Anime & Manga > Full Metal Alchemist
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Autore: Setsuka    26/01/2007    10 recensioni
Edward Elric e Roy Mustang. Due persone che si amano ma si vergognano del loro sentimento e tacciono. Un'esperienza sovrannaturale li portera a un confronto con loro stessi e...
Genere: Romantico, Triste, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Maes Hughes, Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dreaming you
Ave miei lettori (ce ne sono vero? Ditemi che non sono l’unica a crederlo). Questa fiction è su FMA, che è una di quelle serie che appena ho visto ho snobbato con un ‘ non mi piace ’ ,  come ho commentato anche la prima volta Saiyuki e Tokyo Babylon (Capolavori assoluti) e non solo anche: GTO, Gundam Wing, Angel Sanctuary e Hana Yori Dango; che invece ora amo. Ora FMA ora è diventata la mia serie preferita quindi non vi libererete facilmente dalle mie fiction. E ora passiamo alle questioni burocratiche d’obbligo.

Pairing: RoyXEd (I miei adorati puccietti)
Declaimer: i personaggi non sono miei ma della sensei Hiromu Arakawa e io scrivo queste cose per divertimento e non a scopo di lucro, i personaggi non sono realmente esistenti
Raiting: Non c’ho mai capito molto con i raiting ma penso PG
Dediche: a Lake, a Lisody, a Greta, a Rinoa, a Debby, alla mia sorellina, al mio cuginetto Antony, al mio quasi fratello Go-chan (Vi voglio tanto bene)e infine a Bloom la mia gattina che adoro quanto Maes ama la sua bambina (Gnagna *-*).
Buona lettura!


PS: questa è la versione corretta da Lisody che mi ha fatto da beta-reader e per questo le farò una statua! Grazie davvero di cuore un bacione! Ti Voglio Bene!!!
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Le palpebre si chiusero. Buio e poi…

***

… Edward era sul terrazzo della sua camera, avvolto nell’oscurità ammirava la falce lunare che assieme alle stelle illuminava la terra e il profilo dell’alchimista d’acciaio. Due braccia gli cinsero la vita e sentì un volto affondare nell’incavo della sua spalla. Edward non si girò: non voleva sapere niente, non voleva vedere niente, non voleva sentire niente: voleva solo restare così. Il tempo passava… scorreva ma nulla mutava; quell’ombra alle sue spalle continuava ad abbracciarlo e Fullmetal continuava a guardare la luna con sguardo triste ed amaro.

< Perché non ti giri? Hai paura? >

< Io non ho paura di nulla!! >

Urlò sentendosi offeso.

< Allora perché non ti volti? Hai realizzato a chi appartiene questa voce, no? Allora voltati… >

Perché gli stava sibilando nell’orecchio con quel tono così basso… sensuale…?

< No! Non voglio perché… >

Tutto gli morì in gola, già, perché?

< Ho ragione, hai paura >

< Non sopravvalutarti così tanto >

< Io non mi sto affatto sopravvalutando, sei tu che stai facendo tutto >

Voltò il capo senza divincolarsi dall’abbraccio e potè vedere benissimo le labbra sottili della figura, ora vicinissime alle sue. Rimase un po’ a guardarle non sapendo né cosa dire né cosa fare. L’altro parlò.

< Perché continui a fuggire? In fondo sai qual è la verità. Non continuare a mentire a te stesso, ti fai solo del male in questo modo >

Il proprietario di quella voce si chinò sulle labbra di Ed… pochissimi millimetri li separavano.
Edward si allontanò da quell’ombra e dal suo abbraccio protettivo; si voltò. La figura fu illuminata dai raggi lunari rivelandone l’identità. Ed rimase un po’ a contemplare i bei lineamenti di Roy Mustang che la flebile luce illuminava. Le lacrime iniziarono a fuoriuscire dagli occhi di un arrabbiato Edward Elric.

< Perché mi fai questo? PERCHE’? >

Si sedette a terra appoggiando la schiena alla ringhiera della terrazza. Il Flame alchemist si avvicinò e si chinò prendendogli la mano sinistra la cui pelle era fasciata dal guanto bianco.

< Io non ti stò facendo proprio niente, è la tua testardaggine a farti del male Edward >

< Non è vero io… >

< Cosa? >

< MALEDETTO! >

Il pianto divenne più disperato. La figura di Roy portò la mano guantata dell’alchimista più giovane alle sue labbra posandogli un casto bacio che interruppe il pianto dell’alchimista d’acciaio. La sua attenzione ricadde su Mustang che ora gli stava sfilando il guanto e una volta libera la mano la baciò nuovamente.

< Per favore tutto ciò è sbagliato >

< No non è sbagliato. E’ diverso. Accettalo Edward e potrai essere felice >

Il volto di Roy si avvicinò ancora a quello di Edward, erano vicinissimi ora.

< Conceditelo, nessuno ti vedrà e forse potrai capire meglio >

Una nuvola passò davanti alla luna facendo ricadere tutto nell’oblio.

***

Il colonnello aprì la porta dell’ufficio e trovò Edward poggiato sulla sua scrivania vestito di quegli abiti neri relativamente aderenti. La finestra aperta fece entrare una folata di vento Edward si girò incontrando gli occhi neri del colonnello mentre la sua treccia bionda veniva sollevata dall’aria. Roy rimase per un attimo incantato, era senza parole, la bellezza di Edward riuscì a mozzargli il fiato. Scosse la testa e chiuse la porta alle sue spalle andando poi a sistemarsi sulla sua poltrona di pelle.

