Anime & Manga > Full Metal Alchemist
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Autore: Setsuka    26/01/2007    7 recensioni
Una persona appartenente al passato dei frateli Elric fa il suo ritorno, sconvolgendo la vita di Edward che non riesce ad accettare quella persona.
La vicinanza del Flame alchemist e il suo amore saranno importanti per il Fullmetal alchemist, saranno importanti per riuscire a fargli affrontare questa difficile situazione.
[What if...] [RoyXEd]
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Hohemheim Elric, Maes Hughes, Roy Mustang
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Un framento di passato dimenticato
                                           - UN FRAMMENTO DI PASSATO DIMENTICATO-
                                                                             di Setsuka

Eccomi di nuovo qui a scrivere su FMA e ovviamente su i miei personaggi preferiti: Ed e Roy!
Ormai mi sono fissata su di loro, che posso farci? E ora scriviamo le informazioni sulla fiction che sono d’obbligo.

Pairing: RoyXEd
Declaimer: i personaggi non sono miei ma appartengono alla sensei Hiromu Arakawa (però se
                 per qualsiasi motivo dovesse disconoscere Ed e Roy ci sono io che mi offro di tenerli
                 e magari potrei fare un’ altro manga con loro che non parlerebbe di alchimia però…).
Raiting: PG 13
Dediche: A Lake che mi ha dato un po’ di consigli per la realizzazione di questa fiction, alla mia
              sorellina che mi ha fatto scoprire che amo Ed , a Greta, a Rinoa, a Debby poi a Antony
              e a Go-chan.               
              1 kissotto e sappiate che vi voglio un bene immenso.

Non ci sono spoiler ( a meno che non sappiate nulla su FMA) e godetevela: è per tutti voi che amate queste due persone meravigliose quali sono Ed e Roy. Mi dispiace per Riza (perché mi sta simpatica in fondo) ma per Roy non ci vuole una persona moderata e tranquilla come lei ma una persona stravagante come Ed. Per quanto riguarda a Winry stò corrompendo Al a sedurla così si toglie dalle palle, nel caso di fallimento per Al, darò indicazioni precise a Gluttony)
Buona lettura!

P.S. Nell’immagine quì sotto sono presenti tutti i miei personaggi preferiti della serie e mi piaceva inserirla visto che mi è piaciuto molto scrivere questa fiction. L’unico che manca è Havoc…

-One shot-
 

Un uomo avvolto da un lungo cappotto grigio si trovava davanti a l’ Headquarter di East City e stava discutendo con il sottotenente Havoc.

< La prego mi faccia entrare, devo parlare con il colonnello Mustang, vengo qui da Central, il luogo dove pensavo Mustang si trovasse; per raggiungere Central City ci ho impiegato due settimane… per favore non mi dica che ho buttato tutto questo tempo per nulla >

< Signore, deve capire che questo non è un luogo pubblico e non possiamo far entrare il primo che dice di voler vedere qualcuno che lavora qui.. >

L’uomo tirò fuori dalla tasca interna del cappotto la sua carta d’identità e la consegnò aperta al militare che cercò di spiegargli che non dipendeva da quello, ma quando il suo sguardo lesse il nome sul documento dell’uomo, sbiancò letteralmente.

< I-i-i-o mi scusi entri pure non sapevo chi fosse, venga l’accompagno… mi scusi davvero non credevo che potesse essere proprio lei, mi perdoni per avergli rubato del tempo prezioso; è solo che ci troviamo in un brutto periodo. Per favore la prego di non dire niente ai miei superiori, al colonnello Mustang e al signor Fullmetal… >

L’uomo seguì un po’ stupito Havoc. Era famoso tra gli alchimisti, uno dei più famosi esistenti al mondo; era bastato il suo nome per far cambiare idea al militare, ma non capiva perché gli stava chiedendo di non dir nulla ai suoi superiori in quel modo, erano cose che capitavano in fondo.
Arrivarono davanti alla porta dell’ufficio di Mustang, il militare bussò e una volta sentito l’ordine di entrare lo eseguì e con il saluto militare annunciando che c’era una persona che desiderava vedere il colonnello. L’uomo si fece avanti. Gli occhi pece di Roy si dilatarono… si alzò e con fretta andò a salutare, con una certa euforia, l’uomo con cui da anni non aveva più contatti. L’aveva cercato per molto tempo senza riuscire a trovarlo e ora dopo anni eccolo davanti a lui.
Il colonnello diede ad Havoc l’ordine di congedarsi e il biondo eseguì uscendo dalla stanza e chiudendosi la porta alle spalle. Nell’ufficio Roy fece accomodare su uno dei due divani il conoscente e lui si sedette di fronte, anziché dietro la sua scrivania, in segno di rispetto in nome dell’antica ammirazione che provava per lui e dell’amicizia avuta per corrispondenza scritta e telefonica dove l’unico argomento del quale trattavano era l’alchimia.

< Ti ho cercato in tutti questi anni Hohemhein. Che fine hai fatto? >

< Ho girato un po’ tutti i continenti venendo a conoscenza di formule e cerchi alchemici che quì sono sconosciuti, biblioteche contenenti testi alchemici antichissimi che parlano di arti sconosciute, pozioni che guariscono da malattie mortali, ho conosciuto composti per formare questi elisir, sono andato alla ricerca dell’elisir che rende immortali, ho conosciuto nuovi modi per applicare l’alchimia e nuovi tipi di chimere nate dalla fusione di non due ma tre, quattro, addirittura cinque esseri differenti! Poi ho sentito dell’esistenza di animali mitologici grazie a una particolare pietra alchemica e… mamma mia, Roy non si finisce mai di scoprire cose nuove al mondo in particolare d’alchimia! Non ho potuto più contattarti perché quelle ricerche hanno occupato interamente la mia vita; ora mi ritrovo sulle tracce ancora una volta della pietra filosofale e non solo… l’elisir che dona l’immortalità. Noi alchimisti siamo i più vicini a quello che si può considerare Dio, forse un giorno riusciremo senza alcun tipo di rapporti a creare altri esseri umani, senza rispettare la legge dello scambio equivalente, potremmo creare capisci Roy?! >

La passione e l’esaltazione che leggeva in quello sguardo era immensa: quell’uomo pur di conoscere altro sull’alchimia aveva perso di vista le cose veramente importanti. Aveva abbandonato tutto per quella scienza. Lo rattristava vedere un uomo ridotto così…. forse avrebbe dovuto sentirsi arrabbiato con lui, ma vederlo ridotto così non poteva che farlo sentire triste. Roy era si un uomo ambizioso ma aveva i suoi motivi che non erano per niente egoistici, aveva soprattutto qualcuno a cui teneva con tutto se stesso, la persona che amava: Edward. Da quando quel ragazzino era entrato nella sua vita non si era mai annoiato.
Per anni si era chiesto perché non riusciva a trovare la persona adatta a lui nonostante avesse conosciuto donne bellissime, con una carriera invidiabile e mille altre qualità. Per lui dopo un po’ diventavano noiose.
Anni dopo avrebbe capito chi era la persona predestinata a lui… sapeva che esisteva da qualche parte ma non si aspettava di trovarla in un ragazzino.

L’uomo biondo di fronte a lui continuava a parlare delle eccitanti scoperte sull’alchimia, ma il colonnello era assente. Continuava a pensare alla triste esistenza di quell’uomo e alla sua… prima di incontrare Edward ovviamente. Ecco un altro motivo per il quale non poteva esser arrabbiato con Hohemhein: Edward era nato grazie a lui, se non fosse scomparso Roy e Ed non si sarebbero mai incontrati probabilmente… era crudele pensarlo, ma era la verità! E la verità più crudele e che faceva male ad ammettere era, che se non fosse successo quel che era successo ai due fratelli Elric, Edward non sarebbe mai diventato alchimista di stato e loro non si sarebbero mai potuti conoscere. Forse si sarebbero incontrati ma mai si sarebbero potuti conoscere così bene… il loro amore era più spirituale che altro; prima si erano innamorate le loro anime e poi era venuta fuori, forse di conseguenza, l’attrazione fisica. Tutto era avvenuto molto lentamente, erano dovuti passare degli anni prima che potesse nascere un sentimento del genere.

Lo sguardo di Mustang cadde su una delle tasche di Hohemhein: aveva l’orologio da alchimista di stato, significava che aveva continuato ogni anno a esser sottoposto alle verifiche che ogni anno si svolgevano per rimanere in possesso del titolo di alchimista di stato, non se l’aspettava: credeva si fosse ritirato.

< .. allora facciamo questo scambio d’informazioni, come un tempo, tu mi dici qualcosa su la pietra filosofale e io ti parlerò approfonditamente delle mie scoperte, ti và? Ci sarebbero dei punti sulle mie ricerche che trovo interessanti e mi piacerebbe discuterne con te, sei uno dei pochi alchimisti di mia conoscenza con il quale si possono fare delle discussioni interessanti, Roy >

< Ti ringrazio. Allora rimani pure comodo quì: vado a cercare i tuoi figli, conoscendoli saranno sicuramente in qualche biblioteca >

Hohemhein guardò sconvolto il moro: i suoi figli? Come faceva a conoscerli? Cosa ci facevano a East City? Mille pensieri invasero la sua mente.

< I miei figli..? Cosa significa Roy? >

Roy guardò strano l’uomo.

< Cosa significa..? Non sei quì per loro scusa? >

Mustang era perplesso. Possibile che non era arrivato a East City per i suoi figli? Possibile che un’alchimista così informato come lui, non conosceva la fama dei due fratelli Elric e soprattutto non conoscesse la fama dell’alchimista d’acciaio? Nel loro continente erano piuttosto famosi, anche perché Ed era considerato il cane dell’esercito schierato dalla parte del popolo, e non solo, era colui che era diventato alchimista di stato a dodici anni per le sue incredibili doti, l’alchimista di stato più giovane mai esistito. Come faceva Hohemhein a non sapere quel che i suoi figli lavoravano per lui? Da come aveva chiesto di loro… quel tono, quell’espressione… sembrava quasi si ricordasse malapena di loro; ed era triste, molto triste saperlo.

< Roy.. non capisco… tu conosci i miei figli? Per caso si sono messi sulle mie tracce, e visto che tu eri tra i miei corrispondenti, sono venuti a chieder di me a te? >

< Ehm… diciamo che li ho incontrati così la prima volta e sono stato io ad andare da loro… comunque Edward lavora per me, è diventato alchimista di stato a dodici anni, è un’alchimista famoso nel nostro continente, è conosciuto come Fullmetal Alchemist e in quanto a forza mi tiene benissimo testa. Per quanto riguarda Alphonse anche lui è un bravo alchimista, anche se usa ancora il cerchio alchemico mentre Edward non ne ha per niente bisogno (Roy… non per nulla, ma abbiamo capito che sei di parte NdA). Sono sempre insieme quei due, non si separano mai. Sono l’incarnazione perfetta dell’amore fraterno >

Disse con una punta di gelosia Roy. Sapeva bene cosa provava Edward per lui, ma Fullmetal aveva suo fratello al mondo, perciò Roy non era indispensabile per lui. Se Roy fosse morto Ed aveva sempre il suo amatissimo fratello; mentre lui chi aveva? Maes, Hawkeye, Havoc, Armstrong e gli altri erano suoi amici e teneva molto a loro, ma era diverso il bene che lui provava per loro e il bene che c’era tra i due fratelli Elric. Per lui di indispensabile al mondo c’era solo Edward. Nessun altro.

Hohemhein aveva guardato con uno sguardo incredulo il colonnello. E così Edward ed Alphonse erano dei famosi alchimisti e inoltre il suo primogenito era un’alchimista di stato degno rivale di Roy e, esattamente come lui, sapeva usare l’alchimia senza cerchio alchemico: era proprio figlio di suo padre. Sorrise.

< Sono stato assente per troppo tempo; la mia famiglia probabilmente sentirà il bisogno di me. Trisha… da quanto tempo non la vedo… e i miei bambini… chissà come saranno cresciuti… quanti anni hanno? >

< 16 e 15. Trisha… è tua moglie giusto? >

Chiese timidamente e gravemente il più giovane. Come dirgli che sua moglie era morta? Come dirgli che il suo figlio più piccolo aveva perso il corpo e il più grande un braccio e una gamba? Forse avrebbe dovuto dirgli tutto i suoi figli e lui non doveva affatto metter bocca sull’argomento ma… molto probabilmente quando i due avrebbero rivisto il padre non avrebbero reagito molto bene nel rivederlo e avevano ragione, probabilmente gli avrebbero addossato le loro disgrazie e quest’ultimo vedendo le condizioni in cui erano ridotti i suoi ragazzi sarebbe rimasto a dir poco sconvolto e probabilmente avrebbe saputo della morte della moglie come una secchiata d’acqua fredda. La sua coscienza gli diceva di spiegare tutto a l’uomo. Sospirò e poi, con tono pacato e un velo di tristezza, raccontò la tragica storia dei fratelli Elric che erano venuti a conoscenza, in particolare Ed, della spietata crudeltà della vita e dell’uomo che li avevano fatti diventare adulti troppo presto.
Il padre con occhi dilatati e lucidi ascoltò il racconto del militare, per poi scoppiare a piangere.
Roy non aveva detto la causa della malattia di Trisha, eppure Hohemhein la comprese. Era stata tutta colpa sua e si sentiva disperato. Piangere tutte le lacrime che aveva non sarebbe servito, eppure la sua disperazione si sfogò, in parte, nel pianto isterico dell’uomo.
L’alchimia invisibile che vigeva sul mondo e sulla vita umana, quella che chiamano giustizia divina, quello che probabilmente era Dio, punì Hohemhein. Aveva sacrificato la sua famiglia, la felicità delle vite altrui solo per il suo egoismo che si rifletteva in un avida, quasi malata, sete di conoscenza alchemica e proprio essa ora l’aveva punito o per lo meno aveva iniziato, sarebbe stata una punizione troppo leggera, quasi nulla, quella che provava ora rispetto a tutto ciò che aveva passato la famiglia.
Dopo lunghi minuti di pianto, Roy si rese conto che avrebbe continuato per molto, ma molto ancora; ma non voleva sentire quel dolore perciò si alzò strinse le spalle in segno di incoraggiamento a l’altro annunciando che avrebbe chiamato Ed e Al e glieli avrebbe fatti incontrare; poi uscì lasciando Hohenheim solo con la sua dolorante coscienza che inferiva contro quella assetata di conoscenza che aveva fatto allontanare quell’uomo dalla famiglia.



