Anche oggi questa stanza è buia. Sono solo. Lo sono per davvero? Il mio sangue è vivo, come faccio a determinare cosa significa “essere soli”?
Quattro. Gli angoli qui sono quattro. Niente mobili, sembrerebbe che anche il letto mi sia stato privato.
Eppure non ho fatto niente di male, ho rispettato le regole. Le regole scritte su quel libro le ho imparate tutte, le metto in pratica. E allora perché mi trovo in questa condizione?
Nella mia testa c’è un inferno. Un nome mi rimbomba nella testa. Un nome. Una frase.
Non riesco a capirla, sembra che si rivolga a me. L’unica cosa che distinguo è una mano femminile.
«Non ti sento! Non riesco a sentirti!!» urlai.
Perché? Perché non riuscivo a sentirla? Eppure a separarci sono soli pochi centimetri.
“Oh, e queste cosa sono?” Lacrime.
Perché piango?
Perché mi trovo qui?
Perché non mi ricordo di lei?
Voglio essere forte. Sento che c’è qualcuno che mi aspetta, qualcuno che mi sta cercando disperatamente.
Ma mia mamma ha bisogno di me. Non posso perderla.
Non posso. Non devo.
Lei è l’unica che mi cura, a nessun’altro importa di me. Persino il sangue che scorre in me, se potesse, mi volterebbe volentieri le spalle.
Ma non può. Se lui mi abbandona crepo.
Se crepo, crepa anche lui.
Per ora sono al sicuro, l’importante è avere protezione.
Questo strato di follia che ricopre il mio corpo e il mio cuore mi proteggerà.
[…]
«Sono appena tornato, Lady Medusa…»
«Crona, ti ho osservato, eri splendido. Hai fatto un lavoro coi fiocchi.»
Era solo un semplice modo di uccidere. MAD BLOOD.
Tutti coloro assorbiti dalla follia ne inghiottono una parte, essa li assorbe al suo interno e pian piano si indurisce.
«Su, la cena è già pronta. C’è il tuo piatto preferito.»
Pasta… quella stessa pasta che mi veniva negata quando ero piccolo…
 
«Uccidili!»
«Ma non so come uccidere dei coniglietti così piccoli.»
«Allora rimarrai chiuso in questa stanza senza cibo finché non li ucciderai.»
Era sempre così, quella stanza era scura ma la conoscevo bene. L’unica cosa che potevo fare era leggere quel libro.
«Avanti, se oggi ucciderai i coniglietti in tre modi diversi potrai mangiare dopo cinque giorni.»
Tre modi…
Ferire a morte.
Schiacciare fino alla morte.
Pestare a sangue.
«Bene, oggi si mangia coniglio.»
 
«Mangia a volontà, puoi fare anche il bis se vuoi.»
«...»
«Mi spiace per quello che ti ho fatto passare fino a oggi. E’ stata dura, vero?»
«…»
«Ma sei stato forte e hai resistito. Sei un bravo bambino.»
«…»
«Grazie, Crona.»
Dopo queste parole lei mi strinse tra le sue braccia. Non lo fece perché avevo fatto qualcosa di male… era un abbraccio.
«Sono fiera che tu sia il mio bambino.»
«Non farlo. Non essere così gentile all’improvviso.»
«Eh?»
«Ho fatto come mi hai detto… perché sei mia madre. Io.. io ho rinunciato a tutto, come hai detto tu. Però,se ti comporti come una mamma normale… non so come comportarmi!»
PUGNALARE A MORTE.
«C-Crona… ?»
«Non voglio sentire niente di gentile da te. Ho fatto come hai detto. Ho fatto tutto ciò che mi hai detto di fare. Ho rinunciato a tutto, proprio come mi hai detto!»
PUGNALARE A MORTE.
PUGNALARE A MORTE.
«Ma non è giusto che la mia cosidetta “mamma” provi ancora sentimenti come “l’amore”. Sentimenti a cui io ho già rinunciato da tempo. Ho rinunciato alla cosidetta “Maka” proprio perché credevo che mia madre avesse messo da parte tutti i sentimenti che provava.»
ZACK!
«Chi sei tu?! Ridammi la mia vera mamma! La mia cara mamma non dice stronzate del genere!»
…
«… E’ MORTA, EH? SONO RIUSCITO A RINUNCIARE ANCHE A LEI.  E’ COMPLETO. IL SANGUE NERO ORA E’ COMPLETO!»
«Ti voglio bene, Crona.»
ZACK!!