"Andrà tutto bene" mi dicevi "Fidati di me" mi ripetevi.
Non la sopporto più questa situazione! La tua voce, amore, è dappertutto.
S'insinua nei muri che mi circondano, viaggia nell'aria che mi avvolge, mi comunica cose che già so, e io non riesco a non ascoltarti.
Vorrei che tu mi parlasti davvero!
Ti vendico ogni notte, ogni giorno. Mi uccido, mi massacro, mi condanno per poterti di nuovo rivedere.
Ma tu ora, non sei qui.
Tu sei in un posto alterato. In una dimensione parallela. Storpiata dalla realtà.
Una sensazione di ribrezzo accompagnata da delle continue scosse mi percuotono la spina dorsale ogni volta che ti immagino qui.
Una fitta tremenda mi trafigge il cuore, una lama affilata mi lacera le carni.
Ma non posso liberarmi. Un filo spinato mi avvolge, uno struggente abbraccio mi soffoca.
Gli occhi si velano di pianto, e un grido di disperazione viene soffocato.
Sbatto le ciglia, delle gocce rimangono li. Non ne vogliono sapere di cadere.
Digrigno i denti per sviare questa orribile carneficina.
Le mani si serrano. Dei pugni si formano.
Le nocche sbiancano.
Non doveva finire così. Dovevi vivere ancora! Avremo programmato la nostra vita. Comprare una casa e avere una bambina.
Che cosa mi sta succedendo!
Se questo è il dolore. Allora preferirei patire le pene dell'inferno.