Il mondo causa sofferenza. Io soffro. Io soffro a causa del mondo. O sono gli altri che soffrono a causa mia?
Ciò che mi rassicura è il mio angolo. Lui è nel giusto. Lui mi aiuta.
Cosa sono le persone? Macchine nate con lo scopo di far soffrire? Anche io sono una persona. Anche io creo sofferenze?
Tutti intorno a me si trovano in uno stato di sofferenza. Indossano una maschera, una maschera composta da falsi sorrisi. Quelle cicatrici sui loro volti non sono state causate da dei tagli ma dallo sgorgare delle loro lacrime.
Vivo nell’oscurità, nessuno mi vuole, nessuno mi accetta,  sono solo. Il mio cuore è nero corvino, i miei occhi sono vuoti e vitrei, come gli occhi di una bambola di porcellana.
Non so cosa sia il sorriso. Come si fa a sorridere, in fondo?
Sono vuoto, totalmente vuoto.
Nella mia oscurità penso, rifletto.
Ho un inferno nella mia testa.
Il mondo sarebbe un posto migliore senza di me. Le persone che mi stanno intorno non soffrirebbero.
Niente sofferenze, niente falsi sorrisi, solo felicità. Perché vivo?
La follia mi divora, mi inghiotte. E’ densa, anch’essa è scura, scura come il mio cuore nero corvino.
In essa le voci sofferenti delle persone risuonano altisonanti, mi rimbombano nella testa.
Il mio inferno cresce sempre più.
Non c’è nessuno con cui parlare, nessuno con cui confidarsi.
A quanto pare sembra che la solitudine sia la mia unica compagna di giochi.
Il mio cuore è nero corvino.
Nessuno riuscirà a cambiare questo colore.