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Autore: Starish    06/07/2012    1 recensioni
La voce del più piccolo - così detto a causa dell'altezza, visto che comunque avevano la stessa età - gli risuonava perfettamente nella testa. In quel momento si era sentito trascinato dall'altro, come se sapesse di dovergli dare fiducia perché era la cosa migliore da fare. Mai gli era accaduta una cosa simile, solo con lui... Perché? Era forse impazzito da quando era tornato in Giappone? Oppure era proprio a causa della sua presenza che iniziava a comportarsi così? O ancora... Che fosse dovuto alle parole che quella sera gli aveva rivolto?
"Come ombra dell'attore principale, ti renderò la luce, il numero uno del Giappone."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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kagkur "NON ABBIAMO PIU' TEMPO! PRESSATELI! SE NON RECUPERIAMO PALLA, E' FINITA!"

Il rumore della gomma sul pavimento della palestra si diffondeva con impeto, scatti fulminei su quel campo che ospitava fatica, sudore, ostinazione e voglia di vincere da ormai decine e decine di minuti. Le grida del tifo scendevano fino alle orecchie dei giocatori, i quali cercavano di vincere quella partita che stavano disputando con tanto ardore. Tutti si mettevano in gioco e davano il meglio di sé per portare a casa la vittoria di quell'amichevole iniziata con aria di superficialità e leggerezza, aria istantaneamente spezzata dalla squadra del Seirin dopo pochi minuti dall'inizio del match. Secondi di ansia e sforzi per ottenere gli ultimi punti, corse e strategie o più semplicemente grida di incoraggiamento da parte dei capitani... Adrenalina pura ciò che scorreva in tutti loro, la quale si trasformò in un vortice di gioia e tristezza non appena il punteggio finale ebbe visto la squadra fuori casa vincere.

"Abbiamo vinto la nostra prima partita..." Il sussurro di Kagami, seduto al proprio banco durante l'intervallo, risuonò nella classe sicuro e colmo di aspettative per il futuro. "La prima partita contro un membro della Generazione dei Miracoli..." Strinse la mano a pugno di fronte a se, un sorrisetto fin troppo contento stampato sulle sue labbra. "Deboli o forti che siano, li batterò tutti...!" La presa si fece ancora più ferrea, mentre il sorriso si estendeva completamente per mostrare quanto la situazione lo rendesse soddisfatto.

Da quando avevano vinto la partita contro il Kaijou, Kagami non era riuscito un secondo a rilassarsi o a pensare ad altro. Era come se la sua mente non riuscisse in quell'impresa così semplice, troppo concentrato ad immaginarsi chi sarebbe stato il secondo membro della Generazione dei Miracoli a presentarsi sul suo cammino, come se quella fosse l'unica cosa che importava in quel momento.
Afferrò uno dei panini posti sul lato del proprio banco, quindi lo addentò, sempre mantenendo l'attenzione fissa su un punto non ben definito di fronte a sé, la mente perennemente rivolta alla partita giocata pochi giorni prima. Sentiva nel suo corpo scorrere la voglia di giocare contro un altro di quei fantomatici super giocatori, nient'altro. Sentiva di volersi mettere alla prova, di sapere quanto potevano essere forti coloro che avrebbe incontrato. Kuroko gli aveva detto che al suo livello non sarebbe mai riuscito a raggiungerli, che sarebbe stato distrutto, invece... Beh, certo, lo dovevano soprattutto a lui se erano riusciti a fare gli ultimi punti decisi, questo doveva ammetterlo... Ancora ricordava la sua voce calma mentre gli spiegava la strategia per ottenere il controllo della palla e ribaltare la situazione, forte e chiara, come se stesse rivivendo quel momento.
Prese il secondo panino e iniziò a mangiare, alzando gli occhi al cielo mentre ripensava a quelle ultime azioni, al modo di muoversi dell'altro nonostante la ferita infertagli. Aveva fatto finta di niente e si erano lanciati all'attacco, ma in cuor suo si era chiesto se fosse stato davvero nelle condizioni per farlo. Alla fine era andato tutto bene, certo, ma la preoccupazione non era mai troppa quando si trattava di tipi come lui, che non pensavano alla propria incolumità.

