

Un piacere troppo intenso perché un corpicino fragile come quello di Bonnie riuscisse a provarlo per troppo tempo.

Pochi istanti dopo, infatti, Damon sentì Bonnie smettere di bere il suo sangue e accasciarsi, svenuta, tra le sue braccia.

Rimase qualche secondo immobile in quella posizione: lui sdraiato a guardare le stelle e ad accarezzare le forme della rossa, Bonnie sopra di lui svenuta con un sorriso soddisfatto in volto.

Damon schiuse leggermente le labbra per lasciare scivolare via in un sospiro tutta la tensione sessuale accumulata. 

Aveva scambiato il sangue anche altre volte, con Katherine... Perfino con Elena...

Ma quella volta c’era stato qualcosa di diverso. Di talmente sconosciuto e pericoloso da sconvolgerlo.

Si alzò stringendo delicatamente Bonnie tra le braccia.

La portò in pochi istanti nella sua camera. Fortunatamente, aveva lasciato la finestra aperta.

<< Dovresti davvero chiuderla quella finestra Uccellino... >> mormorò flebilmente, sistemando con dolcezza Bonnie sul letto.

La osservò per qualche secondo soffermandosi in particolar modo sulle ferite che le aveva procurato.

<< Qualche malintenzionato potrebbe una notte entrare da lì e venire nel tuo letto, stringerti tra le sue braccia e poi... >> aggiunse, con uno strano sorriso in volto, mentre le scostava i capelli dalla faccia con una mano.

Si girò ridacchiando da solo, piacevolmente stupito da quella serata.

Si trasformò in corvo e si allontanò da casa McCullough.

Era solo mezzanotte, un orario perfetto per andare a cercare un certo Raey Obmon e dargli una lezione o due su come avrebbe dovuto trattare una certa rossa.

Quella sera gli avrebbe insegnato una regola d’oro: starle lontano.

 

 

 

 

 

 

I say you look so fine

That I really wanna make you mine.

 

(Are You Gonna Be My Girl? - Jet)

 

 

 

 

 

 

  • Angolo autrice

 

Okay, questi momenti di noia dovrei proprio evitarli O.o ahah

Cosa dire su quella roba lì sopra?

Assolutamente niente! Non ci sono commenti da fare XD

Prodotto nato da un pomeriggio di noia in cui c’è un Damon Salvatore assolutamente impaziente di marcare il territorio e una Bonnie inizialmente non troppo felice ad accontentarlo.

Inizialmente.

Dai, come biasimarla! Chi rifiuterebbe un bel Salvatore (Stefan o Damon che sia!)?!

Mi ha sempre incuriosita il significato dello scambio del sangue per i vampiri e trovo che nel DDV la Smith ne abbia ingiustamente parlato troppo poco. Credo che ci sia qualcosa di veramente profondo dietro.

La canzone è quella che mi ha ispirato ed è una canzone che adoro veramente molto, così come il gruppo.

Beh, direi che purtroppo per voi ci si rivede a Settembre. Con questa dovrei aver chiuso e per la vostra felicità vi lascerò libere per un po’ ahah

Perdonate seriamente questa one-shot senza senso (una delle tante), ma la noia è davvero una brutta bestia!

Un bacio! Spero di avervi intrattenute almeno un po’!

 

 

Amily

 

 

 

 

 

   
 
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