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Autore: Zia Heya    11/07/2012    14 recensioni
Questa fanfiction mi è venuta in mente già da un po'... non penso che in questa sezione ce ne sia una simile, quindi ho deciso di rimediare io! Mi auguro che vi possa piacere... Tratta del primo giorno alla Golden School di Raf sotto chiave ironica.
"-Dunque, ti do subito un incarico: devi occuparti di quello là… ehm… come si chiama… Andrea. È un terreno. Guarda, quello che devi fare è semplicissimo: devi portarlo sulla retta via, se alla fine dell’anno è buono vinci e hai un dieci in pagella, se è cattivo perdi contro il Devil e io ti boccio. Tutto chiaro?-
-Sissignore!-"
 
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti, Raf, Sulfus
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Autrice: Zia Proxy
Titolo: The first day
Generi: Comico, Demenziale, Parodia
Personaggi: Raf, Sulfus, Quasi tutti
Rating: Giallo (per via del linguaggio ^^")
Note personali: Oddio. Non so dove l'ho partorita questa cosa. So solo che avevo voglia di ridere! xD Mi auguro che vi piaccia, e sia chiaro: con questa fanfic non voglio ridicolizzare nessun personaggio! Raf è intelligente e bellissima, Sulfus è il nostro macho e Arkhan non è gay xD. Spero l'apprezziate e che vi strappi un sorriso o anche semplicemente uno sputo.
Un Bacione!





                                                   The first day.





Era appena iniziato un nuovo anno alla Golden School e Raf, una Angel,  stava per iniziare il suo Stage. Era partita con una sua amica di nome Uriè, una maniaca dell’abbronzatura (infatti ella non era di colore, ma bensì,  era solo strafatta di lampade!) ma poi l’aveva persa di vista… Comunque, questa ragazza, non era come tutte le altre: oltre che essere un angelo, come già detto, era bellissima. Ma, sfortunatamente, il caso vuole che tutte le ragazze bionde di quella scuola erano pure sceme. Lei era una sorta di Valeria Marini, anzi, si può proprio dire che fosse la sua figlia perduta. Una differenza è che non aveva il seno rifatto, ma a quello poteva prevedere a diciotto astri. Già. Suo padre non le aveva dato il permesso di rifarsele a quell’età… aveva detto le suddette parole:  “Finché non sei economicamente autosufficiente guai a te se si gonfi le tette o se ti svergini!” la poverina c’era rimasta malissimo, ma il suo papi non andava contraddetto.

Stavamo dicendo, la bella Raf arrivò all’interno della struttura didattica situata non si sa dove sulla Terra. Già le piaceva molto quel posto! Stranamente però, non vide nessuno… e si preoccupò. Che fosse arrivata in anticipo? Decise di chiedere informazioni ad un ragazzo dalle ali da diavolo con tanto di corna, capigliatura alla Bill Kaulitz e stella timbrata su un occhio. Un figo bestiale! La nostra amica lo guardò attentamente prima di avvicinarsi a lui… il suo papi le aveva detto chiaramente di non parlare con gli sconosciuti: “Guai a te se parli con qualcuno che non conosci o vai tranquilla che il tuo PC finisce giù per il cesso!” la ragazza pure qui c’era rimasta malissimo, ma d’altronde se lo diceva il papi c’era da ubbidire.  Dopo averlo mandato mentalmente a quel paese, dato che in un minuto aveva già fatto incursione nel suo cervello due volte, si diresse verso il ragazzo. La primissima domanda intelligente che le passò per la testa fu:
-Ciao, sei un Angel?- la cosa più inquietante è che aveva un sorriso a cento denti e gl’occhi sbarrati a fanali. Era convinta di quello che diceva.
-Ehm… guarda… sai, non vorrei contraddirti… io in realtà sono un Devil… oh, scusa! Io non volevo mancarti di rispetto! Perdonami! È che sono una persona un po’ timida… non ho ferito i tuoi sentimenti dicendoti questa cosa, vero?- il ragazzo in questione, Sulfus, era una persona chiusa in sé stessa… in più aveva una discreta paura degl’estranei. Un amore!
-Naaaaaaa, vai tranquilloooo!!- disse lei mettendosi a saltare come una scema, anche se il motivo a noi è sconosciuto. –Volevo chiederti come mai non c’è nessuno… sono in anticipo?-
-A… a dire il v-vero sei in ritardo… ti consiglio di andare in classe c-così non ti sgrideranno- rispose lui timidissimo
-Oh, che ammmore che sei! Vado ora, ci vediamo!- e volò via.
Una volta arrivata davanti alla porta dell’aula, esitò prima di entrare. Poi si fece coraggio, afferrò la maniglia e… SBAM! Andò a sbatterci contro, poiché la porta si apriva nell’altro senso. Lei, sempre con sorriso a cinquanta denti entrò.

