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Autore: Miss Kon    07/07/2012    5 recensioni
É una "What if...?" con accenni alla coppia SoixGrimm!
A Grimmjow, che aveva preso l'abitudine di vagabondare in giro per il palazzo senza nulla da fare, non fregava nulla di questi discorsi. Ciò che gli interessava era starsene per i cazzi suoi.
Per questo se ne andava nelle zone più dimenticate del palazzo, come i laboratori di Grantz.
O come, più in particolare, quella stanza.
[...]
La prima volta, in quella stanza, c'era finito per puro caso e da lì vi era ricapitato ancora, una seconda volta, sempre per caso.
La terza volta, invece, c'era andato volutamente.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Soi Fong
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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What if?
E se...?
Immaginate che Aizen abbia vinto, gli Arrancar, ammaccati ma vincitori, hanno fatto ritorno all'Hueco Mundo mentre Aizen ha dato inizio alla detronizzazione del re della Soul Society.
Gli shinigami, sconfitti e successivamente dominati, sono sostanzialmente divenuti schiavi di Aizen e dei suoi Arrancar, molti di loro continuano a vivere alla Soul Society ma altri sono finiti sotto le mani di Szayel che in tutto e per tutto non aveva nessuna intenzione di farsi sfuggire la possibilità di studiare così tanti interessanti soggetti.
Nelle sue mani sono finiti sopratutto e per lo più i capitani.
Lo dico fin da subito è una SoixGrimm molto soft, direi che a stento si può dire accennata ma io la considero così quindi vi avverto.
Per chi volesse, poi, sotto troverete un'immagine che ho fatto io e che rappresenta questa scena, per chi volesse [non disegno molto bene quindi dovrete accontentarvi U.U]. Storia e disegno mi son venuti in mente più o meno simultaneamente quindi direi che si “completano a vicenda”.
Ma ora basa prequel, credo che la situazione sia chiara, quindi vi lascio finalmente alla one-shot.
­



What are you dreaming, shinigami?


