Disclaimer: I personaggi di Kuroko no Basket
Non mi appartengono,
ma sono di proprietà di Tadatoshi Fujimaki ©.
* Scegli un personaggio, una coppia o una serie che ti piace
* Accendi il tuo lettore musicale e impostalo su riproduzione casuale
* Scrivi una drabble per ogni canzone. Hai unicamente il tempo della canzone per finire la drabble; inizia quando parte la canzone e finisci con essa.
Non impiegare altro tempo, non importa quanto sia sconclusionata la drabble
* Fanne 10 e poi postale.
A Rota, per farmi perdonare
il ritardo
Della Midorima/Takao.
.: Ten
Sentences to Midnight :.
1. Just Hear You Breathing [I Don’t Wanna Miss a Thing
– Aerosmith]
Quando Mitobe apre gli occhi, fuori è notte:
sulle pareti picchiettano ancora le luci brulicanti della strada, lo sbadiglio
di una finestra lasciata aperta, la luce dei lampioni come cerchi sfumati.
Koganei dorme e Mitobe gli si avvicina,
lo spia in silenzio. Fa’ attenzione alla fronte spianata e tranquilla, gli
occhi chiusi e le ciglia che ombreggiano le guance, le labbra schiuse, l’angolo
destro arricciato, e il lenzuolo che si solleva a ritmo del suo respiro.
Rinnosuke rimane in silenzio ad
attendere l’alba, per non perdersi nemmeno un dettaglio del corpo di Shinji che
si apre alla luce del sole.
2.
Stoviglie Color Nostalgia [Incontro – Francesco Guccini]
Koganei non sembra così cambiato, o
almeno questa è l’impressione nel vederlo da lontano, mentre scende le scale e
arriva ad accoglierlo tra le mura in carta di riso, un giardino minuto, un
gatto pigro tra fiori secchi.
Ma Shinji non corre e non urla. Un
passo dopo l’altro, pacato e quieto.
Lui e Mitobe rimangono ad osservarsi
per istanti lunghi dieci anni: Rinnosuke coi capelli più corti, Shinji con gli
occhi tristi, Koganei con la voce flebile, Mitobe con troppe parole per un solo
pomeriggio.
Troppi non-detti anche per un’esistenza
intera.
3. Someone’s Hand [Get Out Alive – Three Days Grace]
Corri. Corri. Corri.
Te ne sei andato. Hai fatto un errore.
Hai sprecato anche troppe parole. Lo sai, anche se non vuoi ammetterlo. Nascondilo, nascondilo pure, calpestalo
contro l’asfalto, distruggilo sotto le suole, scioglilo nella pioggia che cade.
Corri. Corri. Corri.
Cancella la sua rabbia nelle lacrime
che ti scorrono sul viso, frantuma il suo perenne silenzio tra le scuse che
mastichi in bocca, dimentica i suoi occhi feriti nelle ombre della notte.
Corri. Corri. Corri.
Ma non basteranno tutte le parole di
questo mondo per farlo dimenticare.
Per farti dimenticare.
Per dimenticarlo.
Corri. Corri. Corri.
4. Il
Mio Mondo Che Tuo Sarà [Al Di Fuori di Me – Phil Collins]
Koganei è fermo, la tracolla che
sbatacchia sulle ginocchia, gli occhi sgranati.
L’altro palleggia, si piega, lancia,
riprende, corre, scatta, si blocca, respira, espira, inspira, e si muove, si
muove, sciolto, sicuro, veloce, svelto, con tale forza che Shinji deve prendere
fiato prima di stramazzare a terra.
L’altro si asciuga il sudore dalla
fronte e si volta: lo vede, arcua le sopracciglia.
Sorride.
5. E
Non Puoi Smettere, Smettere Mai [Certe Notti – Luciano Ligabue]
Le notti dopo una vittoria sono strane:
uno si aspetterebbe baldoria e sakè e karaoke fino al mattino, momenti di
euforia per scaricare la tensione accumulata durante la partita.
Un po’ di baraonda c’è, inutile
negarlo, soprattutto da parte di Koganei e del suo bisogno quasi fisico di abbracciare ogni compagno di
squadra –Mitobe forse più a lungo di
altri.