< Allora Fullmetal? Devi dirmi qualcosa? >

La risposta fu un sorriso che l’alchimista di fuoco non riuscì ad interpretare e si sentì nuovamente confuso. Fullmetal si avvicinò allora a lui, sempre più vicino, vicinissimo… si chinò sul colonnello reggendosi sulla sua mano sinistra poggiata sulla sedia tra le gambe di Roy e incredibilmente vicina alla sua virilità. Il Flame alchemist guardò la mano del ragazzo per poi incontrare le iridi dorate, nelle quali c’era qualcosa di strano… qualcosa di incredibilmente seducente che mai aveva visto in Fullmetal e si poteva anche scorgere un pizzico di derisione e divertimento. Non voleva mostrarsi turbato ai suoi occhi, perciò con tono perfettamente calmo e asciutto si rivolse a lui.

< Sei stato in qualche posto particolarmente caldo da squagliarti gli ultimi neuroni che avevi, Acciaio? >

Non rispose alla sua provocazione. Impassibile. Roy non riusciva a crederci: quello che aveva davanti non era Fullmetal.

< Togliti quella maschera Roy Mustang… >

Era la prima volta che lo chiamava per nome, una stretta al cuore. Il suo nome pronunciato da lui…

< … smettila di recitare, davanti a me, sii te stesso… solo con me puoi esserlo >

L’espressione del colonnello si fece dura.

< Cosa vuoi? >

Un altro sorriso beffardo da parte di Elric.

< Cosa vuoi tu piuttosto? >

< Eh? >

< Prima mi hai chiesto cosa vorrei dirti ma piuttosto, non c’è per caso qualcosa che TI dovresti dire? >

Il Flame Alchemist andò subito in difesa.

< Oh.. ma davvero? Vorresti illuminarmi tu per caso? >

L’indice e il medio d’Acciaio sfiorarono le labbra del colonnello. Intanto la mano postata ancora sulla sedia si avvicinò sempre di più all’interno coscia di Mustang sfiorando la sua virilità.

< Ma certo. Per esempio: perché ti senti tanto attratto dall’immagine che hai davanti agli occhi? Da quando un playboy come te è attratto da un maschio, un ragazzino… >

Si chinò sull’orecchio di Roy e sussurrò.

< Da quando provi questo Roy? >

La mano di Mustang portò davanti al suo sguardo il volto di Ed .

< Sei troppo impertinente ragazzino, quella è una mia prerogativa, non tua >

< Infatti >

Un altro sorriso enigmatico.

< Tu ami colui che ti è davanti? >

Alla parola ‘ami’ Roy si mosse infuriato e strattonò Edward stendendolo a terra, ritrovandosi sopra di lui.

< Sta’ zitto! Tu non puoi capire! >

< Io capisco perfettamente: la tua è paura >

< Io non ho paura! E’ solo che… >

Non trovò le parole adatte. Nulla era adatto a spiegare quel comportamento se non la parola ‘paura’.
Gli occhi diventarono lucidi e le lacrime presto rigarono il volto dell’alchimista di fuoco.

< Non puoi capire Edward sei solo un moccioso >

< Oh e così è questa la tua paura >

Come aveva fatto a capirla? Non gli aveva spiegato nulla!

< Non c’è nulla di così sbagliato in questo Roy >

L’espressione di Ed si era addolcita e di conseguenza, irrazionalmente, anche quella di Roy. Possibile che avesse davvero capito la sua preoccupazione? La mano sana di Fullmetal accarezzò la gota del colonnello.

< Edward io… >

Si abbassò per incontrare le labbra dell’adolescente e il vento entrato impetuoso dalla finestra li travolse.

***

Edward e Roy si svegliarono in preda al panico respiro leggermente affannato; si guardarono intorno. Erano nei loro letti nelle rispettive camere, Ed in una stanza d’ albergo e Roy nel suo appartamento. Era stato solo un sogno.

Fullmetal aveva sognato di essere su quella terrazza, il colonnello lo aveva stretto a se dicendogli che aveva paura: si, aveva paura di amare… un altro uomo, il colonnello… NO! Si rimproverò mentalmente eppure il ricordo di quelle labbra così vicine alle sue, quel tentato bacio, il baciamano… aveva il batticuore e le gote che gli bruciavano al sol pensiero e poi…
‘ Non è sbagliato è solo diverso Edward, accettalo e potrai essere felice ’
Quelle parole gli rimbombavano nella mente; no non doveva pensarci, ecco come spiegare quelle strane parole: era il suo subinconscio o forse la sua coscienza a parlare, possibile che amasse davvero il colonnello?
Quello era il secondo sogno che faceva e il fatto che avesse il batticuore e le guance calde aveva un senso, si arrese tristemente a quel pensiero: lui amava il colonnello.


Il Flame alchemist aveva sognato di trovare nel suo ufficio Ed, che aveva iniziato a parlargli in modo tanto strano e non sembrava esser lui, ecco spiegato tutto: quella era la sua coscienza e lui stava facendo i conti con essa. Da tempo provava una strana attrazione per il ragazzino, prima era stata solo di natura spirituale, ma da qualche giorno quell’attrazione non era più solo platonica… ma come poteva amare Fullmetal? Lui era solo un ragazzino di sedici anni... e da quando gli piacevano i maschi? Lui il grande amatore del gentil sesso. Una donna, ecco di cosa aveva bisogno, ma da quando c’era Edward nei suoi pensieri le donne erano scomparse dalla sua mente, era più forte di lui, doveva arrendersi: era davvero innamorato di Ed . Si arrabbiò con se stesso per essersi infuriato in quel sogno e non averne approfittato, visto che mai il ragazzino l’avrebbe ricambiato. Ora riusciva a vivere un amore platonico, era una sconvolgente novità. Maledizione a lui e alla sua cotta degna di un adolescente!

***

ED P.O.V.

Idiota di un colonnello, mi perseguiti anche nei sogni… TI ODIO! Altro che amarti, io non ti amo affatto io...

