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Autore: Hasya    09/07/2012    0 recensioni
E' strano come la vita riesca a sorprendere, sei arrivata lì, inconsapevole che fosse successo tutto questo, sei arrivata in Argentina, sperando di incontrarlo, di avere una sua foto con te, di riuscire a tornare nella tua città con il suo autografo e invece, hai avuto molto di più. Ti sei sempre chiesta, si può amare un sogno?
Si, perché certi sogni sono quella parte testarda, ostinata e resistente di ciò che continuiamo a volere e farci bastare ma che non ci è dato avere totalmente nella realtà, ma che tu hai avuto l'occasione di realizzare.
Prima One-shot, è un 'regalo' scritto per una mia amica, spero vi piaccia.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Sei appena tornata da scuola, ogni giorno è sempre la stessa routine, la stessa vita. Non accade mai nulla di nuovo, sempre le stesse cose, sempre gli stessi amici, la stessa città, gli stessi insegnanti, sopratutto quello di spagnolo, ci vorrebbe un insgnante più giovane, più carino e che sia nato in una città dove lo spagnolo si parli, ad esempio l'Argentina, invece no, sempre lo stesso vecchio e noioso insegnate. 

Ti rechi a piedi a casa, annoiata dalla scuola, ma consapevole che tra meno di due giorni, rimarrai a casa a dormire sognando il tuo idolo e seguendolo attraverso internet e social network, sposti la cartella di spalla in spalla, perchè ti pesa molto e cerchi l'acqua nella tua borsa per bagnare un po' i capelli o rischi un insolazione, dato che il sole è abbastanza forte. 
Arrivi a casa finalmente, stanca e affamata e ci sono i tuoi gentitori ad accoglierti con un sorriso che parte da un orecchio e arriva all' altro e guardandoli tu pensi che siano buffi, ma ti smentisci, hai sempre lo stesso sorriso quando guardi una sua foto e lo sai. 
E' il silenzio a dominare in quella stanza, strano.

-Dobbiamo parlarti- ed è tuo padre a rompere quello stranissimo silenzio.
-Ditemi- rispondi di slancio.
-Siediti- consiglia tua madre, come se ti stesse per confessare un grosso segreto, ma l'ascolti, troppo curiosa di sapere cos'è che ti devono confessare. 
-Andiamo in Argentina, per una settimana a fare visita ad un parente di tua madre- ed eccola, la notizia che aspettavi da tutta una vita e che stranamente ti si presenta d'avanti travolgendoti compltamente.

Della frase detta da tua padre, hai captato ben poco se non 'Andiamo in Argenti per una settimana', sei eccitata al solo pensiero, speri di incontrarlo, una settimana intera nella sua città, dov'è lui è nato, cresciuto, si è innamorato per la prima volta, ha pianto, sofferto ed ha avuto successo, grazie al quale tu lo hai conosciuto.

-Questo è un sogno- riesci solo a mormorare.
-Aspetta però con i tuoi piani piccola- ti ferma tuo padre- partiamo domani e al contrario di quanto pensi non è una gita piacevole.
-Parla per te- gli rispondi felice- vado a preparare le valige-esclami con una felicità e con un entusiasmo che non avevi mai manifestato negli altri viaggi fatti.

Corri in fretta sopra e prendendo la valigia, inizi a mettere oggetti che ti ricordano lui.
La maglietta con la sua foto, i suoi infiniti poster, le riviste che lo ritraggono, la macchina fotografica e tante penne, per prevenzione, non si sa mai, non vorrai mica farti scappare l'occasione di ritornare qui in Italia senza un suo autografo?

Non sia mai, non te lo perdoneresti mai. 

Dopo un intera giornata passata ad immaginarti l'incontro con il tuo idolo, vai in bagno a fare una rapida doccia per poi mettere il pigiama, prepari i vestiti per la partenza e ti infili nel letto con il condizionatore a minimo. E ti addormenti così, con mille pensieri in testa, con gli occhi fissi sulle tue valigie pronte e con il tuo idolo che è il protagonista dei tuoi sogni. 

Il giorno successivo, all'alba già sei in piedi, ti vesti e la tua famiglia è già pronta scombussolata dal tuo sivegliarti presto. Dopo ben quattordici ore in aere, atterate nella città tanto amata da te. Sotto all'aeroporto, c'è ad attendere il 'parente' che, forse tuo padre ti aveva accenato, ma tu eri troppo presa a sognare l'incotro con la persona che realmente ti interessava, è strano, ma anche se consoci da poco questo nuovo parente, già gli vuoi bene e lo ammiri. Cinque minuti d'auto e siete a casa, il tempo di vedere la tua stanza e già cammini per le vie di Buenos Aires con una macchina fotografica al collo per immortalare tutto di quella città e una borse in cui hai penne e oggetti di Peter. 

Cammini da un po' di tempo e ti ritrovi all'esterno di un campo da rugby abbandonato. Sei sicura di non trovarlo qui, ma, insomma la curiosità è donna e tu vuoi vedere da vicino un campo per comprendere meglio la passione del tuo idolo, così entri. Come immaginavi non c'è nessuno. 
Consapevole che nessuno ti osserva arrivi a centro campo e inizi a volteggiare, a correre, a saltare urlando il suo nome, le sue canzoni e tutto quello che ti passa per la testa. 

