Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: ItsNeverTooLate    08/07/2012    9 recensioni
Lei è Emily Charlotte Williams, una ragazza troppo complicata per un mondo così normale.
Lui è Justin Drew Bieber, cantante di fama mondiale obbligato dalla madre a tornare a Stratford "per ritornare quello di una volta".
Quando si incontrano tra i due non scorre buon sangue...
Eppure qualcosa li affascina entrambi.
Si ritroveranno a credere cose impensabili, nel misto della loro pazzia, e forse lo chiameranno amore.
_______________________________________________
DAL CAPITOLO 8:
Sospirò.
Mi sento pure ridicola. Una "nullità" che pianta il culo al famoso Justin Bieber.»
Pronunciò con enfasi le ultime parole, Justin deglutì rumorosamente.
«Mhf, già... Non sono nessuno io. "Ti credevo diverso, Justin, eppure sei come tutti gli altri..."»
Sputò sprezzante le ultime parole, per poi aprire la portiera della macchina.
Lui ancora era rimasto al fatto che l'avesse chiamato Justin ben due volte.
«Dove vai?»
Chiese lui debole.
«A FANCULO!»
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Ileana,
senza di te questa storia non avrebbe un senso.
E a Naomi e Nadia,
per la supportazione, o meglio, sopportazione.


Capitolo 1.



 

«Non se ne parla!» brontoló la ragazza.
«Eddai Emily! Fallo almeno per tuo padre...» rispose esasperata Julie.
«Ma mamma! Qui ho i miei amici, e avevo già programmato le vacanze con Matt. Qui c'è la mia vita, non... non puoi! NON SE NE PARLA. Qui ho danza... Posso stare da Matthew...»
Emily Charlotte Williams, tipica ragazza londinese, era la prima volta che utilizzava un tono autoritario verso la madre, la cui risposta fu un secco "No, ci trasferiamo comunque".
Si buttò rassegnata sul divano accanto a Jason, suo fratello maggiore, il suo punto di riferimento.
«Dai Ems, fallo almeno per tuo padre...» la istigò lui, per poi metterle un braccio intorno al collo.
La ragazza lo guardò sottecchi, e Jason le sorrise sghembo.
«Fanculo! Tu vai già al College!»
Iniziò per gioco a tirargli pugni nello stomaco con scarsi risultati, poiché lui rise e l'abbracciò.
Jason era buono e calmo, incredibilmente calmo e aveva occhi di un profondo azzurro, come la sorella.
Avevano un rapporto meraviglioso, invidiato da tutti: dalle vecchiette a cui ricordavano la loro gioventù felice, alle ragazze troppo prese dai gesti ammalianti di lui... Tutti nel loro quartiere li conoscevano e nessuno era mai riuscito a trovar loro difetti.
Jason viveva per sua sorella: ogni volta che ne aveva l'occasione scendeva da Edimburgh a Londra, quasi fosse la sua droga. Ma in fondo, era l'unica che per lui contava sul serio.
Emily sbuffò sonoramente e raccolse il telefono dal tavolino basso in mogano, per avvisare Matt di incontrarsi al parco, poi si precipitò verso quel piccolo pezzetto di verde in Covent Garden.



Matthew intravide la figura della sua migliore amica sotto la sovrastante ombra di una quercia e si avvicinò lentamente, fissando le sue dita che saettavano sulla tastiera.
La abbracciò da dietro, le dita che accarezzavano con dolcezza i suoi fianchi; la sentì sussultare al suo tocco leggero e sorridere quando le stampò un sonoro bacio sulle guance vellutate e più rosee del solito.
Matthew era altissimo, quasi volesse arrivare a toccare il cielo con un dito, ed eccessivamente magro per la sua età secondo Emily, che però non raggiungeva la costituzione robusta del ragazzo. Ciò nonostante, era molto attraente. Aveva occhi scuri e luminosi, affascinanti e fieri, un ricordo indelebile per la mente -  e il cuore - della ragazza, capelli folti e scuri e un modo di fare insieme impetuoso e aggraziato che lo rendeva affascinante a vedersi. Intrigante.
La accarezzò con lo sguardo.
«Ti devo dire una cosa...»
Lei aveva sempre odiato il "ti devo parlare": dava già per scontato che si trattava di una cosa brutta o che comunque non faceva piacere...