< TI ODIO >

-Gulp- Al! Al mi avrà sentito… si, dannazione! Si volta verso di me e mi guarda.

< Fratellone che ci fai sveglio? Hai fatto un altro incubo? >

< NO! Affatto ero sveglio perché… perché… ehm ho pensato che domani partiremo per Central City, e quando arriveremo nel pomeriggio dovrò consegnare il mio rapporto sulla missione... e il rapporto che ho fatto, ehm... mi è venuto in mente che è pieno d’errori e se lo vedesse quel maledetto colonnello… >

Il mio battito cardiaco accelera alla pronuncia di quella parola, ma perché dovevo sentirmi così?!

< Ehm… fratellone… come può essere pieno d’errori il tuo rapporto se non l’hai fatto? >

E’ vero non l’avevo fatto!

< Ah ah ah… infatti! >

< Fratello stai bene? >

Ma perché non riesco mai a mentire decentemente?

< Certo Al! Non mi hai fatto finire di raccontare… ho fatto solo una supposizione pensando a quelle cose ah ah… poi mi sono addormentato e, ecco... bhè ho sognato quelle cose e… il sogno è finito mentre litigavo con il colonnello >

< Perché non mi dici la verità, fratello? Non ti fidi di me? >

< MA NO, AL! Che dici… >

< Sai bene che non è vero quello che mi hai detto! >

< Al… per favore… io… sai bene che mi fido di te fratellino e che ti voglio tantissimo bene, sei sangue del mio sangue, mi conosci meglio di chiunque altro… mi sento confuso e non riesco nemmeno io a capire che cos’ho… giuro che te ne parlerò Al, ma non adesso prima voglio chiarirmi con me stesso >

< Grazie >

< Eh? >

< Grazie per essere stato sincero, ricordati che per qualsiasi cosa ci sono io… ti voglio bene fratellone >

< Anch’io Al >

Al… se non ci fossi tu io sarei stato perso fin dall’inizio, sei tu che mi dai la forza di andare avanti. Mi chiedo se quel giorno non fossi riuscito a salvare la tua anima che cosa ne sarebbe stato di me. Che egoista sono a pensare certe cose, non dovrei... però mi rendo conto che tu sei l’ossigeno della mia vita.
Ora ti sei risteso sul letto… Al… chissà se mi vorresti bene se sapessi cosa provo per il colonnello; non te ne parlo per questo, perché ho paura che non mi vorresti più bene, probabilmente ti farei schifo e… come darti torto? Mi risdraio anch’io. Perché provo qualcosa di così innaturale? Come se già non avessi fatto abbastanza peccati… sono andato contro natura e contro Dio più di una volta: cercando di resuscitare la mamma, poi relegando l’anima di Al a quell’armatura –cosa di cui non mi pento affatto, ma resta comunque un peccato- , e poi questi sentimenti per il colonnello… sono un peccatore nato, sembra  quasi che ci provi piacere a peccare. Non ho mai creduto in Dio, sono pur sempre un uomo di scienza, ma forse sto iniziando a dubitare che non esista davvero, sfidandolo ecco come mi sono ridotto. E mi sta bene, è una punizione più che equa, sono pur sempre un’alchimista. E mi trovo ancora a chiedermi: perché provo questi sentimenti? Perché devo andare un’altra volta contro Dio e contro natura? Perché agisco così? So che ciò mi porterà solo altra sofferenza perché quella legge che vige nell’universo e regola il mondo è chiara: se pecchi prima o poi sarai punito. Non so cosa mi aspetta per questo nuovo peccato, per il momento solo una cosa mi è chiara: il colonnello mai mi amerà, un donnaiolo come lui, tsk… ciò mi fa male e mi fa sentire triste. Sarò forse masochista? Forse a questa domanda ho una risposta: sì.
Guardò il dorso della mia mano dove si è posata la sua bocca e lo porto sulle mie labbra, se il sogno fosse durato qualche secondo di più avrei ricevuto un suo bacio. Che stupido che sono! Da quando mi metto a pensare come una femminuccia? Dopotutto quella era un’illusione e lui era, come sarà sempre, solo un sogno.

***

ROY P.O.V.

Sono nel corridoio che porta al mio ufficio e… ho sonno. Ho cercato di riaddormentarmi ma è stato inutile, Acciaio aveva occupato tutti i miei pensieri, e come un ragazzino alla sua prima cotta sono stato tutta la notte a sospirare, a pensare a tutti momenti trascorsi con lui, e mi tornava sempre alla mente quel sogno…
Inutile pensarci, mi fermai davanti alla porta della mia stanza e se come nel sogno… ma no, impossibile. Aprii la porta e… c’era qualcuno!

< Colonnello buongiorno! Ha una pessima cera, successo qualcosa? >

In quel momento dovevo proprio avere una faccia da ebete, stava per accadere tutto come in quel sogno, forse era un sogno premonitore, ecco cosa avevo pensato appena avvertii una presenza nell’ufficio. Appena però vidi il tenente Hawkeye di fronte a me tutto crollò: che stupido che ero!

< Buongiorno a te, non è successo niente non ti preoccupare, è solo che non ho dormito…  >

< Sei andato a spassartela con qualche ragazza, era da tanto ormai che non lo facevi, iniziavo a preoccuparmi >

Era la voce di Maes. Irritato, per evidenti motivi, feci schioccare le dita e minacciai Maes con il mio fuoco.
Gli domandandai poi con un falso sorriso serafico

< Scusi colonnello Hughes, credo di non aver sentito bene, può ripetere? >

< N-niente colonnello Mustang >

< Bene.. tenente com’è che è quì? >

< Le ho portato il lavoro colonnello, ovvio. Un po’ di scartoffie da leggere e firmare, come al solito >

< Grazie tenente, può andare >

Hawkeye eseguì il saluto militare e poi si congedò, io mi accomodai alla mia scrivania e sfogliai distrattamente le carte che si trovavano lì. Alzai lo sguardo e vidi Maes sorridente sulla soglia della porta.

