Titolo: You're human after all
Autore: dio_niso
Fandom: Sherlock
Personaggi: Sherlock Holmes, John Watson, Mycroft Holmes, OC
Paring: //
Genere: double drabble, missing moment, fluff, generale, comico
Rating: verde
Word: 312 parole
Prompt: cene di famiglia per l'iniziativa Una ficcy... al PROMPT! di Contest & Challenge Mania
Disclaimer: non mi appartiene e non ci guadagno nulla
Note: Fa schifo, ma volevo partecipare e visto che mancavano giusto due ore alla mezzanotte della prima settimana, mi faccio bastare questo schifo \O/ Non è stata betata né letta in anteprima da nessuno, quindi se notate strafalcioni grammaticali, di sintassi e whatever avvisatemi e avrete il mio amore forevA
Il titolo è a casaccio è tratto dal testo della canzone Illusion – VNV Nation e non ci appizza nulla con la storia, ma voi fate finta di nulla :D

You're Human

after all

John riusciva ad immaginare la postura tesa di Sherlock anche senza doverlo guadare: gli bastava percepire tutta la tensione che emanava per rendersi conto che doveva essere agitato ed ansioso. Di cosa poi, John non riusciva a capirlo.
Non pronunciava parola e questo aveva dell'incredibile, soprattutto contando il fatto che proprio dall'altro lato del tavolo sedava Mycroft, il suo peggior nemico.
"Sherlock ti prego, smettila di essere così esagerato. Non vedi che stai spaventando il dottore?"
"Spaventando? No, Mycroft è solo... è solo strano."
"Non so di cosa voi stiate parlando, ma io sto benissimo! E non sono strano. Non più del solito, almeno."
"Ah ah, lo vedo" rispose Mycroft con un sorriso sghembo a cui John non seppe proprio resistere.
Appena Sherlock lo sentì ridacchiare lo fulminò con lo sguardo pronto a fargliene pentire, ma proprio quando John stava per implorare pietà una donna entrò nel salone. Vestita elegantemente aveva un bell'aspetto e all'apparenza John l'avrebbe classificata come una donna dolce e raffinata.
"Buonasera" disse con voce determinata spostando lo sguardo prima su Mycroft poi su Sherlock ed in fine su di lui.
Fu in quel momento che John comprese tutto: aveva gli stessi occhi di Sherlock e l'espressione annoiata di Mycroft: era la signora Holmes.
"Mamma" disse infatti Mycroft alzandosi per abbracciarla, e John poté sentire Sherlock invocare sottovoce tutte le divinità che conosceva, davvero poche, affinché aprissero una voragine nel pavimento e lo inghiottissero.
"Sherlock non saluti tua madre?"
"Certo che sì, mamma"
Sherlock mise su un broncio talmente infantile che mai John avrebbe potuto crederlo possibile: sembrava un bambino ripreso dalla madre perché non si comportava bene.

John decise che quella situazione, per quanto assurda, aveva un che di esilarante: si ripromise che appena ne avesse avuto occasione, avrebbe dovuto chiedere a Mycroft di invitarlo più spesso a quelle cene di famiglia.
Non avrebbe voluto perdersele per nulla al mondo.