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Autore: Madnesss    07/07/2012    1 recensioni
Spostarsi in una nuova zona era un grande passo per me. 3 ore di distanza da casa mia, 3 ore di distanza dalla città che ho amato, dalla casa in cui sono cresciuta e dal ragazzo che è stato la ragione del mio spostamento. In un certo senso stavo cercando di scappare.
Un nuovo inizio, una nuova vita, una nuova me, questo era ciò che avevo deciso prima di partire.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Spostarsi in una nuova zona era un grande passo per me. 3 ore di distanza da casa mia, 3 ore di distanza dalla città che ho amato, dalla casa in cui sono cresciuta e dal ragazzo che è stato la ragione del mio spostamento. In un certo senso stavo cercando di scappare.

Un nuovo inizio, una nuova vita, una nuova me, questo era ciò che avevo deciso prima di partire.

E' andato tutto bene nei primi sei mesi, stavo facendo davvero un ottimo lavoro in ufficio, avevo anche iniziato a frequentare un ragazzo, Paul, che era tutto quello che il mio precedente ragazzo non era abbastanza uomo da essere. Era educato, gentile e affabile ma la giusta quantità di "essere uomo". Le cose andavano talmente bene da non accorgermi di quando sono cominciate ad andare male. All'epoca ritenevo appena che le cose che stavano accadendo erano piccole coincidenze, solo piccoli problemi che succedono ogni tanto, ed era così finchè non analizzai la situazione e realizzai che era tutto finalizzato a costruire qualcosa di grande. Qualcosa che ha lasciato metà della donna che ero una volta.

E' cominciato tutto con piccoli avvenimenti, come se avessi la certezza di aver lasciato il libro che stavo leggendo sul comodino ma quando lo ritrovavo era vicino alla vasca da bagno oppure la foto raffigurante me e mia madre, che è sempre stata sopra il mio caminetto, in qualche modo è caduta e si è rotta, cibi che lasciavo nel frigo non c'erano più quando andavo a prenderli. Vivendo da sola sapevo che non poteva essere stato nessuno. All' inizio non ci badai più di tanto ma, a mano a mano che le cose accadevano, cominciai a pensare che qualcosa non andava, avevo la certezza di aver spento la tv prima di andare a lavoro e di aver lasciato la mia collana preferita nel portagioie. Ho chiamato Paul dopo il lavoro dicendogli di venire a aiutarmi a cercare segni d' effrazione. Accettò, anche se pensava fosse una reazione esagerata.

"Tesoro, so che di solito li tieni tutti insieme ma certe volte commettiamo errori, certe volte ci dimentichiamo proprio le cose." Mi ha detto di cercare di calmarmi. Sapevo che aveva ragione ma certe volte non ti senti a tuo agio proprio per la situazione.

E' rimasto con me per quasi una settimana ma siccome ci vedevamo solo da qualche mese non volevo renderlo partecipe della mia potenziale "pazzia" così, dopo che per una settimana non ci furono nuovi avvenimenti, gli dissi che stavo bene e che poteva andare a casa. Mi ha gentilmente detto che se avessi avuto bisogno di qualcosa potevo telefonargli in qualsiasi momento. Onestamente speravo di non averne bisogno.

La notte in cui se ne andò sono rimasta a guardare la TV. Ero un po' ansiosa ma ho detto a me stessa che ero esagerata. Ero così stanca che crollai a metà di un film. Mi svegliai alle 4 del mattino con una coperta sopra che quando mi ero addormentata non avevo. Tutte le altre cose strane che erano accadute erano successe quando ero fuori di casa, questo mi spaventò di più del normale. Ho preso il telefono accanto a me e ho chiamato Paul all'istante. Ma mentre squillava ho pensato che forse potevo essere stata io a prendere la coperta mentre dormivo, forse quella era la risposta a tutto. Quando Paul rispose sembrava preoccupato. Gli ho detto cosa era successo, cosa ho pensato che fosse e mi sono scusata per averlo svegliato.