< Cosa c’è? Ti avverto se si tratta di stupidi scherzi faresti meglio ad andartene, non è giornata >

< No, niente del genere, si tratta della pietra filosofale >

Un sorrisetto furbo comparse sulle sue labbra riuscendo a stupirmi.

< Entra >



Nel pomeriggio Fullmetal ritornò dalla sua missione e passò nel mio ufficio per portarmi il suo rapporto. Ero felice di vederlo, gli avrei così parlato anche di un libro del Dt. Marcoh  che Hughes aveva trovato, dimenticato tra gli scaffali di una delle librerie di East City che raccoglievano testi d’alchimia; stando a quanto mi aveva detto Hughes il libro che aveva trovato era particolare… si, perché era un libro di parole crociate! Un evidente codice sull’alchimia da interpretare. Per i fratelli Elric non sarebbe stato un problema. Al nostro incontro ero teso… tesissimo e non riuscii a pensare a nessuna battuta per farlo arrabbiare, anzi fui abbastanza freddo e distaccato. Il cuore mi batteva forte, maledizione mi sentivo un idiota; se solo quel sogno si fosse potuto avverare, ma era solo un sogno. Anche Acciaio era freddo nei miei confronti, taciturno e sembrava triste… come lo capivo… aveva fatto viaggi a decine e visitato centinaia di biblioteche di tutti i tipi e non aveva nulla in mano. Gli parlai del libro: l’entusiasmo si impossessò di lui, gli dissi di non illudersi almeno, in caso di una brutta notizia, avrebbe saputo come prendere il colpo. Alla fine la tensione si era sciolta dopo aver iniziato a parlare del libro. Fece per congedarsi e con un sorriso gli augurai ‘ buona fortuna ’ ricambiò il sorriso e mi ringraziò, non ci avrei mai scommesso, il cuore mi mancò di un battito e dopo si allontanò. Ripromisi di andarlo a trovare in biblioteca quella sera.



Un forte acquazzone aveva cominciato a scendere su East City, figurarsi se Fullmetal si era portato un ombrello con sè; pensai che così la mia visita fosse ben motivata e non avrei avuto scuse da inventare sul perché fossi lì; probabilmente Fullmetal si sarebbe irritato per la mia visita ma non mi importava… come dire… per me era importante, essenziale vederlo. Mi vergognai di quel pensiero, il colonnello Roy Mustang, il Flame alchemist, il playboy, colui che è esclusivamente interessato alla carriera era diventato schiavo dell’amore. Un amore che provo da poco tempo per un ragazzino di sedici anni che io ho visto per la prima volta quando ne aveva dieci … vergognoso… da scavarsi la fossa con le proprie mani. Mi chiedo ancora per quale infimo motivo mi sono innamorato di lui, ma in fondo è stupido che me lo chieda perché so la risposta.
Edward Elric per me non è un ragazzino, probabilmente non lo è più da anni, quello che conosco io è un adulto che prova nostalgia per un’ infanzia mai vissuta realmente, che cerca di essere forte, sorridere e scherzare per alleviare le sue sofferenze, il peso di una realtà crudele della quale si dà la colpa: ecco chi è Edward Elric.

Eccomi all’entrata della biblioteca. I primi tuoni rombano nel cielo illuminando l’oscurità calata sulla città; guardo il mio orologio: le 8:31. Con passo svelto mi dirigo nella sezione della biblioteca dove si dovevano trovare i fratelli Elric.
Entrai nella stanza e vidi cumuli di tomi uno sopra l’altro, sarebbe stata un’ ardua impresa trovarlo.

< Fullmetal dove sei? Queste montagne di libri sono così alte che ti nascondono... >

Un libro lanciato ad alta velocità contro di me arrivò in risposta. Lo evitai per un pelo e poi sentii le urla di quel ragazzin.

< CHI SAREBBE, COLONNELLO DI MERDA, L’ IPER NANO COSI’ MINUSCOLO DA NON ESSERE PERCEPIBILE AD OCCHIO NUDO? >

Non avevo la forza per sentire gli sfoghi sul suo complesso d’inferiorità. Un tuono lo ammutolì.

< Chissà come starà Al.. >

< Come, non è qui con te? >

< Prima di venire qui avevo visto delle brutte nuvole perciò ho detto ad Al di non venire… non solo per la pioggia, oprattutto per i fulmini >

< Avrei dovuto immaginarlo; e ora come farai ad uscire con tutti quei fulmini? Rischi la pelle >

< Aspetterò... in caso trascorrerò tutta la notte qui, Al capirà >

< Capisco, e le tue ricerche come procedono? >

< Non c’è male, ho consultato quel libro di Marcoh e ho risolto il 30% delle parole crociate del libro ma ho avuto bisogno di consultare dei vecchi volumi che già conoscevo per alcune risposte; purtroppo non ho la memoria di Sheska, e ho notato che sono arrivati dei nuovi libri e non ho resistito alla tentazione di consultarli quindi… >

Una terza presenza irruppe nella stanza.

< Signor colonnello, signor Elric, scusate ma dovremmo chiudere >

Guardai per un istante i begli occhi dorati di Fullmetal e poi mi rivolsi alla bibliotecaria. Sfoggiando tutto il mio savoir-faire.

< Signorina la ricerca che sta effettuando il signor Elric è molto importante, quindi non è che potrebbe gentilmente  farci rimanere qui? Vada pure lei e dia a me le chiavi, sono in ottime mani glielo garantisco >

< Bhè se lo dice lei colonnello mi posso certamente fidare. Vi auguro buonanotte signori io mi ritiro >

Mi consegnò le chiavi e ricambiammo il saluto. Qualche minuto dopo chiesi del libro.

