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Autore: Sabry93    06/07/2012    9 recensioni
Sherlock vuole fare la domanda più importante della sua vita a John.
Johnlock
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Tutte le cose che amo di te


 


John tornò a casa dopo una lunga giornata di lavoro, passata tra finti malati e pazienti con i soliti acciacchi di stagione. Il suo unico desiderio era di mangiare qualcosa, farsi una doccia e andare a dormire
Girò la chiave e aprì la porta dell’appartamento che risultò essere piuttosto tranquillo, troppo tranquillo.
“Sono tornato, Sherlock?” provò a chiamarlo più volte ma non ricevette alcuna risposta, guardò un po’ in giro per l’appartamento ma non vi era alcuna traccia di lui né sul divano, né nella sua camera, né in cucina; cominciò a salirgli un leggero senso d’ansia ‘dove sarà andato? Starà bene? Gli costava tanto fare una telefonata o mandare un messaggio? Quel tipo non cambierà mai!’ pensò John mentre andava in cucina per prepararsi un thè.
Una busta posta sul tavolo della cucina attirò la sua attenzione, al centro c’era scritto in bella grafia il suo nome, la prese e se la rigirò tra le mani ispezionandola alla bell’e meglio, al tatto non sembrava che contenesse qualche ordigno esplosivo o qualcosa di pericoloso per cui l’aprì molto lentamente.
Era una lettera, ma la cosa più strana è che era da parte di Sherlock.
Se prima John provava solo un leggero senso d’ansia ora era diventato puro panico.
Fece un respiro profondo e cominciò a leggere:
 
John,
sai che le manifestazioni d’affetto, i sentimenti e tutto quello che ne consegue non sono il mio forte.
Ho sempre ritenuto me stesso uno sociopatico: non mi è mai importato niente degli altri, ho sempre detto ciò che pensavo senza mai provare rimorso o senso di colpa, nemmeno per le frasi più insensibili, sfruttavo le persone, le manipolavo per far fare loro ciò che mi serviva.
Tutto questo prima di incontrarti.
Anche se non lo sai e non era tua intenzione tu mi hai cambiato, almeno in parte. Mi ritengo ancora un sociopatico ma non con te: mi importa di te, di quello che pensi e di quello che provi.
Dove tutti mi vedono come lo strambo tu mi vedi come un essere umano, non sei noioso come tutti gli altri e mi piace stare con te, tu mi fai sentire bene.
So che non te lo dico spesso ma niente potrà cambiare quello che provo per te.
Ti amo.
                               Sherlock.
 
PS: So che ti stai chiedendo dove sono e perché di questa lettera, beh lo scoprirai.
Per prima cosa devi andare al laboratorio del Barts, li troverai una lettera che ti dirà cosa fare.
Quel laboratorio dove ci siamo incontrati e dove tutto è cominciato, è giusto che anche stasera tutto inizi da li.
 
                                                                                                                                            
 
John non poteva crederci, non era la prima volta che gli diceva di amarlo ma non immaginava che gli avrebbe scritto una lettera (a modo suo) così romantica.
Senza pensarci due volte si mise la lettera in tasca, prese la giacca e uscì di casa.
Fortunatamente trovò subito un taxi che lo portò al Barts.
Quando arrivò pagò il tassista ed entrò, percorse un paio di corridoi, attraversò alcune stanze e finalmente arrivò.
Entrò nel laboratorio e si guardò un po’ intorno, non c’era nessuno e tra i vari microscopi, alambicchi e contenitori vide la lettera.
Anche questa aveva scritto in bella grafia ‘John’.
Senza esitare l’aprì e cominciò a leggere:
 
 
Amo i  tuoi occhi.
I tuoi occhi di quel colore indefinito che varia dal verde al blu,
I tuoi occhi che hanno visto la crudeltà della guerra, della violenza e della morte,
I tuoi occhi in cui ho visto orgoglio e amore,
I tuoi occhi che rispecchiano la tua anima di uomo buono, di dottore ma anche di soldato.
                                                                                                                             Sherlock.

PS: Vai da Angelo, troverai la lettera sul nostro tavolo.
 

Dopo che ebbe letto tutta la lettera gli venne quasi da piangere per le parole meravigliose che gli aveva scritto, mise anche questa lettera in tasta assieme all’altra, facendo attenzione a non stropicciarla.
Uscì di corsa dal Barts e prese un altro taxi diretto al ristorante di Angelo.
Non c’erano molti clienti, ma non ci fece molto caso. Angelo lo salutò con un sorriso e il cameriere con un cenno del capo. John rispose velocemente ai saluti, la sua mente era tutta concentrata su quella lettera e su Sherlock.
Si avvicinò al tavolo solitamente riservato a loro con al centro la solita candela e vide immediatamente la lettera.
La lesse:
 
 Amo il tuo sorriso.
Il sorriso dell’essere che amiamo è l’unico rimedio efficace contro il tedio.*
Basta la grazia imprevista di un sorriso intelligente a far volare via gli strati di tedio depositati dai giorni.*
Credo che bastino queste due citazioni per farti capire cosa provo ogni volta che vedo un tuo sorriso.
Non smettere mai di sorridere.
                                                                                                                             Sherlock.
PS: Vai alla piscina dove abbiamo incontrato Moriarty.
 