Le si parò davanti un uomo, probabilmente nato da una notte di amore fra Albus Silente e il Mago Merlino. Assomigliava molto anche a San Pietro, però.
-Sei in ritardo, cogliona!- le disse
-Lo so! Ero convinta di essere in anticipo… beh, dai, amici come prima?- domandò speranzosa
-Ma sì, stavo solo scherzando! Sei così puccia! No, davvero, sei molto carina, se non fossi gay e avessi qualche anno di meno mi sarei già messo con te!- rispose lui
-Che gentile! Come ha detto che si chiama?-
-Mai detto! Sono il professor Arkhan, cara-
-Uh, saaaaaaaaaalve!- disse lei, alla Bruno Vespa.
-Dunque, ti do subito un incarico: devi occuparti di quello là… ehm… come si chiama… Andrea. È un terreno. Guarda, quello che devi fare è semplicissimo: devi portarlo sulla retta via, se alla fine dell’anno è buono vinci e hai un dieci in pagella, se è cattivo perdi contro il Devil e io ti boccio. Tutto chiaro?-
-Sissignore!-
-Benissimo, le tue amiche sono già all’opera. Puoi usare tutte le tecniche che vuoi, però non puoi toccare il Devil, altrimenti succede qualcosa di brutto… ma ci penserà l’effetto del V.E.T.O. Ti accorgerai se lo avrai toccato, fa un male boia! E non puoi nemmeno innamorarti del terreno o farai la fine che ha fatto quella Reina…  che peccato che sia finita nel Limbo… era così carina! Dei bei capelli, dei bellissimi occhi, delle tette da paura... Sì, insomma, come avrai capito non puoi fare una cippa. Va beh, ora sloggia, che devo continuare la mia manicure… in culo alla balena!-
-Speriamo non scorreggi!- e se ne andò dal terreno.

Una volta arrivata trovò Sulfus
-Ciaoooooo!!!- urlò lei. Nel raggiungerlo andò a sbattere contro un palo, contro una casa e contro un piccione (strano, perché teoricamente doveva essere invisibile e passare in mezzo a le cose… ma lei era speciale!) Continuava a sorridere. Faceva davvero paura.
-Ciao, come stai?- domandò lui, sempre timido
-Bene! Chi è il tuo terreno?-
-Andrea… i-il tuo?-
-Anche il mio!!!-
-F-Forte!-
-Già!- stava per abbracciarlo, ma poi si ricordò del V.E.T.O. o meglio, ci pensò Sulfus a farlo.
-Attenta… non possiamo toccarci! Altrimenti ci verrà un simbolo sulla pelle che fa male… oh, scusa, non volevo offenderti, perdonami!-
-Vai tranquiiiiiiillo! Ma dai, chissene importa del simbolo, ho sempre voluto un tatuaggio! E poi hai un faccino-sbaciucchino talmente bello che ti devo per forza baciare!-
-Oh… forse è meglio se ci conosciamo un po’ prima… non so, una cenetta romantica…-
-Ma sì, dai! Per intanto un abbraccio alla Orso Abbracciatutti!!-
Poco dopo il V.E.T.O fece effetto. Un male cane!
-Cavolino-ino-ino! Che male!-
-Già…  però  ora ho un tatuaggio stra-fico! Non dico figo, perché il mio papi non vuole che dica certe parole… me lo ha detto espressamente: “Guai a te se dici una cazzo di parolaccia, ok? Non si dicono, porca puttana!”. E io il mio papi non lo contraddico-
-Come sei brava! Sei una ragazza modello!-
-Oh, smettila! ^///^-



Arrivata la sera, Raf rimase in camera con la sua amica Uriè  (ricomparsa magicamente)e si raccontarono la giornata. Avevano conosciuto molte persone quel giorno: due Angel di nome Mika e Zucchero e dei Devil: Sulfus, Kabarè, Cabiria (Leccese, la figlia della telegiornalista di Studio Aperto Safiria Leccese) e Gas, una sorta di Platinette mixata a l’omino Michelin con gli occhiali da sole. La nostra angioletta in più, aveva fatto una sfida con Sulfus, ma purtroppo aveva perso. O meglio: stava per vincere, ma le sembrò sbagliato fare perdere il suo amichetto, era così un più bravo ragazzo! Lui inizialmente non voleva vincere (era uno molto rispettoso delle regole) ma data l’insistenza da parte della bionda accettò.
Mentre parlava con la sua amica Tintarella-Dipendente, stava attenta a non fare vedere il suo tatuaggio: non sia mai che ne volesse uno anche lei!

 

 

Nel frattempo, in un luogo sconosciuto che comincia con la “L” e finisce con “imbo”, una donna era seduta su un trono… o meglio, era legata come un salame su quel trono. E dormiva. Poco dopo fu raggiunta da un’altra creatura, ma visibilmente uomo. Si avvicinò alla donna e la scosse con tutta la forza che aveva in corpo.
-Sveglia, stronza!!!-
-AH! Eh? Cosa? AHH!!! Malachia!!!!!!!!!!!!!!- la donna (la tettona di cui parlava Arkhan) in aspetto fisico non era niente male, se non fosse stato per quella maschera sulla faccia che serviva a coprire il viso ancora gonfio del botulino iniettato da poco. Per non fare correre strane voci, diceva semplicemente di essere fan di Spiderman.
-Ho trovato i due cretini che commetteranno un probabile sacrilegio!-
-Yeah! Quindi presto sarò libera?! E non dovremmo più passarci il tempo giocando a Briscola e a trastullarci a vicenda?-
-Esatto!-
-Siiiiiiiii!!!!!!!!!!!! Spero si sbrighino a limonare! Però una volta libera… che farò?-
-Mh… vendicati-
-Perché?-
-Ogni super cattivo lo fa. Tu vuoi essere un super cattivo? Si che lo vuoi essere! Cuccicuccicu!- disse l’uomo facendole i grattini sotto il mento come ai gatti
-Miaooooo!!!! Comunque non fa una grinza… andata!-
L’uomo le diede il cinque ma lei lo mancò, quindi le arrivò una bella sberla in faccia
-Dio mio Reina… sei una sega!-  
 
§§§§§§§§§§

Eccolo. L'obrobrio. Vado a nascondermi dalla verdura che mi tirerete addosso!



 

  
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