Il colonnello Mustang dopo essersi preso un caffè in compagnia di Havoc e quindi rilassato un po’ andò al telefono per chiamare a casa dei due fratelli, erano le 8: 30 e probabilmente erano a casa. Il telefono squillò a lungo ma senza ottener risposta. Possibile che Edward avesse capito che era lui a chiamarlo e visto quel che era successo il giorno prima non volesse sentirlo? Molto probabile, ma non era successo nemmeno nulla di grave per fare così l’offeso! Semplicemente avevano pranzato insieme loro due da soli dopo tanto tempo ma a metà del pranzo Roy era stato richiamato a l’headquarter per un’emergenza e i loro piani erano andati in fumo. Il colonnello se ne era andato di corsa; ma prima Ed si era fatto promettere da Roy di chiamarlo al più presto; ma il colonnello dopo un’intensa giornata lavorativa era tornato a casa massacrato dal lavoro e appena si era rilassato sul divano era caduto in sonno profondo risvegliandosi il giorno dopo. Che Edward, infantile com’era, avesse dato tanto peso al mancato gesto? Molto probabile. Sospirò e decise di farsi portare fino alla casa dei giovani Elric.
Mentre era intento ad uscire dal quartier generale, Mustang incontrò quello che reputava il suo migliore amico: Maes Hughes. Lui, insieme ad Al, era l’unico che sapeva della relazione tra l’alchimista di fuoco e quello d’acciaio. Gliel’aveva detto per la spassionata fiducia che riponeva in lui e poi era un vero amico. In uno degli appuntamenti a quattro che aveva realizzato Roy, Maes aveva conosciuto la sua amatissima moglie. Solo per quello era convinto che lo adorasse ma…

< Buongiorno alchimista di fuoco! Oggi è una meravigliosa giornata, peccato che tu sei troppo triste per rendertene conto, è primavera ma dovrebbe esserlo non solo fuori, ma anche dentro per tutti gli innamorati, io lo sono, infatti visto che è tempo d’amore, presto regalerò un fratellino a Elicia. Ho delle foto stupende che  ho portato solo per te, mi raccomando: devi fargli l’ingrandimento e attaccarla dietro la tua scrivania in modo che ognuno possa vedere quanto sia stupenda la mia bambina e vedendola possano avere anche loro la gioia di avere dei figli, questo non vale per te chiaramente, ma non te ne faccio una colpa, comunque non sai che bei vestitini le ho comprato: sono stupendi, degni di una principessa delle favole! Ahh tu non sai cosa mi ha detto ieri: mi ha detto che sono il suo fidanzato e che vuole sposare me!* Visto che figlia stupenda! Nessuna potrà mai eguagliarla al mondo!... Roy sai che più ti vedo più noto che hai una bruttissima cera? Cos’è hai proposto un appuntamento ad Ed e ti ha dato buca oppure, si è tirato indietro quando gli hai esplicitamente detto che vuoi fartelo? Certo che per te, che stai da sette mesi con Ed, e ancora non ci sei andato a letto è proprio dura! Non pensavo ti avrei mai visto ridotto così per qualcuno: sei malato amico mio, dovresti farti vedere da qualcuno… >

… evidentemente si sbagliava. Era stato un errore abnorme confessare quel segreto a Hughes il quale ne parlava particolarmente tranquillo ad alta voce nel bel mezzo de l’headquarter, affollati di suoi subordinati. Non lo meravigliava che tutti sapessero di lui e Fullmetal. Anzi probabilmente tutta East City e anche tutta Central City sapevano la notizia. Mentre Hughes era entrato nel discorso ‘ Roy love Ed ’ con una fervente passione, Havoc si stava avvicinando. L’aveva notato dalla striscia di fumo che lo precedeva proveniente dalla sua immancabile sigaretta; allora schioccò le dita e fece avvolgere l’altro colonnello da una fiamma che interpretò correttamente con uno ‘ stai zitto o ti uccido ’.

< Buon giorno colonnello Mustang, buon giorno colonnello Hughes, qual buon vento la porta a East City? >

< Lavoro >

< No ma non mi dica… io pensavo che era venuto quì per prendersi un caffè >

Roy si schiarì la voce e entrò nel discorso.

< Havoc tu non hai da svolgere il lavoro di ieri che è andato a l’aria a causa di quell’emergenza? C’è tanto lavoro da fare anche oggi, ti conviene iniziare subito >

< Ha ragione colonnello, vado. Colonnello Hughes… >

Fece il saluto militare ricambiato da Maes e si allontanò in direzione del suo ufficio.

< Maes dopo mi dirai perché sei quì… intanto non è che sai per caso dove siano i fratelli Elric? >

< Ah ah ah… da quando Ed si chiama ‘ i fratelli Elric ’? AH AH AH bella questa, mi mancava… copertura geniale si, ma non funziona con me. Su Roy devi resistere, puoi vivere anche stando senza di lui per qualche ora; allora io che dovevo dire quando mi mandavi in missione e non potevo vedere la mia stupenda Glacier? E quando era in cinta? La mia dolce stupenda Elicia sarebbe potuta nascere mentre il suo papà era lontano. Ti lamentavi in continuazione dicendo che non mi sopportavi in quel periodo e ora se io non fossi il tuo migliore amico ti ripagherei con la stessa moneta dicendoti che sei insopportabile e non voglio sentirti, invece sono quì ad ascoltarti, soprattutto perché la primavera non è arrivata solo all’esterno ma anche nel tuo cuore; e dire che non ci avrei mai scommesso. Su sfogati Roy, piangi pure sulla mia spalla amico sono quì per questo!!! Roy… Roy dove vai?.... Roy devo dirti perché sono quì… centra anche.. Roy? ROYYYY…. ah questo ragazzo quant’è difficile, non l’avrei mai detto che si sarebbe ridotto uno straccio per un ragazzino. Dovevo anche dirgli che… pazienza, l’aspetterò quì >

Roy era ormai uscito dall’ Headquarter demoralizzato e carico di sentimenti di violenza da sfogare su quello che doveva essere il suo migliore amico; si diede dello stupido per il fatto che gli aveva chiesto dei fratelli, che ne poteva sapere lui in fondo. Incontrò Riza che stava per entrare e così iniziare la sua giornata lavorativa.

< Buongiorno colonnello, com’è così mattutino? >

< Nessun motivo particolare >

< Sta già uscendo ora? Sono solo le nove meno un quarto… se mi aspetta l’accompagno >

< Ti ringrazio ma c’è parecchio da fare >

< E così lei scappa e va ad imboscarsi mentre io lavoro? Capisco allora perché è così mattiniero >

Una piccola vena pulsava sulla tempia della donna, mentre il colonnello parandosi con le mani davanti spiegava che non era come pensava. Usciva per andare a cercare i fratelli Elric poiché, il padre era ritornato e si trovava nel suo ufficio.

< Cosa? Hohemhein Elric? Davvero lui si trova nel suo ufficio? >

< Si, prenditene cura. Io vado a vedere se quei due sono a casa >

< Perché non chiama, colonnello? >

< Già fatto, ma non rispondono >

< Non saranno in casa allora >

< Ehm.. probabilmente sono in casa ma pensando che solo io posso chiamarli a quest’ora non vogliono rispondere >

< E perché mai colonnello non dovrebbero risponderle? >

< Ehm… buona giornata tenente! >

< Colonnello!? >

< A proposito, è venuto Hughes da Central City, non so cosa voglia, chiediglielo un po’ te >

< Io? Probabilmente voleva parlare con voi, non con me; perché non gliel’avete chiesto voi? Io ho anche il mio lavoro da fare, non posso pensare anche al vostro! >

< Li calcolerò come straordinari, buon lavoro >

< Colonnello ancora non mi avete risposto… colonnello… uff ma che ha oggi? Dire che è strano è poco. Ma… chi lo capisce è bravo, andiamo a lavoro che è meglio >

E così Roy entro nella macchina scura che era sempre parcheggiata davanti l’ Headquarter appositamente per i suoi spostamenti di lavoro. Chiamò l’autista che si stava fumando una sigaretta fuori e una volta entrato partirono verso l’appartamento di Ed e Al.

Una volta arrivato notò che non c’erano visto che nessuno apriva e che non vi era alcun rumore dal di dentro; temendo il peggio buttò giù la porta a spallate ma nulla… aveva solo fatto la figura dell’idiota e ora doveva anche chiamare un fabbro al più presto possibile, entrò nell’appartamento andando verso il telefono e lo chiamò il fabbro che sarebbe arrivato lì tra una decina di minuti. Nell’attesa perlustrò un po’ la casa in cerca di un qualunque indizio che potesse suggerirgli dove si erano cacciati quei due, ma nulla. Il fabbro arrivò e in mezz’ora rimontò la porta, tutto tempo perso nelle sue ricerche, ma non poteva andarsene così. Dopo che ebbe pagato il servizio di corsa si fiondò nell’auto ordinando dio portarlo alla biblioteca riservata agli alchimisti di East City. Sperò di trovarli lì, in fondo quando non era in missione Edward si trasformava in topo da biblioteca e come non sentendo gli effetti dello scorrere del tempo rimaneva lì per ore e ore finché non si faceva buio e i responsabili gli dicevano che era ora di chiudere. Arrivato in biblioteca li cercò con cura e chiese ai dipendenti di loro. Capiva che Ed era un tappetto a cui la gente poteva non far caso, ma un’armatura, cielo no! Ma a quanto sembrava non era lì. Ritornò in macchina e da quel momento prese la sua decisione: avrebbe perlustrato tutte, ma proprio TUTTE le biblioteche e librerie della città anche le più scadenti e sconosciute; così li avrebbe trovati si era detto, ci sarebbe voluto tempo visto che East City era grande, ma era convinto che li avrebbe trovati.

Alle 15:15 aveva finito di vedere tutte le librerie e biblioteche esistenti e ne aveva la nausea, se avesse visto un altro libro, ne era sicuro, avrebbe dato di stomaco. Lui e l’autista avevano fatto solo una piccola pausa per prendere un toast e subito erano tornati alle loro ricerche; ma senza alcun risultato.
Ora si stava preoccupando seriamente e se qualche homunculus, o Scar, o qualche pazzo maniaco aveva attaccato il suo Ed e gli aveva fatto del male? No, no, non doveva e non voleva pensarci, ma l’ansia l’aveva assalito. Ritornarono all’appartamento dei due ragazzi ma ancora nulla, decise quindi di far ritorno alla centrale, forse erano lì, lo sperava vivamente perché era estremamente preoccupato. Per un attimo gli venne persino il dubbio se per caso li aveva mandati in missione, non era rimbambito ma non si poteva mai sapere, ma ebbe la certezza assoluta che non li aveva mandati in missione.

Edward… ecco il suo unico pensiero. Dire che era estremamente preoccupato, era a dir poco superfluo. Dove diamine si trovava il Suo Edward? Pregò che stesse bene ovunque si potesse trovare.

Mentre l’auto si dirigeva a l’Headquarter un’altra auto dell’esercitò gli sbarrò la strada e da essa uscì il tenente Hawkeye, lui pensando a chissà quale tragica cosa fosse successa uscì avvicinandosi allarmato ed esagitato alla donna.

< COLONNELLO! E’ da tutta la giornata che la stiamo cercando dov’era finito? >

< Riza, cos’è successo; per caso è successo qualcosa di grave a Edward? Per favore qualsiasi cosa tu sappia dimmela! >

Riza… solo in certe rare occasioni la chiamava così; il colonnello era preoccupato, estremamente preoccupato per Ed a quanto sembrava, mai lo aveva visto così. cos’era successo a quel ragazzino? Se Mustang faceva così allora c’era da preoccuparsi seriamente.

< Cos’ è successo ad Ed colonnello? >

< Non lo so, l’ ho cercato per tutta la città e non lo trovo è come sparito >

< Uff.. intendeva questo colonnello; mi ha fatto preoccupare >

< Eh?! Come ‘ intendeva questo ’? Che significa? >

< Pensavo che ci fosse stato un incidente al treno >

< EHH?!! >

< Colonnello, suppongo che non si è minimamente chiesto il motivo per il quale il colonnello Hughes si trovasse quì, vero? Bhè è da tutta la mattina che la cerco per dirle che Edward e Alphonse sono andati in missione per conto del colonnello Hughes nella città di Twirl a catturare un alchimista accusato di aver attentato alla vita del generale Hakuro; ci hanno telefonato e detto che hanno catturato il terrorista e ora sono sul treno che arriverà tra venti minuti alla stazione. La cercavo appunto perché dobbiamo andarli a prendere >

Ogni singola parola di Riza sembrò a Roy come una grossa roccia che gli cadeva addosso fino a l’ultima parola che gli sembrò farlo sprofondare nelle viscere della terra.
Lui in pratica stava morendo dalla preoccupazione, stava per scoppiare a piangere dalla disperazione perché credeva che il suo Edward fosse stato rapito, molestato, ferito, ucciso o qualcosa di simile; era da otto ore che lo cercava per tutta la città e dopo aver sofferto come un cane ed esser più o meno ridotto come uno straccio, una vera e propria anima in pena che vagava alla ricerca del suo amato e alla fine Edward, e va bhè anche Alphonse si ricordò d’aggiungere, erano andati tranquillamente in missione senza dirgli nulla per conto di quel maledetto di Hughes, che non gli aveva né detto nulla su quei due.


Era veramente incazzato nero.


Si promise che avrebbe fatto la pelle a Hughes, fosse stata l’ultima cosa che avesse fatto nella sua vita. Fece un urlo liberatorio.

< MAEEES SEI UN UOMO MORTO, PAROLA DI ROY MUSTANG!!! >

Da tutt’altra parte a un tavolo a bere un caffè c’erano il tenente colonnello che era diventato l’oggetto d’odio di Mustang e il padre dei due fratelli andati dispersi fino a poco fa da Roy.

< Etchì! >

< Raffreddore o allergia? >

 < Nessuno dei due, qualcuno starà parlando di me e penso anche di sapere chi >

Alle 15:35 il treno su cui viaggiavano Ed e Al arrivò puntuale. Il primo a scendere fu Al poi lo seguì Ed con il terrorista ammanettato con manette speciali. Edward era terrorizzato di rivedere Mustang visto che a Twirl City la cattura dell’alchimista era stata difficile e per catturarlo avevano involontariamente fatto un po’ di guai. Quello che aveva potuto riparare l’aveva riparato ma i danni rimasti erano considerevoli e quando il colonnello l’avrebbe saputo era sicuro sarebbe andato su tutte le furie; altro che cenetta romantica. Eccolo. Lo vide da lontano avvicinarsi accompagnato immancabilmente dal tenente Hawkeye. Non aveva un’aria alquanto tranquilla, tutt’altro era furioso poteva percepirlo da lontano. Ed fu colto dall’impulso di fuggire via.

< Al, saprà sicuramente tutto! Tieni tu questo delinquente e pensaci tu con la tua diplomazia; io me ne vado >

< Fratellone! Non puoi fuggire e lasciarmi da solo. Hai combinato tu i guai, non è giusto che se la debba prendere con me che non centro nulla! >

< Non ti preoccupare, non se la prenderà con te. Ci vediamo a casa! >

< FRATELLO!!! >

Edward come una saetta corse via dalla stazione.

< Dove è andato Fullmetal? Perché è scappato? >

< Colonnello… io… vede, sa.. NON CENTRO NULLA E’ STATO MIO FRATELLO A FARE TUTTO!!! >

Roy corse in direzione di Edward augurandosi di riuscirlo a prendere; per avere le gambe corte correva velocemente.

< Tenente lascio tutto a te, ci vediamo a l’Headquarter >

Dopo poco tempo riuscì a stare dietro a Ed, corsero per un quarto d’ora senza dirsi nulla, quando però furono esausti si fermarono accasciandosi a terra e ritrovandosi soli in un parco. Qualche minuto per riprendere fiato e poi il primo a prendere la parola fu il più grande.

< Perché sei scappato? >

< Ehm ecco vedi colonn- >

< Roy. Non c’è nessuno puoi comportarti normalmente >

< Ecco.. Roy, ehm sono successi un po’ di guai a Twirl City.. >

< Piuttosto perché non mi hai detto niente e sei andato in missione per conto di Hughes? >

< Non ne ho avuto il tempo, sono partito presto e poi sono andato in missione per conto suo perché è un amico >

< Tsk… proprio un amico >

Dopo che gli aveva fatto passare quel giorno non gli era ancora passata, ci sarebbe voluto tempo. Edward… vederlo lì davanti a lui era un sollievo, si era preso un bello spavento. Si avvicinò al ragazzino che aveva un’espressione un po’ triste e con il dorso della mano gli accarezzò il volto. Edward arrossì. Erano sette mesi che stavano insieme ma ogni volta che tra di loro c’era un’effusione o si coccolavano o si dichiaravano i propri sentimenti, lo facevano con una scusa o buttavano tutto sulla battuta o comunque trovavano una scusa per motivare ciò che facevano. Questa era la prima volta che Roy si comportava dolcemente senza un motivo che non era semplicemente l’amore che provava per Ed .

< Come stai? >

Edward si fece ancora più rosso, che diamine gli era preso a Roy?

< ..stò b-bene, perché me lo chiedi? >

Un sorriso dolce fu accompagnato dalle parole.

