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Autore: Doe    10/07/2012    4 recensioni
DAL TESTO:
«Non sarà così per sempre, Elena», è tutto ciò che lui riesce a mormorare, il cuore privo di battiti stretto in una morsa, nel vedere il disgusto e l’incapacità di accettare la nuova natura sul volto della ragazza che ama. Ancora una volta.
Genere: Dark, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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What changed your mind, Elena?

 

Everything is intensified, when you’re a vampire.

When we hurt, we really hurt.

But when we love…

(Lexi, The Vampire Diaries)


 

Il giovane cervo balza repentinamente zigzagando tra pini e querce. Avverte la presenza del predatore, la sua pericolosa vicinanza… Ma non può prevedere la sua incredibile velocità.

Con un ultimo, rapido scatto, il vampiro afferra l’animale proprio mentre si trova ancora a mezz’aria, stritolandogli il torace e rompendogli, un attimo dopo, le ossa degli arti, così da impedirgli la fuga. Giusto un istante e il predatore mostra il suo vero volto, gli occhi infossati con le scarlatte vene pulsanti ben visibili, entrambe le arcate dentali ingigantite, due canini simili a zanne che luccicano una volta esposti alla luce del plenilunio. Affonda i denti all’attaccatura del collo della povera preda e inizia a bere con avidità. Quando ha prosciugato l’animale, lascia andare la carcassa con disgusto, fissandosi le mani sporche del suo sangue.

Nascosto da un paio di ciocche brune di capelli, scompigliati dalla corsa, il viso del vampiro torna ad essere quello di una bella e giovane ragazza dallo sguardo triste. Continua a fissarsi le mani, gli occhi ancora una volta pulsanti. Ma questa volta non sono iniettati di sangue, bensì di lacrime di coccodrillo cui non permette di rigarle le guance.

«Vorrei poterti dire che stai migliorando, ma dalle condizioni della tua camicia penso tu possa intuire che non è così.»

La ragazza non si volta, nell’udire il sarcasmo del vampiro alle sue spalle. Non lo ha nemmeno davvero sentito. Così, questi decide di aggirarla e le si para davanti, un po’ perché non ama essere ignorato, un po’ perché il silenzio di lei lo mette in ansia, anche se non lo ammetterà mai.

Gli occhi di lei, del colore del cioccolato fondente, sembrano urlare tranquillamente ai quattro venti tutto il turbamento della giovane vampira. Un’anima in pena che continua imperterrita a tormentarsi, divorata da sensi di colpa più grandi di lei.

«Non sarà così per sempre, Elena», è tutto ciò che lui riesce a mormorare, il cuore privo di battiti stretto in una morsa, nel vedere il disgusto e l’incapacità di accettare la nuova natura sul volto della ragazza che ama. Ancora una volta.

Lei alza la testa di scatto e lo inchioda con due occhi tanto grandi quanto lucidi. «Ah, no? E come sarà, Damon? E soprattutto quando? Perché io non ce la faccio, non più.»

Così come Elena impiega tutta la sua forza di volontà per non scoppiare in lacrime, Damon la impiega per impedire a se stesso di eliminare la distanza tra di loro e soffocare il suo dolore stringendola tra le braccia.

«Smettila di dire così. Sai anche tu che non è vero, sai anche tu che sei forte. Non è certo il primo ostacolo che devi superare. Ce la farai. So che ce la farai. E lo sai anche tu. Ricordi, Elena? Noi sopravviviamo sempre

«Io mi disgusto, Damon!», urla lei sull’orlo di una crisi.

«Falla finita, Elena.»

«No, falla finita tu! Continui a dirmi come mi devo comportare, mi dai istruzioni su come cacciare, ma quando ti dico che detesto ciò che sono con tutta me stessa, tutto ciò che sei capace di dirmi è che passerà. Beh, Damon, notizia dell’ultima ora: questo lo so già! E mi spaventa. Perché se smetto di provare ciò che provo verso la mia natura, perderò la mia umanità. E sarò un mostro! Come Klaus, come Rebekah…»

«Come me

Un brivido percorre la schiena di Elena, nell’udire il tono roco, quasi spezzato, con cui Damon pronuncia quella semplicissima domanda. Le si paralizza ogni muscolo, fuorché gli occhi, che corrono sul viso di lui, notandone finalmente l’espressione. E viene assalita dal senso di colpa. Ma che sta facendo? Troppo desiderosa di sfogarsi, non si è resa conto del peso che le sue parole possono avere su qualcuno che possiede la sua stessa identica natura. Sembra avercelo tatuato in fronte, quel dubbio, il vampiro dagli occhi di ghiaccio: “se prova disgusto verso la sua natura, prova disgusto anche per me?”

