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Autore: KillerQueen86    10/07/2012    5 recensioni
SERIE:Quarta stagione con Rose
Una volta che il Tardis si fermò il Dottore, uscì per primo, Rose e Donna uscirono subito dietro trovandosi davanti a loro un antico mercato, un via vai di persone vestite con toghe e sandali ai piedi e un'aria calda ed estiva.
"L'antica Roma." Annunciò il Dottore guardando le sue compagne. Si fecero avanti, inoltrandosi nel florido mercatino.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Donna Noble, Rose Tyler
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Quarta stagione con Rose'
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I Focolai di Pompei

 

Note dell'autore: Eccovi il primo capitolo di "I Focolai di Pompei", episodio che amo tantissimo e che ogni volta mi emoziona tantissimo.

Scusate il ritardo, volevo aggiornare Domenica ma il caldo me lo ha impedito, difficile scrivere quando ti sudano perfino le dita delle mani, cmq spero tanto che continuerete a leggere questa stagione.

 

 

Capitolo I

Un viaggio inatteso

 

Rose dopo una bella dormita e una calda doccia, andò verso la cucina del Tardis, intenzionata a fare una ricca colazione e preparare il tè per il Dottore, che sicuramente era troppo impegnato a lavorare sul Tardis per rendersi conto del tempo passato.

In cucina si sorpresa nel trovare già sveglia Donna, anche se dalla sua espressione non sembrava una sua scelta. Era seduta con la testa fra le mani e i gomiti appoggiati al tavolo, la testa bassa e davanti a lei una tazza fumante di caffè.

"Buongiorno." La salutò iniziando a preparare il tè per il Dottore, come risposta al suo saluto, Donna borbottò qualcosa, Rose prese una tazza di caffè e si mise seduta davanti a lei.

"Dormito male?" chiese dolcemente con un piccolo sorriso.

"Dormito?" chiese Donna alzando la testa e osservandola.

"Come diavolo si fa a dormire con questo ronzio." Si lamentò esasperata, Rose cercò di trattenere una piccola risata.

"Tranquilla, alla prossima sarai così stanca che neanche lo sentirai." La tranquillizzò la biondina.

"Sembra che ho un martello pneumatico in testa." Continuò la rossa sorseggiando il suo caffè, Rose si alzò per preparare la tazza del Dottore, l'acqua era già pronta.

"Ti avevo avvertito Donna." La ammonì la ragazza dolcemente.

"Che diavolo ne sapevo che quel maledetto alieno regge così bene l'alcool." Si giustificò disperata.

"Credimi neanche mia madre riesce a batterlo." Scherzò la ragazza, mettendo in infusione la bustina di tè.

"Comunque hai idea di dove sia?" chiese poi voltandosi verso di lei.

"Diceva che andava a cercare una cosa nella soffitta." Le rispose. Rose spalancò gli occhi preoccupata.

"Come se questa nave potesse avere anche una soffitta." Borbottò Donna più a se stessa che a Rose.

"Su Donna, vieni con me, dobbiamo andarlo a recuperare." La invitò la biondina tirandola per un braccio.

"Perché questa necessità, sicuramente sta già nella sala principale." Disse Donna mentre l'altra la tirava nel corridoio.

"Fidati Donna, quando il Dottore entra nella soffitta, diventa un'impresa fallo uscire nuovamente." Continuò la biondina.

"Secondo me esageri." Disse facendola fermare.

"L'ultima volta che l'ho lasciato girare per la soffitta, ci è rimasto per due giorni interi." Le raccontò.

"Due giorni?" ripeté sorpresa e preoccupata, Rose riprese a camminare e Donna gli corse dietro.

"E scusa tu che hai fatto?" chiese ancora

"Mi aveva "lasciata" a un concerto, ho dovuto aspettarlo che tornasse a prendermi." Gli raccontò mentre raggiungevano una porta alla fine di uno dei tanti corridoi della nave.

"Ricordati Donna, il Dottore ha una capacità di attenzione di un bambino di quattro anni." La avvertì.

Entrarono nella stanza, e Donna rimase sorpresa nel vedere che sembrava una stanza senza fine, con immensi scaffali pieni di ogni cosa possibile, miriade di oggetti accatastati in quegli scaffali.

"Dottore?" chiamò Rose camminando tra quegli scaffali.

"Terzo scaffale a destra." Risuonò la sua voce. Donna era dietro Rose e la seguiva attentamente, cercando di tenere il suo passo per non perdersi.

Trovarono il Dottore su una scala a leggere un qualche strano libro, ai piedi della scala un mucchio di cianfrusaglie accatastate.

"Eccoti." Disse avvicinandosi, mentre il Dottore metteva da parte il libro e riscendeva le scale.

"Questo posto è incredibile." Disse invece Donna guardandosi attorno.

"Che stavi cercando?" chiese Rose.

"Oh una cosa che mi serviva per il Tardis." Rispose rimettendo via i suoi occhiali, Rose sorrise capendo la verità.

"Te lo sei dimenticato, non è vero?" chiese sorridendo.

"Beh … non proprio." Cercò di giustificarsi.

"Oddio guardate questo." Disse Donna prendendo tra le mani uno delle tante reliquie dagli scaffali, una specie di palla di marmo dalle diverse tonalità di viola, oggetto che fece allarmare il Dottore.

"Donna ti prego rimettilo dov'era." Disse avvicinandosi con cautela.

"Cos'è?" chiese curiosa Rose avvicinandosi.

"A me sembra un fermacarte piuttosto pesante." Scherzò Donna.

"Quel "fermacarte" come lo chiami tu è un moltiplicatori di particelle biocellulari." Spiegò il Dottore.

"Un cosa?" chiese confusa Donna.