"Va tutto bene tesoro, ero sveglio comunque."

Sentendomi meglio gli ho dato la buonanotte e mi sono messa a letto.

Due giorni dopo mi stavo rilassando dopo il lavoro guardando la TV. Fuori era buio e avevo tutte le tende abbassate. Non ne posso essere certa ma pensavo di aver sentito qualcuno camminare all' esterno. Ho tentato di non pensarci, forse era un gatto o un cane. Ha continuato ininterrottamente per quasi mezz'ora, ho cercato di dire a me stessa di non aver paura quando all' improvviso un forte colpo sulla finestra mi ha fatto salire il cuore in gola.

Con il telefono in mano per chiamare Paul ad un secondo avviso, sono corsa davanti alla porta per accertarmi che fosse chiusa. Lo era, mi sono assicurata che tutte le finestre fossero chiuse. Ho chiamato Paul, era carino a proposito della situazione e corse da me subito. Il bussare sulla porta mi ha fatto rabbrividire di nuovo ma capii che era semplicemente lui, era arrivato a casa più velocemente di quanto mi aspettassi. Mi ha chiesto una torcia ed è andato all' esterno cercando qualcuno o qualcosa, ha anche urlato qualche volta ma non c'era niente.

Quella notte è rimasto a casa e mi teneva mentre dormivo.

La mattina gli ho detto che forse ero sovragitata di nuovo, poteva essere stato un uccello o qualcos' altro, qualsiasi cosa. Accettava stranamente tutta la situazione, quasi ogni altro ragazzo che avevo conosciuto sarebbe stato ormai lontano a quel punto. Quando tornai a casa dal lavoro quel giorno ho controllato all' esterno della finestra che era stata colpita, e nell' aiuola al di sotto di essa ho trovato il mio stesso orologio.

Quella scoperta mi ha fatto interrogare su tutto quello che stava succedendo. E se fosse tutto frutto della mia immaginazione? Cominciai a pensare come se stessi diventando lentamente matta. Non capivo cosa stesse succedendo e ciò sembrava una spiegazione al fatto che nessun altro sembrava vedere ciò che succedeva.

Una notte, alcuni giorni dopo, ero seduta mentre nevigavo su internet. E' caduta la connessione proprio mentre si stava caricando un video su Youtube. Ho aspettato, provato a ricollegare, ma niente. Sono andata a controllare il router in fondo alle scale, la presa era poggiata sul pavimento, vicino la presa della corrente. In quel momento sapevo di non poter essere stata io, ero stata su internet per tutto il tempo. Poi ho realizzato, se non ero stata io doveva esserci qualcun altro in casa. Forse era ancora lì. Sono corsa al telefono. Ho chiamato Paul, ma non ha risposto. Dopo tre chiamate gli ho lasciato un messaggio scusandomi per l'insistenza, e dicendo che i fenomeni erano ricominciati. Sono salita in macchina e me ne sono andata. Sono andata a casa sua e ho trovato strano il fatto che non fosse lì. Non mi aveva detto che sarebbe uscito anche se è vero che non ci diciamo sempre tutto, perciò l'ho richiamato. Questa volta rispose. Sembrava affaticato e leggermente impanicato, praticamente come mi sentivo io. Mi ha detto di aver ascoltato il mio messagio e che si stava affrettando ad arrivare a casa.

Gli ho chiesto se avrei dovuto chiamare la polizia, mi ha detto che potevo, ma che probabilmente non avrebbero trovato nulla, perchè se ci fosse stato veramente qualcuno in casa, se ne sarebbe già andato e se avesse voluto attaccare perchè l' avrebbe fatto quando ne ha avuto l'occasione? Era un ragionamento strano per me ma ero solo felice di sentirmi al sicuro tra le sue braccia, quindi lasciai correre. Disse che sarebbe tornato lì con me il giorno dopo per controllare.

