Disclaimer: i personaggi sono
proprietà di Fujimaki Tadatoshi.
Frase in apertura dal capitolo 51.
Personaggi: Kagami Taiga, Kuroko
Tetsuya
Wordcount: 300 (fdp)
Assegnata da: OhBirds
Note utili: basata sui due match Touou vs Seirin.
No tears.
That day, we overwhelming… lost.
Il ricordo del primo scontro sono le parole rivolte a
Kuroko nello spogliatoio, che suonavano a metà fra una resa e un abbandono, che
avevano stretto l’anima e l’avevano calpestata, stracciata come carta, che
avevano calcato parole diverse e simili del passato, che avevano fatto rabbia.
Il ricordo della prima partita contro Aomine ha l’ansia del desiderio di
riscatto, la vulnerabilità della debolezza e l’instabilità della rabbia. La
fretta di raggiungere un obiettivo che sfugge di mano.
Mentre sono agli sgoccioli di una partita sentita e
distruttiva, mentre deve trovare la forza di saltare ancora una volta, di fermarlo in qualche modo, Kagami stringe
i denti, e quell’odiata sensazione di vulnerabilità e instabilità lo assale
ancora una volta.
A che è servito, farsi fraintendere allora, se poi è ancora debole?
A cos’è servito se ora non può fermare Aomine, se non riuscirà a rispondere
alla fiducia di Hyuuga – “Sei il nostro asso, hai due minuti per fare quello che vuoi” – e
al sogno di Kiyoshi, al desiderio di riscatto dell’intera
squadra?
Cosa deve fare, se le parole di Kuroko – “Io
credo in Kagami-kun” – dovessero incontrare niente più del silenzio della
sconfitta in cui perdersi o un muro di speranze disilluse contro cui
scontrarsi?
La verità è che ne ha viste abbastanza di lacrime, di sguardi delusi, di mani
che annaspavano nell’aria per afferrare una vittoria che hanno mancato, della
fatica che si fa per rialzarsi dopo.
Ha visto Kuroko distogliere lo sguardo da Aomine mentre il “suo basket” falliva,
e ha pensato che un calcio nello stomaco avrebbe fatto meno male.
Vuole vincere, e vuole farlo ora, perché “la prossima volta” non sarebbe
altrettanto “giusta”, non sarebbe lo stesso, loro non sarebbero gli stessi.
Li sfonderà, quel canestro e quel muro, e le parole di Kuroko non saranno state
inutili.
Non si perderanno chissà dove.
Non stavolta.