La mente di Emily prese a pulsare più di quanto fosse tollerabile: lanciò un'occhiata a Matt, che per tutta risposta scostò lo sguardo, fissando il prato con fare accigliato. Si fissò le scarpe e poi la guardò in volto, cogliendo il significato di quelle parole. Lei si tolse l'elastico, troppo fastidioso in quel momento, e una folta chioma biondo scuro le ricadde sulle spalle. Ne raccolse alcune ciocche in una mano, se le portò al volto e le sfiorò con le labbra, poi strinse a sé Ems. Per un attimo il corpo di lei maledisse la propria mente così meschina. Infine Matthew la scostò da sé e si diresse lontano. Il suo volto era l'immagine stessa della tristezza.

 

* * *


Well let me tell you a story
about a girl and a boy
he fell in love for his bestfriend
when she's around he feels nothing but joy.
[...]

    

Matt iniziò a muovere le dita sulla chitarra e le accompagnò con la sua voce, che Emily tanto amava.    


But did you know that I love you
or were you not aware?
You're the smile on my face
and I ain't going nowhere.
I'm here to make you happy
I'm here to see your smile,
I've been wanting to tell you this for a long while.

[...]

  

Seduta di fronte a lui, Emily si sforzò di guardare la sua camera ormai ridotta a quattro muri e una finestra e di ritornare al presente.
Non avrebbe mai voluto lasciare Lontra, tantomeno Matt.  

If you spread your wings
you can fly away with me
but you can't fly unless it lets ya.
Let yourself fall.


 

Si sorrisero malinconicamente e Matthew ripose la chitarra di Ems nell'apposita custodia, per poi coricarsi accanto a lei e metterle un braccio intorno al collo, quasi volesse sentirla più "sua", come se il calore dei loro corpi diventasse improvvisamente una fiamma sola che si liberava nell'aria e volteggiava, libera.
«Di chi è la canzone?» Il sussurro di Emily parve interrompere quel silenzio pieno di pensieri celati, mille domande senza risposta, rimpianti, ma anche ricordi...
«Bieber...»
«Non ci credo: il mocciosetto di 12 anni?»
«Tralasciando che adesso di anni ne ha 18 e non è più un mocciosetto... Si.»
«Ma quello di "Baby baby baby oooouhhh"?»
«Quanti Bieber conosci? Poi vivrà nel tuo stesso paese!»
Per poco Emily non si strozzò con la propria saliva.

Probabilmente Ems non aveva capito il significato delle parole di quella canzone.

 

* * *

 

Emily accarezzò dolcemente la sbarra di legno vicina allo specchio della sala e quasi le vennero le lacrime agli occhi: sentiva il cuore spezzarsi solo al pensiero di dover abbandonare tutto quanto...
«Emily...» era il terzo richiamo della sua insegnante.
La ragazza non l'aveva sentita entrare e alzò i suoi occhi ancora giovani e desiderosi di avventure sullo specchio, incontrando quelli ormai stanchi e ricchi di esperienza di Marie Claire.
«Mi sono informata... - continuò - Buone notizie: anche a Stratford c'è una scuola di danza, ho telefonato e beh, è una buona scuola...»
Ems si trattenne dal saltarle addosso per la gioia e si limitò ad un affascinante sorriso.
«Verrò a trovarti prima dei provini alla Juillard, sarai fiera di me...» le prima la giovane.
Marie Claire le strinse le mani delicate e la fissò qualche istante...
«Io SONO fiera di te, bambina mia...» poi la strinse a sé.



SAAAAAAALVE!
Eccomi con una nuova Fan Fiction!
Chiedo subito scusa se sono stata per MESI lontanto da EFP, ma il computer è praticamente esploso e non si poteva più aggiustare...
Cos'altro dire? Questa è una Fan Fiction su Cccciastin (Capitan ovvio ._.) e boh.

SO CHE IL PRIMO CAPITOLO E' NOIOSO, MA ABBIATE PIETA': DAL SECONDO SARA' TUTTO PIU' INTRIGANTE!

Detto questo mi farebbe piacere che lasciaste una recensione almeno più lunga di 10 parole, ci metto impegno e mi piacerebbe avere qualche consiglio anche per migliorare.

6 RECENSIONI E CONTINUO

Grazie,
Ale (: xx

   
 
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