Quella notte giaceva russando dolcemente accanto a me, ma non riuscivo a dormire. Stavo facendo mille viaggi mentali quando un arrivai a un pensiero strano. L'altro giorno quando ho chiesto a Paul di correre a casa ci ha messo circa la metà del tempo che impiego io, ciò vuol dire che doveva essere nelle vicinanze, ha accesso ala mia casa, i miei averi, anche alle mie chiavi e alle chiavi di riserva, era in un posto non ben chiaro quando qualcuno è entrato a casa mia, mi ha distolto dal chiamare la polizia... E se stessi dormendo accanto all'uomo che mi ha fatto questo? Non potevo sopportare il pensiero, ma più ci riflettevo, più aveva senso. Sono uscita dal letto e ho iniziato a guardare silenziosamente nei suoi armadi e cassetti per vedere se c'era qualcosa. Non c'era niente finché non ho aperto un cassetto della scrivania. La mia collana, il pezzo più pregiato della mia gioielleria posato tra fili e lettere.

Sono scattata indietro.

Ma, ma perchè avrebbe dovuto farlo? Cosa ne avrebbe ricavato?
Potere, credo, era tutto basato sul potere. Non era così diverso dal mio ex dopo tutto. Mi chidevo se mi sarei dovuta confrontare con lui su di ciò se avessi avuto ragione, cosa avrebbe fatto lui se avesse saputo che l'avevo scoperto? Non potevo più sopportare l'idea di essere lì.

Senza pensarci due volte me ne sono andata. Ho guidato lungo tutta la strada di casa, avevo bisogno di pensare, ma tutto questo pensare mi distoglieva dalla strada. Come ho fatto ad arrivare a casa sana è un mistero per me.

La telefonata che è arrivata la mattina era proprio quella che mi aspettavo ma ancora non sapevo cosa rispondere. Mi ha chiesto perchè me ne fossi andata. Gli ho detto che non riuscivo a dormire e avevo bisogno di un boccata d'aria, ma una volta andata fuori non sono riuscita a rientrare. Non sembrava convinto, ma ha lasciato correre. Mi ha chiesto se volessi che controllasse l'esterno della casa. Gli ho detto che non ce n'era bisogno, andava tutto bene. Non gli dissi che avevo predisposto per il giorno seguente un cambio di serrature, o che avessi messo un catenaccio alla porta.

Il giorno dopo mi sono semplicemente tagliata fuori dalla società. Mi sono data malata a lavoro e ho smesso di ricevere chiamate da Paul. Mi lasciava messaggi dicendo quanto fosse preoccupato per me. E' venuto a casa, ma ho ignorato il bussare. Alla fine gli ho telefonato dicendogli che sarei andata a casa per un po' a risolvere alcune cose. Non potevo lasciare casa per paura che potesse entrare in qualche modo e fare qualcos' altro. Ho dormito pochissimo per lo stesso motivo. Per il momento non potevo nemmeno chiamare la polizia, ero sicura che mi avrebbero data per matta non avendo alcuna prova.

Una notte mi sono svegliata dopo un sonno incostante. Ho sentito sbattere contro la porta. Ho preso il coltello da cucina che ho portato con me tutte le volte e ho poggiato la schiena al muro.

Ero sicura che stesse arrivando. Avevo la certezza che stesse per sfondare la porta. Dopo un po' è arrivato il silenzio. Niente più rumori quella notte e non ho dormito, tranne che per qualche secondo. Quando il sole si è alzato, l'ho fatto anch'io. Mi sono alzata dal letto per farmi il caffè. Mi sono fermata paralizzata in mezzo alla sala da pranzo.

"Perchè non mi vuoi nella tua vita?!"

Lettere alte più di un metro scarabocchiate per la parete. Sono caduta a terra singhiozzando. Era stato all'interno della casa. Ho controllato la porta, non c'erano segni di scasso, non capivo come avesse fatto.

