Take
me to Wonderland
Una figura alta e snella, androgina, percorreva a
grandi passi il
corridoio del suo grande castello
di
ghaccio, facendo frusciare il lungo mantello nero contro il freddo
pavimento.
Adorava far visita al suo ospite
di tanto in tanto, lo rilassava, lo divertiva quella conversazione a
senso
unico, quel suo monologo così pieno di spunti, di fronte a
quella figura così immobile.
Aveva reso innocuo il miglior soldato,
il paladino del precedente re, che quel regno avesse mai avuto prima di
essere
sottomesso alla sua volontà; era il suo orgoglio, era il
simbolo della sua
forza incontrastata, del suo potere. Loki di Asgard aveva conquistato
quel
regno in poco più di un giorno, nessuno poteva contrastarlo.
Era stato così facile
che se ci ripensava gli veniva da ridere.
Aveva sottomesso quell’inutile popolo,
aveva usato ogni mezzo, erano
nati per essere governati.
Decisamente il suo castello era una chiara
rappresentazione di tutto
questo: freddo, di ghiaccio,
imponente, assoluto.
Unico.
Proprio come le invenzioni che il vecchio Stark vi
aveva lasciato. Ah,
un mortale davvero pieno di ingegno a quanto sembra.
“Jarvis!” tuona a voce alta,
entrando nella sala del trono, il suo
trono, sorvegliato dai chitauri.
“Si, Signore?” la voce si
levò fino al soffitto, incorporea,
immateriale.
“Oggi sono particolarmente preda della
mia vanità” sorrise, sedendosi
sul suo trono, accavallando le lunghe gambe con eleganza. Era
particolarmente
annoiato quel pomeriggio. “Quindi dimmi, Jarvis, chi
è il più bello e geniale
del reame?” .
La risposta era sempre stata la stessa, quel
“Sei tu” che tanto lo
divertiva e compiaceva. Fino a quel momento, almeno.
Infatti proprio di fronte alla sua testa si
materializzò un’immagine:
un uomo vestito con abiti inconsueti, una maglia nera con uno strano
disegno e
dei pantaloni attillati dello stesso colore.
Aveva un viso perfetto, contornato da una barba
perfettamente curata, i
capelli corti leggermente scompigliati dal vento.
Sembrava dormire, in un prato fiorito.
Nel suo regno! Come osava?
“CHI E’ QUELLO?”
tuonò, alzandosi di scatto, furioso, ergendosi di
fronte a quell’immagine, che si dissolse in una nuvola di
fumo.
Nessuna risposta.
Si stava innervosendo, gli aveva rovinato la
giornata.
“JARVIS! DIMMI CHI
E’!”
Lui era Loki, il Dio dell’inganno e di
quel regno, come osava
omettergli la verità?
“Nessuna informazione è stata
trovata, Signore”
“TROVATELO!!”
Nello stesso
momento, dall’altra parte del regno…
Apro gli occhi e subito la luce del sole che filtra attraverso quelle che mi sembrano fronde degli alberi mi ferisce con una forte fitta alla testa che mi fa lamentare sonoramente. Mi contorco appena, prendendomi la testa tra le mani.
Fa male, cazzo.
Ma… fronde degli alberi?
Riapro gli occhi di scatto, trovandomi sotto un grande albero in fiore, ai margini di quello che mi sembra un sentiero sterrato. Tutto intorno una distesa che mi sembra infinita di fiori ed erba.
Come è possibile? Penso mentre mi metto seduto, tenendomi ancora la testa dolorante con una mano, stringendo i denti.
Stavamo combattendo contro quella prima donna equivoca di loki, stava invadendo New York con il suo esercito, il governo stava lanciando una testata nucleare per evitare che la minaccia si diffondesse a livello globale e… e io l’ho dirottato nel portale e…
Mi lamento ancora, per un’altra fitta alla testa.
Non ricordo altro. Buio. Completo e totale.
E poi questo.
Cerco di mettermi in contatto con lo S.H.I.E.L.D. tramite l’auricolare che dovrei ovviamente avere, ma di questo non c’è traccia.
E non solo di quello, realizzo, toccandomi il petto: il reattore. Non è possibile. Il reattore mi tiene in vita, fa in modo che quelle maledette schegge non raggiungano il mio cuore!
Alzo la maglietta dei Black Sabbath e rimango un attimo attonito di fronte al mio petto; non c’è niente. È tutto normale, come qualche anno fa. Nessun segno, nessuna cicatrice. Niente.
Ma cosa…?
Dove sono?
E soprattutto, come ci sono finito?
Un rumore familiare, un rumore metallico, robotico, mi fa voltare con la testa alla mia sinistra.
“Ferro vecchio!” esclamo vedendolo in mezzo a quel sentiero, facendo forza su una mano per alzarmi. “Ehi ferro vecchio, vieni qui!”.
Ho sempre sostenuto che sia un po’ suscettibile, ma questo non lo autorizza ad ignorarmi, girandosi dall’altra parte ed andandosene.
Giuro che lo regalo ad un qualche laboratorio scolastico di infima categoria!
“Fermo! EHI!” gli corro dietro.
Ancora niente, non si ferma.
Ad un bivio credo davvero di averlo perso mentre mi guardo intorno smarrito, la strada che si biforca in maniera identica, ma ancora una volta richiama la mia attenzione con un suono. A destra.
A che gioco stai giocando, ferro vecchio?
Improvvisamente il sentiero si perde in un bosco e stargli dietro mi risulta innaturalmente difficile. È impossibile, non potrebbe neanche muoversi su un terreno come questo.
“Aspetta!”
Se avessi la mia armatura la spianerei questa foresta! E poi ci costruirei una Stark Tower! Sì, un’altra, visto che la mia è stata parzialmente distrutta da quel rockettaro rivelatosi poi non così tanto arrendevole.
Il terreno cede sotto ai miei piedi e mi sento cadere.
Rotolo giù sul terreno, cercando di rallentare la mia discesa con le mani, sporcandomi i vestiti di terra, fino a ritrovarmi in una piccola radura dove la luce filtrante dagli alberi crea strani giochi di luci ed ombre, lamentandomi per il contraccolpo.
Analisi della situazione: dolori ovunque, nessuna ferita visibile, perdita dell’orientamento.
Bene, mi sono definitivamente perso.
Ma potrebbe andare peggio.
Un fruscio sinistro alle mie spalle mi contraddice all’istante, costringendomi a voltarmi di scatto, rialzandomi in tutta fretta, il respiro irregolare.
Potrebbe andare peggio… o forse anche no.
[NdA]: ebbene sì, l’ho fatto, ho mischiato gli Avengers con le fiabe, o almeno ho appena iniziato a farlo xD e sinceramente posto il capitolo in tutta fretta perché voglio anticipare l’uscita di “Biancaneve e il Cacciatore”, dove c’è il nostro Chris J, tanto per evitare che a qualcun altro venga l’idea.
E sì, il mio amato Ferro Vecchio qui fa la parte del bianconiglio xDDD
Ah, e se ci avete capito poco o nulla non preoccupatevi, è normale che sia contorto. Sì. *fa l’occhiolino*
E’ solo un esperimento, non so neanche se la continuerò, ma per ora spero che vi sia piaciuta.