< Meno male… su alziamoci. Dobbiamo andare a l’ Headquarter, lì c’è una persona che ti aspetta, muoviamoci >

Si alzò e tese la mano ad Ed aiutandolo a rialzarsi; intanto il sedicenne era confuso, che non fosse il vero Roy ma Envy che lo stava ingannando? Mentre si alzava Roy abbassò il volto incontrando le labbra di Edward e si baciarono lentamente e dolcemente. Poi quando quel tenero contatto cessò, come se nulla fosse il moro si rigirò e sempre tenendo stretta la mano di Edward, senza dire una parola, si avviò e il più giovane silenziosamente lo seguì. Si chiedeva come mai Roy fosse così dolce, pensò che forse era una strategia per dargli la mazzata finale facendolo sentire in colpa per ciò che aveva fatto mentre lui era stato così dolce; si doveva essere così. Non si sarebbe illuso anzi iniziò a preparare la sua difesa. Quando si trovarono in un luogo più affollato entrambi sciolsero la presa un po’ dispiaciuti. Sarebbe stato bello poter camminare prendendosi per mano senza avere alcun giudizio da parte degl’altri.

Arrivarono a l’headquarter mezz’ora dopo; dopo qualche metro di corridoio Roy vide da lontano Maes. Un sorriso diabolico gli si dipinse in volto, preparò la sua mano per l’attacco e poi urlò.

< HUGHES DI’ LE TUE PREGHIERE: SEI UN UOMO MORTO!!! >

< Roy caro sapessi quanto mi sono preoccupato, hai visto che hai trovato la tua principessa alla fine, invece di prendertela con me dovresti coccolarlo ha bisogno di cocc- >

Una gigantesca fiamma si avventò contro il papà più felice dell’universo e la fiamma fu seguita da un’altra e poi un’altra e un’altra ancora; Hughes cercò di scappare via ma fu inutile il fuoco lo colpì quanto era abbastanza per Roy, che non soddisfatto caricò la sua pistola ma Fullmetal lo fermò.

< Roy ma sei impazzito, così l’ammazzi >

< Quello è il mio obbiettivo, tu vai nel mio studio mentre io regolo dei conti con Hughes >

< Ti ha dato di volta il cervello?! Su andiamo finiscila >

< Per colpa sua ho passato una giornata terribile, è stata un incubo! >

< Cos’è successo colonnello non siete riuscito a fare il pisolino oppure avete dovuto firmare due documenti in più del solito? >

Disse Edward derisorio ma l’espressione di Mustang era seria e fredda. Si voltò e disse a Edward di seguirlo. il ragazzino non capì il cambiamento d’atteggiamento di Mustang, ma lo seguì ed entrò nell’ufficio del colonnello dove c’erano suo fratello e Hawkeye.

< Accomodati Fullmetal >

< Al! Anche tu quì? >

< Fratellone non pensavo di vederti intero >

< Possibile che crediate che sia un uomo così terribile? >

< Hanno le loro ragioni per crederlo colonnello >

Scherzò la donna.

< Hawkeye oggi non è giornata >

< Ma dai è davvero di cattivo umore per aver lavorato normalmente? >

Incalzò Ed . Ma Riza andò in difesa del colonnello.

< A dir la verità è stato in pensiero per voi, per questo è di cattivo umore >

< Hawkeye! >

< Dovete sapere, che non sapendo che eravate in missione è da stamattina alle nove meno qualcosa che vi sta cercando e solo un’ora fa ha smesso le sue ricerche perché l’ho trovato e sono riuscita a dirgli che fine avevate fatto. Dovevate vedere che faccia aveva quando l’ho trovato: era disperato! >

< Smettetela tenente, avevo una faccia strana perché pensavo che chissà quale danno da ripagare avevano fatto >

< Trovo che questo sia un lato molto carino del suo carattere colonnello >

I due fratelli erano rimasti colpiti dalle parole della donna, in particolare Ed, ecco spiegati quegli strani atteggiamenti di poco prima. Sorrise tra se e se. Ci teneva a lui e ne era felice.

< Ora mi ritiro colonnello, a dopo ragazzi >

< A dopo tenente Hawkeye >

Risposero i due ragazzi. E mentre la donna usciva un’altra figura a loro nota entrava con la sua solita aria sempre felice.

< Roy.. Roy sei stato davvero cattivo. Ehi abbassa quella mano, vengo in pace. Uff ma che uomo difficile che sei. Io ti stò solo allenando a sopportare l’assenza di Ed e.. >

Una fiamma lo attaccò ma riuscì agilmente ad evitarla. Ed intervenne nel discorso.

< Cosa significa tenente colonnello quello che ha detto? >

< Quello che ho detto >

< Cioè lei sa… >

< Ma certo come non posso sapere di voi due teneri piccioncini. Quì siamo al sicuro io so…Al sa… possiamo parlarne liberamente in fondo la primavera è in ognuno di noi… >

< E’ da stamattina che lo dici. Finiscila, o prenderò davvero in considerazione l’idea di incenerirti >

< Ma come sei crudele Roy, io sono il tuo migliore amico.. >

< Bell’amico che ho, dimmi chi è ormai che non sa di noi grazie a te? Solo gli alieni penso o sei riuscito a dirlo anche a loro? >

Ed posò su Mustang uno sguardo omicida, l’avrebbe davvero voluto morto in quel momento. Ma perché l’aveva detto a lui? Capiva che era il suo migliore amico però essere preso in giro in quel modo non gli andava affatto bene!

< Cosa dici Roy sai benissimo che io so mantenere i segreti; con me il vostro segreto è al sicuro >

< … >

< Che sono quelle facce? >

< Niente >

Pronunciarono all’unisono Edward e Roy e questa sciocchezza diede motivo al tenente colonnello di fare un’ulteriore battuta.

< Che carini!! Siete proprio fatti l’uno per l’altro, due anime gemelle che parlano all’unisono per quanto sono.. >

Una gigantesca lingua di luogo si lanciò contro Hughes che scappò fuori dall’ufficio lasciando finalmente soli i tre alchimisti. Il colonnello sospirò e poi tornò al suo discorso.

< Allora… non so da dove iniziare e come parlarvi di una cosa tanto delicata ma ci proverò… stamattina un mio vecchio amico, se così posso definirlo, dopo molti anni che per amor dell’alchimia ha viaggiato per il mondo venendo a conoscenza di segreti sull’alchimia di cui nessuno sapeva nulla. Ora… >

< LA PIETRA FILOSOFALE?! Si tratta di questo Roy? Io e Al… >

< Fratellone calmati! Vada avanti colonnello >

Con sguardo triste Roy fece segno di no con la testa. Ed rimase deluso da quel ‘no’ma non era certo colpa di Mustang; aveva fatto fin troppo per loro due. se probabilmente qualche altro colonnello o generale avesse saputo di loro, Al sarebbe diventato una cavia da laboratorio e Ed un’arma al servizio dell’esercito peggio di come lo era in quel momento e, inoltre, non avrebbero mai permesso loro di tornare normali, anzi, avrebbero impedito le ricerche.
A Roy i due fratelli dovevano molto.

< Mi dispiace ma non si tratta di questo. Dicevo… ora questa persona è passata a farmi visita per dei motivi che ora non vi stò a spiegare; fatto sta che voi vi conoscete benissimo e quando ha saputo che voi eravate qua bhè.. ha desiderato incontrarvi, per questo vi ho cercati. e’ impaziente di vedervi, lo desidera da tanto perché gli siete mancati. Ora vado a chiamarlo, aspettate quì >

Roy passò vicino alla sedia di Fullmetal e, come per incoraggiarlo, gli strinse la spalla. Ed si girò incontrando le iridi corvine dell’uomo che amava; gli sorrise e poi uscì dalla stanza.
Dopo un minuto si udirono dei passi, Edward era proprio curioso di vedere chi era questa persona, ci pensò un po’ ma non gli venne in mente nessuno a parte la maestra Izumi, era da tanto che non la vedevano ma da quanto aveva capito era un uomo perciò era da escludere che fosse lei. Al invece se avesse avuto un cuore avrebbe avuto la tachicardia, aveva un vago sospetto su chi potesse essere quell’uomo poi per vedere cosa ne pensava suo fratello chiese a lui.

< Nii-san? Chi pensi possa essere questa persona? Ecco io non so perché ma ho uno strano presentimento >

< Non stare a preoccuparti Al, non ce n’è motivo. Non ne ho la minima idea su chi possa essere quest’uomo, ma sarà questione di secondi >

Ancora quattro passi e poi silenzio. I due ragazzi non si voltarono.
Hohenheim avanzò nella stanza mentre Mustang si fermò sull’uscio della porta; una volta fermatosi molto vicino alle sedie dove sedevano i suoi figli i due ragazzi si voltarono verso quell’uomo.
Quell’uomo piangeva.

< Edward… Alphonse.. >

Incredulità, meraviglia, dolore, malinconia, nostalgia, felicità fu quello che provò Alphonse. il suo papà, era lui! Aveva avuto il terrore di dimenticarlo, invece no era riuscito a ricordarlo. Avevano trovato il loro papà, forse ora potevano tornare ad essere una famiglia come tante, avrebbero potuto tornare a vivere insieme a essere una famiglia; a lui importava ancora di loro, non li aveva abbandonati, il modo in cui Hohenheim piangeva era tale da far capire che in fondo voleva bene ai suoi figli. Al aveva sempre sperato di rincontrarlo un giorno… quella figura gli era così mancata, il loro papà però finalmente era lì con loro… se avesse potuto piangere, Al lo avrebbe fatto, avrebbe pianto dalla gioia. Si avvicinò a lui e lo abbracciò.

< Al cosa ti è successo… è colpa mia…. se io non… >

< Papà non dire nulla io… papà mi sei mancato…. pensavo che non ti importasse più di noi……….papà >

Ed invece era rimasto seduto a guardarlo. Era stupito e malinconico si, ma l’emozione che predominava in lui era la rabbia. Vedere quell’uomo dopo tanti anni lì a rivestire il ruolo del padre, dopo anni di assenza nella quale non si era fatto vivo né per posta, né per telefono gli faceva provare una rabbia immensa. Se anni prima non ne era convinto, ora ne era certo: Edward odiava quell’uomo, odiava suo padre! Lui era stato la causa di tutte le loro disgrazie; l’egoismo di quell’uomo gli faceva talmente schifo da dargli la nausea. La loro mamma, se ci fosse stato lui, non si sarebbe mai ammalata e loro non avrebbero infranto per amore il tabù del’alchimia e non si sarebbero ritrovati ad essere così. Lo odiava, LO ODIAVA! Le lacrime gli rigarono il volto. Quando era molto piccolo quella feccia d’uomo era stato il suo idolo, era assurdo.
Possibile che solo ora quell’uomo era ritornato? Ora che non avevano bisogno di lui? Ricordò ancora quando scrisse a tutte le persone che lo conoscevano per dirgli del funerale della mamma ma nessuno riuscì a rintracciarlo; tra le tante lettere che aveva spedito con l’aiuto di Al, solo una persona era venuta: Roy, il suo Roy. L’unica cosa bella che gli avesse potuto dare la vita; quel che era ironico era che se il padre non fosse scomparso lui non l’avrebbe mai conosciuto. Ulteriore rabbia lo assalì, voleva picchiare quell’uomo e fargli capire quanto lo odiasse, ma per quanto avrebbe potuto dirglielo le parole non sarebbero bastate a renderne l’idea.
Hohenheim si diresse verso Edward e fece per abbracciarlo.

< Edward… sei cresciuto, Edward figliolo… io >

Un pugno in pieno viso colpì l’uomo che cadde per terra, l’aveva colpito col braccio sinistro.

< Fa male vero? E’ per la feccia come te che sono felice di possedere questo braccio in modo da fargli sentire il dolore e fargli capire cosa significa portare un braccio del genere e sai qual è la causa per cui io e Al siamo ridotti così? LO SAI PERCHE’ IO E AL ABBIAMO TENTATO LA TRASMUTAZIONE UMANA? A CAUSA TUA!!! PER COLPA TUA!!! IO TI ODIO DAL PROFONDO DEL CUORE HOHENHEIM, CAPITO? MI RIFIUTO DI ESSERE TUO FIGLIO.. >

< Nii-san… ti prego smettila, il papà non…. il papà non centra………è stata tutta colpa nostra >

< Perché... PERCHE’ LO DIFENDI AL? >

< Edward hai ragione, sono io la causa di tutto, però lasciami una seconda possibilità >

< I NOSTRI CORPI E LA MAMMA NON HANNO AVUTO UNA SECONDA POSSIBILITA’ PERO’, LO CAPISCI? TU SEI UNO SCHIFOSO EGOISTA, ARRIVI DOPO DIECI ANNI E VUOI FARCI DA PADRE, IO NON LO ACCETTO!!! IO NON TI VOGLIO, IO NON HO BISOGNO DI TE, COME TU NON HAI AVUTO BISOGNO DI NOI PER TUTTO QUESTO TE. TI ODIO!!! >

Aveva il fiatone dopo avergli urlato tutte quelle cose, ma ancora non si sentiva meglio. E piangendo scappò via. Roy lo afferrò per il braccio sinistro.

< Edward calmati >

< LASCIAMI ROY, LASCIAMI PER FAVORE; VOGLIO ANDARMENE VIA >

Lasciò la sua presa e se ne andò via.

< NII-SAN!! >

< E’ meglio che stia un po’ da solo; immaginavo una reazione del genere da parte sua. Hohenheim, Al vi lascio soli, immagino avrete molto da dirvi >

< Ti ringrazio Roy >

< Non devi ringraziarmi, non ho fatto qualcosa che lo ha reso felice.. >

< Come? >

< Nulla. A dopo >



Edward si trovava nel parco di East City, era seduto su una panchina e non molto lontano da lui c’era un laghetto artificiale nel quale stava gettando sassi per sfogare il suo nervoso; quel posto era coperto da grossi alberi e isolato dalla gente e dai rumori urbani, solo lui e la natura, nessun’altro.
Era completamente immerso nei suoi pensieri e troppo occupato a trovare appellativi dispregiativi indirizzati al padre che non avverti` una seconda presenza che lo abbraccio con possessione alle spalle.

< AHHH LASCIAMI SCHIFOSO MANIACO O TI UCCIDO >

< Fullmetal sono io.. >

Il biondino si voltò.

< Roy… >

< Sarai pur carino ma ti assicuro che a nessuno passerebbe per l’anticamera del cervello di violentarti, sei solo un moccioso e sei troppo rumoroso >

< Io sto male e tu inferisci su di me in questo modo così crudele? >

< Che significa? Che ti piacerebbe farti violentare da uno sconosciuto? >

< CERTO CHE NO! MA CHE DIAVOLO DICI?! >

< E allora perché.. >

Edward con uno sguardo basso e distaccato da Roy iniziò a parlare e mentre parlava arrossiva.

< … t-tu mi dici così e… ecco… allora… mi hai detto che nessuno mi porterebbe mai a… hai capito insomma, no? Perciò significa che io………io per te ecco, non ti piaccio e tu… cioè non voglio dire che io vorrei far- cioè, non capire male….. stavo facendo un ipotesi >

< Ho ragione a dire che sei stupido e troppo rumoroso >

Roy si posizionò davanti a lui e poi si abbassò sulle gambe e si avvicinò al viso del biondino e lentamente iniziò a sedurre le sue labbra con le proprie; ma Ed non volle rispondere a quell’invito, lo lasciò fare. Il moro si fece spazio tra le labbra dell’amante introducendo la propria lingua e iniziò a lavorare nella sua bocca sempre con movimenti lenti e calcolati che non potevano non far rispondere l’altro ed eccitarlo. Così fu. Dopo un po’ si trovarono entrambi coinvolti in quel dolce gesto d’amore e passione; mano a mano che il tempo scorreva, il ritmo iniziava ad essere più veloce e il bacio era denso di una passione disperata, come se fosse la prima volta… come se fosse l’ultima volta… Edward e Roy si stavano amando completamente in quel gesto, non c’era nulla e nessuno in quel momento: nessuno che potesse vederli, avevano complice la natura; e tutti i pensieri e le cose brutte si erano allontanate dalle loro menti. Esistevano soltanto loro in quel momento; loro e il loro amore, nient’altro. Quando si separarono, con un filo di voce Roy bisbigliò sulle labbra dell’alchimista d’acciaio.