Ho chiamato la polizia, ho detto loro tutto quello che era successo. Ho detto loro di Paul. Ho detto loro quanto ero spaventata. Hanno preso una nota, hanno dato un' occhiata e non hanno trovato alcun segno di effrazione, infatti l'unica cosa che non ero sicurissima di aver chiuso era la piccola finestrella del bagno del piano di sotto.

Se ne sono andati, dicendomi che avrebbero parlato con Paul. Ho chiuso la porta appena sono usciti.

Quella notte sono rimasta sveglia di nuovo. Seduta sul mio letto con la schiena rivolta al muro e il coltello in mano, non mi è nemmeno servito il caffè per restare sveglia. Ancora colpi quella notte. Non riuscivo a scendere per vedere chi o cosa fosse. Il colpire era più rumoroso, come se fosse più vicino, continuò anche per molto. La mattina era comparso un nuovo messaggio, proprio sotto quello vecchio, scritto più inaccuratamente, come se fosse stato fatto velocemente, come se chi l'autore fosse arrabbiato.

"Perchè non mi lasci entrare?!"

Rimaso con il cuore in gola. Chiamai la polizia di nuovo. Vennero di nuovo, fecero altre foto, e un altro verbale. Lasciarono un poliziotto all' esterno.

Ero prigioniera della mia casa, ma almeno mi sentivo più al sicuro.

Era la giornata più normale delle ultime settimane. Quando arrivò la notte caddi assopita per la prima volta in tre giorni, ma solo dopo aver controllato tre volte che la macchina della polizia fosse di fuori.

Mi sono svegliata la mattina, più fresca che mai. Sono andata al piano di sotto per offrire all' agente un caffè quando mi sono imbattuta in uno spettacolo che non dimenticherò mai. Questo nuovo messaggio era scritto sopra gli altri due, in lettere più grandi. La vernice era ancora fresca, ma stavolta era rosso carminio.

"Sono entrato"

Sono corsa alla macchina della polizia e ho vacillato, non c'era nessuno al suo interno. Ho chiamato la polizia e sono arrivati subito, ero troppo spaventata per entrare in casa quindi sono rimasta seduta sul prato dondolandomi.
Chiamarono i rinforzi e in poco tempo la mia casa era piena di poliziotti. Due ragazzi tirarono fuori una barella copert da un lenzuolo. Non avevo bisogno di chiedere per sapere che era il poliziotto.

Mi portarono alla stazione dove mi diedero del tè e mi avvolsero in una coperta. Quando cercarono di ottenere una dichiarazione da me ho scoperto di non riuscire a parlare. Cercavo di dirgli con i miei occhi che era stato Paul, che dovevano impedirgli di farlo ancora, di farmelo ancora, ma non mi capivano. Il dottore disse che ero in stato di shock e mi diede delle pillole. La polizia decise di tenermi in una cella per la notte, a causa della morte avvenuta nella mia proprietà. Dopo un po' vennero per dirmi che non riuscivano a trovare Paul, la sua auto era sparita e la sua casa era vuota. Ero felice di rimanere nella stazione quella notte, mi sentivo più al sicuro.

Ho passato una notte agitata, un sonno interrotto da incubi, sognando di essere catturato da una figura non ben identificata, sapevo che era Paul.

La mattina mi sono svegliata nella mia stanza trovando un dottore. Mi stava spiegando qualcosa, non ho capito molto bene. Era qualcosa a proposito di "sonno", "multipla" e "dannosa". Mi sono accorta all' improvviso di non essere nella cella in cui mi ero addormentata. Questa era più chiara, più bianca, e non mi potevo muovere.

A quanto pare scrivere tutto questo dovrebbe essere catartico, almeno questo è quello che dice il mio psichiatra. Io invece l' ho trovato molto noioso.
   
 
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