Ma poi sono soltanto saluti, Kagami
che va al fast food e finge di non trascinare
Kuroko con sé, Aida e Hyuuga che si allontanano insieme, ignorando volutamente
il fatto che Junpei abiti dalla parte opposta.
E poi Rinnosuke e Shinji, sempre soli,
sempre insieme, che siano notti di vittoria e festa o albe di sconfitta e
lacrime.
6. Let’s Start Over [It’s Not Over – Daughtry]
Nessuno dei due è disposto ad
arrendersi, sia che la difesa si spacchi, sia che il tiro manchi il canestro,
hanno entrambi abbastanza forza per andare avanti.
E se è così nel gioco, perché non
dovrebbe esserlo anche nelle vita, quando il silenzio di Mitobe è freddo e
trincerato tra le labbra serrate, o quando le parole di Koganei sono affilate e
velenose, il tono troppo alto, l’assenza troppo pesante?
Se la difesa viene meno, servirà più
costanza, più concentrazione, più impegno.
Se il tiro manca il canestro, servirà
più impegno, più concentrazione, più mira.
Il silenzio è più leggero, se ci sono parole ad
accompagnarlo.
Le parole più miti, se intervallate
dall’assenza.
Basta non dimenticare e ricordarsi di
ricominciare.
7. No Pretty Words, No Diamond Rings [Le Val d’Amour
/English/ - Notre Dame de Paris]
Una casa normale, una strada normale,
un tramonto normale.
Normale i sospiri e gli ansimi,
normali le mani di Mitobe che corrono sulla schiena, sulle spalle, sulle gambe,
ovunque le dita possano arrivare a toccare e sfiorare e pizzicare e assaggiare
la pelle di Koganei, là, dove le labbra sono già preda della sua bocca, di
quelle parole che si fanno più rade, ingoiate e inglobate dal respiro profondo,
pesante, languido, molle, veloce, rapido, svelto, spezzato.
Normale il letto e le lenzuola
attorcigliate e sfatte, ma straordinario il legame e l’amore che non hanno bisogno
di regali e ninnoli e monete d’argento e anelli di diamanti.
Né di altre persone.
8. Love Is This Blues That I’m Singing Again [Love Is
Noise – The Verve]
Mitobe parlerà poco –potrà addirittura non parlare affatto-, ma non
gli manca l’udito, non gli manca la vista.
Se dovesse dare un volto alla
sensazione che sente all’altezza del petto, avrebbe il volto di Koganei, la sua bocca sempre sollevata in un sorriso, gli
occhi grandi e luminosi. Non è più cieco, se ne è accorto.
Se dovesse dare una voce al battito
feroce contro la cassa toracica, sarebbe lo stridio delle scarpe contro il
campo, il tonfo di una caduta, il vibrare di una risata. Non è più sordo, ora
lo sa.
Guarda Shinji e qualcosa fa rumore.
Un suono doloroso in mezzo tra le
costole, una musica che lenisce ogni ferita.
9. L'Amë Dû Teu Arveà [Jamin-A – Fabrizio de Andrè]
La bocca di Mitobe è caldo,
accogliente, come se il silenzio non avesse fatto altro che tenerla al sicuro,
conservarla per tutti quegli anni –e solo
per lui.
Rinnosuke gli sfiora il collo con la
punta della lingua, rimane sospeso lì dove il cuore palpita contro la pelle
sudata; Koganei si inarca all’indietro, puntellandosi sui gomiti. Fa scendere
le mani dal mento di Mitobe alle spalle, lungo la schiena e le vertebre, mentre
i palmi si riempiono dei suoi fianchi, la bocca del suo respiro, il corpo di
lui, di lui, di lui.
10.
Verrò A Raccogliere Il Bucaneve [La Stagione Del Tuo Amore – Fabrizio de Andrè]
I volti della Seirin High sono ormai
sbiaditi.
Tutto ha cominciato ad invecchiare,
tutto è alle spalle. Le uniformi sono piccole e lise, le scarpe bucate, la
suola rovinata. Non ci sono più gli amici di una volta, ma nuove rughe ai lati
degli occhi, capelli bianchi sulle tempie.
Tutto è finito, tutto è cambiato.
Tutto.
Tranne Mitobe. Tranne Koganei.