La maggior parte delle volte lei si
sveglia prima di me. La
sento muoversi per spegnere la sveglia del suo cellulare.
Il suo corpo di prima mattina è eccitante. Il suo viso
è soffice e le sue
labbra gonfie. La maglietta che usa per dormire scivola mentre si alza
e le
scopre la scapola e la spalla. I capelli arruffati legati in quella che
forse
ieri sera era una treccia.
La mattina si sveglia prima di me anche perché il suo lavoro
richiede che lei
sia in tribunale presto. Anche se non lo dice è fiera di
essere la prima ad
arrivare. Il più giovane socio del suo studio legale. E le
fanno anche
scegliere i casi. Il suo capo ha capito, come me del resto, che se il
caso le
piace le probabilità di vincere sono altissime.
si muove verso la cucina, ma urta contro qualcosa. Sorrido quando la
sento
imprecare nella sua lingua melodiosa e sexy. Ma lo fa
sottovoce, per non
svegliarmi.
Accende la macchina del caffè ancora incavolata nera. Ed
allora so che è mio
dovere alzarmi per farle tornare il buon umore.
Mi alzo come un bufalo, facendo uno scatto che vorrebbe essere felino.
La sento
ridere.
Probabilmente ha visto tutta la scena.
Mi chiede cosa voglia per colazione.
Stiamo insieme da anni, viviamo insieme da un po', eppure
non ha capito
ancora che la mattina bevo solo il caffè.
Ma credo che lo sappia. Eppure continua a chiederlo, perché vorrebbe che io mangiassi qualcosa. Le bacio la scapola e sorrido.
Prendo la caraffa del caffè appena pronto. Lei due tazze dalla credenza. Una blu e una verde. E il latte dal frigorifero.
La blu è la sua. Ama profondamente quel colore.
E io, che amo quella creatura pazzesca che mi guarda strizzando gli occhi, perché è senza occhiali, prendo la tazza blu e la riempio per un quarto.
Lei sa cosa sto per fare. Io prendo il latte e contro fino a tre versandolo. Poi prendo tre cucchiai di zucchero, l'equivalente di due bustine di zucchero. Prendo il cioccolato in polvere e gliene verso un po'.
Lei guarda tutti i miei traccheggi, ma non rimane ferma. Appena io poso la caraffa del caffè, lei la prende e versa una quantità spropositata di caffè nella tazza verde.
ci scambiamo le tazze e ci guardiamo. E io mi chiedo se durante la notte sono morto e questo è il paradiso.
Solo che ciò si ripete quasi ogni mattina.
Mentre facciamo colazione, di solito è il momento del programma. Lei mi chiede cosa farò quel giorno, io le rispondo. Io le chiedo se rimarrà in tribunale fino a tardi, lei grattandosi l'anulare ci pensa.
Mi chiede cosa voglio per il pranzo. Una domanda retorica. Nessuno di noi due potrà tornare a casa a pranzo probabilmente. Al massimo , se ci riusciamo, pranziamo insieme da qualche parte. Ma lei la farà lo stesso ogni giorno quella domanda. Mi dice che le sa di normalità.
Guarda l'orario e poi va verso il bagno. Lavandoci e vestendoci ascoltiamo musica alla radio. e qualche notizia. Ogni tanto le capita di perdere una parola e mi chiede di ripeterla.
Mi ha spiegato che ormai non pensa più in Italiano prima di tradurre in inglese il suo pensiero. Ma ciò non vuol dire che è infallibile.
La prima volta che l'ho sentita parlare la sua lingua è stata la nostra prima litigata. Uscivamo da una settimana esatta. E lei aveva scoperto di essere più grande di me. Non ho mai capito come la notizia di essere più grande di 2 anni, abbia comportato la nostra litigata.
Quest'anno io compirò 25 anni. Lei 27. Ma non devo ripeterlo ad alta voce se no mi lincia.
Quella volta mi lanciò un serie di insulti in Italiano. E quando il giorno dopo facemmo pace, le chiesi di tradurmeli. Uno per uno.
Finisce di vestirsi e si trucca leggermente. è indecisa se mettersi i tacchi alti. Io so che li metterà alla fine. è una lotta persa in partenza.
Spesso usciamo con una sola macchina. Anche se lei potrebbe avere un autista dello studio a prenderla, preferisco sempre accompagnarla io. Per godere della sua presenza per un altro poco.
Arrivati, lei si gira e saluta con un bacio. Le dico di stare attenta. Lei che mi chiamerà più tardi.
Tira fuori borsa e valigetta e si avvia verso il grattacielo.