John aveva un sorriso a trentadue denti mentre leggeva quelle parole d’amore, aveva il cuore che batteva all’impazzata ma una nota di dolore gli attraversò il corpo quando lesse il nome di Moriarty.
Perché voleva mandarlo dove avevano rischiato di morire per mano di un pazzo ossessionato da Sherlock?
Si fidava di lui più della sua stessa vita perciò mise in tasca la lettera e dopo aver fermato l’ennesimo taxi della serata andò in quella piscina.
Alla vista di quel luogo gli tornò alla mente quel giorno: lui imbottito d’esplosivo, Sherlock con i laser dei mirini puntati addosso e Moriarty che si divertiva a provocarlo.
Cercò di scacciare questi brutti pensieri, e pensare solo a Sherlock.
Trovò la lettera e la lesse cercando di restare il più calmo possibile:
 

Amo le tue labbra.
Dall’amicizia all’amore c’è la distanza di un bacio.
Questo posto lo associo al nostro primo bacio, a quel momento in cui la nostra amicizia è diventato amore.
 È successo quella sera e da allora mi sono innamorato della tue labbra e dei tuoi baci.
                                                                                                                             Sherlock.

PS: Sei quasi arrivato alla fine, manca l’ultima tappa.
Tutti questi sono i posti che considero importanti per noi perché in ognuno di essi è successo qualcosa d’importante: mi sono innamorato di una parte di te. Ora resta solo il più importante, il 221B, casa nostra.
 

John rimase sorpreso nel leggere l’ultimo posto dove doveva andare, era sicuro che non ci fosse niente nel loro appartamento ma si sa, con Sherlock Holmes nulla è come sembra.
Prese l’ultimo taxi e si diresse a casa. Era incredibile l’effetto che gli faceva Sherlock: fino a un paio d’ore prima era stanco morto, ora avrebbe potuto partecipare a una maratona da quanta energia sentiva scorrergli nelle vene.
Non vedeva l’ora di vederlo e quando arrivò corse su per quei diciassette scalini il più velocemente possibile, aprì la porta aspettandosi di trovarlo vestito di tutto punto come al solito, magari con quella camicia viola che lo rendeva estremamente affascinante ma quando entrò nell’appartamento non c’era nessuno.
L’appartamento era illuminato da numerose candele sparse qua e là, il camino era acceso ma di Sherlock non vi era traccia. Nonostante l’atmosfera romantica una nota di delusione apparve sul volto di John.
Si accorse che sul divano c’era un’altra lettera:
 
Amo il tutto di te.
Ci sono quelle persone belle da morire.
Non belle in senso fisico.. belle e basta.
Belle perché quando sorridono illuminano ciò che le circonda.
Belle perché il suono della loro voce riempie l’aria.
Belle perché con un gesto ti rendono felice,

Belle perché fanno parte di te e ti rendono migliore.**
E tu sei bellissimo John, il mio John.
                                                                              Sherlock.
 

Appena ebbe finito di leggere apparve Sherlock e vide che John aveva gli occhi lucidi per l’emozione.
John era senza parole, era immobile davanti al divano che alternava lo sguardo dalla lettera a Sherlock, non sapeva cosa fare. Voleva piangere di felicità, voleva saltargli addosso e baciarlo ma il suo cervello era andato in tilt e non riusciva a muoversi.
Fu Sherlock che si avvicinò e gli mise le braccia attorno alla vita, gli sorrise e gli diede un bacio veloce come a volerlo svegliare da quello stato di trance in cui era caduto.
Al tocco delle sue labbra John riavviò il cervello e avvolse le braccia attorno al collo di Sherlock avvicinandolo di più a sé e lo baciò con tutta la passione e l’amore di cui era capace.
Quando si staccarono Sherlock disse “Mi hai reso una persona migliore e lo continui a fare ogni giorno.
Sei la persona più importante della mia vita. Ti amo, John. Amo tutto di te, non basterebbe tutto il tempo dell’universo per elencare tutte le cose che amo di te, voglio passare tutto il resto della mia vita con te, perciò..John..mi vuoi sposare?”
“Sì” rispose John senza pensarci un attimo e abbracciandolo forte.
Sherlock rispose all’abbraccio, dopodiché tirò fuori un piccolo anello d’oro bianco molto semplice che infilò nell’anulare di John.
Prese tra le mani il volto di Sherlock e accarezzandogli gli zigomi con i pollici disse “Ti amo Sherlock” e lo baciò dolcemente.
 
 
 
 
 
 
 
*Sono due citazioni di Nicolás Gómez Davila.
**Citazione Fabio Volo.
 






*Angolino della vergogna*
Rieccomi qui,
Per vostra sfortuna sono tornata, vi mancavo? *tutti rispondono Noooo!* XD
Comunque, ecco a vi l'ennesima cavolata uscita dal mio cervello!
Non ho idea se i personaggi siano OOC però ho messo l'avvertimento per sicurezza :)
Spero vi piaccia! :)
Alla prossima!
Baci!
Sabry93
  
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