< Ti amo Edward >

Stupore e felicità. Una sensazione di dolcezza pervase ogni fibra dell’anima e del corpo di Ed, non si dicevano quasi mai quelle parole, forse perché in un rapporto così chiaro, e ambiguo allo stesso tempo, non erano necessarie o forse scontate, chi lo sa… fatto stava che ogni volta che l’altro pronunciava quelle parole, la persona a cui era diretta quella dichiarazione, si sentiva storditamente felice.
Roy si sedé sulla panchina al fianco dell’altro e lo abbracciò forte a sé. Edward non riuscì a trattenere le lacrime, e pianse sul petto dell’uomo che amava.

< Lo odio, lo odio, capisci? Mai si è preoccupato di noi, mai……….. è lui.. la causa di tutto, lui….. provo una rabbia disumana…. con quale faccia si è ripresentato a noi….. e come se non bastasse Al è dalla sua parte, avrei preferito non vederlo mai più… invece.. >

Roy baciò la fronte del sedicenne rassicurandolo e dicendogli parole di incoraggiamento.

< Probabilmente Al ha bisogno di lui, non devi sentirti tradito da tuo fratello e poi sono sicuro che lui vi voglia davvero bene. Ha sbagliato è vero, ma credo che non si sia reso conto pienamente di quali dovevano essere i suoi doveri di padre e solo dopo avervi rivisti lo ha capito. Quando gli ho raccontato di voi e di vostra madre, avresti dovuto vedere come piangeva disperatamente. E’ una prova del fatto che vi ama >

< Fa male però… fa tanto male………..io.. io.. avevo bisogno di lui, Al aveva bisogno di lui.. e lui… lui non c’era! La mamma si è ammalata a causa sua. Non riesco a perdonarlo……. sono solo un semplice essere umano… provo solo tanta… tantissima rabbia per quell’uomo >

< Edward… >

Mentre le lunghe dita del colonnello giocavano con le ciocche bionde della treccia, Ed entrò nel suo mondo di pensieri.
A causa del padre probabilmente si era innamorato di Roy, in quell’uomo lui non vedeva solo un amante e un prezioso sostenitore; ma in lui aveva cercato anche il padre che non aveva mai avuto. Si sentì in colpa a paragonare il colonnello a un uomo di cui si vergognava di chiamare padre, ma nell’alchimista di fuoco c’era tanto che gli dava una sensazione di paternità. Sin da quand’era piccolo Roy era stato uno stimolo per farlo continuare a vivere, era stato prezioso il suo sostegno e le sue incitazioni. Quell’uomo non gli aveva mai mentito, era sempre stato ben chiaro e sincero: gli aveva fatto capire cos’era il mondo e che gli uomini a causa delle loro debolezze finivano per fare cose orribili, sbagliate, stupide. Roy era fondamentale per lui, pensò che forse poteva rappresentare il suo futuro, ma aveva paura di correre, meglio andarci piano, c’era tempo, aveva un’intera vita davanti a se.

< Grazie d’esistere Roy… ti amo… >

Questa volta fu Mustang a sentirsi pervaso da una sensazione d’amore e dolcezza provenienti dal ragazzo che aveva tra le braccia. Non disse nulla, sorrise solo tra se e se.

< A farmi rabbia c’è anche il fatto che io ti ho conosciuto grazie a lui; non è giusto… non ci saremmo perciò mai incontrati se la vita mia, di Al e della mamma fosse continuata a scorrere tranquillamente, perché Roy? >

< Se andiamo a vedere è un po’ come se fosse alchimia, in cambio di qualcosa di brutto hai ricevuto qualcosa di bello; l’equilibrio del mondo. Nessuno può vivere una vita totalmente brutta e nessuno può vivere una vita totalmente bella, probabilmente se ciò ci fosse il mondo sarebbe travolto dal caos chi lo sa… però la sai una cosa? >

< Cosa? >

< Io credo nel destino, perciò forse anche se le nostre vite sarebbero andate diversamente noi ci saremmo lo stesso incontrati, conosciuti e… >

la parola ‘amati’ gli morì in gola, la cambiò.

< … saremmo potuti lo stesso stare insieme >

< Mi piace la sua teoria colonnello Mustang anche se non la facevo così romantico >

Scherzò Edward, finalmente stava ritornando l’Ed di sempre. Gli sorrise facendolo arrossire violentemente.

< Io invece non ti facevo così docile Fullmetal >

< Mi sembrava strano che avresti continuato ancora a dire cose sdolcinate; sei sempre il solito colonnello >

< Bhè sono atteggiamenti che non sono da noi >

< Già… >

Poi Fullmetal cambiò discorso notando il colonnello vestito in jeans e camicia bianca.

< Hai finito di lavorare oggi? >

< Già, perciò che ne dici di continuare il pranzo che abbiamo interrotto modificandolo in ‘ cena da me ’? >

< A casa tua? >

< Si >

< A cena? >

< Si >

< Colonnello sta cercando di portarmi a letto? >

< Più o meno >

< EHH?!! >

La sincerità del colonnello e quelle parole dette tranquillamente perfettamente atone, avevano spiazzato letteralmente Fullmetal.
Roy estrasse dalle sue tasche il cellulare compose un numero e chiamò Riza.

< Pronto tenente? Sono io, Alphonse e Hohemhein sono ancora lì vero? Bene, gli riferisca che Edward è con me e non devono preoccuparsi; dormirà da me.. >

< COLONNELLO CHE STA DICENDO? IO NON VOGLIO ASSOLUTAMENT-MHH MHH >

Mustang con una mano tappò la bocca ad Edward e mentre il più basso scalpitava e si dimenava, l’altro continuò tranquillamente la sua conversazione telefonica.

< Come puoi ben capire non riuscirebbe a tollerare la presenza del padre, anche se si sta dimenando come una scimmia e si oppone di venire da me, è l’unica soluzione >

|<<  Colonnello se posso essere d’aiuto mi dica pure, Edward ha tutto il mio sostegno. Se non vuole stare con lei può benissimo venire da me >>|

< Fullmetal vuoi andare a dormire a casa del tenente? >

< MH! ( SI!) >

< Mi sta mugugnando di no, ma ti ringrazia lo stesso >

< MHMHHH! (BASTARDO!) >

|<<  Va bene colonnello, lo tratti bene mi raccomando e soprattutto non lo corrompa con riviste o filmati di dubbia origine >>|

< Così mi offende terribilmente tenente, io non ho bisogno di quella roba e di conseguenza non la posseggo >

|<<  Sarà… comunque intende stare per un po’ da lei? Perché se è così dico ad Alphonse di preparargli il cambio, eccoli, stanno venendo da questa parte >>|

< Fullmetal vuoi rimanere per un po’ di giorni da me e vuoi che tuo fratello ti prepari e porti il cambio? >

< MHH! (NOO!) >

< Dice di si. Arrivederci tenente a domani >

|<< A domani colonnello >>|

< MHHH MHHMHHHHHHH MHMH MHHHMH!(AIUTO! LA MIA VERGINITA’ E’ IN PERICOLO!) >

Roy chiuse il collegamento telefonico e liberò Ed che iniziò ad inveire contro il suo superiore ma Roy restò indifferente ai blateramenti di Edward, gli prese la mano e se lo tirò via; direzione: casa di Roy!
Per un quarto d’ora Ed si lamentò anche se non opponeva resistenza fisica al più grande; se ne sarebbe potuto andare se avesse voluto, ma come il moro sospettava in realtà Edward era ben felice di poter stare con quello che era diventato ormai il suo ragazzo, stava soltanto facendo il difficile e tutto ciò non faceva che stuzzicare Roy che si stava facendo mentalmente dei progetti su cosa avrebbe potuto fare ad Ed quella sera e come si sarebbe potuto divertire, ma sarebbero state solo fantasie, nient’altro. Roy si era fatto una promessa, avrebbe fatto l’amore con Edward solo quando avrebbe compiuto diciotto anni, almeno si sarebbe sentito meglio con la coscienza; per ora sperava solo di resistere a quella frustrante tentazione che era Edward Elric.
Passato quel quarto d’ora di lamentele e imprecazioni al più grande, Ed si stancò di fare i capricci da bambino e si ammutolì per la gioia delle sue corde vocali e per la testa di Roy. Una decina di minuti dopo Mustang lasciò la mano del Fullmetal poiché si trovarono nel quartiere dove il colonnello abitava ed era ben conosciuto; altri dieci minuti e la lunga camminata finì alla soglia di un grosso portone appartenente ad un elegante palazzo; ora che Ed ci faceva caso, tutte le abitazioni di quella zona erano belle e distinte e non si stupiva che il colonnello, uomo raffinato, elegante, edonista e amante delle cose belle e lussuose, abitasse in uno di essi. Il biondino una volta dentro al palazzo poté constatare che non era solo molto bello e lussuoso all’esterno ma anche all’interno. Presero l’ascensore e durante il breve trasporto, Fullmetal imbarazzato e volendo trovare un argomento di conversazione, ricordò a Roy che era la prima volta che andava a casa sua e ciò era un po’ buffo visto che si conoscevano da cinque anni e da otto mesi stavano insieme, Mustang concluse con una delle sue perle di saggezza con le quali amava tanto uscirsene in certe occasioni: la vita era ironica per ognuno e quello che Edward trovava ironico in confronto ad altre cose molto più importanti che capitano nella vita e che pensandoci una persona non può far a meno di riderci sopra. Un esempio tra i tanti, era ciò che Roy trovava la cosa più ridicola della sua vita: lui donnaiolo D.O.C. da quando frequentava le scuole elementari si trovava ora vicino ai trent’anni ad amare un adolescente maschio! Mai si era stato davvero innamorato, ma ora aveva completamente perso la testa per quel biondino dai bellissimi lineamenti e gli occhi da gatto di quel particolare colore ambrato.
Quinto piano. Scesero dall’ascensore e il moro, seguito da Fullmetal, si avviò alla porta di casa, tirò fuori le chiavi dalle tasche dei pantaloni e dopo tre mandate di chiave ecco aperta la porta; fece entrare Ed che inesperto avanzò nell’appartamento, Roy dietro di lui accese le luci e chiuse la porta. La casa era davvero bella, ammobiliata con classe e decorata da valorosi pezzi d’antiquariato e da diverse opere d’arte, due poltrone e un grosso divano angolare in pelle, un grande tappeto persiano al suolo, due librerie, televisore al plasma con casse, stereo gigante, lampadario di cristalli… elementi d’ammobilio vecchi e nuovi erano combinati genialmente e con classe.

< Wow Roy hai una casa bellissima… >

< Ci tengo. Vieni ti faccio vedere le altre stanze >

Lo portò prima in cucina, era completamente moderna con tutte le comodità elettroniche possibili e la finestra di essa dava su un grande terrazzo che girava intorno a tutto l’appartamento. Poi toccò al bagno anch’esso grande e con piastrelle lucide color blu che continuavano anche per metà muro sostituendosi poi al bianco più tipico per le pareti; il lavandino era trasparente a forma di conchiglia incastonato in un mobiletto blu davvero grazioso; più distante c’era la doccia e al centro del largo bagno vi era una vasca con idromassaggio rotonda e alla parete vi era un grosso specchio alto due metri e largo uno.
Usciti dal bagno mostrò ad Ed il suo studio anch’esso combinato come il salone con elementi particolarmente moderni e elementi d’antiquariato e arte. Sulla scrivania accanto al televisore a schermo piatto Edward notò diverse sue foto, in alcune era da solo, in altre con Roy e suo fratello. Tutte erano disposte disordinatamente sul piano della scrivania in legno di noce; solo poche di queste foto avevano un loro posto preciso, era il caso di una sua foto da solo sistemata in una cornice particolarmente bella posizionata sulla stampante e poi sulla parete vicina alla destra della scrivania ce ne erano altre dove Ed era solo e solo una dove erano tutti insieme, lui, Roy, Al, Hughes, Hawkeye, Armstrong, Havoc, Fuery, Barman, Breda, Sheska, Maria, Danny e Black Hayate . Questa foto era al centro di tutte le altre, perché era la più bella commentò mentalmente Ed, era come una foto di famiglia, per Ed era quella la sua famiglia e non c’era posto per suo padre, lui nei momenti di bisogno non c’era mai stato mentre quei militari c’erano sempre stati nella sua famiglia in particolare nei momenti di bisogno. E per Roy evidentemente era la stessa cosa: quella era la sua famiglia.
Edward si avvicinò a Roy e poggiò la sua testa sulla sua spalla e a occhi chiusi espresse ciò che aveva nel cuore.

< Roy… tu, Al e tutti gli altri… le persone in quella foto; voi siete la mia famiglia. Non c’è posto per mio padre, non più ormai… >

Roy si sentì avvolgere da un dolce calore. Sorrise. Non sapeva però cosa dire.
Anche se fosse stata solo un’illusione, una bugia, l’avrebbe preferita. Avrebbe voluto anche solo una volta essere l’unica cosa che Ed avesse, non per cattiveria, ma perché avrebbe voluto essere la persona più importante, la persona che più amava… per una sola volta avrebbe voluto essere l’unico nel cuore di Edward.
Gli diede un bacio sui morbidi capelli dorati facendolo arrossire.

< Vieni Edward seguimi, ti faccio vedere una stanza che sono sicuro ti piacerà; tra parentesi è la mia preferita >

Un sussurro all’orecchio che si concluse a pochi millimetri dalle labbra di Edward.
Le gote diventarono di un rossore ancora più intenso. Roy era un seduttore nato.
Edward venne condotto per la mano nel posto in questione; si dimenò questa volta opponendosi con vigore.

< Colonnello non mi sento pronto, non è proprio il momento! Trattieniti cazzo, sei un pervertito, ti ho detto che non voglio Roy! >

Il colonnello si fermò davanti a una porta scorrevole e la fece scorrere mostrando quel che c’era dietro: una biblioteca.

< Ma… è una biblioteca! >

< Felice topo da biblioteca? >

< MI STAI DANDO DEL SORCIO MICROSCOPICO COSI’ PICCOLO DA POTER SCHIACCIATO SENZA CHE NESSUNO SE NE RENDA CONTO?! >

< Io non ho detto niente >

< Ma l’hai pensato! >

< Non sapevo che fossi diventato telepatico >

< Faccia meno lo spiritoso colonnello! >

Non gli andava proprio di discutere con Ed perciò cambiò discorso.

< Ti piace? >

Edward annuì con un sorriso; era già tornato normale.

< Che libri hai? >

< Testi d’alchimia ovviamente poi vari romanzi e classici greci e latini. Ma penso che non ti interessino >

< Guarda che leggo un po’ di tutto non solo libri d’alchimia, ho letto molti libri di letteratura inglese, francese, tedesca e italiana, poi i miti e le leggende greche, i romanzi epici, testi scientifici, biografie, testi storici, raccolte di poesie… insomma un po’ di tutto, leggo da quando ho cinque anni ed è la mia più grande passione dopo l’alchimia >

< Non avrei mai detto che avevamo così tante cose in comune, quasi mi spavento >

Scherzò Roy.
Ed notò una poltrona in fondo alla stanza dove c’era un libro posato, spinto dalla curiosità andò a vedere. Era davvero curioso di conoscere le letture del suo colonnello, sapere che libri leggono le persone porta a capire molte cose sul lettore.

< Fammi un po’ vedere cosa leggi colonnello… ‘ Cime Tempestose ’? Chi l’avrebbe mai detto che ti dedichi a queste letture romantiche >

Mustang arrossì. Centrato in pieno. Dannazione era sempre ordinato perché proprio quel giorno doveva lasciare quel libro in disordine. Per tutta la serata, il colonnello ne era convinto, Ed lo avrebbe preso in giro. Perché proprio da lui? Poi ebbe un’ illuminazione.