«Damon, no, non è quello che intendevo. Lo sai…»

«Certo.»

Doppiamente frustrata, la vampira afferra un arbusto per il tronco e un attimo dopo lo sradica. Ringhiando, lo getta più lontano che può. Mentre tenta di calmare il suo respiro, la sua frustrazione raggiunge il limite, rendendosi conto che i suoi tentativi di ribellarsi alle lacrime sono stati vani e che queste hanno preso a correre giù per le guance senza chiedere il suo permesso.

«Cosa speri di ottenere reagendo in questo modo?», è la domanda di un esasperato Damon alle sue spalle. «Puoi sradicare tutti gli alberi del pianeta, se credi che potrà servirti a qualcosa, ma ti assicuro che non ti farà ritornare umana.»

Elena si volta di scatto. «Perché mi fai questo?!», ringhia e si scaglia contro di lui, battendo i pugni sul suo petto senza metterci davvero forza. Per quanto stia odiando lui e la sua freddezza, in quel momento, non vorrebbe mai colpirlo davvero.

Lui le stringe i polsi e avvicina i loro volti, quando le risponde, senza mezzi termini: «Perché non sei una bambina, ma ti stai comportando come tale. E soprattutto perché non sei né la prima né l’ultima persona a diventare un vampiro.»

La ragazza si dimena, finché lui non allenta la sua presa, e gli da di nuovo le spalle.

«Insomma, Elena, cos’è che vuoi? Sei stata tu a scegliere di adottare la dieta-Stefan e a dire apertamente che volevi che fossi io ad insegnarti tutto ciò che so sull’essere un vampiro.»

Elena tira su col naso. «Probabilmente ho fatto la scelta sbagliata. Credevo fossi in grado di capirmi meglio di chiunque altro, ma vedo che non è così. Tu non sai come mi sento…»

Un sottile soffio di vento, quasi del tutto impercettibile ad un essere umano, ma non più ad Elena, e Damon è di fronte a lei, a inchiodarla con tutta la potenza del suo sguardo magnetico. «Invece

Elena scuote la testa, il respiro ancora mozzato. «Nel 1864, tu hai scelto di essere un vampiro.»

«Ti sbagli», tuona lui. «È davvero questo che credi? È questo che hai sempre creduto? Che a me piace quello che sono?»

Elena non sa cosa rispondere. È turbata, un’altra certezza che ha sempre avuto è stata appena sgretolata. Per di più, lo sguardo da psicopatico che Damon le sta rivolgendo, non le è particolarmente d’aiuto. Ma non importa, perché è comunque quest’ultimo a continuare.

«Elena, non so cosa ti abbia raccontato mio fratello, ma forse dovresti sapere che quand’ero in transizione avrei tanto voluto morire, e che è stato proprio Stefan a costringermi a trasformarmi. L’ho odiato e tormentato a lungo, per questo, fino ad arrivare a capire il suo punto di vista, il perché l’ha fatto e perdonarlo, dopo centoquarantacinque anni.»

Elena deglutisce. «Stefan non mi ha mai raccontato niente di quando siete diventati vampiri.»

«E allora cosa ti ha fatto pensare che all’epoca io volessi diventarlo?»

«Io… Non lo so. L’ho sempre dato per scontato. Sembri così a tuo agio, nei panni del vampiro, che non sono mai riuscita ad immaginarti diversamente. Credevo…»

«Credevi male», tuona nuovamente lui, e ha in volto la maschera dura che indossa ogni volta che qualcuno riesce a ferirlo. «Nel 1864, io non ho scelto di essere un vampiro. Ho scelto di stare per sempre con la donna che amavo. Ho scelto di donarle tutto me stesso, la mia umanità, la mia vita… Credendo che avrei avuto in cambio il suo amore. Invece sono stato dannato per l’eternità», sogghigna tristemente. «Che è un po’ quello che succede a tutti gli amanti più passionali. O pazzi. Dipende dai punti di vista.»

Per una manciata di minuti, il silenzio regna sovrano per tutto il bosco, fatta eccezione per la voce di un gufo, non lontano. Elena scopre che adesso anche la sua mente possiede la super-velocità vampiresca. La sente come divisa in due: una parte è sotto shock e sta ripensando alle parole di Damon, l’altra è sorpresa del fatto che non trova nulla di inquietante nello stare in un bosco, a notte fonda, col canto di un predatore in sottofondo, cosa che invece da umana le avrebbe sicuramente fatto venire la pelle d’oca.

