Condannato a passare l'eternità da solo.
Questa la grande paura del Originale Niklaus:
continuare la sua vita terrena senza più nessuno al suo fianco. Perché alla
fine, ne era convinto, la sua natura lo avrebbe spinto ad eliminare qualsiasi
persona lo circondasse pur di non rischiare di essere ostacolato nei suoi
piani. Persino sua sorella, prima o poi, gli sarebbe stata d’intralcio.
Ma Lui invece, era diverso. Di lui non si sarebbe
mai stancato, lui era una scelta di cui non si sarebbe mai pentito. Si concesse
qualche minuto per osservarlo, lì seduto al suo fianco sul divano mentre
succhiava avidamente dal collo di una ragazza la sua linfa vitale. Lo osservò
squarciare la carne tenera e pallida e con estremo piacere affondarci i canini
affilati per bere fino all’ultima goccia quel liquido vermiglio che la sua
natura tanto bramava. Con gli occhi neri della fame e un’espressione di estremo
piacere sul bel volto. Lo Stefan Salvatore che lui che aveva conosciuto come lo
Squartatore nella Chicago degli anni 30’ era tornato. E il merito era suo, era
riuscito a cancellare dalla sua mente
Elena, ad oscurare la sua effimera umanità, aveva spento per sempre i suoi
sentimenti. Ormai era suo, niente lo avrebbe distolto dal servirlo.
Guardarlo divorare quella giovane donna mosse in
Klaus un moto di eccitazione che poche volte si era concesso di provare,
qualcosa nel suo petto si mosse, una sensazione che neanche i suoi potenti
poteri da ibrido erano riusciti a contenere. Tornò con la mente alla realtà,
sapeva che era giunto il momento di sparire, non poteva rischiare che Michael
trovasse lui e sua sorella. Sapeva che avrebbe dovuto lasciare Stefan lì, a
sorvegliare il prezioso sangue della Doppleganger e l’altro fratello Salvatore. Ma lasciarlo ora
appariva meno spaventoso, lo aveva legato a lui per sempre, era certo che
Stefan sarebbe rimasto lì ad aspettare il suo ritorno.
Si alzò per poggiare sul tavolo il bicchiere ancora pieno di Vermont che non era
riuscito a bere. Tornò ad avvicinarsi al divano, senza parlare tirò lontano da
Stefan il corpo ormai esanime della donna, e andò a sedersi pericolosamente
vicino al giovane Salvatore. Guardo per un attimo gli occhi del vampiro tornare
al loro normale verde, e pian piano sparire le venature nere che li
circondavano, mentre i canini si ritraevano. Anche ora che il suo fascino
mortale era sparito agli occhi di Klaus non appariva meno affascinante. L’eccitazione
aumentava ad ogni suo respiro, in quel momento le sua paure da diavolo fragile
si estinsero, sapeva che con Stefan non sarebbe mai stato solo. Ora che era il
suo servo non rischiava più di passare l’eternità in solitudine. In silenzio
mosse un dito in direzione della bocca sporca di sangue del vampiro e contornò
per tutta la loro lunghezza quelle labbra morbide e invitanti, poi, rivolgendogli
uno sguardo languido si portò il dito alla bocca e succhiò quel poco di sangue
che prima giaceva sulla pelle dell’altro. Ormai schiavo della sua eccitazione,
senza pensare, portò una mano dietro la nuca di Stefan e lo attirò con forza a sé
coinvolgendolo in un violento e passionale bacio, che il giovane non esitò a
ricambiare.
Stefan era per
lui come un fratello. Era il suo migliore amico. Era una pedina per il suo
diabolico piano. Era una sua ossessione, un mare di sentimenti aleggiava
intorno al suo pensiero: ammirazione, passione, rabbia, invidia, affetto. Ma
più di ogni altra cosa lui era SUO.
Nemmeno i suoi
affinati sensi bastarono per riuscire a fargli capire per quanto tempo era
rimasto a succhiare quelle labbra, a legare insieme le loro lingue,ad
intrecciare le dita tra i suoi capelli e ad accarezzare la poca pelle che la
maglia lasciava scoperta, mentre sentiva ogni cellula del suo corpo chiedere di
più. Quando si staccarono Klaus gli concesse il suo solito sorriso beffardo
prima di alzarsi dal divano dirigendosi verso l’uscita di casa Salvatore, ora
che aveva salutato il suo Stefan era arrivato per lui il momento di andare.
“Mi farai
dimenticare anche questo?” chiese Stefan sfiorandosi le labbra e anelando ad
un'altro tocco di quelle mani.
“No, credo
proprio che questo lo ricorderai” rispose senza voltarsi Klaus con voce piena di malizia prima di scomparire
oltre la porta.
Randal