< A quanto pare anche tu ti dedichi a letture romantiche, visto che lo conosci così bene >

Un sorriso che voleva dire ‘ vittoria ’ comparve sulle labbra di Mustang.

< Non l’ho mai letto. Lo conosco per sentito dire e so a tratti di cosa parla, in fondo è famoso perciò è normale che lo conosca >

< Ci sono anche persone che non lo conoscono come… >

stava per pronunciare Hughes, ma la parola gli morì in gola. Cosa poteva aspettarsi da un deficiente? Era ovvio non lo conoscesse. A malapena conosceva ‘Romeo e Giulietta’…

< Come? >

< Nulla lascia perdere >

Un rumore dallo stomaco di Ed risuonò nella stanza. Mustang scoppiò a ridere ma anche il suo stomaco produsse lo stesso rumore; a ridere fu Fullmetal questa volta.

< Ho mangiato solo un tramezzino a pranzo è ovvio che abbia fame >

< E’ vero che ti sei preoccupato tanto per me come ha detto il tenete Hawkeye? >

Chiese dolcemente il sedicenne e il moro abbassò lo sguardo e cominciò a parlare.

< E’ ovvio che mi preoccupi per te…. non ti trovavo da nessuna parte.. tu non mi avevi detto niente e ho pensato al peggio… ho pensato che ti fosse successo qualcosa di brutto >

Edward l’abbracciò.

< Grazie >

L’alchimista di fuoco rimase immobile, poi imbarazzato si staccò dall’abbraccio e cambiò argomento.

< Cosa vuoi da mangiare? >

< Qualsiasi cosa va bene, basta sia commestibile >

< Spero ti accontenterai, io mangio poco >

< E’ triste mangiare da soli vero? >

< Ci si fa l’abitudine >

< Allora dato che ci sono io dovrai mangiare di più, non sta bene che io mi ingozzi e tu stai a guardare! Ti piace la cucina cinese? >

< Si >

< Allora chiamo il ristorante cinese e ci facciamo portare la cena a domicilio; allora dimmi cosa vuoi? >

< Mi va bene tutto, fai un po’ te.. >

< -uff- quanto sei difficile colonnello. Capito faccio io >

Ed si diresse al telefono, digitò il numero e appena il padrone del ristorante rispose iniziò ad elencare praticamente quasi tutto il menù del ristorante per due.
Un’ora dopo arrivò il servizio a domicilio consegnando l’assai sostanziosa cena. Quando Roy vide il conto sbiancò, ma non c’era da sorprendersi, con tutta le cose che aveva ordinato il Fullmetal…

< Può recapitare il conto a quest’indirizzo signore, non si preoccupi siamo alchimisti di stato, sarà tutto pagato >

< La ringrazio signore, buona sera >

Il garzone uscì.

< Fullmetal a chi hai spedito il conto? >

< A un certo tenente colonnello di nostra conoscenza, espierà le proprie colpe con questo gesto >

< Non ti facevo tanto malvagio >

< Nemmeno io ti facevo tanto sprovveduto >

Si sorrisero complici e si prepararono a due ore e mezza di gustosa cena. La trascorsero chiacchierando un po’ di tutto rendendosi sempre più conto del feeling che c’era tra di loro.
Finita la cena sparecchiarono, poi Ed curiosò un po’ nella libreria tra i vari scaffali sotto lo sguardo divertito di Roy.

< E’ più forte di te… non ce la fai a resistere ai libri >

< Eh già… Roy? >

< Mh? Dimmi... >

< Qual è il tuo libro preferito? >

< Non ne ho uno in particolare, ma ci sono diversi libri che ho amato. Di Shakespeare che è tra i miei autori preferiti le opere che mi sono piaciute di più sono: ‘ Il Mercante di Venezia ’, ‘ Amleto ’ e ‘ Romeo e Giulietta ’. Poi ci sono: ‘ Il ritratto di Dorian Gray ’, ‘ Le relazioni pericolose ’, ‘ Madame Bovary ’, ‘Alla ricerca del tempo perduto ’, ‘ La lettera scarlatta ’e ‘ Jane Eyre ’. Il tuo libro preferito invece qual è? >

< Wow che bella lista… il mio? Dovrei dire la mia storia preferita più che libro preferito: la storia del dottor Johann Faust. Ho letto sia la versione di Marlowe, che di Goethe e ho trovato belle entrambe. Penso che sia superfluo dirti perché è il mio libro preferito, no? >

< Già… ti senti un po’ come Faust, no? >

< Già. Anche se il mio caso e quello di Faust sono diversi >

< Oggi non è stata una bella giornata Edward… perciò non farti ulteriormente male >

Annuì. Di nuovo la tristezza invase il suo cuore colmandolo, di nuovo ripensò alla sua vita, a suo padre e ai suoi affetti. Gli occhi diventarono lucidi, stava di nuovo per piangere ma si stava trattenendo, non voleva di nuovo piangere davanti a Roy. Uscì dalla stanza con la scusa di essere assonnato e si sedé sul divano angolare in pelle, imitato dall’altro.

< Edward? >

< Cosa c’è? >

< Se può farti sentire meglio, piangi. Sono quì per te Edward >

< Io… mi sento confuso, provo dei sentimenti contrastanti. Sento il bisogno di mio padre ma lo odio, è tutto successo a causa sua. Poi mi sento tradito da Al che sta beatamente con papà, ma allo stesso tempo lo capisco. Sono arrabbiato, vorrei urlare, rompere tutto, picchiare papà. Vorrei capire dov’è il mio posto nel mondo, ma allo stesso tempo penso di saperlo, è solo che ho paura di ammetterlo perché ho paura di perderlo. Mi viene da piangere ma non voglio farlo; io…… io…… non ci capisco più niente Roy, ho un grandissimo mal di testa e stò male… un male che sembra consumare tutte le mie interiora! Io… Roy… sento di non avere nessuna certezza, i miei obbiettivi ormai mi sembrano impossibili da raggiungere, non credo più in quello che faccio, ho paura di continuare a vivere e di scoprire che in realtà ho buttato tutto il mio tempo in stupide ricerche e che né Al, né io, torneremo come prima; mi sento il responsabile della sofferenza di mio fratello, ho paura che lui mi odi, ho paura che tu un giorno mi dica che è stato solo un gioco per te e che in realtà amarmi è stata un’illusione e a quel punto, eccomi: perduto per sempre. Tu sei l’unica certezza Roy. Io l’unica cosa che so, di cui sono certo, è che ti amo perdutamente Roy, tanto da star male. Sei la mia vita Roy e se perdo te sono perduto anch’io. Ho paura di vivere, capisci? Non capisco più che senso ha la vita e sento come se tutto stesse sfuggendo al mio controllo… e mi terrorizza tutto questo, ma allo stesso tempo non posso parlarne neanche; se Al mi vedesse debole anche lui soffrirebbe ed entrerebbe nel mio stesso stato… Roy ti prego di non abbandonarmi, per me sei tutto Roy… tutto… >

Edward si era sfogato versando tutele sue lacrime sul petto di Roy sfogandosi e raccontando dei demoni interiori che lo perseguitavano. Roy l’aveva stretto forte a se cercando di fargli capire che gli era vicino e che l’avrebbe aiutato e poi… poi, arrivarono le parole magiche che aveva tanto agoniato.

‘ Tu sei l’unica certezza Roy ’, ‘ L’unica cosa che so, di cui sono certo, è che ti amo perdutamente Roy, tanto da star male ’, ‘ Sei la mia vita Roy ’, ‘ Per me sei tutto Roy ’.

Quell’amore così totale… allora non era l’unico a provarlo, il suo desiderio si era realizzato, sentire quelle parole che non erano delle bugie, ma dei pensieri sinceri nati da un cuore puro.

Restarono così per quasi un quarto d’ora senza accorgersi del tempo che passava. Edward stretto alla camicia bianca del colonnello e quest’ultimo che stringeva forte il corpo del biondo e gli baciava la nuca sussurrandogli parole dolci, tenere, sincere parole d’amore.
Quando Edward si sentì meglio alzò lo sguardo incontrando l’oscurità protettiva che risiedeva negli occhi del colonnello. I loro volti si avvicinarono permettendo un incontro tra le loro labbra, che da tanto desideravano incontrarsi per assaporare quel sentimento, quell’emozioni, quel piacere, quel desiderio… disperato, agognato, pianto e sfiorato più di una volta.
Si assaporarono senza alcuna fretta, e dopo diversi rendez-vous tra le loro labbra carico di un disperato bisogno d’amore; toccò alle loro lingue incontrarsi, accarezzarsi dolcemente, con passione ma ciò che predominava era il bisogno di sentire l’altro, nella propria totalità, vicino a se.
Quasi senza accorgersene si dirigerono baciandosi verso la camera da letto; ovviamente era Roy a guidare il sedicenne. Entrarono al buio e l’alchimista di fuoco buttò sul suo letto Acciaio, lì si rotolarono, accarezzarono, baciandosi, rimanendo abbracciati; fecero l’amore solo con le mani e con le loro bocche, nulla di più; ma a un certo punto in entrambi si accese qualcosa e iniziarono a spogliarsi con l’intento di amarsi completamente. I capelli di Fullmetal furono sciolti dalle dita delicate del colonnello mentre le mani infantili d’Acciaio sbottonarono la camicia di Roy gettandola sul pavimento; poi fu il turno di Roy di liberarsi della T-shirt di Edward e iniziò ad assaporare con le sue delicate labbra la pelle di pesca celata sotto quell’indumento. Edward poi abbracciò il colonnello cingendolo per le spalle e facendolo distendere sopra di lui.

< Roy… ti prego… voglio unirmi a te… >

La lucidità oscurata da quell’immenso sentimento chiamato amore, ritornò finalmente. Mustang si ricordò della promessa che si era fatto; era solo per il bene di Edward, era la decisione migliore.
Baciò di nuovo dolcemente le labbra del più giovane e poi si alzò.

< Che fai? >

< Non è il momento Edward, è meglio per te. Sai è un esperienza forte e è meglio che tu l’affronti quando sarai più grande >

< Ma posso decidere ciò che è meglio per me, io? >

Era leggermente alterato il tono di Fullmetal.
Roy raccolse la camicia iniziando ad abbottonarsela e passò la T-shirt all’altro.

< Edward.. ti fidi di me? >

Quelle parole accompagnate da un sorriso gentile e una carezza carica d’amore, lo convinsero.

< S-si… posso dormire quì con te però? >

< Devi, è un ordine >

Dopo essersi rivestiti per primo Ed si rifugiò sotto le coperte, mentre l’alchimista di fuoco si era diretto in sala per spengere la luce, poi lo raggiunse sotto le coperte. Fullmetal si rifugiò tra le sue forti braccia che lo tenerono così per tutta la notte. Si scambiarono dei piccoli baci poi il tempo e l’oscurità condussero le due anime nel regno di Morfeo.

Al mattino furono svegliati dai primi raggi del sole che accarezzarono i loro volti facendoli uscire dal mondo dei sogni.

< Buon giorno Fullmetal, dormito bene? >

Entrambi notarono di trovarsi ancora abbracciati e lievemente imbarazzati scioglierono le loro strette e si ritrovarono seduti sul letto. Edward rispose d’aver dormito benissimo, tralasciò il fatto che aveva dormito splendidamente grazie a Roy. Il colonnello concesse a Fullmetal di usufruire per primo del bagno mentre lui si avviò in cucina per preparare la colazione, ma prima di allontanarsi chiese ad Edward cosa gli sarebbe piaciuto mangiare e quest’ultimo rispose che gli andava bene qualsiasi cosa tranne il latte.

Nel bagno Edward si spogliò entrò nella doccia e aprì l’acqua; sotto il suo scrosciare la sua mente andò alla sera prima…
che gli era preso?
Era stato patetico sicuramente il suo sfogo agl’occhi di Roy… molto patetico… però in fondo era ciò che realmente pensava, ciò che si era tenuto dentro da tanti anni, erano i suoi demoni, il suo abisso: era il vero volto di Edward Elric, quello nascosto dietro quella maschera di spensieratezza e allegria. E Roy l’aveva accettato, consolato e.. stava per farci l’amore… lo avrebbe voluto veramente, non aveva avuto paura, ne era certo, era con la persona giusta, era la sua anima gemella come avrebbe potuto aver paura di lui, il suo adorato colonnello Roy Mustang?
Era stato Roy, con suo stupore, a fermare tutto perché preferiva aspettare che Edward fosse un po’ più grande, non voleva ferirlo. Ed si era lamentato inizialmente ma poi… quegl’occhi e quel sorriso pieni d’amore che gli dicevano “Ti fidi di me?” gli avevano fatto cambiare idea. In quel momento aveva percepito con i suoi sensi l’amore di Mustang per lui, quello era il motivo di quel gesto che, sicuramente, era stato difficile per Roy che era un uomo adulto e aveva certi bisogni; per non rendere il tutto più difficile aveva acconsentito, ed egoisticamente aveva accettato quel gesto colmo d’amore rivolto solo a lui… Edward.
Poi avevano dormito tutta la notte abbracciati  e al risveglio si era ritrovato ancora tra le braccia di Mustang; era stato così bello, pensò facendo un sorrisino ebete e arrossendo, poi si vide allo specchio e accorgendosi di star facendo una figura da mocciosetta ritirò i suoi pensieri e maledì il colonnello che era la causa di tutto.

< Stupido colonnello >

Uscì dalla doccia e si asciugò bene prima il corpo, poi si rivestì e infine uscì dal bagno con il phon in mano e chiamò Roy per poter far usufruire a lui del suo bagno.
Roy aveva preparato frettolosamente le colazioni aggiungendo una sorpresa per Edward; sghignazzò pensando alla faccia che avrebbe fatto quando l’avrebbe vista. Poi entrò nella stanza da letto che era collegata al bagno trovando Ed impegnato nell’asciugarsi i capelli, aprì l’armadio prendendo una polo e dei jeans neri e si diresse in bagno, la divisa l’aveva lasciata a l’Headquarter pensò e a seguito di quel pensiero gli venne in mente che probabilmente avrebbe rivisto Hohemhein e Fullmetal avrebbe sofferto di nuovo… sapeva ormai di avere una forte influenza sul ragazzo grazie alle sue doti seduttive e non solo; ma come potergli dire di dare una seconda chance al padre dopo che si era scordato completamente dei suoi figli? Forse il rivederli aveva fatto scattare qualcosa in lui e forse era davvero cambiato, ma la vita dei fratelli Elric era ormai quella a causa di quell’uomo, come non dare ragione ad Edward?
Sospirò. Ci avrebbe pensato dopo a un metodo per far fare pace a quei due.
Ora che ci pensava stava diventando un problema famigliare che riguardava anche lui, dopotutto si trattava del suo amore e del suo futuro suocero… chissà come l’avrebbe presa Hohemhein, un suo amico di vecchia data che stava con il figlio, altro che Beautyful… comunque prima o poi gliel’avrebbero dovuto dire; insomma, se Alphonse che era tanto ingenuo e puritano era sopravvissuto, anche il padre, mai stato tale, avrebbe dovuto farsene una ragione.
I suoi pensieri poi cambiarono e tornarono alla sera prima… lo sfogo di Edward, quelle amare parole cariche di sofferenza e quella dichiarazione tanto bella… da quel momento si era promesso che avrebbe cercato in tutti i modi di farlo essere felice e di stargli il più possibile vicino, non gli avrebbe dato nessun motivo di sofferenza… nessuno.
Pensò anche che stavano per fare l’amore, ma Roy Mustang mantiene sempre le promesse, quindi avrebbe resistito fino a che Edward avesse avuto diciotto anni; due anni erano lunghi, ma per amore poteva fare questo ed altro. O meglio, era la prima volta che si innamorava davvero e la forza che gli dava quel sentimento lo avrebbe reso capace di fare di tutto.
Ormai aveva finito la sua doccia, c’era stato parecchio a giudicare da come erano i suoi polpastrelli; i suoi pensieri gli avevano fatto perdere la cognizione del tempo. Si asciugò bene e poi si vestì.