«Quanto tempo ti ci è voluto per accettare la cosa

«Non sono ancora sicuro di averla accettata», ammette lui.

Elena lo fulmina. «Questo dovrebbe consolarmi?»

Damon alza i palmi. «Ehi, io sono qui per fare da istruttore, non da strizzacervelli.»

Elena alza gli occhi al cielo, nascondendo un sorriso. Poi, cala di nuovo il silenzio. Ad interromperlo, qualche minuto dopo, è di nuovo lei.

«Vorresti ancora essere morto nel 1864?» Non guarda il vampiro negli occhi. Non ne hai il coraggio. Naso all’insù, contempla la luna.

«Mi sembrava di essere stato chiaro, sul letto di morte. Non cambierei niente di ciò che ho fatto, per quanto la maggior parte siano errori. Conosci il perché.»

Elena arrossisce, al ricordo di quel discorso e del bacio che ne è seguito. Spera, invano, che lui non lo noti. Invece, eccolo farsi pericolosamente vicino e accarezzarle con dolcezza infinita una guancia, poi prenderle il volto fra le mani. «Elena, tu non perderai mai la tua umanità.»

Lei ha di nuovo le lacrime agli occhi. «Come fai a dirlo? Guarda cos’è accaduto a Stefan…»

«Stefan è diventato uno squartatore perché era solo. Aveva sperato nella mia presenza al suo fianco, ma io ero troppo accecato dall’odio e dal dolore per capire che aveva bisogno di me. Ma tu hai me. E Stefan, Bonnie, Caroline, Matt e Jeremy. Non sarai mai sola.»

Una lacrima delinea, silenziosa, la guancia destra di Elena, mentre gli sguardi dei due vampiri sono incatenati irrimediabilmente. Damon la raccoglie con il pollice e poi sorride. «Inoltre, sei la persona più cocciuta che conosco. Se non vuoi essere un mostro, stai sicura che non lo sarai.»

Adesso, anche Elena sorride, con gli occhi ancora scintillanti per via delle lacrime. E quando il silenzio fa sentire il suo peso, ancora una volta, Elena sembra rendersi conto che il suo viso è a pochi centimetri da quello di lui, che i suoi pollici le stanno sfiorando gli zigomi e che gli occhi di lei sono attratti, come calamite, dalla bocca di lui. Il suo cuore umano avrebbe sicuramente galoppato veloce, in quella situazione. O, più probabile, non avrebbe proprio retto. Le emozioni che prova sembrano già troppe per un vampiro, figurarsi per un essere umano.

Damon interrompe la tensione e quella tortura, fiondandosi con grande ardore sulle sua labbra. Dapprima, lei ricambia il bacio, troppo vogliosa per rinunciarvi. Si abbandona agli impulsi, che portano le sue mani tra i capelli corvini di lui, e la sua lingua a gustare - per la prima volta, da quando è un vampiro - la sua. Finché una parte del suo cervello, chissà come rimasta lucida, la porta a mettere le distanze a velocità sovrannaturale.

Damon apre lentamente gli occhi, sorridendo amaro, come se lo fosse aspettato ma sperava ugualmente che non succedesse.

«Non posso», mormora lei, fissandolo a distanza.

«Falla finita, Elena.» Ripete le stesse parole di poco prima.

Elena è basita. «Come?»

«Hai sentito bene. Smettila di mentire a te stessa.»

«Damon io… Non mi sembra il momento adatto per discutere di questo. Ho già abbastanza problemi.»

«Sto solo cercando di risolverne uno. O, forse, entrambi.»

«Baciandomi?!»

«Elena, vuoi sapere cosa spinge chiunque a vivere, vampiro o umano che sia? Una ragione. Qualcosa per cui esistere. Qualcosa per cui vale la pena. Per centoquarantacinque anni, io ho avuto solo due ragioni: la vendetta nei confronti di mio fratello, e poi la speranza di ritrovare Katherine. Da quando ti ho conosciuta, l’unica ragione di questa mia non-vita sei tu

«Damon, io…»

«Devo farti una domanda, Elena. O forse è il caso che tu la faccia a te stessa.» Elena lo guarda, più intimorita che curiosa. «Perché sei un vampiro?»

Si innervosisce. «Che intendi dire?»

