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Autore: KyleAndrewCole    10/07/2012    1 recensioni
Questa storia inizia con una profonda autocritica, in forma ironica, di una ragazza. Inizialmente, Katie è una ragazza piuttosto riservata, una tutta " casa e Chiesa", ma poi incontrerà Zayn, l'uomo che le cambierà la vita.
Si sposeranno, anche se con qualche problema, e Katie rimarrà incinta. Zayn si era in precedenza arruolato e viene chiamato in guerra: parte lasciando la moglie che portava suo figlio in grembo. Manterranno un contatto tramite lettere, ma l'ultima lettera di Zayn non arriverà a destinazione poiché il messaggero viene ucciso. Zayn torna a casa, ma uscito dal treno si accorge che non c'è nessuno ad aspettarlo, come aveva richiesto nella lettera e allora va via. Il figlio lo cerca e inizia un viaggio in giro per il mondo, ma viene ucciso in una rissa. Zayn decide di uccidersi per solitudine e così Katie diventa pazza perché dice di vedere il marito e il figlio nell'alba che si rispecchia sul lago ogni mattina.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1

 

 

Mi vuoi sposare?

 

 

 

 

 

 

 

Come tutte le bambine ho sempre sognato di possedere un unicorno come animale domestico, che mi potesse portare in groppa, cavalcando l’arcobaleno e avere una collezione completa di bambole.
Come tutte le adolescenti ho desiderato che fosse possibile mangiare sconsideratamente e non pesare neanche un grammo in più, oppure aprire l’armadio e trovare dentro milioni di scarpe e accessori, vestitini e pantaloni, gonne e magliette di mille e più colori diversi. Sia da piccola che da adolescente ho sempre avuto bisogno che mia madre mi rimboccasse le coperte e che mi raccontasse la storia di Raperonzolo, la mia preferita. Quella storia mi ha illuso fino ai diciannove anni, perché mai un principe si era presentato su un cavallo, ma nemmeno un ragazzo comune su una bicicletta o un clown su un monociclo: ero una vera e propria zitella che lasciava i capelli lunghi fuori dalla finestra ma l’unica cosa che si avvicinava a quei capelli erano gli insetti. Avevo dato il primo bacio per penitenza al gioco della bottiglia e non è stato per niente bello. Ricordo quella scena come se fosse ieri: ero obbligata a baciare Mark Cole, il play-maker della squadra di basket della scuola. Mark da gran donnaiolo che era (cambiava ragazza ogni volta che usciva dallo spogliatoio a fine partita e aveva festeggiato…) aveva sicuramente più esperienza di una ragazza il cui sogno erotico più perverso era fare baciare un Ken e una Barbie, e quella ragazza ero io. Non sapevo nemmeno come si baciasse e diventavo rossa per la vergogna nel dire ciò alle mie amiche. Dovevo farlo e lo feci, ma fu terribile: gli misi tutta la lingua in bocca fino a farlo tossire e da quel momento a scuola mi chiamarono la lingua che uccide. Ricordo che piansi per settimane e come se non bastasse avevo i miei genitori contro poiché volevano che io rimanessi pura fino al matrimonio (ma non avevo perso la verginità, avevo solo dato un bacio!!!). Ritornata a scuola, dopo qualche giorno, la gente mi guardava basita, come se fossi un mostro. Mentre pensavo ancora a ciò che avevo fatto e realizzavo di non avere più una reputazione, il destino decise di punirmi, ancora. Mark, il ragazzo della festa, sbucò improvvisamente dal corridoio in cui mi stavo dirigendo e ci scontrammo: gli ruppi un labbro e a me si ruppero gli occhiali e si rovinarono i libri. Non sapevo come scusarmi, anche se lui mi disse che non era successo niente, sebbene sembrasse che io in tutti i modi stessi cercando di ucciderlo, dato che lo stavo facendo morire soffocato con la lingua e lo avevo appena colpito in piena faccia. Mi rialzai, ripresi i libri e corsi subito a lezione, ma anche in classe c’era gente che ciarlava e parlava vanvera e senza cognizione di causa su ciò che era successo, e su di me.
Ero la barzelletta della scuola: bastava pronunciare il mio nome a mensa ed esplodeva un boato di risate. Tutti mi guardavano e ridevano, mi sentivo fissata ed indicata. Ma ciò che mi faceva ancora più male, e a mio avviso era molto più grave, era la reazione dei miei genitori: avevo perso completamente la loro fiducia e mia madre non mi rimboccò più le coperte né mi racconto più la storia di Raperonzolo ( per dire la verità l’unica cosa che mia madre e mio padre mi dicevano erano rimproveri ). I miei genitori mi avevano anche vietato di uscire il sabato, ma non per punirmi: mi avevano vietato di uscire fin dalle scuole medie. Ciò aveva molta influenza alla mia vita sociale: infatti oltre le mie amiche la massima espressione di vitalità si celava dietro il criceto che tenevo in una gabbia nella mia stanza, se voglio escludere il volontariato nella casa di riposo e al circolo degli anziani. Mi sono salvata da questo inferno andando al college, dato che andai a studiare fuori. Al college avevo una stanza che dividevo con due ragazze Claire e Martha, che non erano delle sante. Infatti ruppi la promessa fatta ai miei genitori molto prima del matrimonio.
Al college conobbi un ragazzo che si chiama Zayn Anderson e adesso io mi chiamo Katie Anderson. Sì, ci siamo sposati, ma non è stato tutto così facile. Era mio compagno durante le lezioni di economia e diritto e dato che io ero l’unica in quella classe che prendeva appunti durante le lezioni, tutti erano costretti a frequentarmi e quindi lui …
che se ne fregava delle lezioni dato che era un sporco riccone e passava gli esami grazie ai soldi che suo padre dava alla commissione, non mi conosceva neanche. Quindi sono stata io a farmi avanti, anche se non come desideravo. Come al solito la mia entrata in scena è stata da perdente e sfigata. Era un sabato pomeriggio, e proprio come ogni sabto pomeriggio vi era una festa nei dormitori del college: i corridoi si traformavano in piste per  gare , i divani e le scrivanie in posti dove nascondere i cocktails. Di solito non bevevo molto, ma quella volta ero tanto ubriaca da essergli svenuta davanti in intimo. Quando mi sono svegliata lui era appena uscito dalla doccia e io sdraiata sul suo letto coperta da ciò che indossavo ( reggiseno e slip ) e un lenzuolo. Ricordo che gli chiesi se fosse successo qualcosa tra di noi e lui mi rispose che purtroppo non era successo niente. Da quel giorno iniziammo ad uscire insieme  fino a quando non decidemmo di avere una relazione più seria e quindi di fidanzarci. Finito il college tornammo ognuno a casa nostra e anche se abitavamo lontano, io e lui eravamo in costante contatto. Dopo un anno decisi di presentarlo ai miei. Questo incontro è stato disastroso, proprio come nei film. I miei odiavano Zayn e Zayn odiava ai miei anche se non voleva farmelo capire e faceva di tutto affinché i miei lo apprezzassero  almeno un po’. Per fortuna io non feci lo stesso effetto alla sua famiglia, e mi accolsero volentieri. Siamo stati fidanzati ufficialmente per un anno e poi, durante una romantica passeggiata in riva al mare lui mi fece una domanda che mi cambiò totalmente la vita. Come poteva pensare ciò? Era ovvio che volevo un cambiamento e avevo sempre desiderato avere una famiglia, dei bambini. Infatti gli risposi chiedendogli se fosse scemo inquanto non poteva lasciarmi. Mi aveva chiesto di prenderci una pausa e io piangendo gli risposi di sì, però diventati una maniaca ossessiva. Gli chiamavo con più frequenza in questo periodo che quando stavamo insieme e lo pedinavo: quando lo vedevo entrare in un bar o passeggiare con una ragazza, piombavo dal nulla davanti a lui e la ragazza, imbarazzata dai miei comportamenti andava via. Conitnuò così per circa tre mesi, fino a quando i suoi genitori, sotto mio assedio mentale, lo convinsero a farlo tornare insieme a me. E ora che stiamo insieme sono abbastanza felice. Oggi mi porterà vedere la luna, in riva al mare e sono così emozionata: ho un po’ di paura poiché l’ultima volta mi ha lasciata, proprio nello stesso posto però mi fido.
Viene a prendermi con la macchina tra qualche ora e quindi inizio a fare la doccia e a prepararmi.
Quando sono pronta mi accorgo che non ho ancora scelto né orecchini, né collana e manca meno di un’ora all’appuntamento. Entro nel panico, non so cosa fare : meglio una collana verde o gialla su un vestito blu elettrico? Alla fine prendo la verde e esco di corsa, poiché Zayn era lì sotto da più o meno un quarto d’ora. Mentre siamo in macchina lui sembra molto concentrato nella strada e io molto concentrata al come reagire in qualsiasi situazione. Arrivati apre la portiera e mi fa scendere prendendomi per mano, quasi come le principesse quando scendono dalla carrozza. QUASI : mi fa scendere col mio tacco dodici in una pozzanghera, scivolo e perdo la grazia della principessa. Recuperato questo pessimo inizio la serata si fa molto più romantica : parliamo molto e mi sembra che l’aria sia molto più distesa. Non sembra volermi lasciare, ma allora cosa vuole?
Finito di mangiare e pagato il conto mi porta in spiaggia e mi dice:

-         Levati il tacco dodici, non vorrai cadere di nuovo… -

-         Sì! Però mi sporco le calze!-

E allora scopro un altro suo lato: compie la prima cosa gentile in tutta la sua vita. Gli salgo sulla schiena e mi porta fino in riva al mare dove, levate le mie preziosissime calze, ci bagnamo i piedi. Mentre parliamo un po’, i piedi ci vengono sfiorati dalle onde e la luna si riflette sull’acqua, esce dal taschino una scatola e mi dice

- Amore, so che non mi sono sempre comportato bene con te e so gli errori che ho fatto per questo ti chiedo di perdonarmi.-

- Non ti preoccupare, anche io ho sbagliato anche se ovviamente molto di meno rispetto a te.-

- Sempre modesta, eh.. Comunque dal momento che mi hai perdonato e sono più di sette anni che ci conosciamo cosa mi risponderesti se ti facessi la domanda “ mi vuoi sposare?”-

- Ovvio che sì!!!-

- Perfetto.. Così la prossima volta sono certo che mi dirai di sì-

- Prossima volta? Cosa c’è in quella scatola?-

- Il mio portasigarette nuovo! Ti piace amore?!-

Mi sono alzata con gli occhi che mi uscivano dalle orbite e mentre vado via  lui mi prende la ma no e mi dice

-         Amore, sto scherzando! Mi vuoi sposare?-

E io come tutte le donne innamorate del proprio ragazzo gli rispondo, dicendo

- E l’anello?-

- L’amore non si può concretizzare in un anello… Comunque eccolo!-

Tutto è bellissimo, soprattutto l’anello.

Mi riaccompagna a casa, ma io non dico ancora niente ai miei: vado a letto e mi addormento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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