< Colonnello? Ci sei morto là dentro? >

La voce di Ed proveniva da dietro la porta. Non rispose, voleva far stare sulle spine Ed.

< Colonnello? >

Nulla. Iniziò a preoccuparsi.

< Roy rispondi, Roy! Io stò entrando capito? >

Fece un sospiro e pregò che non gli fosse successo niente e ne tanto meno che fosse nudo. Entrò e il colonnello senza dare ad Ed il tempo di capire cosa stava facendo, lo baciò appassionatamente mentre Ed rimase immobile. Quando le loro labbra si separarono Fullmetal inveì contro l’uomo.

< RAZZA DI CRETINO, PENSI DI ESSERE SPIRITOSO? COME TI PERMETTI DI FARE A ME, EDWARD ELRIC, UNA COSA DEL GENERE? SPERAVO TANTO DI VEDERTI STECCHITO A TERRA, TE LO MERITAVI RAZZA DI COLONNELLO DI MERDA CHE NON SEI ALTRO: TI ODIO! >

Roy sorrise divertito.

< Ma che carino eri preoccupato per me Fullmetal, ne sono oltremodo lusingato >

< MA CHE PREOCCUPATO PER TE?! IMPOSSIBILE! SE L’AVESSI FATTO AVREI NEGATO LA MIA STESSA ESISTENZA >

< Allora mi odi? >

< Si! >

< Bugiardo, mi ami… insomma ieri sera non mi sembrava affatto che.. >

< DANNATO NON PARLARE DI EVENTI DEL PASSATO! >

< Non sai perdere vero Fullmetal? >

< Tsk >

Arricciò il naso e si allontanò. Per andare a farsi la sua solita treccia.
Roy lo fermò avvicinandosi a lui.

< Mi posso far perdonare facendoti la treccia? >

Quel gesto era un gesto intimo; solo qualche volta ad Al l’aveva concesso. Per non far vedere che gli facesse piacere gli rispose acido, ma tanto Roy aveva capito perfettamente lo stato d’animo di Acciaio.

< E’ il minimo che puoi fare >

Pettinò i lunghi capelli che erano sciolti sulle spalle con una spazzola, con cura, lentamente. Edward arrossì; gli piaceva come Roy maneggiasse la sua chioma. sostituì alla spazzola le sue mani che presero a scorrere tra le ciocche dorate, percorsero tutta la loro lunghezza e, quando si trovò tra le dita le punte, le portò alle sue labbra e ispirò il loro buon profumo. Si abbassò con la testa andando a baciare la nuca del ragazzo per poi allontanarsi subito e facendo accarezzare dalle sue mani fatate la testa del Fullmetal. Massaggi lenti, sensuali, rilassanti che finirono alla base del collo. Edward godeva in silenzio di quelle cure del colonnello  senza commentarle minimamente in nessun modo. Gli piaceva e Roy lo sapeva, ma non gliel’avrebbe detto.
La mano di Mustang andò a scostare la chioma dorata esponendone il collo che fu oggetto di attenzioni della sua bocca che prima lo baciò castamente, poi iniziò a succhiare quella pelle di pesca finendo con il mordicchiarla. Ed non potè non trattenere un gemito, Roy a quel punto si divertì a stuzzicarlo con un obbiettivo ben preciso al quale presto Fullmetal riuscì a rispondere: il suo consenso vocale a quel contatto. Dal collo passò al lobo dell’orecchio al quale diede dei piccoli morsi e poi con la lingua accarezzò la parte posteriore dell’orecchio che Edward apprezzò maggiormente nell’ esser stuzzicata.
Questo gioco si concluse con un incontro di labbra dei due alchimisti che fu puramente passionale ma mai privo di amore.
Sul più bello il telefono squillò. Cercarono di ignorarlo, interrompere tutto in quel momento sarebbe stato un peccato. Uno squillo, due, tre……… dieci! Si separarono e al dodicesimo squillo il moro rispose.

< Pronto? >

|<< Buon giorno colonnello spero di non averla disturbata.. >>|

< Non disturbi affatto Alphonse >

Disse sarcastico. A quel nome Ed si impadronì della cornetta.

< Al! Come stai? Cosa stai facendo? Hai fatto colazione vero? E quell’essere è con te? Cosa ti ha detto? Non ti avrà fatto il lavaggio del cervello? Spero anche non ti voglia usare come strumento per farmi avvicinare a lui . A proposito dagli un calcio da parte mia e… >

|<<  NII-SAN! Ma mi fai parlare? >>|

E così Al parlò di tutto quel che era successo quella sera tra lui e il padre e gli raccontò dei suoi fantastici viaggi e, ovviamente si tenne informato su ciò che aveva combinato il fratello maggiore. Ed ovviamente non parlò di quello che era successo con Mustang. Parlarono per circa un quarto d’ora e si diedero poi appuntamento a l’Headquarter. Alphonse cercò di convincere il fratello a parlare col padre ma inutile, non ne aveva la minima intenzione. Si salutarono e attaccata la cornetta; Ed raccontò al colonnello ciò che gli aveva detto il fratellino intanto che il militare faceva la fatidica treccia al Fullmetal. Aveva un’espressione scocciata. Si era completamente dimenticato del loro bacio. Alphonse aveva davvero un potere enorme su di lui.

< … e poi mi ha detto che…Roy? Mi stai ascoltando? >

< Ecco fatta la tua treccia, andiamo a fare colazione >

< Roy? Hai sentito quello che ti ho detto? >

< Si, si >

Disse dirigendosi in cucina. Ed lo seguì.

< Ma che hai si può sapere? Sembra che tu… ah ah, ho capito: sei geloso >

Colpito e affondato.

< Affatto >

< Invece si, te lo si legge in faccia. Ma dai, Al è mio fratello, come puoi essere geloso di lui? >

< Ti ho detto che non sono geloso, come posso essere geloso di tuo fratello? >

< Forse perché stiamo sempre insieme e siamo inseparabili? Non lo so.. fatto sta che tu fai il geloso >

Roy si sedé a tavola, e Fullmetal gli si era accostato a fianco.

< Io non sono geloso è l’ultima volta che te lo dico >

< Allora perché fai il broncio e assumi quell’atteggiamento? >

< … >

< Esisti solo tu per me… ti amo… >

Solo un sibilo che morì sulle sue labbra.
Ed sapeva quanto l’alchimista di fuoco si sentisse solo e aveva anche capito quanto fosse importante per lui; anche se non l’avrebbe mai ammesso, impazziva di gioia a qualsiasi manifestazione d’affetto di Fullmetal, erano gesti rari, visto che il ragazzino era timido nel dimostrare i suoi sentimenti, ma a Roy andava bene così anche se ogni tanto aveva bisogno di quei gesti, perché Ed era la persona più importante della sua vita, e l’universo intero a confronto con lui era niente; Edward lo sapeva e anche per lui era così, gliel’aveva detto la sera prima.
Si staccò dalle sue labbra e sistemandosi al suo posto e prendendo la tazza davanti a lui tra le mani gli disse sorridendo dolcemente.

< Mi piace tanto quando sorride colonnello, dovrebbe farlo più spesso quel sorriso così dolce >

Poi portò la tazza alla bocca e bevve la sua colazione liquida a base di…

< LATTE?! PHUA… -cough- cough-… MALEDETTO COLONNELLO DEI MIEI STIVALI, SEI UN BASTARDO TI ODIO! E FINISCILA DI RIDERE >

< Non hai detto “ mi piace tanto quando sorride colonnello”? Io ti sto semplicemente accontentando >

< Ti odio maledetto >

< No, no .Ci sento bene: hai detto che mi ami e che esisto solo io per te, Fullmetal >

< Che centra l’ho detto prima, i miei sentimenti ora sono cambiati >

< Facciamo in fretta, eh Fullmetal? >

< Molto spiritoso >

< Lo so grazie me lo dicono tutti ah ah ah >

L’unica persona che lo faceva ridere di gusto era l’alchimista d’acciaio. Con lui poteva toccare il paradiso… era proprio vero che gli bastava solo lui al mondo per essere felice.
E così la colazione continuò tra i battibecchi tra i due e per Edward fu a base di cioccolata calda che Roy aveva preparato da prima, ma l’aveva nascosta per fare quello scherzo a Edward.

Alle 9:00 furono fuori dal condominio dove abitava Mustang e insieme si diressero a l’Headquarter. Chissà cosa sarebbe successo fra Edward e suo padre; questo si chiedeva Roy. Sperò che i loro rapporti con il tempo migliorassero e che Ed non dovesse soffrire così tanto ogni volta che veniva tirato in ballo il padre.
Anche se gli piangeva il cuore cercò di entrare in argomento.

< Edward? >

Gli occhi dorati dell’altro diedero l’attenzione a l’alchimista di fuoco, che continuò.

< Cosa pensi di fare con tuo padre? Non vorrai evitarlo per sempre? >

< Cos’è ti ha corrotto colonnello? >

<  -Uff- che moccioso impertinente che sei >

< Non sono un moccioso! >

< Oh mi scusi tanto signor Elric >

< Finiscila, non sei affatto divertente >

< Non evitare l’argomento Edward, è un comportamento da moccioso questo. Prima o poi dovrai affrontare il tuo problema, meglio presto che tardi, no? >

< Ma io… >

< Edward hai tutto il mio sostegno. Non si risolvono i problemi scappando da essi, le persone adulte e mature cercano di fronteggiarli e.. >

< Stai scordando che io non sono un adulto >

< Si è vero ma lo sei molto di più rispetto a tante persone adulte; il fatto che tu abbia avuto il coraggio di metterti degli auto-mail, l’aver superato l’esame di alchimista di stato… insomma questo ed altro nel loro insieme dimostrano che vali molto di più di tanti di quegli adulti saccenti >

< Che strano sentire dei complimenti da lei colonnello >

< Io dico sempre quello che penso davvero, dovresti conoscermi ormai… >

Silenzio. Dopo qualche minuto di meditazione interiore Edward si rivolse di nuovo a Roy.

< Roy… tu cosa faresti al mio posto? >

L’interpellato sorrise. Fullmetal l’aveva ascoltato e aveva dato ancora una volta la prova della sua maturità.

< E’ una domanda difficile… ti direi di seguire il tuo cuore, ma è ovvio che esso ti suggerisce scelte non pacifiche…… ti arrabbierai alle mie parole, ne hai tutte le ragioni ma comprendi quello che c’è dietro ad esse: dagli una seconda possibilità >

< COSA? >

Ecco la reazione prevista, ma Ed si bloccò per non dargli alcuna soddisfazione.

< Ascoltami. Tuo padre è stato letteralmente un grandissimo stronzo, se fossi stato in te, l’avrei picchiato a sangue, ma le persone cambiano… a volte troppo tardi purtroppo, magari per un gesto o semplicemente vedendo qualcosa; insomma può capitargli qualcosa che smuove dei sentimenti in loro e che cambiano la persona. Io quando ho visto tuo padre piangere in quel modo disperato al mio racconto sulla vostra storia ho capito che in fondo vi voleva davvero bene, si sentiva colpevole e voleva in qualche modo riscattarsi… da quel momento qualcosa ha iniziato a smuoversi e quando vi ha visto ormai aveva già preso la decisione di cambiare, starvi vicino e riscattarsi. Questo è il suo desiderio più grande ora. E poi sia tu che tuo fratello, avete bisogno di un genitore, di un padre >

< Io non riesco a considerare quell’uomo mio padre, è più forte di me >

< Io infatti non ti ho detto di andare da lui abbracciarlo e dirgli “papà ti voglio bene e ti ho perdonato”, forse ciò arriverà tra diversi anni o mai, ma tu in fondo hai bisogno della sua figura ed è un tuo diritto averla. Pensa a chi non può avere per niente un genitore, neanche uno irresponsabile, insomma “carpe diem”, provaci Edward, dagli un’ altra chance, se è davvero cambiato ve lo mostrerà altrimenti potrete mandarlo via a calci nel sedere >

< E’ una bella prospettiva… ma a parte gli scherzi… ecco io.. forse potrei farlo… per Al, lui sembra averne più bisogno >

< Bravo, se la prendi in questo modo riusciresti a sopportarlo meglio >

< Roy? Io però vorrei continuare la mia vita di sempre, ci sono troppo abituato… voglio viaggiare con Al e fare le nostre ricerche, voglio continuare a vivere per ora solo con mio fratello, voglio stare con te senza che nessuno mi dica nulla… ecco ho paura che tutto questo non mi possa più esser possibile se lui tornerebbe a fare il padre >

< Non è detto che tu debba convivere per forza anche con lui, a meno che tuo fratello non lo voglia ma ne dubito. Insomma diglielo chiaro e tondo come lo stai dicendo a me che non vuoi interferenze da parte sua nella tua vita privata e sono sicuro che rispetterà la tua decisione, ma in caso contrario, fagli venire i sensi di colpa rinfacciandogli le proprie colpe >

< EH? >

< Hai capito benissimo Fullmetal. Come vedi sono dalla tua parte >

< Grazie Roy >

Edward gli mostrò un sorriso di profonda gratitudine talmente bello da far arrossire il militare.

< Certo che sei proprio perfido colonnello, un vero genio del male >

< A lavoro me lo dicono spesso >

< Non sorridere, non è una cosa per cui esserne allegri comunque concordo con i tuoi subordinati >

< Cosa? Ma guarda io ti sostengo e ti do consigli e tu mi ripaghi in questo modo >

< 1)Nella carriera militare mai confondere la vita privata con quella lavorativa facendosi prendere dal sentimentalismo 2) Non sei ancora in divisa Roy Mustang perciò non offendo la divisa. Queste sono le parole in mia difesa >

< Ma sentitelo… appena avremmo svoltato l’angolo saremmo arrivati >

< Lo so  >

< Allora perché non approfittarne? >

< Eh? Di che parli? >

Roy si chinò su di lui.

< Del fatto che posso infonderti coraggio con questo… >

Posò le labbra su quelle dell’altro dando inizio a un bacio prima casto che si trasformò in qualcosa di più passionale, un duello ad armi pari, un gioco di complicità, un gesto di amore puro…

< Ora che ti ho dato la mia forza sarai pronto ad affrontare tuo padre >

< Si, grazie Roy >



Un’ora dopo Alphonse e Hohemhein si presentarono a l’Headquarter .L’Elric padre andò da subito dal colonnello per ringraziarlo e gli raccontò del tempo trascorso col figlio minore. Ora il problema per l’uomo rimaneva il figlio maggiore che, a ragione, non voleva saperne niente di lui. Mustang facendo il vago disse a Hohemhein di riprovare, chissà, magari quel lunatico del figlio ci aveva ripensato.
Roy guidò l’altro uomo nell’ufficio dove stava lavorando Ed, luogo che era già stato raggiunto da Al.
Il moro bussò e a l’avanti del Fullmetal fece il suo ingresso.
Padre e figlio si guardarono nei loro occhi dorati… non lo sapevano ma entrambi avevano in comune tante di quelle cose che ignoravano, molte di più in confronto ad Alphonse, se l’avessero saputo…

< Ciao Edward, volevo… >

< Parlarmi, giusto? >

< Si.. >

Roy si intromise.

< Immagino avrete tanto da dirvi, quindi vi lascio soli; ah… Alphonse dovrei parlarti di una cosa, mi seguiresti per cortesia? >

< Certo colonnello >

Un solo istante, nessuno lo notò, L’alchimista di fuoco e l’alchimista d’acciaio si scambiarono uno sguardo e un sorriso complice; poi il militare e l’armatura uscirono.

Minuti di silenzio.

< Allora dimmi sono tutt’orecchi per te >

< So che per te non significherà nulla, ti farà arrabbiare, ma devo farlo >

L’uomo si inginocchiò a terra e abbassò il capo.

< Perdonami Edward >

Un attimo di stupore, poi con una battuta si tolse da quell’atmosfera ostile e fredda.

