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Autore: jonghina    11/07/2012    2 recensioni
TRAMA
Cosa faresti se incontrassi l'amore della tua vita? E se per colpa tua lui rinuncerebbe al suo sogno? E se per qualche strano caso potresti ritornare indietro nel tempo e rifare tutto da capo? Questa è la storia di Hyo-rin il cui fato la fa incontrare con il giovane Jong. Da lì ne parte una splendida storia d'amore, la quale però dovrà affrontare una svolta che metterà in serio rischio il loro rapporto
Un incidente. Un personaggio misterioso. Una scelta. Una storia divisa tra passato, presente e futuro..
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jonghyun, Nuovo Personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I can't love you.





-Oddio è tardissimo- stavo correndo il più veloce possibile per non fare tardi a lezione ma come sempre ero la solita ritardataria.

Era una giornata uggiosa di aprile le strade di Seoul erano piene di gente che correva per non arrivare in ritardo a lavoro, quindi sui i marciapiedi c'era una confusione totale.

Ero sommersa da fogli e libri che mi occupavano entrambe le mani cosi era stata costretta a stringere tra i denti la tracolla della borsa, non so cosa pensassero di me le persone che rimanevano sbalordite nel vedermi correre come un pazza con fogli che volavano da tutte le parti, ma poco importava già che ora la cosa più importante era arrivare in tempo a lezione.

Diedi un occhiata all'orologio che avevo al polso e mi accorsi che era veramente tardi.

-Verrò di nuovo sgridata, per l ennesimo ritardo.-

Ero in preda al panico che non feci caso a un ragazzo che, purtroppo per lui, si trovò sulla mia strada, cercai in tutti i modi di rallentare , invece lui era occupato a fare, non so cosa, con il cellulare cosi da non accorgersi che una ragazza che correva a 20 km orari lo stava per investire.

Lo scontro fu inevitabile..

I libri che avevo tra le mani volarono per aria insieme ai fogli e alla borsa.

-Che dolore.- esclamai mentre mi massaggiavo il gluteo che aveva attutito il colpo.

Subito mi guardai intorno e notai tutti i miei lavori sparsi sul marciapiede, e non solo, durante la caduta la borsa si era aperta facendo cadere le cose che conteneva.

Non prestai la minima attenzione al ragazzo che come me, era finito di culo per terra, e mi buttai a capofitto su i fogli prima che il vento se li portasse via. Poi in tutta fretta raccolsi gli oggetti che erano volati fuori dalla borsetta.

Mi rialzai dando un veloce inchino al ragazzo che molto lentamente, tenendosi la mano sul fianco si stava rialzando aiutato da alcuni dei ragazzi che si erano radunati intorno a lui. Corsi senza scusarmi per l'accaduto.

[….]

Riuscii ad arrivare in tempo a lezione cosi da non beccarmi l'ennesima ramanzina dal professore.

La lezione finì e finalmente potevo riprendere fiato. Mi spaparanzai su una panchina del parco difronte alla scuola e rivolsi la testa verso l'alto allargando braccia e gambe.

"Finalmente un po di tranquillità" chiusi gli occhi e mi abbandonai al dolce venticello che mi accarezza il viso e che faceva ondeggiare i miei lunghi capelli castani, ma la tranquillità non duro molto.

La suoneria di un cellulare cominciò a risuonare nell'aria, subito spalancai gli occhi e cominciai a guardarmi in torno, per scoprire il colpevole di tutto questo baccano, ma intorno a me non c'era nessuno.

Seguendo la melodia mi resi conto che proveniva dalla mia borsa.

"Ma .. è impossibile che sia il mio, io non ho questa suoneria" pensai.

Cominciai a rovistare nella borsa.

-Eccolo-

Guardai lo schermo del cellulare e mi accorsi che, chi mi stava chiamando ero io..

"Ma.. ma questo e il mio numero"

-Pronto?-la mia voce tremava.

-Pronto?- dall'altro capo una voce maschile.

-Per sbaglio ci siamo scambiati i cellulari- aggiunse.

-Cosa?-

Cominciai subito a pensare in quale occasione i nostri cellulari si fossero scambiati.

-Pronto? Sei ancora li?-

-Si, si -

-Facciamo cosi, se ora hai tempo possiamo incontrarci e cosi rii-cambiarci i cellulari-

-Si, sono libera, allora..- m'interruppe, concludendo lui la frase.

-Facciamo tra 10 minuti al bar vicino alla stazione,ok?-

-Ok...-

Chiusi la chiamata e mi incamminai verso la stazione che non era molto distante dalla scuola.

Appena arrivata notai subito un ragazzo fermo sulla porta del bar con in mano un cellulare che ruotava con la forza delle dita.

Subito corsi verso di lui, sali la rampa di legno che portava all'entrata del bar e mi inchinai appoggiando le mani sulle ginocchia cercando di riprendere fiato, poi di scatto mi rialzai.

-Scusami per il ritardo e ch..- non riusci a finire la frase, perché con mia sorpresa, anche se in quella occasione non ero riuscita e guardarlo bene, mi ritrovai davanti il ragazzo che poche ore prima avevo investito.

-Ma tu sei!- esclamai indicandolo.

