Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Kag87    25/01/2007    3 recensioni
La vita di lei? Il sogno d'averne una normale. Senza rimpianti o ricordi inutili, avrebbe abbandonato volentieri quella vita. La vita di lui? Caos. Un romano che vive alla giornata, sperpera, sogna, vive. Una vita di completa anarchia. ...E se per un particolare incidente del destino, le loro vite dovessero intrecciarsi?...
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nata per errore

Nata per errore

 

Primo Capitolo

 

 

Disperazione...?

Nemmeno lei sapeva cosa fosse quella strana sensazione che le percorreva il corpo, lenta

quasi fosse una lacrima.

Sentiva la stessa amarezza, lo stesso sapore salato.

Sua madre, mancava dalla sua vita ormai da tre anni, l'aveva abbandonata, portando

con quella ninna nanna che da bimba le faceva addormentare.

La voce di sua madre? Stentava persino a ricordarla, solo una cosa le

era rimasta in mente, quel profumo d'incenso e patchouli che abbandonava lungo i corridoi

al suo rientro.

A notte fonda , quando lei con le luci spente ascoltava quel rumore di tacchi

estinguersi per la casa.

Era cresciuta in un mondo diverso lei, dove la casa odorava di 'uomo'. Quella parola la infastidiva,

la spaventava.

Sua madre? Una prostituta. Bel lavoro per crescere tua figlia. Infondo, considerava la sua genitrice

una donna forte, l'aveva cresciuta sola, non aveva abortito,

s'era tenuta con la figlia di uno sconosciuto.Una bastarda.

Un uomo, con questa parola era cominciata la vita notturna di sua madre e cosė

s'era conclusa.

"Tornerō tardi stasera" le aveva detto.Non era pių tornata.

Ventitrč anni di sofferenze silenziose, di pianti nascosti e ora?

A cos'era servita quella disperazione se poi la sua vita era rimasta vuota?

L'unica persona che l'aveva 'amata' anche se a modo suo, cresciuta, nutrita, messa al mondo...

Se n'era andata.

Le murazioni bianche, un scrostate ai lati, erano piene di lei, della sua voce, dei suoi sussurri.

Tutto parlava di lei, anche quella credenza, soprattutto quella.

Un mobiletto alto, finemente intarsiato di sfumature settecentesche.

Semplice, come sua madre, abbellito solamente da un centrino all'interno.

Usava mettervi dentro di tutto.

Ricordō i suoi sedici anni, non v'erano specchi in casa, quella vetrinetta centrale,

disposta come sportello, fungeva da specchio.

Ricordō quelle labbra rosse, piene, le stesse con le quali intonava quella ninna nanna.

Rimaneva ore ad osservare l'attenzione con la quale metteva il rossetto...

Ricordi. Dei se bruciavano quei pensieri.

Distesa sul letto, un oggetto capace di rilassare o donare piacere.

Odiava quel letto.

La, sua madre consumava le sue notti, si vendeva, donava il suo corpo come una gustosa

ed ambita pietanza.

Strinse i lembi delle coperte consunte, d'un grigio cenere. Tetro.

Inspirō quelle lenzuola.

Sapevano di lei, di patchouli ed incenso.

Sollevō un poco il capo, rigettando di lato le chiome d'ebano.

Non somigliava a sua madre.

Aveva tratti docili a contornarle il volto, pallido, niveo come una coltre

d'inverno.

Le labbra si schiudevano ad ogni respiro, troppo sottili troppo

carnose, d'un rosso spento, simile ai petali nascosti di un garofano, mai increspate in un

sorriso.

Non poteva permettersi di farlo, i sorrisi erano per le persone felici. Lei non poteva esserlo.

Gli occhi neri, di un taglio quasi felino, mostravano solamente il vuoto attraverso le lunghe ciglia scure,

due conche profonde d'infelicitā.

Nemmeno la tristezza era capace d'evadere da quelle nere prigioni di carbone.

Apatica, lasciava ricadere le braccia sul materasso, una sola stringeva i lembi bigi delle lenzuola.

Immersa nella penombra della stanza, rimaneva lā, immobile, logora di rimorsi, avvolta solamente nella candida

sottoveste di ciniglia che si piegava all'altezza delle gambe perfette, sulla coscia leggermente sollevata indietro.

La mano prese a carezzare la stoffa del letto. Il telefono continuava ad emettere quel fastidioso

rumore simile al pulsare di un insetto.

Doveva cambiare vita?

Non credeva pių in nulla ormai. Era un rifiuto, una cosa nata per errore, non per amore.

Il frutto di una notte pagata in contanti.

Perchč ancora, dopo ventitrč anni pensava a questo?

Perchč una vita donata per sbaglio rimane in mente come una canzone, monotona, ciclica.

Ne porti il marchio perenne.

Non poteva dimenticare di essere qualcosa di non desiderato, un progetto sbagliato della vita...

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Kag87