< Su alzati, se fai queste cose alla tua età essendo le ossa gracili e deboli, potresti rimanerci >

< Edward io sono stato un grande egoista, ho lasciato mia moglie e dei figli piccoli per continuare le mie ricerche di alchimia, la curiosità su questa disciplina mi avevano divorato l’anima, volevo sapere sempre di più, di più e dimenticai il resto del mondo e trascurai me stesso e i miei bisogni, ero disposto a tutto pur di conoscere dell’altro su l’alchimia… e così sono trascorsi degli anni e ancora sento in me quella sete di conoscenza, ogni volta che imparo qualcosa di più su questa scienza più mi accorgo che so così poco… io la amo con tutto me stesso mi capisci? Se ti parlo delle mie scoperte rimarrai a bocca aperta Edward… e poi da anni sono alla ricerca dell’elisir dell’immortalità, ero sicuro di trovarlo quando me ne sono andato via ma nulla. Ogni volta che mi avvicinavo alla soluzione essa si allontanava sempre di più, ma non volevo assolutamente mollare perché ero convinto delle mie capacità e non volevo mollare tutto proprio quando l’avevo quasi trovato; ma alla fine mi resi conto che non era così. Sono tornato perché Roy potrebbe darmi una mano, alcune cose sono certo di poterle trovare solo grazie al suo aiuto, perciò sono venuto quì ma… quando ho saputo di voi e di quel che era successo alla mamma il mio mondo si è frantumato. Tutte quelle ricerche erano per la nostra famiglia, avrei voluto che potessimo vivere in eterno giovani e felici per sempre, lo avevo promesso a tua madre e per non distrarmi dalle ricerche le avevo promesso che sarei tornato solo quando l’avrei trovata  e poi… vengo a sapere da Roy quel che è successo. E’ colpa mia Edward, hai ragione, perciò sfogati con me, disprezzami, odiami, ne hai tutti i diritti. Io per realizzare un’ utopia da favola mi sono perso tutte le cose reali che avevo, sono uno stupido vero? Hai ragione, lo sono proprio, anche per questo chiedo scusa a te e ad Alphonse. Per favore lasciate che io mi riscatti in qualche modo, se non trovo il modo rischio di impazzire, perciò permettetemi una seconda ed ultima possibilità, se fallirò me ne andrò per sempre dalla vostra vita. Allora Edward? Mi permetti di poterti fare da padre? Mi serve il tuo aiuto, ma mi ci metterò d’impegno. Ovviamente non invaderò i vostri spazi e la vostra vita privata, continuate a fare come meglio credete, ma permettetevi di essere padre per favore >

Edward era incredulo, stupefatto, scioccato. Il padre li amava ancora, per loro si era immerso nello studio dell’alchimia e come loro si era lasciato trasportare in quel mondo ed era alla ricerca di un elisir bramato come la loro pietra filosofale. Una lacrima scese dal volto di Ed.

< Edward? >

< Papà io… ho sempre pensato che di noi non ti interessasse nulla >

< Cosa dici Ed? >

< Bada, non riesco ancora a perdonarti per ciò che ci hai fatto, ma ora riesco a capirti meglio io… papà… >

 Il figlio abbracciò il padre. Era una sensazione così strana quella che provava fra le sue braccia. Sentì la possente stretta del padre e le lacrime dell’uomo.

< Ti diamo una seconda possibilità… ma se fallirai non avremmo pietà, o almeno io >

< Va bene Edward… grazie… bambino mio… io ti voglio bene >

Non ci fu risposta.

< Papà? >

< Uhm? >

<  Vorrei che continuassi le tue ricerche, così quando avrai trovato l’elisir potrai mostrarlo alla mamma e le tue ricerche non saranno state vane >

< Ma a cosa mi serve cercare un elisir che non mi serve a nulla? Io volevo usarlo perché avrei voluto vivere per sempre con voi e vedere per sempre la bellezza di vostra madre… ora.. >

< No. Devi continuare le tue ricerche altrimenti sarà stato tutto vano, fallo per la mamma… per amor suo >

< Va bene Edward; posso tenerti ancora un po’così? E’ passato tanto tempo dall’ultima volta che l’ho fatto >

< Va bene papà >

Per alcuni intensi minuti rimanerono così…
Entrambi versarono lacrime e lacrime che erano state trattenute forse da troppo tempo.

< Papà, posso darti una cosa che volevo darti da tanti anni? >

< Eh? Una cosa? Per me? >

< Si papà >

Gli sorrise dolcemente e il padre ricambiò.


Dopo un’ora che avevano trascorso parlando dei loro viaggi e confrontando le loro conoscenze di alchimia; Elric padre e figlio passarono dall’ufficio del colonnello Mustang per ragioni differenti ma anche per informarlo della loro riappacificazione. Bussarono e avuto l’invito ad entrare lo accettarono.

< Allora come… Hohemhein cos’è quella guancia gonfia e rossa? >

< Bhé Ed mi ha detto che voleva darmi una cosa da tanti anni e l’ho accettata senza immaginare cosa fosse >

< Io pensavo l’avessi capito.. >

< Sei il solito nano violento Fullmetal >

< CHI SAREBBE L’IPER NANO PUFFO CHE SCHIACCERESTI SENZA VOLERLO? >

< Questa risposta mancava alla mia collezione Fullmetal >

< Edward sii educato col colonnello; Roy ti prego di scusarlo >

< Figurati le idiozie che spara sono il mio divertimento quotidiano >

< Maledetto…  TI UCCIDERO’ UN GIORNO O L’ALTRO RICORDATELO ROY!!! >

Mustang rise divertito all’imprecazione del sedicenne mentre il padre di quest’ultimo lo reggeva per evitare picchiasse il colonnello e contemporaneamente lo rimproverava per la sua maleducazione.

< Edward ma dici, ti sembra il modo di rivolgerti a un tuo superiore urlandogli contro, chiamandolo per nome e volendolo picchiare? Lo perdoni colonnello è solo un ragazzino impertinente. Scusati subito Ed! >

< VECCHIO, CHI HAI CHIAMATO RAGAZZINO IMPERTINENTE? E POI NON DIFENDERE QUEL MALEDETTO COLONNELLO, SE LO MERITA! >

Questa volta inveì contro il padre con l’intenzione di picchiarlo ma Hohemhein seppe difendersi dal figlio. Intanto le urla del piccolo adolescente aleggiavano per i vasti corridoi del quartier generale giungendo a una persona che conosceva molto bene il proprietario di quella voce e senza indugio entrò nell’ufficio del colonnello; per sua fortuna il colonnello non rimproverò il comportamento del suo sottoposto, non ne aveva il coraggio.

< Edward Elric! Ho saputo che hai trovato tuo padre, me l’ha detto tuo fratello. –sing- la vostra storia continua nuovamente a commuovervi. Lasciati abbracciare >

< M-m-maggiore.. così so… soffoco >

Ed stava per soffocare dalla possente stretta di Armstrong, ma fu salvato, prima di esalare l’ultimo respiro, dal suo colonnello.

< Maggiore le presento il padre di Edward, il famoso alchimista della luce Hohemhein Elric >

Il maggiore lasciò la sua presa da Fullmetal e con onore strinse –non troppo- la mano del padre di Ed.

< Piacere, la ringrazio per quello che fa per i miei figli >

< E’ un vero piacere badare a loro >

< Ehi maggiore! >

< Io sono Alex Louis Armstrong, l’alchimista nerboruto e con questo corpo… >

Si spogliò come al suo solito mettendo in mostra i suoi muscoli.

< … continuerò a proteggere questi ragazzi da chiunque voglia fargli del male! >

La faccia di Hohemhein era leggermente perplessa, Ed gli bisbigliò all’orecchio di non farci caso e che quel comportamento era del tutto nella norma.

< Signor Hohemhein conosco la vostra fama, mi piacerebbe parlare un po’ con lei, può concedermi qualche minuto del suo tempo? >

Fece serio Armstrong rivestendosi.

< Ma certo, è un piacere conoscere e parlare con coloro che si occupano dei miei figli >

< A te Edward Elric non dispiace vero? >

< Figurati puoi tenertelo, comunque io vado devo fare il mio giro d’ ispezione >

< Fullmetal aspetta >

Lo trattenne il colonnello mentre al maggiore e a Hohemhein diede il congedo.

< Roy… volevo ringraziarti, ti devo molto >

Disse il padre di Fullmetal.

< Se mi conoscessi meglio non mi ringrazieresti >

< Eh? >

< Niente, lasciamo perdere. Andate pure >

I due adulti uscirono chiudendosi la porta alle spalle e lasciando soli Edward e Roy.

< Pensi di aver fatto la cosa giusta Fullmetal? >

< Si ho fatto la cosa migliore per tutti e poi… dopo che papà mi ha parlato di quello che ha fatto e le motivazioni per cui ha agito in quel modo, ho capito che ci ha sempre voluto bene… a noi e alla mamma. E’ vero che provo ancora del rancore per lui che non riesco a far sparire perché troppo intenso, ma sono comunque felice che sia tornato e della decisione che ho preso. E’ stato tutto merito tuo Roy, grazie >

In risposta il colonnello gli mostrò un sorriso un sorriso pieno di dolcezza.

< Vieni quì Edward >

Voce bassa e profonda. Come l’adorava quando pronunciava il suo nome con quel tono, era così sensuale… Eh si, Roy Mustang conosceva tutte le tecniche della seduzione.
Fullmetal si diresse verso la postazione dell’alchimista di fuoco e quando fu vicino venne catturato nel suo caldo abbraccio. Chiuse gli occhi lasciandosi trasportare dalle emozioni e dalle percezioni sensoriali che quel contato gli faceva sentire.
Mustang dopo averlo cullato per un imprecisato tempo baciò la sua guancia e Ed alzò la testa, prima poggiata sull’incavo del collo, incontrando gli occhi di onice dell’uomo che amava.
Roy poggiò la sua mano nuda sulla gota di Edward facendolo arrossire lievemente.

< Sei bellissimo >

Il rossore aumentò.

<  In particolare quando sorridi veramente, sei stupendo Edward. Vorrei vederlo più spesso quel sorriso… come poco fa >

< Colonnello mi stai mettendo in imbarazzo >

Disse con sguardo basso e viso rosso.

< Lasciati mettere in imbarazzo, voglio dirti quello che sento dentro altrimenti rischio di scoppiare. Edward io vorrei vederti sempre con quel sorriso; io provo sempre a trovare un modo per fartelo avere ma mi sembra che.. >

< Roy è grazie a te se io sorrido con sincerità. Tutte le volte che ci hai provato ci sei riuscito, parlo seriamente >

< Davvero..? >

< Si, ma non montarti la testa colonnello……. Roy? >

< Mh? >

< M-mi bacieresti? >

< Ma certo.. non chiedo altro >

E così Roy si trovò ad accarezzare, corteggiare gentilmente, assaporare, incontrare e a calarsi nella più completa passione  con la bocca dell’alchimista d’acciaio.

Quando sentirono dei passi avvicinarsi, i due alchimisti si allontanarono… falso allarme; ma l’atmosfera romantica densa di passione svanì.

< Questo non è il luogo più adatto >

< Già… >

< Passiamo ad altro: lavoro! >

< -Uff- di che si tratta? Altre ricerche sulla pietra filosofale? >

L’ultimo periodo fu pronunciato con più fervore.

< No, spiacente. Domani devi prendere il treno alle 9:30 per Central City, la missione consiste nell’andare a ritirare degli importanti documenti a l’Headquarter di Central >

< -Uff- colonnello mi hai scambiato per un facchino? Tra tante cose proprio questi impieghi mi devi dare? E io che volevo stare con te… ma a quanto pare a te non interessa >

< Ah ah.. che carino che sei, avrai una bella sorpresa per questa missione, promesso >

< Si, si… io vado. Aspetta, tieni il fascicolo per i dettagli della missione. E poi ascoltami bene: non andare in missione con tuo fratello >

< Eh?! Perché non dovrei andare in missione con Al? >

< Ti sarà spiegato poi >

< Ma come? >

< Non fare domande, capirai >

Ed non riusciva a capire cosa fosse quel sorriso sornione sulle labbra di Mustang.

< Non capisco ma.. va be tralasciamo. Senti è ora di pranzo perché non… >

< Spiacente Edward, devo lavorare. Fino alle 21:00 di questa sera non posso muovermi da quì. Tu invece hai finito il tuo lavoro, vero? >

< Si, devo solo passare dalla biblioteca centrale a riportare dei documenti ed ho finito >

Il telefono squillò.

< Il lavoro mi chiama Fullmetal però puoi sempre darmi un ultimo bacio >

Ed si avvicinò all’uomo e si scambiarono un breve ma appassionato bacio.

< Buona giornata colonnello e non ti uccidere di lavoro >

< Adoro le tue premure, buona giornata a te Fullmetal >

Roy rispose al telefono e l’alchimista d’acciaio uscì dal suo studio.
Che seccatura pensò il ragazzo, non avrebbe rivisito il colonnello fino a dopodomani, avrebbe dovuto aspettare quarantuno ore! Però se si fosse sbrigato l’indomani, era probabile che sarebbe rientrato ad East City per le 20:00 e l’avrebbe trovato ancora in ufficio.
Era difficile mantenere una relazione come quella, ma per Ed era tutto perciò accettava tutto questo. Roy impiegava tutte le proprie energie nel lavoro perché il suo obbiettivo era diventare Fuhrer, obbiettivo non facile da raggiungere.
Roy era senza dubbio uno tra i migliori colonnelli esistenti della nazione, probabilmente il migliore tra tutti; ma era anche il più giovane e quindi  su di lui si riversavano invidia, rancori e odio. Per dargli una cattiva fama erano persino arrivati al punto di ricoprire il suo nome di fango e renderlo protagonista di assurdi infondati pettegolezzi. L’ambiente militare era proprio meschino. Roy era una speranza positiva per quel mondo, ma molto lontana. Un solo errore sarebbe stato fatale e gli avrebbe fatto andare a rotoli anni di sacrifici; perciò non poteva staccarsi tanto dal lavoro e fare come gli pareva, non se lo poteva permettere, e questo Ed lo capiva benissimo, perciò non chiedeva più di tanto al suo colonnello, gli andava bene vederlo o sentirlo una volta al giorno anche se avrebbe voluto di più, l’importante era sentirlo vicino.



8:40 del mattino seguente.

< WHAAAAAA E’ TARDISSIMO!!! AL PERCHE’ NON MI HAI SVEGLIATO?…AL? >

< Tuo fratello è uscito poco fa >

< Papà? DATO CHE ERI QUI’ POTEVI SVEGLIARMI, NO? >

< Ci ho provato… ma è stato inutile >

< Ho ragione quando dico che sei tu l’origine di tutti i mali! Se perdo quel treno Roy chissà come si arrabbierà! La stazione è lontana, devo prepararmi la ventiquattrore e sono ancora in mutande >

< Per la ventiquattrore  ci ha pensato Al, io ti ho messo dentro il cestino del pranzo >

< E’ commestibile? >

< Che modi sono di rispondere a tuo padre! Io sono un cuoco eccellente! >

< Si, si, certo, certo >

< EDWARD! >

Ed corse in camera per scegliersi un paio di pantaloni. Decise per dei pantaloni neri gessati con gilet e cravatta abbinati da indossare sulla camicia bianca, unico indumento che aveva indosso in quel momento. Vestitosi si occupò dei suoi capelli, visto che la treccia richiedeva troppo tempo e spesso alcune ciocche si incastravano nell’auto-mail facendogli perdere molto tempo, optò per una coda di cavallo alta, poi indossò i suoi guanti corse in cucina per mangiare la colazione che il fratello gli aveva preparato, ovvero una ciambella. Finito mise nella valigetta i suoi documenti per la missione, prese la giacca abbinata al completo che portava, salutò sbrigativamente il padre per poi correre a tutta birra verso la stazione.