«Esattamente quello che ho detto. Perché hai scelto di diventare un vampiro? Perché, se detesti tanto la nostra natura, non ti sei semplicemente lasciata morire, anziché completare la transizione?»

«Avresti preferito che morissi?»

«No, Elena. Non potrei mai volere una cosa del genere. Ma né io né Stefan ti avremmo ostacolata, se tu avessi deciso di non voler diventare un vampiro. Stefan perché rispetta le tue scelte. Io perché ho già quasi commesso l’errore di farmi odiare da te per sempre una volta, e non intendo ripeterlo. Se avessi scelto di morire, dopo essermi assicurato che mio fratello poteva cavarsela bene anche senza di me, ti avrei seguita a ruota.»

«Smettila di dire queste cose.»

«È la verità, Elena. E devi imparare ad accettarla, se non vuoi che continui a rivoltartisi contro. Non posso vivere senza di te. E tu? Quale ragione hai dato tu, alla tua non-vita? Per chi vivi, Elena? Quando stavi con mio fratello e dicevi di amarlo follemente, e che sarebbe stato sempre Stefan, anche se non riuscivi a pensare al per sempre, tu non volevi diventare un vampiro. Non l’hai mai voluto. Allora perché sei qui? Perché hai voluto me come insegnante e non Stefan, che sarebbe stato sicuramente più adatto?»

Elena tiene lo sguardo basso, le pupille che alternano repentinamente destra e sinistra. Si sente in trappola, consapevole di dove Damon vuole andare a parare. Quest’ultimo, lentamente, le si fa vicino. Quando è alle sue spalle, le soffia le parole direttamente all’orecchio. «Cosa ti ha fatto cambiare idea, Elena? Sappiamo entrambi che ricordi tutto ciò che ti ho fatto dimenticare, a iniziare dal nostro vero primo incontro. Ricordi come ti sei sentita? Ricordi ciò che hai provato? Ricordi ciò che realmente hai sempre voluto? L’avventura, la passione, il pericolo… Un amore che ti divora. Dammi pure del presuntuoso, se vuoi, ma quella notte io ti ho augurato me stesso.»

Elena ha perso l’uso delle corde vocali da parecchio, ormai. La mano di Damon, mentre parlava, ha preso a delinearle il viso, correndo poi lungo il suo collo, e adesso percorre il suo petto, semi-scoperto a causa dei bottoni della camicetta saltati durante la caccia, che lasciano intravedere il pizzo del reggiseno. Elena chiude gli occhi, abbandonandosi alle sue irresistibili carezze, desiderando che quelle mani percorrano il suo corpo per intero.

Damon non aspetta davvero una sua risposta. In cuor suo, la conosce già. E sa che vale anche per Elena, ma che dovrà ancora lottare perché lo ammetta. Ho un’eternità per farlo, pensa. La sua mano scivola pericolosamente, lungo tutta la lunghezza della pallida camicetta di lei.

«Perché sembra tutto ancora più complicato, se in realtà non lo è?», mormora Elena, in estasi. Lui, ancora alle sue spalle, le sta baciando il collo, pizzicandola piacevolmente con i suoi canini. La sua mano è scesa fino a raggiungere i suoi jeans, li sbottona e, superato il sottile ostacolo degli slip, inizia a darle piacere.

«Perché tutto è più intenso, quando sei un vampiro

«Più intenso?», geme Elena.

Damon annuisce, lasciandosi cadere all’indietro sull’erba e trascinando giù anche lei. Un attimo dopo, la sovrasta. «Permettimi di mostrartelo.»

Elena, appropriandosi con foga delle labbra di lui con le proprie, acconsente. Il gufo abbandona il suo canto. L’unico suono, tra gli alti alberi di quel fitto bosco, è quello della stoffa dei loro vestiti che, rapidamente, si lacera.


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L'angolino dell'autrice


Qualcuno vuole gentilmente spiegarmi per quale motivo, anziché dormire come tutte le persone normali, trascorro le mie notti a immaginare e poi scrivere di getto possibili "situazioni-Delena"? .-.

Non sono neanche sicura che quest'ultima shot abbia un senso, un nesso logico e soprattutto se il discorsetto di Damon era chiaro. C'è una parte di me che è triste per l'addio alla Elena umana, e un'altra che invece non vede l'ora che inizi la quarta stagione nella speranza di trovarci scene simili.

Il rating è arancione. Non credo sia necessario il rosso, no?

Fatemi sapere il vostro parere su questa mezza follia.

Lisa 

   
 
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