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Autore: AliceMonster    05/07/2012    1 recensioni
La storia, interpretata come seguito immaginario dell'ottava stagione di Grey's Anatomy, vede come protagonisti tutti i personaggi della serie, compresa Teddy Altman (che nella reale nona stagione non sarà presente).
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nona stagione
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Capitolo 1.

Un elicottero atterrò sul tetto del Seattle Grace Hospital. Tutto lo staff medico dell’ospedale era lì in piedi da ore, attendendo con ansia colleghi e amici. Un uomo scese e velocemente aprì il portellone, Cristina e Meredith furono le prime due ad uscire essendo le uniche a riuscire ancora a camminare. Le seguì Derek, scavalcando a fatica il gradino e reggendosi la mano fratturata, Arizona e Mark erano sdraiati su di una barella, la donna parlava per tenersi sveglia ma Mark non aprì bocca per tutto il viaggio, nonostante i suoi occhi fossero sempre rimasti aperti.
Hunt fu il primo a rivolgersi ai superstiti, corse d’istinto verso Cristina stringendola in uno degli abbracci più forti ed intensi della sua vita, riusciva ancora a distinguere il suo odore tra quello di erba e sangue. Allo stesso modo Webber fece con Meredith e Calliope con Arizona.
Jackson Avery si avvicinò al suo mentore e gli strinse una mano, nel vederlo si rese conto di ciò che aveva passato in quei giorni, aveva perso l’amore della sua vita. Nessuno dei presenti poté fare a meno di piangere Lexie, sorella, amica e per alcuni anche di più.

La giornata fu lunga, Derek, Arizona, Mark e il pilota dell’aereo furono subito portati in sala operatoria. Per alcuni di loro fu una novità trovarsi dall’altro lato dei ferri. Arizona e Mark furono i primi ad uscire, nonostante riportassero i traumi più gravi. Vennero trasferiti nella stessa stanza, in modo tale che Callie potesse stare con entrambi contemporaneamente.
Mentre Meredith attendeva l’uscita di Derek dalla sala operatoria Cristina decise di tornare a casa per discutere con Owen.
“Allora?” disse chiudendo la porta.
“Cristina, io.. neanche immagini quanto mi dispiace.”
“Owen, non puoi immaginare quanto io abbia sofferto, dopo tutto il bene che ti ho sempre voluto”
“Cristina io ti amo, ti ho sempre amata e ti amerò per sempre, quindi ti chiedo di restare, per l’ultima volta, puoi riportare qui tutte le tue cose o andartene, la decisione spetta solo a te”.

“Dottoressa Robbins?” Arizona, con gli occhi socchiusi, riusciva a distinguere una vaga figura. Non poteva essere Callie, l’aveva chiamata per cognome, chi poteva essere?
“Dottoressa, come si sente?” continuava la voce al suo fianco.
“Karev?”
“Sì sono io, sono qui da quando l’hanno fatta uscire. Senta, volevo dirle una cosa, ho deciso di restare, per lei. L’Hopkins sarà anche una grande occasione, forse la più grande della mia vita, ma ho capito che non è questo che conta, credo di avere ancora molto da imparare e lei è l’unica che può insegnarmi.”
“Karev, è un gesto molto dolce, e lo apprezzo, ma non devi distruggere la tua carriera per restare qui con me. Sei il più promettente specializzando che io abbia mai conosciuto e ora che hai la possibilità di mostrarlo al mondo intero devi coglierla al volo. Vai Karev, non sarò di certo io ad ostacolarti.”
Ad Alex sfuggì un sorriso, si diresse verso la porta, posò le dita sulla maniglia e, prima di uscire, si voltò.
“Non se ne parla, io resto qui.”

Meredith stava ancora aspettando Derek, quando, dalla sala operatoria uscì di corsa la Altman.
“Meredith, non credi che dovresti farti medicare quei tagli?”.
“Magari domani, come sta Derek?”.
“L’intervento è andato bene ma la mano dovrà restare ingessata per un mese, cercando di evitare ogni genere di sforzo. Ora lo stanno portando in stanza, se vuoi andare a vederlo.”
“D’accordo, grazie. Ho sentito che te ne vai.. è vero?”
“A dire il vero non avrei voluto, mi hanno offerto un buon posto ma ho rifiutato è stato Owen a costringermi ad accettarlo, mi ha licenziata, quindi ora sono costretta ad andarmene. Derek è stato il mio ultimo intervento a Seattle Grace.”
Dopo quelle parole si alzò e camminò a passo veloce verso l’uscita, non voleva che qualcuno la vedesse piangere. Appena uscita si girò per un attimo a fissare l’imponente struttura di fronte a sé, quel posto le sarebbe mancato terribilmente. Tra i mille ricordi che le riempirono la mente in quegli istanti riuscì a comporre un pensiero che riuscì a farla scoppiare in lacrime. Era l’ultima volta che vedeva quell’ospedale e tutte le persone che vi lavoravano.




NOTE: Buondì, spero vi sia piaciuto il primo capitolo, premetto che per alcuni ci sarà un po’ da soffrire ma vi assicuro un lieto fine per tutti quanti! A presto con il secondo capitolo!
  
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