Storie originali > Favola
Ricorda la storia  |      
Autore: TapTap    10/07/2012    2 recensioni
"Ma tu sei una principessa!" E' nella sorpresa che i bambini mostrano la loro vera voce, è per questo che nella crescita si inizia a cambiarla, perchè è più difficile trovarsi davanti qualcosa che sorprenda per davvero un adulto. Così allora, il bambino, fece sentire la sua vera voce.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La principessa e il pirata



Sognava di essere trovata su una spiaggia di corallo una mattina dal figlio di un pirata

La principessa sentiva l'acqua bagnarle a tratti la lunga gonna, non ricordava quando si era fermata su quella spiaggia, ma la dolcezza di quel posto doveva essere stato tale da calmare il battito e il respiro fino a farla distendere.
Correva prima di arrivare su quella spiaggia, i muscoli tesi stanchi e il cuore che piangeva un dolore a cui gli occhi non partecipavano.
Poi c'era stata quella spiaggia e più nulla. Il rumore dell'acqua, il movimento del vento che spezzava i raggi del sole poco clementi.
La fuga della principessa era iniziata da un castello di cristallo, da uno specchio che rimandava la sua immagine ed era finita solo su quella spiaggia. Tutto era dietro di lei e il nulla davanti.
Rassicurata da quel nulla, la principessa era crollata sulla sabbia. Non stava aspettando, ma solo restava lì dove il nulla aveva la consistenza leggera dell'aria sulle spalle.
E di nulla si accorse intorno a lei se non del movimento di nuvole bianche che si rincorrevano nel cielo. Non vide quella piccola barca di legno scuro che si avvicinava con cadenza lenta e costante al nulla su cui era disteso il suo respiro e la sua anima. Solo quando la barca si insabbiò sulla riva, la principessa percepiì di non essere più da sola e allora sollevò il capo per guardare.
Davanti a lei se ne stava a gambe divaricate e mani su i fianchi una piccola persona. un bambino, pensò con un attimo di ritardo la principessa, che indossava un enorme cappello marrone da cui si intravedeva il bordo rosso di una bandana. Il viso mostrava un sorriso sdentato d'infanzia mentre sull'occhio destro una benda sollevata mostrava un'iride del tutto sana come la gemella. Una camicia bianca e dei pantaloni scuri messi in grossi stivali completavano il quadro.
"Io sono il figlio del Capitan BarbaVerde e questa è la mia spiaggia." Il bambino aveva una voce sottile, ma impostata in quel momento sulle note di un discorso tante volte provato, ma solo davanti al riflesso di uno specchio.
"Tutta la spiaggia." Accompagnò la precisazione con un gesto eloquente della mano su tutta la distesa di sabbia. La principessa si tirò a sedere e si mise solo a guadare quel bambino che comunque ancora le sorrideva.
"Ma tu sei una principessa!" E' nella sorpresa che i bambini mostrano la loro vera voce, è per questo che nella crescita si inizia a cambiarla, perchè è più difficile trovarsi davanti qualcosa che sorprenda per davvero un adulto. Così allora, il bambino, fece sentire la sua vera voce.
La principessa cercò di nascondere la corona che le era scivolata sulla sabbia, ma fu inutile, il ragazzino già le si era avvicinato e seduto su i talloni, osservava più da vicino quel tesoro.
"Lo sei?" Il bambino incalzò per una riposta che non aveva ancora ottenuto.
"Sì, lo sono." E la risposta della principessa venne fuori dalle sue labbra come un sospiro.
"Quindi i tuoi genitori sono il re e la regina di queste terre?" Il bambino continuava con le sue domande e non si preoccupava si poter essere o meno molesto per la tranquillità della principessa.
"Sì, lo sono." La principessa non si rese conto di aver usato la stessa risposta per due domande diverse, ma il bambino pirata, invece, percepì la stranezza e prese a guardare la principessa nello stesso modo in cui avrebbe guardato un granchio con le chele messe in testa al posto delle antenne.
"Quindi da grande farai la regina?" La principessa, in quel momento, sembrò visibilmente indispettita da quella domanda così diretta e personale.
"Tu da grande farai il pirata perchè tuo padre è un pirata ora?"
"Io da grande farò il pirata perchè è la cosa più bella che io possa fare!" Nella voce del bambino, ora c'era una convinzione ardente. I bambini, infatti, hanno forti e calde convinzioni per cose piccole, come il credere che essere un pirata possa essere la cosa più bella del mondo. Gli adutli dimenticano quel calore di convinzioni e finiscono per avere piccole e fredde convinzioni per cose troppo grandi che non riescono a reggere in quel modo. Sono pochi gli adulti appassionati come bambini.
"Ti faccio vedere. Vuoi?"
Il bambino tese la mano in direzione della principessa porgendole il palmo, lei esitò qualche istante, nella sua vita nessuno era stato così sfrontato da porgerle in quel modo una mano.
Perchè c'è davvero troppo di sfrontato in una mano tesa che  chiede di essere stretta.
Afferrò quella mano e d'un tratto intorno a lei fu tutto più grande. Gli alberi anche se lontani sembrano giganti minacciosi, i piccoli sassi che si nascondevano nella sabbia erano diventate grosse pietre ed anche la barca con cui il bambino pirata era approdato sulla spiaggia aveva le dimensioni di un ostacolo insormontabile.
"Oh!" Questa volta il piccolo pirata non era sorpreso, ma più piacevolmente divertito per qualche novità che gli era capitata davanti e la novità in questione era per l'appunto la principessa che ebbe bisogno di un attimo in più di comprensione e di osservare la propria mano stretta in quella del bambino per capire che non erano state le cose intorno a lei a crescere, ma il suo corpo a farsi più piccolo come quello di una bambina.
Poi non ci fu più bisogno di comprensione, perché montarono nella principessa tutte quelle sensazioni e sentimenti che solo da bambini si può provare, quando la comprensione coincide con l’esperienza. Ed allora la principessa bambina volle solo quello: muoversi, giocare, parlare e pensare come quel bambino perché quell’esperienza potesse diventare comprensione della sua vita.
L’unico pensiero divenne rincorrersi, nascondersi e lottare con spade di legno. I respiri affannati e divertiti si sostituirono ai sospiri, l’energia alla stanchezza.
“Come ti chiami?” Solo una pausa tra un gioco ed un l’altro ricordò al bambino che lui non conosceva il nome di quella principessa.
“Sole.” Ma non fu la sua voce a risuonare nell’aria, le labbra a muoversi si, furono le sue, ma non la voce. Era un richiamo lontano, ma che riuscì a strapparle via nuovamente un sospiro. Aprì gli occhi.

 

Chissà perché si è svegliata.

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Favola / Vai alla pagina dell'autore: TapTap