< Qual è il libro del dottor Marcoh? Fammi vedere >

< Questo >

Mi lanciò il volume in questione che afferrai al volo e lo aprii sfogliandolo leggermente distratto.

< Colonnello ha davvero intenzione di rimanere quì >

< Certo >

< E a cosa devo tutta questa gentilezza? Come mai è quì? >

< Sono venuto per riportarti a casa visto il brutto tempo che c’è, i fulmini non erano ancora iniziati quando sono partito, ma quando ho visto che iniziavano ho congedato l’autista e spinto dalla curiosità sono venuto a vedere le tue ricerche, in fondo ero venuto per quello, non ti illudere >

Forse fu una mia sensazione ma quando alzai lo sguardo per vedere la sua reazione mi sembrò di scorgere un velo di tristezza nei suoi occhi.

< E come faceva a sapere che ero quì? >

< Ti conosco ormai, ti comporti da perfetto topo da biblioteca >

< COSAAA?! STAI FORSE INSINUANDO CHE SONO PICCOLO QUANTO UN TOPO?!!! >

Ovviamente non intendevo in quel senso, ma i circuiti mentali di Fullmetal non l’avrebbero mai capito. E così mentre inveiva contro di me un lampo che tuonò incredibilmente forte interruppe la sua ira e lo fece sbiancare per lo spavento, e poi… buio. Un black out.
Edward iniziò ad urlare e ad agitarsi talmente tanto che mi finì accidentalmente addosso e mi trovai a terra vicino a lui.

< Non dirmi che hai paura del buio Fullmetal! >

Esclamai divertito.

< Assolutamente NO! E’ solo che mi da fastidio e poi ha interrotto le mie ricerche, maledizione!... Io odio queste giornate, ma perché devono esistere?... Non le sopporto! E poi odio anche i black out…A dir la verità odio un sacco di cose… ma perché non parla? E’ sempre pronto con le sue stupide battute e ora non parla. Non se la starà facendo sotto perché in realtà ha paura vero? Ah ah ah >

< Non ho niente da dire e non parlo, perché vuoi che parli? >

Chiesi con una punta di ironia, ma lui mi rispose serio.

< Non mi piace né il buio né il silenzio. Inizio sempre a pensare a cose brutte e tristi… come l’altra sera… >

Disse più per sé che per me.
Sfregai l’indice e il pollice producendo una piccola fiamma che illuminò l’essenziale. Acciaio si avvicinò di più a me. Dannazione mi trovavo in una situazione eccitante ma non avrei mai sfiorato un solo capello di Edward. I minuti passavano lunghi… intanto Fullmetal si sedette al mio fianco e intraprendemmo una banale conversazione giusto per scaricare un po’ la tensione. Durò tutto una quindicina di minuti e la corrente non era ancora tornata, ad illuminare il luogo, oltre la mia fiamma, c’erano solo i fulmini. Ci fu qualche minuto di silenzio e poi le parole di Fullmetal.

< …grazie per esser rimasto qui… se fossi stato da solo mi sarei fatto prendere dal panico e avrei pensato a tante cose tristi >

< Ora non pensi a cose tristi? >

< No… >

Continuò con una voce flebile, quasi impercettibile.

< ... perché c’è lei... >

Arrossii, per fortuna che non se ne accorse. Ma come poteva udcirsene con frasi del genere… che forse lui..? No, impossibile! Maledizione! Perché sentivo una stretta al cuore? Perché mi sentivo più caldo? E quella sensazione di gelo che scendeva e saliva nel mio stomaco? E il batticuore? Avrei voluto morire. Avrei voluto piangere se fosse servito a qualcosa, come fanno i mocciosi per sfogarsi. Altri minuti passarono in silenzio; ero troppo preso dalle mie emozioni. A un certo punto la testa di Edward si poggiò sulla mia spalla destra facendomi sussultare e aumentando ancora di più il battito cardiaco. Tutte le emozioni sopra citate si intensificarono per quel contatto. Volevo scacciarlo, avevo paura di ciò che avrei potuto fare, ma poi guardando quel bel volto così rilassato nel sonno lasciai perdere. Spensi la mia fiamma. –Tic Tac- così era scandito il tempo dall’orologio. Il suono mi cullò, provai a resistere ma fu inutile. Entrai anch’io tra le braccia di Morfeo.

                                                                                          ***

Nebbia… fitta, poi sempre più densa… e i due alchimisti si trovarono uno di fronte all’altro. Edward vide la sua immagine riflessa negli occhi corvini del colonnello e quest’ultimo si specchiò nelle iridi dorate di Fullmetal. La nebbia scomparve. Era notte e si trovavano in un posto molto simile a un deserto. Il cielo era impressionatamene colmo di stelle e una mezza luna perfetta regnava nell’oscuro cielo. Si voltarono come attratti da una strana energia; dalla sabbia nasceva il gambo di un fiore candido proprio come quella luna. Una volta che il bocciolo cessò di crescere il bel fiore si schiuse lentamente.
Ed si sentì attratto da quel fiore e gli si avvicinò per osservarlo meglio; davanti ad esso Edward si sentiva un bambino probo e ingenuo come quando insieme ad Al aveva fatto la sua prima trasmutazione, una bambola di pezza per Winry… quante cose erano cambiate da quei tempi… a Resembool lui si sentiva protetto e al sicuro, quello era il luogo degli innocenti giochi con Al... era cambiato tutto per la sua stupida idea… per colpa del padre; ma chissà di chi era veramente la colpa, dopotutto…
Ripensò a quando si trovava su quel letto a casa dei Rockbell, senza una gamba e un braccio e poi all’arrivo del colonnello, lui lo trovava interessante e dopo tanta sofferenza fu felice di sentirselo dire. Prese una decisione: l’avrebbe rincontrato e sarebbe diventato alchimista di stato, per lui e per il fratello, e costasse quel che costasse sarebbero ritornati normali.
Roy si avvicinò all’alchimista d’acciaio e si chinò su di lui per accarezzarne il volto.
Com’era bello Edward…
I due rimasero a fissarsi senza proferire parola per lungo tempo.
Edward aveva voglia di piangere. Anche se era un’illusione gli faceva male, gli faceva ancora più male perché solo nei sogni poteva non vergognarsi dei suoi sentimenti, solo nei ogni Mustang lo corteggiava. Se solo avesse saputo che quella non era un’illusione…
Roy pensò che dato che era tutto una chimera, una sua proiezione mentale, perché non provarci? Basta sogni seducenti dove non combinava nulla, dato che tanto nella realtà Edward non sarebbe mai stato suo perché non farlo? Nessuno lo avrebbe giudicato e non avrebbe ferito Fullmetal.
Se solo avesse saputo che quella non era un’illusione…

