Heather
Sono passati tre mesi da quello stupidissimo reality. Non ho più sue notizie. Dicono che sia un robot. Ho per la prima volta una sensazione di rimorso, il senso di colpa. Non mi era mai capitato. E dopo il senso di colpa è arrivata la depressione.
Non ho mai pianto! Sono stata pelata, presa per la cattiva della situazione e non ho mai avuto un’amica. Però non ho pianto!
Ora, per uno stupido casanova, piango. Apro le tende della stanza, sono le dieci di mattina. La luce mi acceca, quelle tende non vengono aperte da giorni. Vedo Duncan e Gwen che si sbaciucchiano e Courtney che piange. Nonostante questo lui fa l’indifferente. Non si può essere così crudeli di fronte a chi ti ha appoggiato per tanto tempo. Però io non lo dovrei pensare, ho tradito così tante persone! Scendo le scale, esco nel giardino dell’hotel.
Courtney mi avvicina e dice con aria allegra:” finalmente sei uscita!”. Io le rispondo:” si, non ce la facevo più! Però tu non devi far finta di essere allegra, quando sei tristissima!”. Una lacrima riga il suo volto:” hai ragione, ma non voglio farmi vedere così, sono patetica!”. Io la consolo:” e io? Chiusa in camera per una settimana a piangere, non pensi che sia patetica? Ma la tristezza non si può mascherare, non ci riuscirai mai!”. Lei finalmente ha un sorriso sincero e mi chiede:” vogliamo allontanarci da questo posto?”. Io la seguo. A furia di parlare siamo capitate su una spiaggia, quella della sfida, per la precisione. Un lapillo cade davanti a noi. Quel maledetto vulcano porta solo sciagura!
“maledetto…”. Mormoro a voce bassa. Ma Courtney mi sente.
“ti capisco, sono più o meno nella tua stessa situazione! A volte gli uomini ci fanno piangere più di un trattore che ti passa mille volte sul corpo!”.
Non posso che accennarli un sorriso. Guarda l’orologio.
“ si è fatto tardi! Devo andare! Vieni?”. Chiede lei.
“no, rimango qui ancora un po’!”. Le risposi io.
Mi siedo sulla spiaggia, quando sento quell’odiosa voce.
“ehm…non credo sia…”. Interrompo Chris dicendo” ecco, questa è l’ingiunzione del tribunale che i miei mi hanno fatto. Devi starmi minimo cento metri di distanza!”.
“uh, e perché tutto questo accanimento! Volevo consegnarti il tuo milione!” dice lui.
“cosa?! E pensi che in questo momento m’interessino i soldi?! Dimmi piuttosto come sta lui!”. Dico molto arrabbiata.
“ mh… non sta messo molto bene, è in un robot! Potrebbe ritornare normale dopo una costosa operazione!”. M’informa lui.
“ quanto costosa?!” chiedo io, in fondo con il milione in tasca è il minimo che posso farli!
“ venticinque mila dollari!”. Dice lui.
Apro la valigetta e gli consegno la cifra esatta in contanti.
“ecco, daglieli! È il minimo dopo quello che gli ho fatto!”.
E me ne vado via con senza un peso sulla coscienza.

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