Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
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Autore: RedGretch92    10/07/2012    2 recensioni
Avete presente la Kris presente nella mia FF?? Bene.
Avete presente la bellissima e fighissima Mallory92 che è il mio punto fisso di riferimento?? OK.
Immaginate che siano la stessa persona ... MOLTO MEGLIO.
Quindi, se avete seguito la mia FF sapete che tutto è partito da una sua OS che voi non avete ancora letto, perciò ho preferito ricambiarla nello stesso modo ... TI AMO BIONDA!!
#Spin-Off
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non mi aspettavo che un semplice viaggio di lavoro bastasse a stravolgermi l’intera esistenza. Quantomeno bastasse una semplice serata tra amici per cambiare tutto. Era iniziata come una classica birrata con Gretch e i ragazzi, ma mai all’idea che a quella birrata si aggiunsero LORO. Loro che fino a qualche giorno fa (o anche meno) risuonavano a palla nelle casse del mio stereo o tra le cuffie del mio lettore mp3. Loro che avevo incontrato non meno di 24 ore fa nel backstage del concerto degli Stolen ad Anaheim, all’Angels Stadium. Mi sembrava quasi un sogno. E sembrava ancora di più un sogno ritrovarmi in macchina con LUI, Matt Shadows. Lui che con la sua voce riusciva a trasportarmi verso mondi inimmaginabili per chiunque. Lui che con quegli occhi verdi come smeraldi illuminavano le mie giornate più buie. Lui che quando sorrideva metteva in mostra le sue fossette che avresti voluto mangiare in eterno. Ok Kris, calma. In fondo ti sta solo dando un passaggio a casa … Anche se da quando avete incrociato i vostri sguardi l’altra sera non avete smesso di staccarvi gli occhi di dosso, ma dettagli. “Posso farti una domanda?” disse, interrompendo la mia lunga striscia di idee su come togliergli quei vestiti di dosso mentre guidava sicuro lungo la Pacific Coast Highway. “ Ehm ... Certo” “Come mai una ragazza così bella e intelligente come te si ritrova a lavorare all’ombra della band? Cioè … Nulla da togliere a Gretchen e gli altri, per carità, ma sinceramente una come te non dovrebbe essere lì a mio parere” continuò, senza staccare gli occhi dalla strada. Non sparare cazzate Kris, con calma. “Beh … Sin dal liceo io e Gretchen siamo sempre state una accanto all'altra, credo molto in lei e nella sua musica, come lei crede molto in me e nelle mie capacità di riuscire a tenere tutto sotto controllo. Come direbbe Gretch “Dietro una grande donna, c’è una donna ancora più grande” … Più o meno dovrebbe essere così, adesso non ricordo esattamente le sue parole“ dissi, cercando di nascondere l’incredibile imbarazzo che sorvolava su di me. Si voltò verso di me e mi sorrise, mostrando le sue incredibili fossette. Oh cazzo!!! Ok, stiamo calme … Ero talmente persa nei miei pensieri cercando di mantenere la calma che mi resi conto di essere arrivata a casa solo quando l’auto si fermò e Matt spense il motore. “Ah però, bella casa!” “Era dei genitori di Gretch, prima di trasferirsi in Italia vivevano qui e ci tornavano per le vacanze estive, adesso ci abitiamo solo noi ragazze … Beh, grazie per il passaggio” dissi cercando di mostrare un sorriso dei meno imbarazzanti possibili e scesi dalla vettura, trafficando nella borsa cercando le chiavi di casa “Aspetta!” Ero ancora alla ricerca delle chiavi quando mi sentii sollevare il mento da un tocco soffice di due dita e due labbra carnose incontrarono le mie, molto più sottili. Non poteva essere reale tutto questo. Era la mia immaginazione che mi stava tirando uno di quei fottutissimi brutti scherzi. Il tonfo sordo delle chiavi che cadevano sull’asfalto mi riportarono alla realtà. Matt era davanti a me, con una mano tra i miei capelli e il suo viso a pochi millimetri dal mio. Si scostò leggermente e si abbassò per raccogliere le chiavi, poi si fermò all’altezza del mio sguardo ancora parecchio imbambolato e rincoglionito per quello che era successo qualche secondo prima. Annullai quel minimo di distanza che c’era tra di noi e lo baciai. Fanculo Kreason, stupido soprannome di merda. Entrammo in casa abbandonando borsa e giacche sul pavimento, poi chiusi la porta di camera mia con la schiena, avendo il torace di Matt che spingeva contro il mio. Le nostre bocche si separavano solo per eliminare quei pezzi inutili di stoffa che erano i nostri vestiti che impedivano ai nostri corpi di potersi avere uno all’altra senza ostacoli, per poi riprendere quella danza vorticosa e proibita delle nostre lingue. Di notti del genere ne avevo immaginate, ma adesso, solo per questa notte, poteva essere solo (e finalmente) la pura, semplice e incredibile realtà
  
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