"In pratica è capace di creare una tua perfetta copia." Disse prendendo l'oggetto in mano e rimettendolo a posto.

"Cioè crea dei sosia?" chiese Rose incuriosita.

"Si, e credetemi non è una cosa che vorrei ripetere." Rispose il Dottore.

"Vuoi dire che è già successo? Ci sono stati due Dottori?" chiese divertita Rose.

"Non proprio." Rispose vago il Dottore,

"E' una storia piuttosto lunga e divertente in effetti." Disse grattandosi la nuca e perdendosi nei ricordi.

"Ohi Spaceman lo racconterai in un altro momento." Lo richiamò Donna, il Dottore aprì la bocca nel tentativo di parlare ma la richiuse subito.

"Mi hai promesso viaggi nello spazio e nel tempo non voglio starmene chiusa qui a sentirti blaterale." Continuò la rossa.

"Bene allora, andiamo." Disse afferrando per mano Rose e cominciando a camminare, Donna subito dietro di loro.

"Sai già, dove portarci?" chiese Rose curiosa.

"Più o meno, e sono sicuro che vi piacerà." Disse portandole fuori dalla soffitta del Tardis e andando verso la stanza della console.

 

Una volta che il Tardis si fermò il Dottore, uscì per primo, Rose e Donna uscirono subito dietro trovandosi davanti a loro un antico mercato, un via vai di persone vestite con toghe e sandali ai piedi e un'aria calda ed estiva.

"L'antica Roma." Annunciò il Dottore guardando le sue compagne. Si fecero avanti, inoltrandosi nel florido mercatino.

"Beh non per loro chiaramente." Continuò il Dottore guardandosi attorno con un sorriso che sembrava non finire più.

"Per loro questa è la Roma moderna." Continuò.

"Accidenti, è così … così romana." Continuò Donna guardandosi attorno eccitata.

"E tutto così vivo, così meraviglioso." Continuò Rose dando un'occhiata più da vicino alle bancarelle.

"E' tutto fantastico." Disse Donna trascinando prima il Dottore e poi Rose un grande e affettuoso abbraccio.

"Non riesco a crederci, sono a Roma." Disse iniziando a camminare, seguita dagli altri due, il Dottore prese per mano Rose sorridendole dolcemente.

"Io Donna Noble a Roma." Disse per poi fermarsi di nuovo e guardarsi ancora attorno.

"E' così strano, questa gente è tutta morta." Disse guardandosi attorno.

"Sì, ma è meglio non farsi sentire Donna." Aggiunse Rose avvicinandosi e prendendola sottobraccio.

"No, no no, aspetta un momento." Disse fermandosi bruscamente.

"Quello è inglese." Disse scocciata, indicando la scritta di una bancarella, Rose sorrise.

"Dite la verità questa non è Roma." Disse sbuffando.

"No tranquilla, è solo un dono del Tardis." Spiegò il Dottore con calma.

"Ti traduce ogni lingua scritta e parlata." Aggiunse Rose riprendendola sotto braccio.

"In questo momento stiamo parlando latino." Continuò il Dottore sorridendo.

"Sul serio?" chiese sorpresa Donna.

"Che succederebbe se dicessi qualcosa in latino, tipo: Vedo Vini Vinci, lo diceva mio padre al ritorno dallo stadio." Continuò mentre camminarono.

"Non saprei, fai domande complicate." Rispose il Dottore con difficoltà.

"Bene, ora ci provo." Disse fermandosi presso uno dei venditori.

"Non ha smesso un minuto di parlare, ma come fa?" chiese il Dottore sorpreso verso Rose.

"E' una domanda che mi chiedo sempre anche io, riguardo a te." Scherzò lei dandogli una gomitata.

"Che significa celtico?" chiese nuovamente Donna, avvicinandosi a loro.

"Gallese, sembri gallese." Rispose il Dottore con tranquillità.

"Non ti lamentare Donna, io sono stata apostrofata con nomi peggiori." Disse Rose prendendola sotto braccio e riprendendo a camminare.

"Andiamo a dare un'occhiata da questa parte." continuò Rose percorrendo la strada in mezzo a quella confusione.

"L'ultima volta non abbiamo visto molto." Disse ancora.

"Siete già stati qui?" Chiese Donna.

"Si, un po’ di tempo fa." Rispose il Dottore dietro di loro.

"E sinceramente non voglio che finisca come quella volta*." Lo richiamò Rose sorridendogli un po’.

"Il Colosseo, il Panteon, il circo Massimo, dovrebbero apparire da un momento all'altro. Dove sono?" Disse invece il Dottore guardandosi attorno, camminarono ancora un po’ e si fermarono in un'altra piazzetta del mercato.

"Non sono un'esperta, ma a Roma non dovrebbero esserci sette colli?" chiese Donna guardando in alto, Rose e il Dottore guardarono nella stessa direzione, notando un'enorme montagna che sovrastava la città.

"E' una delle poche cose che ricordo di storia, perché qui ne vediamo solo uno?" chiese anche Rose al Dottore, non ebbe il tempo di rispondere che la terra sotto i loro piedi tremò con un boato che si sentì per tutta la piazza.

"Una montagna con del fumo, allora non siamo a Roma." Disse spaventata Donna

"Siamo a Pompei, ed è il giorno dell'eruzione." Continuò il Dottore allarmato.

 

Fine

Capitolo I

 

*Il viaggio di cui parla Rose riguarda il libro: The Stone Rose, che anche se non sono riuscita a leggerlo tutto (è in inglese e io senza traduzione accanto ci capirei poco) ho letto un riassunto molto dettagliato su Wikipedia e come storia mi è piaciuta tantissimo. Per saperne di più: http://en.wikipedia.org/wiki/The_Stone_Rose

 

   
 
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