Roy si sporse in avanti cogliendo di sorpresa l’altro. Ed rimase a dir poco stupito, ma non sentiva niente. Ecco l’aveva detto, tutto faceva più male perché non era reale. Il militare sbuffò.

< Maledizione non si sente nulla in un sogno se non le nostre sensazioni >

< Perché...? >

< Mh? >

< PERCHE’ MI FA QUESTO? IO CI STO MALE PERCHE’ NON SARA’ MAI REALE, PERCHE’ SO CHE SARA’ SEMPRE UN’ ILLUSIONE. PER FAVORE SE NE VADA VIA! IO LA AMO.. E IL NON AVERLA MI FA DANNATAMENTE MALE LO CAPISCE? >

Una sensazione pervase Roy. Perché parlava così Fullmetal che fosse proprio lui? Che stupido ma che stava dicendo? Ovvio che era un’illusione! Un riflesso su ciò che avrebbe provato Fullmetal se si fosse avvicinato troppo al suo oggetto di desideri proibiti. Lui non voleva ferire Edward anche se inconsapevolmente lo seduceva e lui lo desiderava in tutti i sensi.
Anche Edward pensò che quel Roy rispecchiasse i suoi desideri: lui desiderava le attenzioni di Roy più di ogni altra cosa, avrebbe fatto qualsiasi cosa per un gesto d’affetto da parte di Mustang per lui; ma allo steso tempo sapeva che tutto questo era proibito, era un peccato e lui era stufo di altre punizioni per dei tabù violati, era stufo che tutto andasse così. Iniziò a parlare tra le lacrime rivelando i segreti del suo cuore, aveva bisogno di sfogarsi da tanto tempo e in sogno poteva farlo.
Mustang ascoltò ogni parola di quelle confessioni completamente stupito; che si celassero davvero quei segreti nel cuore di Edward?
Quando il ragazzino finì di parlare l’uomo si avvicinò a lui ad accarezzare la chioma bionda. Non resistette alla tentazione e lo abbracciò, anche se non poteva sentire niente si tolse uno dei tanti desideri nei confronti di Acciaio. Iniziò anche lui a fare una sua confessione a rivelare segreti che mai a nessuno aveva rivelato, che mai nessuno poteva immaginare; Ed ebbe una sensazione incomprensibilmente strana, gli sembrava che quella che stava parlando non fosse una sua proiezione mentale ma che fosse in qualche modo l’anima del colonnello forse… si diede dello stupido, ma cosa andava pensando? Quando il moro finì di parlare l’altro poggiò la testa sul petto suo petto, avrebbe voluto sentirne il battito ma era un solo un sogno si ricordò Edward.
Il più piccolo dei due alzò lo sguardo e Roy all’incontro con le due pozze dorate non resistette, anche se era tutto inutile incontrò le labbra di Fullmetal che non si allontanò dal contatto dell’altro, anzi, gli andò incontro.
Una volta che le labbra si toccarono i due alchimisti non seppero come spiegarlo ma, sentirono qualcosa di caldo e piacevole sulle loro labbra. Che fosse...? L’oscurità inghiottì tutto, loro compresi. Il nulla dominò.



Una luce fastidiosa pizzicò gli occhi di Edward, si mise una mano davanti per coprirsi e con fatica aprì le palpebre. Non riuscì a percepirlo da subito ma si sentì sopra qualcosa di non molto comodo che non era certamente un materasso. Qualche secondo di riflessioni e realizzò di esser rimasto in biblioteca a causa di un temporale e con lui c’era…
sentì una mano accarezzargli il sedere, a quel tocco divenne rigido e paonazzo e si alzò trovandosi a quattro zampe sopra il colonnello Mustang, il proprietario della mano, che stava ancora beatamente dormendo.

< PORCO, DEPRAVATO, MANIACO! >

Più che l’urlo disumano a svegliarlo fu un ceffone ben assestato in faccia. Dolorante si sistemò a sedere trovandosi faccia a faccia con Ed, ancora sopra di lui, che aveva smesso di importunare incosciamente.

I loro sguardi si incontrarono e entrambi si persero negli occhi dell’altro, luce e oscurità si fusero e la loro mente andò a quel sogno così reale, possibile che… no! Era assurdo. Ma… allora perché l’altro lo guardava in quel modo? Solo suggestione, nulla di più.

Ed fece un sospiro, si alzò dal colonnello e si mise in piedi, mentre quest’ultimo, ancora seduto, si portò una mano alla guancia.

< Di grazia, per che cos’era? >

< Eh? >

Ed cadde dalle nuvole, la sua testa era ancora concentrata su quel sogno.