-Muy bueno- qualcuno esclama, ridendo.

Ti giri spaventata, dato che perchè eri troppo stanca ti eri distesa a pancia in giù e te lo ritrovi lì d'avanti, con la sua divisa di rugby di Alumni e tutta la sua bellezza. C'è tutto, ci sono i suoi nei, ci sono i suo capelli, i suoi occhi e il suo sorriso. Porti una mano alla bocca, per la sorpresa e la felicità di averlo finalmente avanti ai tuoi occhi. Ti ricordi della borsa, della macchina fotografica e di tutte le cose da fargli firmare, ma chi se ne frega!

-Hola- dice allora sorridendo e pensando che tu ti sia offesa.
-H-hola-balbetti solo.
-Como te llamas, princesa?- ti chiede ignaro del paradiso che hai dentro di te.
-Manuela, príncipe- dici solo.
-Que haces aca?- domanda con voce di una persona che vuole fare un rimprovero ad una bimba.
-No puedo- chiedi allarmata di aver fatto qualcosa di male.
-Si que puedes, juegos?- chiede, porgentodi la palla di rugby che poco prima reggeva lui tra le sue mani.
-Con vos?- domanda allora, eccitata.
-Ninguna mordida, le aseguro- ti dice scherzando. 
-No sabes jugar- confessi dispiaciuta.
-Dale, veni- ti dice afferandoti.

E iniziate a giocare, inizi a prendere confidenza con il lui anche in carne ed ossa, oltre al poster col quale parli incostantemente, immaginando una sua risposta. 
Causalmente lo colpisci con la palla e lui imbronciato si gira e ti afferra per i fianchi, lasciandoti cadere sulla finta erba. 

-Princesa, sos muy linda- e ti bacia.

All'inizio è uno sfioramento di labbra, ma ne vuoi di più, lui ne vuole di più e mordendo legermente le tue labbra, chiede l'accesso alla tua bocca, alla tua lingua e tu glie lo concedi. Con la sua lingua ti solletica leggermente l'ineterno della bocca, facendoti ridere e per una seconda volta, ti guarda imbronciato staccandosi. 

-Perdon- pronunci in un sussuro e questa volta è lui a ridere, ma prima che tu dica qualcosa, ti prende di peso come una vera principessa e ti porta negli spogliatoi. 

Ti stende su una delle tante panche e inizia di nuovo a baciarti, sei agitata e non puoi negarlo, ma quando inizia a baciarti il collo ti dimentichi di tutto e ci siete solo tu e lui, senza nessun ansia o preoccupazione. 
Arriva piano ai tuoi fianchi, alzando la maglia verde, il suo colore preferito. Lentamente la toglie completamente, lasciandoti in reggiseno. Continua a baciarti il collo, forse ha capito che è il tuo punto debole pensi, mentre gioca con il gancetto del reggiseno. Dopo un po' lo toglie definitivamente e ti senti in imbarazzo.

-Relajado- ti sussura, spostando le tue braccia, che coprivano il seno.

Continua a baciarti, le labbra, il collo, il seno, mentre tu cerchi di togliergli la maglia, ti mette parecchio in imbarazzo che lui sia ancora vestito e tu, preticamente sei quasi nuda, infatti mentre tu baci il suo petto, lui sbottona i tuoi pantaloni e li getta lontano da voi. 
Inizia ad accarezzarti, partendo dal seno, arrivando al ventre e spingendosi poi, in quel luogo che nessuno ha mai esplorato, e lentamente inizia ad accarezzarti, anche se sei in imbarazzo non riesci a respingerlo e quindi lo attiri di più a te, mettendo le mani nei suoi capelli e accarezzandoglieli. Continua a baciarti le labbra e a risalire con le mani alle anche togliendo anche gli splip, mentre tu cerchi di farlo alzare un po' per togliergli i pantaloncini della divisa, e lui è felice di aiutarti a togliere anche i suoi boxer.
 
-Me encantas, nena- ti sussura sensuale, prima di entrare in te in un unico movimento di bacino. 

Una lacrima scende dai tuoi occhi, sia per il dolore che per la verginilità appena persa. Siete lì insieme, in quel meraviglioso campo abbandonato, mentre tra passione e sospiri, lui è il tuo sogno che finalmente diventa realtà. 

E' strano come la vita riesca a sorprendere, sei arrivata lì, inconsapevole che fosse successo tutto questo, sei arrivata in Argentina, sperando di incontrarlo, di avere una sua foto con te, di riuscire a tornare nella tua città con il suo autografo e invece, hai avuto molto di più. Ti sei sempre chiesta, si può amare un sogno
Si, perché certi sogni sono quella parte testarda, ostinata e resistente di ciò che continuiamo a volere e farci bastare ma che non ci è dato avere totalmente nella realtà, ma che tu hai avuto l'occasione di realizzare.
 
 
 
 
   
 
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