- El
fantasma Enamorado
- Il
fantasma di Tazio
- Il
suo apparteneva a quella categoria di amori impossibili per cui non
vale
neanche la pena di sperare, nemmeno attendere. Uno di quegli amori che
- seppur senza un cuore – fanno
ammattire e
disperare, piangere lacrime che non c’è possibile
versare. E il suo era uno di
quegli amori così forti e incontrastabili per cui si
è disposti a sacrificare
proprio tutto di noi stessi, anche la vita, se è per rendere
felice l’altra
persona. Uno di quegli amori ignoti all’altro e non per
volontà propria, forse
di quel destino crudele che ha voluto che i due si incontrassero
così, dopo
secoli di attesa da parte di uno dei due. Uno di quei semplici e puri
amori per
cui un sorriso caloroso e un cuore che ancora
batte vigoroso, ci rende viva la
giornata. Soltanto questo.
- Una
mattina sì e una no, una giovane contadina dai capelli rossi
e gli occhi verdi,
giungeva al cimitero e davanti alla lapide di suo nonno cominciava a
parlare e
a desiderare che egli ascoltasse la sua voce per consigliarle.
- Era
una ragazzina molto sognatrice e vivace, legata molto a quel nonno che
aveva
perso all’età di dodici anni. Emma Turner,
credendo d’esser sola ogni mattino
che giungeva là, si lasciava andare con le sue parole e
osservava il paesaggio
Australiano da sotto l’albero del cimitero, mentre dava il
buongiorno all’uomo.
In realtà lei sola non c’era mai poiché
i suoi begli occhi verdi e la vitalità
del suo animo, avevano attratto fin dal primo giorno lo spirito di un
fantasma
dal nome Tazio.
- Il
fantasma di Tazio
apparteneva a un nobile del 1600 che
era morto all’età di diciassette anni, dopo aver
preso la broncopolmonite. Egli
aveva occhi blu come il cielo e i capelli scuri ricadevano scomposti
sulle sue
spalle, formando una graziosa cornice del suo volto magro.
- La
vedeva arrivare al mattino, un giorno sì e uno no, e la
attendeva estremamente
interessato alla sua vicenda proprio sotto quello stesso albero, a
forse
neanche un metro da lei, mentre l’ascoltava ridere e parlare.
Soffriva molto
quando scorgeva all’improvviso sul suo volto calare un velo
di tristezza
inaspettato e le sue storie sulle vicende di suo nonno e lei bambina
gli piacevano
talmente tanto che ascoltarle, diveniva ogni volta sempre
più piacevole. Solo
che il fantasma non era soltanto triste per questo, egli soffriva
perché in
realtà non poteva esserci storia tra un fantasma e una
ragazza in carne ed ossa
come Emma Turner. E non poteva permettere che le accadesse nulla solo
per il
piacere di averla nell’al di là per avere con lei
una storia d’amore. Quel nome
tanto delizioso se lo rigirava sempre nel palato, come quei pregiati
liquori di
cui aveva goduto la bellezza d’assaporare in vita e
l’Australia era l’ultimo
continente che aveva visitato, prima di morire e pregare di esservi
sepolto lì
gli ultimi istanti di vita.
- Amava
quel territorio. Amava quella voce e amava gli occhi della ragazza che
lo aveva
fatto innamorare, nonostante ci fossero di mezzo la vita e la morte a
separarli
e due epoche molto lontane tra loro poiché Emma era nata nel
1781 e, tra le
altre cose, era persino di un’altra classe sociale. Oh, ma se
anche fosse stato
avrebbe rinunciato a tutto quanto per lei.
- Così
il fantasma avrebbe continuato ad attendere il suo arrivo al mattino, a
pregare
che tornasse sempre, osservandola senza poter essere visto e ad amarla
senza
poterla vedere ricambiare quel sentimento a lei ignoto.
- Fu
questo… l’amore di un fantasma per la sua bella
contadina dai capelli rossi.
Soltanto questo.