< Lo schiaffo, per che cos’era? >

< Ah, quello… NON FACCIA IL FINTO TONTO COLONNELLO IDIOTA, LO SA BENISSIMO PER  COS’ERA!!! SAPPIA CHE NON MI PIACCIONO SCHERZI DEL GENERE! >

Edward sapeva benissimo che l’accusato non ricordava nulla di ciò che aveva fatto mentre dormiva, ma usò quella scusa per evitare di dirgli qualcosa.

< Sai ho fatto uno strano sogno… >

Alle parole di Mustang il cuore di Edward mancò di un battito, possibile che il colonnello avesse fatto il medesimo sogno? Le tenebre degli occhi di Roy scrutarono attraverso la luce dorata delle iridi di Fullmetal, cercando di scoprire qualsiasi indizio che gli facesse capire se per caso anche l’adolescente avesse fatto lo stesso sogno, ma Ed era talmente pietrificato da quelle parole che non riuscì a dare nessun segno al colonnello.

< Colonnello Mustang! >

< Nii-san! >

Erano le voci di Hawkeye e di Alphonse che spezzarono quell’atmosfera.
Mustang si alzò all’arrivo del tenente e del fratello di Fullmetal e li tranquillizzò raccontando com’erano andati i fatti la sera precedente.
Erano le 10:00, era ora di andare in ufficio.
La macchina con la quale erano venuti Riza e Al li attendeva fuori, Roy se ne andò via con la donna diretto al Quartier Generale, mentre i fratelli Elric passarono un po’ del loro tempo sui libri.

Per tutta la giornata Roy e Edward furono distratti cosicché Ed non potè concentrarsi sulle sue ricerche e Roy sul lavoro. Entrambi pensavano a quella notte così magica e sovrannaturale, ma il dubbio che potesse esser stato qualcosa di reale era una silenziosa tortura, un solo indizio sarebbe bastato ad entrambi, ma come averlo?
La voglia del colonnello di rivedere Acciaio al più presto lo portò a cercargli un nuovo lavoro e nel tardo pomeriggio lo convocò nel suo ufficio.
Alle 19:00 circa Edward si presentò da Mustang; fuori ancora pioveva e per questo il fratello maggiore aveva costretto Al a rimanere a casa e a continuare i loro studi che Ed quel giorno non riusciva proprio a fare.
In breve tempo la missione fu spiegata ad Ed dal colonnello e in breve fu ora del congedo, che però non avvenne.

< … >

< Ehm.. c’è per caso dell’altro colonnello? >

Si ritrovarono di nuovo a fissarsi, poi Ed non ce la fece a sostenere quello sguardo e imbarazzato si girò dall’altra parte per non farsi vedere dal colonnello e continuò.

< Se non c’è niente io vado colonnello, arrivederci >

Nessuna risposta da parte di Roy, nessun movimento da parte di Edward. Entrambi aspettavano qualcosa dall’altro e entrambi volevano dire qualcosa ma non avevano il coraggio.
Roy deglutì.

< Fullmetal… >

Il cuore di Ed mancò di un battito. La bocca di Roy si aprì ma non uscì nessun suono.

< …puoi congedarti >

< S-si colonnello >

Deluso e con la strana sensazione che Mustang volesse dirgli tutt’altro, Edward se ne andò.

Arrivato all’uscita del Quartier Generale aprì l’ombrello e iniziò con passi molto lenti ad avviarsi verso casa formulando pensieri dedicati al suo amore segreto: Roy Mustang.

“Sono stato uno stupido a crederci, ma perché sono destinato a soffrire in continuazione? Perché vado sempre a cercare cose che possano farmi star male? Sono forse masochista? Inizio a pensarlo sul serio… per quanto io ti ami non ti avrò mai, tu non potrai mai amarmi. L’unico modo in cui potrò vederti e rivelarti i miei sentimenti è…”

Roy percorse la stanza e si ritrovò alla finestra a seguire con lo sguardo Fullmetal, pensò di essere diventato davvero patetico.

“Roy… Roy… a forza di far soffrire fanciulle ora è arrivato il tuo momento, così ho la prova che nel mondo vige la legge dello scambio equivalente. Edward non sarai mai mio. L’unico modo in cui potresti essere mio è…”

“sognandoti”

Edward aveva sentito quell’ultima parola nella sua mente pronunciata dal colonnello, sì, aveva sentito la voce del colonnello nella sua testa. Anche per Roy era stato lo stesso, aveva sentito la voce di Ed nella sua mente: era scioccato. Vide, sempre dalla finestra, Edward voltarsi con un’espressione stupita verso di lui; come faceva a sapere che lo stava guardando? E poi quell’espressione stupita? Possibile che…
Il militare corse nel modo più veloce possibile verso la strada dove era l’alchimista d’Acciaio, che dallo stupore si lasciò cadere l’ombrello, permettendo alla pioggia di bagnarlo completamente.

Una volta giunto su quella strada Roy si piegò su di sè per riprendere fiato. I due si guardarono così intensamente da far sembrare che volessero leggere l’uno l’anima dell’altro. Roy avanzò facendosi coraggio.

< Fullmetal, io non so se sto sbagliando, io non so se è quello che tu vuoi, non so se mi odierai… >

Gli prese la mano conducendolo in un luogo appartato lì a pochi metri; Edward si lasciò guidare, non aveva paura di quell’uomo, si fidava ciecamente del Flame alchemist.

< … non se è giusto, io so solo una cosa Fullmetal: quello che voglio. E quello che voglio da tanto, troppo tempo… >

Erano in un vicolo e senza riguardo il colonnello sbatté Ed con le spalle al muro per poi chinarsi sul suo volto.