Arrivò fortunatamente alle 9:18; guardò a che binario fosse il treno. 5, perfetto. Arrivato al binario trovò fermo davanti alle porte del treno un uomo magnifico che guardava spazientito l’orologio. Era vestito con pantaloni grigio chiaro, camicia bianca, cravatta striata con lo stesso punto di grigio dei pantaloni e bianco, i capelli corvini erano sistemati all’indietro ed esponevano maggiormente il suo bel volto, in mano reggeva una giacca abbinata ai pantaloni e una ventiquattrore, infine gli occhi erano coperti da degli occhiali da sole. Quell’uomo era davvero stupendo tanto da far arrossire Fullmetal e soprattutto quest’ultimo fu piacevolmente sorpreso: quell’uomo era il suo Roy Mustang.

< Colonnello cosa ci fa quì? >

< Sei arrivato finalmente… cosa ci faccio quì? Bhè se avessi letto la documentazione riguardante la missione lo sapresti >

< Eh?! Vuoi dire che sin dall’inizio mi ha nascosto che ci sarebbe stato lei con me? >

< Era una sorpresa comunque non ti ho nascosto nulla, ho lasciato a te il piacere di scoprirlo >

< Ecco perché mi hai detto così di Al… >

< Mh mh, strano che non hai ancora iniziato la tua sfuriata, la stavo aspettando. Com’è siamo così docili? >

< Perché sei bellissimo >

Queste parole furono pronunciate con disarmante tranquillità e semplicità fissando Roy, che si era tolto gli occhiali, nelle iridi di onice. Il colonnello arrossì vistosamente all’affermazione di Fullmetal e poi gli sorrise dolcemente.

< Anche tu sei stupendo Edward >

Le gote del nominato divennero rosse accese.

< Ho prenotato una cabina solo per noi, potremmo divertirci, che ne dici? >

< Sei un pervertito colonnello >

< Ah ah… dovemmo pure ingannare il tempo, no? >

< Ma non eri tu quello che voleva aspettare >

< Sempre la battuta pronta tu… comunque fra poco partirà, andiamo a sederci >

< Come faranno al quartier generale senza di te? >

< Sopravvivranno non ti preoccupare; c’è Hawkeye che per oggi si occuperà di tutto e poi sono stato convocato lì dal generale Hakuro per prendere dei documenti >

< Di cosa trattano? >

< Non lo so sinceramente. Però vorrei tanto si trattasse di qualcosa tipo la lista dei futuri candidati a Fhurer >

< Eh? Perché consegnano ai candidati la lista? >

< Diciamo che è un documento dove si congratulano con te per la tua carriera e ti dicono che potresti diventare Fuhrer se seguirai una determinata condotta e ti fanno gli auguri >

< Sei ben informato >

< Sono cose che si sanno >

< Roy… faccio il tifo per te, devi riuscire a realizzare il tuo sogno. sei tu l’unico che merita quel titolo >

< Grazie Edward, grazie per il tuo sostegno continuo >

< Ma che dici!Anzi io.. io non faccio mai nulla per te, sei tu quello che mi aiuta sempre mentre io non riesco mai a fare niente per te; mi sento inutile.. >

< No! Non dirlo nemmeno per scherzo, tu sei la mia unica ragione di vita, senza di te non sarei nulla Edward. Io vivevo solo per questo sogno e costantemente immerso negli incubi del passato >

< Parli della guerra? >

< Di una cosa che è successa in guerra >  

Abbassò lo sguardo triste, non ce la faceva a reggerlo.

< Se vuoi parlarne io.. >

< Perdonami Edward ma non me la sento, te ne parlerò prima o poi ma ancora per il momento no… scusami >

Non poteva dirglielo, non voleva dirglielo. Aveva il terrore che se gliel’avrebbe detto lo avrebbe perso; si sentiva un verme per questo ma non poteva rischiare di perdere la cosa più importante della sua vita. Anche se era successo per un tragico errore dettato dal terrore, lui era comunque colpevole di quel peccato.
Edward si sentì rispecchiare in lui… quello sguardo, quell’espressione… si ricordava di se in quell’uomo forse era uno dei molteplici motivi per cui si amavano: entrambi avevano visto l’inferno e ora si trovavano a scalare il purgatorio ed entrambi però non erano sicuri di poter arrivare in paradiso, il loro ultimo scopo, il loro desiderio. entrambi si facevano forza e si sostenevano e facevano ascoltare all’altro il proprio dolore. Roy sapeva cosa ci celava tra le tenebre del cuore di Edward, mentre l’alchimista d’acciaio anche se aveva visto il dolore di Roy e l’aveva ascoltato non sapeva di cosa si trattasse, Roy era sempre vago sul parlare di se.
Fullmetal guardò che non ci fosse nessuno nel vagone dov’erano entrati poi si appoggiò alla porta della loro  cabina e invitò Mustang a baciarlo.
Struggente passione intrisa di dolcezza. Ecco di cosa sapeva quel bacio.

La porta che sosteneva Edward si aprì e quest’ultimo cadde seguito dal colonnello che si ritrovò sopra il ragazzino.

< Ragazzi tenete a freno la vostra passione per cortesia. Siamo in un luogo pubblico e poi lo trovo indelicato farlo davanti al proprio migliore amico e davanti al fratello minore >

Quella voce…
…non poteva esser vero…
…quello era un incubo vero?

< HUGHES!!! CHE DIAMINE CI FAI QUA’? >

< AL COSA CI FAI COL TENENTE COLONNELLO QUI’? >

Sbraitarono i due ai loro conoscenti. Maes parandosi con le mani dall’alchimista di fuoco, si giustificò.

< Io devo tornare a Central City e visto che ho saputo che Al era solo visto che Ed doveva andare in missione senza di lui gli ho chiesto di accompagnarmi così… potevo fargli vedere i quattro album di foto di Elicia, sono un album per ciascun anno della sua vita! >

< Povera figlia.. >

< Cosa Ed? >

< Nulla tenente colonnello >

< Fratellone! >

< Che c’è Al? >

< Tu mi hai mentito per andarti a divertire col colonnello, io non credevo che tu.. >

< NO Al ti sbagli! Io non sapevo nemmeno che c’era, se no te l’avrei detto >

< Tu sei un bugiardo nii-san! >

< Al credimi! Colonnello diglielo anche tu che non ne sapevo nulla >

< In effetti è vero. Io avevo scritto che mi sarei recato a Central City con il suo supporto sulla documentazione per la missione, ma questo nano idiota mica se lo è andato a leggere >

Quelle parole scatenarono il pandemonio.

Dopo un quarto d’ora di urla; Hughes costrinse in pratica a stare tutti e quattro in quella cabina a sfogliare le foto dell’amata figlia del militare.

Dopo un’ora di viaggio Edward sentì il sonno impossessarsi di lui e senza rendersene conto si addormentò poggiando la testa sulla spalla del suo amato colonnello.

< Ma che carini che siete, davvero due splendidi piccioncini! Posso farvi una foto >

< Ti incenerisco se aggiungi altro >

< Povero fratellone… >

L’attenzione dei due militari andò all’armatura d’acciaio che custodiva l’anima di Alphonse Elric.

< Ieri, come ogni notte l’ha passata sui libri, per quanto io gli ripeta di riposarsi, lui non mi ascolta minimamente. Mi sento in colpa perché si riduce in questo modo per me senza neanche pensare a lui >

< E già quel moccioso ha un cuore d’oro e una determinazione disumana… ti darebbe l’anima pur di farti tornare come prima >

Al si intristì maggiormente alle parole di Maes.

< Appunto! Mio fratello è uno stupido, sarebbe capace di farlo e io… >

< Ti ama moltissimo Alphonse e ne dovresti essere felice >

< Lo so colonnello e ne sono sinceramente felce, però… >

< E’ uno stupido e ti darebbe l’anima per donarti un corpo ma non morirà mai >

< Cosa dice tenente colonnello? >

Chiese incredulo Al, un corpo senz’anima moriva.

< Lui ha due persone a cui tiene troppo per morire… lui non morirà mai per voi Al e Roy. siete troppo importanti per lui >

I due interessati rimanerono a meditare in silenzio.

Mezz’ora dopo Maes si addormentò e Al andò a farsi un giro per i vagoni, quando un movimento brusco del treno fece svegliare Edward che si sentì imbarazzato nel trovarsi appoggiato a Roy.

< Scusami io…  >

< Rimani così… mi piace >

< Va bene… Roy? >

< Si? >

< Ti ho sognato >

 < Davvero? E di cosa trattava questo sogno? >

< Non lo ricordo bene, ma so di per certo che c’eri >

Il treno entrò in una galleria.
Passarono dei lunghi minuti.
Roy si chinò per baciare la fronte di Fullmetal; incontrò anche le sue labbra, ma si sfiorarono soltanto. Un delicato tocco.

< Sai Roy, la mia vita mi sembra che la mia vita sia come un viaggio ad alta velocità che scorre in una galleria >

< Cosa? >

< Si insomma… è iniziato alla luce del sole per poi calare nelle tenebre e continuare in esse velocemente ma a lungo allo stesso tempo, poi uno spiraglio di luce e poi la luce definitiva. E poi? Rientrerà in un’oscura galleria o continuerà il suo viaggio nella luce? Chissà… >

< Hai ragione… mi sembra che anche la mia vita sia come questo viaggio. Siamo molto simili… >

< …eppure così diversi. Anche i poli di una calamità sono fatti della medesima materia eppure si attraggono. Così siamo noi >

Un altro bacio sulla fronte da parte del colonnello.
L’oscurità cominciò a diminuire, segno che presto sarebbero usciti.

< … per ora è come se mi trovassi in questo preciso punto della mia vita >

< Perché? >

< Perché anche se vivo nel dolore e nella sofferenza, vedo un futuro, una luce che riesce in parte a spazzar via questo dolore: tu  >

< Così mi lusinghi troppo Fullmetal >

< Sai mi viene in mente un’altra metafora…oh la luce, siamo nuovamente fuori… te lo dico ugualmente però. Quando eravamo al buio io non potevo vedere nulla, neanche te, eppure ti sentivo benissimo che eri vicino a me >

< Allora? >

< Bhé sta a significare che anche se mi trovo nella sofferenza ho sempre un appoggio su cui contare: tu. Per quanto non veda nulla se non il peggio di ogni cosa e posa cadere in uno stato di pessimismo, io so che tu ci sei, anche se non posso vederti ci sei >

< Mi piace… mi piace questa metafora…… un’altra galleria >

Già il loro amore era proprio così. Entrambi anche se soffrivano erano vicini e uno sosteneva l’altro. Ma poi insieme sarebbero stati illuminati dall’abbagliante luce solare. Si, perché insieme sarebbero sicuramente usciti da una parte delle loro sofferenze. E le altre? Sarebbero usciti anche dalle altre sofferenze; quelle più profonde? Oppure no? Chi poteva dirlo… la vita era crudele ma chissà… nei sogni uno deve sempre crederci.
Edward anche se spesso entrava in profondi stati di pessimismo credeva nei sogni… era un ragazzino ancora.
Roy che ormai conosceva la vita era realista ed era convinto che nella vita non tutto quello che desideri si realizza… era un uomo ormai.

Chissà qual è il modo giusto di pensare?
Avrà ragione il ragazzino o l’uomo?
I sogni nella loro totale perfezione si realizzano oppure no?
Chi lo sa…

L’unica certezza è il presente. Il loro presente era il loro amore.
La cosa più bella che fosse capitata nella vita di entrambi.



Hohemhein si trovava ancora in casa dei suoi figli e stava facendo il casalingo riordinando il disordine che Ed aveva lasciato e che Al non aveva potuto riordinare a causa della sua assenza.
Finito di sistemare il letto passò al comodino e poi spinto dalla curiosità aprì i cassetti per vedere cosa ci teneva Edward; un album fotografico. Pensò che non c’era nulla di male se lo avesse sfogliato.

C’erano le tantissime foto dei due fratellini che appartenevano alla loro infanzia e poi foto dei due bambini assieme alla loro mamma… Trisha… una lacrima scivolò via dagli occhi dell’uomo e chiese perdono a quella donna che tanto aveva amato e lei per l’assenza del suo amore si era spenta lentamente. Si fece coraggio e continuò a sfogliare l’album e vide diverse foto dei figli con la loro amica d’infanzia: Winry, e in alcune c’erano anche Pinako e Den…si, li ricordava bene. Le foto erano sia appartenenti al passato che attuali dove Al era un’armatura e Winry era diventata una bellissima ragazza. Sorrise, quella era la sua futura nuora e madre dei suoi nipoti, si conoscevano da così tanto e erano sempre stata affiatata con Ed. Pensò che suo figlio, come lui del resto, aveva ottimi gusti, rise tra se e se pensando che era tutto suo padre e che il suo figlioletto stava crescendo. Continuò a sfogliare l’album c’erano tantissime foto di persone che aveva visto a l’Headquarter e altre che non conosceva che affiancavano Ed e Al in quelle immagini: Hughes, Hawkeye, Armstrong, Havoc, Nina, Alexander, Sheska, Maria Ross, Denny Brosch, Elicia…
Il padre era felice che i figli avessero così tanti amici.
Continuò a sfogliare finche vide in fondo una foto con l’ingrandimento in formato A4 che rappresentava Edward da piccolo con lui. Ricordava bene che quella foto era stata scattata un giorno d’estate nella campagna vicino alla loro casa. Ed aveva quattro anni e quel giorno fu il giorno in cui Edward venne a conoscenza di una scienza chiamata alchimia che sarebbe diventata una delle più grandi passioni della vita di Fullmetal.
Un’altra lacrima cadde e l’uomo rimpianse quei giorni ma ormai non si poteva più tornare indietro. Comunque quella foto ingrandita significava molto per il padre: era un segno che Edward gli voleva bene.
Dall’album scivolò via una foto cadendo sul retro dove vi era una scritta elegante che gli sembrava di aver già visto da qualche parte. Lesse cosa c’era scritto raccogliendo la foto.
“Ti regalo questa foto perché tu non me la chiederesti mai. Visto che sei sempre lontano, con questa mi potrai vedere ogni volta che vorrai”
Hohemhein rise. Gli amori adolescenziali erano così teneri… e poi erano sempre lontani da loro paese natio e dalla ragazza. Girò la foto per guardarla e quando vide la persona della foto un urlo aleggiò su East City; peccato che i due piccioncini erano troppo lontani per sentirlo.   

 


                                                                                      -OWARI-


NOTE: il pezzo dove Hughes dice che Elicia gli ha detto che è la sua fidanzata, non è una perversione prodotta dalla mia mente malata ma è una fase normale nella crescita di un bambino (che più o meno facciamo tutti), a studiare ciò è stato Freud, e questo stadio della crescita è chiamato nelle bambine “complesso di Elettra” e nei bambini “complesso di Edipo”, che si manifesta tra i tre e i cinque anni e in questo periodo avviene l’identificazione sessuale di un individuo. Probabilmente in molti lo sapranno ma l’ho voluto aggiungere per chi non lo sapesse.

P.S. : Non ci credo l’ho finita! Che opera… 44 pagine word, dovevano essere la metà… Allora vi informo che io seguo la serie in tv, il manga e ho letto qualche spoiler qua e là, perciò non so come sia Hohemhein. Quando ho scritto questa fiction, non pensavo comparisse nella serie, perciò prendetela come una “what if…” , comunque ho scoperto che Hohemhein è un grandissimo stronzo per una cosa che… scoprirete. Non vi do spoiler, ma vi incuriosisco (me sadica). Ho dato anche degli accenni a degli spoiler nella storia, chi li conosce capirà dove sono.
Sperando che vi sia piaciuta vi invito a commentare, accetto tutto.
Vi saluto e vi mando un bacione a tutti.
Commentate a quest’indirizzo: jesselric@alice.it o sul sito è uguale, per favore vi prego di farlo, mi accontento anche di due righe

Dedica speciale: ad Enzo che non c’è più. Ti voglio Bene Cugino, sii felice.
   
 
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