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Autore: Randall    11/07/2012    1 recensioni
Piccola One-Shot Klefan senza pretese che mi è venuta dopo aver visto la 3x05.
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Stefan era per lui come un fratello. Era il suo migliore amico. Era una pedina per il suo diabolico piano. Era una sua ossessione, un mare di sentimenti aleggiava intorno al suo pensiero: ammirazione, passione, rabbia, invidia, affetto. Ma più di ogni altra cosa lui era SUO.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Klaus, Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Condannato a passare l'eternità da solo.

Questa la grande paura del Originale Niklaus: continuare la sua vita terrena senza più nessuno al suo fianco. Perché alla fine, ne era convinto, la sua natura lo avrebbe spinto ad eliminare qualsiasi persona lo circondasse pur di non rischiare di essere ostacolato nei suoi piani. Persino sua sorella, prima o poi, gli sarebbe stata d’intralcio.

Ma Lui invece, era diverso. Di lui non si sarebbe mai stancato, lui era una scelta di cui non si sarebbe mai pentito. Si concesse qualche minuto per osservarlo, lì seduto al suo fianco sul divano mentre succhiava avidamente dal collo di una ragazza la sua linfa vitale. Lo osservò squarciare la carne tenera e pallida e con estremo piacere affondarci i canini affilati per bere fino all’ultima goccia quel liquido vermiglio che la sua natura tanto bramava. Con gli occhi neri della fame e un’espressione di estremo piacere sul bel volto. Lo Stefan Salvatore che lui che aveva conosciuto come lo Squartatore nella Chicago degli anni 30’ era tornato. E il merito era suo, era riuscito a cancellare dalla sua  mente Elena, ad oscurare la sua effimera umanità, aveva spento per sempre i suoi sentimenti. Ormai era suo, niente lo avrebbe distolto dal servirlo.

Guardarlo divorare quella giovane donna mosse in Klaus un moto di eccitazione che poche volte si era concesso di provare, qualcosa nel suo petto si mosse, una sensazione che neanche i suoi potenti poteri da ibrido erano riusciti a contenere. Tornò con la mente alla realtà, sapeva che era giunto il momento di sparire, non poteva rischiare che Michael trovasse lui e sua sorella. Sapeva che avrebbe dovuto lasciare Stefan lì, a sorvegliare il prezioso sangue della  Doppleganger e l’altro fratello Salvatore. Ma lasciarlo ora appariva meno spaventoso, lo aveva legato a lui per sempre, era certo che Stefan sarebbe rimasto lì ad aspettare il suo ritorno.

Si alzò per poggiare sul tavolo il bicchiere ancora pieno di Vermont che non era riuscito a bere. Tornò ad avvicinarsi al divano, senza parlare tirò lontano da Stefan il corpo ormai esanime della donna, e andò a sedersi pericolosamente vicino al giovane Salvatore. Guardo per un attimo gli occhi del vampiro tornare al loro normale verde, e pian piano sparire le venature nere che li circondavano, mentre i canini si ritraevano. Anche ora che il suo fascino mortale era sparito agli occhi di Klaus non appariva meno affascinante. L’eccitazione aumentava ad ogni suo respiro, in quel momento le sua paure da diavolo fragile si estinsero, sapeva che con Stefan non sarebbe mai stato solo. Ora che era il suo servo non rischiava più di passare l’eternità in solitudine. In silenzio mosse un dito in direzione della bocca sporca di sangue del vampiro e contornò per tutta la loro lunghezza quelle labbra morbide e invitanti, poi, rivolgendogli uno sguardo languido si portò il dito alla bocca e succhiò quel poco di sangue che prima giaceva sulla pelle dell’altro. Ormai schiavo della sua eccitazione, senza pensare, portò una mano dietro la nuca di Stefan e lo attirò con forza a sé coinvolgendolo in un violento e passionale bacio, che il giovane non esitò a ricambiare.

Stefan era per lui come un fratello. Era il suo migliore amico. Era una pedina per il suo diabolico piano. Era una sua ossessione, un mare di sentimenti aleggiava intorno al suo pensiero: ammirazione, passione, rabbia, invidia, affetto. Ma più di ogni altra cosa lui era SUO.

Nemmeno i suoi affinati sensi bastarono per riuscire a fargli capire per quanto tempo era rimasto a succhiare quelle labbra, a legare insieme le loro lingue,ad intrecciare le dita tra i suoi capelli e ad accarezzare la poca pelle che la maglia lasciava scoperta, mentre sentiva ogni cellula del suo corpo chiedere di più. Quando si staccarono Klaus gli concesse il suo solito sorriso beffardo prima di alzarsi dal divano dirigendosi verso l’uscita di casa Salvatore, ora che aveva salutato il suo Stefan era arrivato per lui il momento di andare.

“Mi farai dimenticare anche questo?” chiese Stefan sfiorandosi le labbra e anelando ad un'altro tocco di quelle mani.

“No, credo proprio che questo lo ricorderai” rispose senza voltarsi Klaus con  voce piena di malizia prima di scomparire oltre la porta.

 

                                                                                

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                       Randal

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   

 

 

  
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