Las Noces, che per quanto abitata era sempre stata molto silenziosa ultimamente stava diventando vagamente rumorosa.
Nei corridoi, una volta vuoti e silenziosi, si era iniziato a formare un certo brusio che indistintamente aveva conquistato tutto il palazzo, diffondendosi come un enorme sciame di insetti ronzanti.
Gli espada sopravvissuti, praticamente tutti, si stavano rimettendo in sesto come, a sua volta, il palazzo in sé. Fiumi di arrancar di minore potenza portavano cocci, pietre e rovine avanti ed indietro, salendo e scendendo per numerose scale e percorrendo vari corridoi.
E mentre lavoravano come muli da soma parlavano.
Parlavano intensamente e costantemente.
Si davano indicazioni su come lavorare ma anche, e sopratutto, spettegolavano.
L'argomento più recente era Barragan.
La segunda espada, ex-re dell'Hueco Mundo, era tornato dal combattimento nel mondo terreno con il cranio fracassato. A livello reale non aveva neppure sofferto, era uno scheletro in fondo, e neppure a livello della trasformazioni inversa, richiuso il rilascio, non aveva avuto ripercussioni. Era semplicemente che non si credeva che qualcuno avesse davvero il potere di scalfirlo.
Né lui né il suo orgoglio.
Anche se alla fine si erano dovuti ricredere tutti, lui incluso.
A Grimmjow, che aveva preso l'abitudine di vagabondare in giro per il palazzo senza nulla da fare, non fregava nulla di questi discorsi. Ciò che gli interessava era starsene per i cazzi suoi.
Per questo se ne andava nelle zone più dimenticate del palazzo, come i laboratori di Grantz.
O come, più in particolare, quella stanza.
Scricchiolando, la porta si aprì sotto la spinta della sua mano e gettò uno spicchio di luce all'interno della stanza, quasi completamente in ombra.
Avanzando di un passo Grimmjow si guardò attorno, mentre la porta si chiudeva automaticamente alle sue spalle. Sparita la luce proveniente da fuori un leggero alone luminoso si rivelò, portando ad attirare l'attenzione del nuovo arrivato verso un'enorme vasca, addossata alla parete, piena di liquido luminescente.
Più che una vasca, in realtà, quel contenitore poteva essere paragonato ad una boccia dei pesci allungata verso l'alto.
Dentro, in uno stato di quiescenza vagamente simile al coma, una sagoma mingherlina galleggiava costantemente monitorata da una serie di cavi e tubi vari dalle funzioni, probabilmente, più disparate.
La sexta espada avanzò di un passo, sotto la tenue illuminazione fosforescente.
Non era il primo giorno che andava lì.
Non aveva mai sopportato troppo Szayel Aporro, un individuo ambiguo e viscido fino all'inverosimile, e quindi se poteva si teneva alla larga dai suoi laboratori ma recentemente quello era diventato il posto più tranquillo di tutto l'Hueco Mundo. Anche se i precedenti laboratori erano andati distrutti Szayel aveva deciso semplicemente di traslocare sull'ala est del palazzo, disabitata, e di piantare lì il suo nuovo fulcro di ricerca. Il pericolo a dirigersi nella zona sotto il suo controllo era di trovarsi davanti il suo odioso sorriso sghembo ma il numero di cavie, dopo la caduta del Gotei 13, era aumentato a dismisura e così, da una serie di stanze, il suo laboratorio si era esteso quasi per tutta l'ala est andando così ad occupare un quarto dell'intero palazzo. Il che rendeva quasi impossibile incontrarlo, anche se la octava espada era sempre il laboratorio.
Per questo Grimmjow ora era lì.
La prima volta, in quella stanza, c'era finito per puro caso e da lì vi era ricapitato ancora, una seconda volta, sempre per caso.
La terza volta, invece, c'era andato volutamente.
C'era qualcosa in quella stanza che lo attirava e non era solo la quiete di cui poteva godere ma anche qualcos'altro, più nello specifico un qualcos'altro addormentato.
Nel liquido nutriente, costantemente ricambiato, le ciocche di capelli neri ondeggiavano quasi fossero sbuffi di fumo, andando a contornare quel corpo magro e piccolino.
Sul volto un'espressione statica dava l'idea, a chi guardava, di trovarsi davanti a una piccola bambola, ma questa era solo la scorza superficiale.
C'era altro.
Se si prestava attenzione si notava che sotto quella parvenza si celava un predatore.
Lui lo sapeva, lo sentiva a pelle. L'aveva subito riconosciuta, quella era la sua stessa natura.
Dormiva, questo era vero, ma quella shinigami era sempre vigile ed attenta come un predatore che sonnecchia con le orecchie tese, pronto a balzare sul collo di una qualsiasi preda fosse stata tanto stupida da avvicinarsi troppo.
Era come una vespa che ronza quieta ma che non smette mai di tenerti d'occhio, pronta a trafiggerti a morte. Ecco cosa lo portava davvero lì.
C'era qualcosa in quel suo modo di dormire che gli suggeriva che in realtà fosse sveglia e partecipe, pronta ad attaccarlo appena avesse fotto l'idiozia di avvicinarsi troppo.
E lui lo faceva. Ogni volta faceva un passo di troppo, a detta del suo istinto, ed in silenzio aspettava di vederla aprire gli occhi, di vederla reagire.
Ma lei non lo faceva mai.
Continuava a stare lì, ferma in sospensione, in quella sostanza dall'aspetto poco invitante, con il “bip” incessante, emesso da uno dei tanti macchinari che la circondavano, che continuava a cullarla quel sonno innaturale.
Eppure Grimmjow non demordeva, non poteva.
Tutto in quella minuscola donna dava l'idea di una molla prossima a scattare e anche se dormiva l'espressione rigida del suo volto sembrava voler dire qualcosa.
Era come un sussurro in mezzo ad una serie di rumori di disturbo, ma la sexta espada già da tempo era riuscito a carpire il messaggio.
Era semplice, in fondo. Ed era chiaro.
“Voglio vincere”
Vincere? Vincere cosa? Vincere chi? Se l'era chiesto, in un primo istante, Grimmjow.
Vincere la guerra? Vincere Barragan? Vincere Aizen?
No, niente di tutto ciò.
Ciò che voleva vincere era altro.
Vincere tutto e tutti.
Era chiaro, semplice, Grimmjow non aveva neppure faticato troppo per capirlo.
Era quello che voleva anche lui, in fondo.
E quella donna mingherlina sembrava urlarlo con tutto il suo corpo, con tutto il suo orgoglio.
Orgoglio che aveva strappato a Barragan per poi divorarselo e farsi divorare a sua volta.
Era per questo che Grimmjow se ne stava lì, fermo davanti a lei.
Attendeva di vederle aprire gli occhi, attendeva di vederla scattare pronta al combattimento, aspettava di sentirla urlare la propria risoluzione al mondo.
Ma lei restava lì, intrappolata in chissà quale sogno, ferma in una gabbia senza sbarre.
Grimmjow alzò lo sguardo verso la sagoma sospesa a quasi tre metri dal fondo della sua boccia, strinse gli occhi a fessura mentre le sopracciglia si aggrottavano.
“Di' shinigami, cosa cazzo stai sognando?”








[se volete vederlo meglio ecco l'indirizzo→ http://madamenemo.deviantart.com/gallery/#/d566lyv]
  
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