"Mh..." L'ennesimo morso mentre inarcava un sopracciglio nel domandarsi perché stesse a preoccuparsi per una persona che, a dirla tutta, aveva trovato odiosa al primo incontro. "Ho cambiato idea, questo è sicuro, però..." Sospirò e allungò una mano di fianco a sé, abbassando poi lo sguardo per notare che non vi erano più panini e che il suo stomaco ancora non aveva deciso di darsi una calmata. Un secondo sospiro, poi si alzò e si scompigliò i capelli con fare annoiato prima di uscire dalla classe per dirigersi verso la mensa, in modo da prendersi qualcos'altro con cui saziarsi.



- Kagami...

La voce del più piccolo - così detto a causa dell'altezza, visto che comunque avevano la stessa età - gli risuonava perfettamente nella testa. In quel momento si era sentito trascinato dall'altro, come se sapesse di dovergli dare fiducia perché era la cosa migliore da fare. Mai gli era accaduta una cosa simile, solo con lui... Perché? Era forse impazzito da quando era tornato in Giappone? Oppure era proprio a causa della sua presenza che iniziava a comportarsi così? O ancora... Che fosse dovuto alle parole che quella sera gli aveva rivolto?

- Come ombra dell'attore principale, ti renderò la luce, il numero uno del Giappone.

A ripensarci gli veniva ancora da sghignazzare, conscio che comunque non sarebbe stato affatto facile.



"Il migliore..." Rise tra sé e sé, mordendo uno dei panini appena presi alla mensa, ma rimanendo comunque imbambolato di fronte ad una delle finestre che davano sul campo esterno, dove in quel momento si stavano svolgendo le lezioni di educazione fisica.
"Il migliore?" Fu una voce tranquilla al suo fianco a farlo risvegliare dal proprio mondo idilliaco.

Se per un primo istante Kagami rimase a fissare con noncuranza il campo di fronte ai suoi occhi, dopo qualche secondo rivolse questi verso la fonte di quella domanda. Lo sguardo si incrociò con quello di Kuroko, che in quel momento stava bevendo con totale calma il proprio succo.
Momenti di silenzio prima che il boccone che stava masticando gli andasse di traverso, costringendolo a battersi ripetutamente sul petto con la mano per non soffocare con esso.
Deglutì, quindi prese la testa di Kuroko con la mano libera e strinse la presa, una vena di rabbia nei suoi occhi.

"Tu... Per quante altre volte hai intenzione di sbucare così dal niente, eh!?" Troppe volte si era sentito mancare a causa dell'altro che compariva come se niente fosse.
"Veramente ero qui già da prima che tu arrivassi." Rispose come al solito Kuroko, facendo un'espressione appena imbronciata a causa del gesto del compagno.

Per quanto Kagami cercasse di abituarsi alla cosa, era innegabile il fatto che quelle improvvise comparse non lo aiutassero a mantenere la calma. Più ci provava e meno riusciva, quando sentiva la voce di Kuroko sbucare dal niente non poteva fare a meno di spaventarsi per quell'apparizione. Certo, non poteva essere definita 'apparizione' dato che la maggior parte delle volte il ragazzo si trovava effettivamente già nel luogo, eppure...
Il rosso si chinò alla sua altezza per poterlo guardare dritto negli occhi, quindi avvicinò i loro visi, sibilando sempre con fare adirato.

"E allora avverti! Non fare finta di niente!" Detto questo lo lasciò andare e si ricompose, portandosi poi una mano alla fronte e sospirando. "Morirò giovane di questo passo..."
"Non pensavo di essere così spaventoso." Disse, guardando in alto per un momento con fare pensieroso, come a prenderlo in giro.

Kuroko finì con tranquillità il proprio succo, fissando di tanto in tanto il campo dove continuavano a svolgersi le ore di educazione fisica, poi però si portò una mano alla fronte dove si era ferito in partita, probabilmente per riflesso condizionato da quando era accaduto il fatto. Fortunatamente era tutto passato in poco tempo, era stato il sangue a far sembrare più grave di quanto in realtà la cosa non fosse. Nonostante fosse completamente guarito, sentiva però come un fastidio, probabilmente un livido causato dal colpo.
Kagami, che aveva momentaneamente chiuso gli occhi per rilassarsi un istante, li riaprì totalmente non appena notò quel suo gesto.

"Tutto bene?" Gli domandò, intrecciando senza pensarci la mano tra i capelli dell'altro e spostandogli un ciuffo da davanti il viso, per vedere dove era stato colpito.

