Prologo
Era una mattina fredda d'inverno, raggomitolata tra le calde coperte del mio letto in legno di castagno. Mia madre mi chiamò. Era pronta la colazione e un immenso profumo di caffè si dileguava per la stanza.
Se devo essere sincera, quella donna che continuava a strillare per farmi scendere non era mia madre, ma la compagna di papà. Mia mamma, era morta appena io giungessi in questo mondo; e per qualche anno abbiamo vissuto io e mio padre, due anime libere alla ricerca della felicità, fino a quando non era arrivata Marika, quella che definirei la mia matrigna, con la figlia, viziatissima, Jessi. Pronta, a sposarsi con papà, ma io non volevo che accadesse. [..]
Stavo per lanciarmi giù per le scale, quando la voce stridula della mia sorellastra entrò nel mio orecchio facendomi cadere.
- Buongiorno papi - baciai sulla guancia il mio adorato, papà. Sì lo amavo, era il mio principe azzurro, mi salvava ogni volta che ero in pericolo.
- Heii, tesoro! Dormito bene? - Marika, lo interruppe. Ecco, da quando ci sono le due befane, io e papà non riusciamo a passare del tempo insieme.
- Jake, mi passeresti il latte, ti ringrazio - cinguettava la gallina isterica.
Sbuffai. Ed uscii velocemente, facendo sbattere la porta e mi avviai verso scuola; Matthe, il mio migliore amico, era puntuale come sempre, in strada. Andiamo alla stessa scuola, ci conosciamo ormai da dieci anni.
- Lili, hai studiato chimica? - Matthe, era il solito secchione ma andava in panico per qualsiasi cosa
- Più o meno, ma di cosa ti preoccupi??
- Oggi arriva il professore nuovo, devo fare un figurone!
- Ma vai a cagare - cominciai a ridere e lui mi venne dietro con la sua risata a singhiozzo.
Arrivammo nel cortile della scuola e vidi che c'èrano le "bullette" della scuola: Lavinia con le sue seguaci, al seguito.
Sfortunatamente, siamo tutti allegramente in classe insieme.
Suonò la campana e la mandria di bufali invase i corridoi per entrare nelle stalle (classi).
Alla prima ora avremmo conosciuto quel misterioso, professore. Io e Matthe ci sedemmo ai posti di sempre, in seconda fila e accanto a noi c'èrano guarda caso Lavinia e Giulia, le peggiori direi.
Il professore entrò: un uomo alla prima vista molto affascinante e misterioso, aveva superato i suoi 40 e si avviava per i 50.
- Buongiorno, sono il professor Rix Georg, il vostro supplente di fisica e chimica.
Tutti si alzarono in piedi.
- Facciamo così, ora uno alla volta vi alzate in piedi, venite davanti qui alla cattedra e ci presentiamo..
- Professore, non siamo alle elementari - replicò Lavinia
- Bene, Lavinia cominciamo da te.
E subito dopo arrivò il mio turno e c'èra qualcosa di strano dentro di me, avevo come delle farfalline nello stomaco.
[..]
Driiiiin - O'lsen, come si dice? Sei stata salvata dalla campana, ma se vuoi possiamo continuare comunque. Ragazzi, uscite se volete, io e la signorina O'lsen dobbiamo finire la nostra chiaccherata, lasciateci soli.
Brividi.
- Allora, Lili raccontami.
Ok raccontami, proprio no. Stavo andando in panico.
- Scusami, sono stato un pò troppo irruento. Dimmi un pò di te - sorrise
- Bhè, veramente sono di Notthing Hill, mio padre si è trasferito quando io ero molto piccola, dopo che era morta la mamma. Mi piace la natura, viaggiare, leggere..
- Oh, mi dispiace - mi accarezzò il viso per asciugarmi una lacrima che nel frattempo stava scendendo - Cosa ti piace leggere? Sai, che anchio adoro viaggiare?
- La mia saga preferita è sicuramente HP, lo adoro. Veramente professore? Che paesi ha visitato?
- Bene, allora Mozambico, Russia, Francia e quest'estate dovrei andare in Brasile.
Rimasi sorpresa - Wow! Amo il Brasile! - Guardai l'ora sul mio Smarthphone - Cavolii, è tardi. Professore devo andare, Matthe mi starà aspettando. Buona giornata, arrivederci!
- Ciao, Lili. A domani - sorrise, di nuovo.
Uscii da scuola, ma Matthe non c'èra, rimasi delusa. Semaforo rosso.
Si accostò con un macchina rosso fuoco, il professore con il quale chiaccheravo, tranquillamente in classe.
- Heii Lili! Vuoi un passaggio?
Stava quasi per umiliarmi di fronte a tutti.
- Nono, professore, grazie comunque. Abito qui vicino.
- Ok!
Così le nostre due strade si divisero.
Tornai a casa, tutti mangiarono ma io mi chiusi in camera a pensare quel Georg.
- Decisamente affascinante - pensai ad alta voce, ridendo.
Mio padre entrò in camera - Tesoro, hai bisogno?
- Nono papi, poi ti racconterò - sorrisi
- Ok - mi diede un bacio sulla fronte.