< … sei tu >

Quelle parole morirono sulle labbra sottili di Edward. A quel contatto Ed dilatò gli occhi. Come poteva esser vero? Non stava sognando vero? No, poteva sentire le labbra del suo colonnello sulle sue; morbide, calde, saporite, invitanti… che tentazione irresistibile quelle labbra che succhiavano le sue e con la lingua le accarezzavano; quante volte aveva desiderato quelle labbra… quante volte aveva sognato un contatto simile… pianse con il cuore che gli faceva male per la felicità; chiuse gli occhi e permise l’entrata nella sua bocca al colonnello. Inizialmente Edward voleva soltanto sentire Roy, lo lasciò esplorare la sua cavità, voleva sentire quanto Mustang lo desiderasse. Quando la lingua dell’altro iniziò a stuzzicare la sua con sensualità Fullmetal sentì l’eccitazione crescere dentro di sè e rispose con tutta la passione repressa da lungo tempo.

Si baciarono con una passione disperata, come se fosse l’ultima volta, mentre in realtà era la prima. Quando emisero i primi gemiti per il piacere Ed gettò le braccia al collo a Roy e quest’ultimo lo portò verso di se abbracciandolo per i fianchi; quando la sua schiena entrò in contatto col muro, lo usò come schienale d’appoggio e si accomodò infine a sedere per terra, stringendo sempre di più a sè l’alchimista d’acciaio. Intanto la pioggia continuava a scendere come se volesse lavar via il peccato che stavano commettendo, come se nessuno lo contasse come tale visto l’amore che si celava in quelle due anime che finalmente avevano espresso i loro sentimenti. La pioggia in quel momento nutriva il fiore invisibile del loro cuore che, mano a mano che il bacio acquistava passione, si schiudeva alimentato da quello straziante sentimento. Quel fiore sarebbe stato candido se qualcuno avesse potuto vederlo, candido come le ali di un angelo, come la neve; eh si, perché quello che provavano non era un volgare sentimento dettato solo da passione carnale o attrazione fisica, la loro era un meravigliosa emozione nata dallo stare insieme da tanto tempo, dal conoscersi; un sentimento nato dall’attrazione fatale fra le loro anime.
Il bisogno d’ossigeno richiamò i due alchimisti in quel vicolo dove la pioggia stava cadendo incessante.

< Dimmi che non sei un sogno, sono stanco di sognarti >

Disse Edward abbracciato ancora a Roy.

< Mph, era la stessa cosa che volevo chiederti io, ma visto che ho sentito il tuo sapore, sento l’odore della pioggia e la tua presenza, bhè penso non sia un sogno Edward >

< Io non avrei mai creduto che tu… >

< Neanch’io. Io… volevo chiederti… sai ho fatto uno strano sogno stanotte dove c’eri tu, forse penserai che sono matto ma anche se era un sogno mi era sembrato che tu fossi lì con me.. >

< Per caso tu mi avevi baciato e poi avevi detto che non eri riuscito a sentire nulla? >

< Eh? Non ci posso credere allora era tutto vero… chissà come è stato possibile? >

< Prima ho sentito anche la tua voce che mi ha detto una parola che stavo per dire io... “sognandoti” >

< Allora devo presupporre che tra di noi ci sia un feeling particolare Fullmetal >

Disse sarcastico Mustang. Vedendo Ed fradicio si tolse l’impermeabile dalle spalle e con esso gli coprì la testa.

< Così rischi di prenderti una bella bronchite >

< Stupido, così la prendi tu >

Ormai senza accorgersene Edward stava dando del “tu” a Roy.
 
< Io ho la pelle dura e poi se dovesse prendermi spero di averti come infermiere; mi piacerebbe >

Sorrise impudentemente facendo arrossire Fullmetal.

< E poi… non voglio vederti piangere, dimmi per caso non volevi ti baciassi? Però mi hai risposto con così tanta energia.. >

< Finiscila di dire cose imbarazzanti! E comunque questa è la pioggia >

< Bugiardo, non mi mentire >

Accarezzò con l’indice il labbro inferiore di Ed facendolo sussultare.

< Allora? >

< Bhè... piangevo per la felicità… non sono abituato alle cose belle, me ne sono successe così poche… vedi colonnello forse per te è solo una delle tue tante storie ma io… mi sono innamorato di te e… ecco vedi per colpa tua mi viene di nuovo da piangere.. >

Roy portò le labbra agli occhi di Ed e dove cadevano lacrime, e le asciugò leccandole via e assaporandole.

< Non dire idiozie Fullmetal, se sono qui sotto la pioggia con te, se ti ho baciato anche se sei un ragazzino e un uomo non può che significare che io ti amo Edward >

“Ti amo Edward”

Mai aveva sentito quelle parole che accompagnavano il suo nome. Trattenne le lacrime e poggiò la testa sul petto dell’altro.

< Non piangere più Edward >

< Non sto piangendo >

< Lo so, ma te lo dico perché le lacrime non si addicono alle persone davvero belle; mi piacerebbe vederti sorridere >

Ed alzò il volto mostrando al colonnello il sorriso più dolce che l’uomo avesse mai visto.

< Avevo ragione il sorriso ti dona >

< Finiscila colonnello di sedurmi con frasi fatte >

< Non sono frasi fatte, se lo pensi davvero allora perché mi ascolti, non è da te >

< Anche se odio essere ripetitivo te lo dico per una seconda volta: ti amo. Ecco perché l’ho fatto. Ma vedi di non seccarmi colonnello altrimenti ci ripenso >

< Ok, messaggio ricevuto; comunque ora che ne dici di andare in un posto più caldo? >

< Penso che sarebbe ora >

Edward si alzò, seguito dal colonnello che gli afferrò la mano, e con lui corse verso il Quartier Generale.
Sotto la pioggia, correndo insieme mano nella mano Edward e Roy si resero conto che la felicità esisteva per loro e la cosa più bella era che non era un sogno.
   
 
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