Vi era effettivamente un livido, ma non era niente di particolarmente preoccupante... Piuttosto, era da chiedersi come avesse fatto un semplice colpo come quello a causargli una ferita tanto profonda da far addirittura uscire del sangue.  

"Certo che sei debole, eh..." Rise, portandosi l'altra mano su un fianco.
"Ormai ci sono abituato, non è la prima volta che vengo colpito per sbaglio in una partita." Fece con un'alzata di spalle, sistemandosi appena i capelli appena scompigliati.

Per quanto essere invisibile durante le partite potesse sembrare un vantaggio, la cosa portava con sé anche i suoi svantaggi. L'essere colpito non accadeva spesso, ma già aveva subito un bel paio di colpi, doveva ammetterlo. Non ci poteva fare nulla, fisicamente era davvero debole rispetto a tutti gli altri, era sempre stato così. Si stancava presto e non poteva essere presente per un'intera partita, inoltre si faceva male anche per cose che i suoi compagni non consideravano affatto dolorose.
Kagami rimase a guardarlo un po', sconvolto più dal fatto che potesse davvero esistere qualcuno che riusciva a farsi del male perché colpito dai giocatori piuttosto che sull'esserne abituato.
 
"Guarda che non è una bell---" Si bloccò, alzando gli occhi al cielo con fare dubbioso. Perché si stava nuovamente preoccupando tanto per lui? Era abituato, no? Bastava che stesse un po' più attento e non sarebbe successo, non aveva motivo di stare a dargli dei consigli. "Vedi di fare più attenzione la prossima volta." Si limitò quindi a dire, incrociando le braccia al petto e mantenendo sempre lo sguardo fisso sull'altro.
"Ci proverò, ma non ho buoni riflessi per queste cose." Ammise con franchezza, come se non fosse ovvio.

Sembrava che l'unico momento in cui era agile e vigile fosse quando seguiva la palla, tanto da dimenticarsi di tutto il resto.

"Ogni tanto pensa anche a te stesso, stupido." Di nuovo Kagami rimase qualche secondo in silenzio, constatando la stupidità di quelle sue premure. Quasi rabbrividiva nel pensare a come quel ragazzo potesse cambiarlo, tutto perché era un debole che non badava a niente... Sospirò nel rendersi conto della cosa, scuotendo la testa con aria rassegnata.
"Non c'è bisogno che ti preoccupi tanto, devi pensare a te stesso se vuoi battere la Generazione dei Miracoli." Gli fece notare.

Probabilmente non era sua intenzione risultare antipatico o far finta di niente riguardo alla preoccupazione di Kagami, pensava solo che se quest'ultimo fosse stato a preoccuparsi degli altri, avrebbe potuto distrarsi e mettere in secondo piano ciò che si era prefissato... che entrambi si erano prefissati.

"Ovvio che ho intenzione di batterla!" In un istante sembrò come riprendersi totalmente, tantochè neanche si rese conto di essersi messo quasi a gridare nel bel mezzo del corridoio, attirando a questo modo l'attenzione di molti dei presenti. "Stai parlando con quello che diventerà il numero uno del Giappone!" Ghignò, indicando se stesso con il pollice, come per rafforzare il fatto. "Non mi interessa se Kise Ryouta era il più debole, li batterò tutti, uno ad uno!" Abbassò per l'ennesima volta lo sguardo su Kuroko, quindi rise, di nuovo eccitato all'idea di dover affrontare i super geni del basket.

Nel sentire quell'affermazione, Kuroko si lasciò sfuggire un sorrisetto.

"Ed io continuerò a fare tutto quello che posso per farti diventare un asso." Disse con assoluta certezza, una scintilla che brillava quella nei suoi occhi raramente espressivi.

I loro sguardi si incrociarono, lasciando completamente sbalordito Kagami per qualche secondo di fronte a tale semplicità. Come poteva una persona come lui desiderare una cosa simile? Si accontentava di essere un'ombra...? Già una volta gli era stato detto che Kuroko era stato attratto dal suo modo di giocare, che gli piaceva ciò che lui pensava del Basket.... Era quindi questo che gli bastava?
Kagami ricambiò quel sorriso con uno più spavaldo, annuendo. Se a Kuroko stava bene così, non sarebbe di certo stato lui ad allontanarlo.

"Ben detto!" 
  
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