Lui immediatamente mi sorrise, io distinto abbassai lo sguardo imbarazzata.

Poi apri la porta del bar invitandomi ad entrare e offrendomi una cosa da bene, all'inizio ero un po titubante, ma di certo non potevo rifiutare l'invito di un bel ragazzo, cosi non me lo feci ripetere due volte ed entrai.

Prendemmo posto ad un tavolino vicino ad un ampia finestra, appena seduti lui appoggiò il mio cellulare sul tavolo e poi lo spinse verso di me.

-Ecco il tuo cellulare- disse regalandomi nuovamente un bellissimo sorriso.

-G..grazie- lo ringrazia a bassa voce.

Le mie guance stavano prendendo fuoco, non avevo mai incontrato un ragazzo cosi bello e gentile.

-Ecco il tuo- gli porsi il cellulare cosi da completare lo scambio.

Infilò il cellulare nella tasca dei pantaloni e allungo la mano verso di me.

- Piacere io sono Kim Jonghyun- disse con un sorriso stampato in volto.

Con lentezza afferrai la sua mano stringendola delicatamente.

-Piacere io sono Lee Hyo-rin - ricambiai il sorriso.

Rimanemmo seduti a quel tavolino per ore parlando un po di noi stessi, era un ragazzo dolcissimo non mi chiese spiegazione del perché correvo come una matta e del perché non lo avessi aiutato a rialzarsi, non gli importava.

Ero rimasta affascinata da tanta bellezza e dolcezza ,era perfetto, era il ragazzo che avevo sempre sognato d'incontrare.


Dopo quel giorno decidemmo di incontraci una seconda volta, e io ero al settimo cielo. Cominciammo a vederci ogni giorno e dopo un un mese ci fidanzammo.

Cosi passarono 4 anni.


4 ANNI DOPO


Era precisamente il 5 dicembre 2012 e si già si poteva assaporare l'aria natalizia per le strade di Seoul.

Io e Jong ,come tante altre coppiette,eravamo intenti ad osservare una vetrina dei tanti negozi che si affacciavano sulla via principale.

-Guarda Jong- indicai un orologio nella vetrina- non è bellissimo?- distolsi lo sguardo dalla vetrina e lo rivolsi su di lui

-Si, ma hai visto quanto costa?-spostai nuovamente lo sguardo sull'orologio- Aigoo!-

Sì costava parecchio e ne io e ne lui potevamo permettercelo.

Dopo che ci siamo fidanzati : Io ho abbandonato gli studi e lui ha abbandonato il suo sogno. Pero non ci lamentavamo eravamo innamorati e felici, bastava questo.

Decidemmo di fermarci a un bar per bere una cioccolata calda, cosi ci incamminammo per la via che era illuminata dalle mille lucine colorate degli alberi addobbati.

-Jong- lo chiamai con voce dolce.

-Dimmi- lui si voltò guardandomi, poi mi afferrò la mano.

-Che ce hai freddo?- disse portando la mia mano vicino alla sua bocca e riscaldandola con il suo fiato.

-No, no..- gli sorrisi - Comunque- il mio tono di voce cambiò improvvisamente diventato freddo - manderai gli auguri quest'anno a..-

-No- mi interruppe bruscamente -non ci penso proprio a mandare gli auguri a loro- lo guardai con aria triste e si notava benissimo l'espressione d'amarezza nel parlarne.

-Ma sono pur sempre tuoi amici-

-Tu quelli li chiami amici?- mentre parlavamo ci fermammo sulla soglia del marciapiede aspettando che il verde scattasse cosi da poter attraversare.

-Tu definisci amici delle persone che non ti hanno capito? che ti hanno voltato le spalle?-

Non sapevo cosa rispondere, forse aveva ragione, ma non era stata colpa loro, era stata colpa mia.

Il verde finalmente scatto e attraversammo la strada tendendoci ancora per mano, con noi tante altre persone che erano ferme, si avviarono verso l'altro lato della marciapiede.

In quel momento mi resi conto di quanto Jonghyun tenesse a loro e che per colpa mia era stato costretto ad abbandonarli.

Arrivati dall'altra parte del marciapiede mi accorsi di aver perso la collana che Jonghyun mi aveva regalato il giorno che ci eravamo fidanzati, mi toccai il collo e cominciai a cercarlo sul marciapiede, sperando che fosse caduto nelle vicinanze.

-Che hai?- mi disse Jong con tono preoccupato.

-Non ce .. non ce!- cominciai ad agitarmi, non sapevo dove guardare.

-Cosa non ce??- mi domandò.

-La collana a forma di cuore che mi hai regalato..- lo guardai con occhi lucidi.

-Ma non preoccuparti non è un problema-

-Si che è un problema! Ci tengo troppo a quella collana..-

-Ma che dici .. dai andiamo, poi te ne compro un altra- cominciò a tirarmi per farmi camminare.

-No aspetta- cominciai anche io a tirare ma dalla direzione opposta.

Appena voltai lo sguardo verso la strada, che poco prima avevamo attraversato, notai sulle strisce pedonali qualcosa che luccicava.

-Eccola!!- gridai indicando le strisce pedonali.

Lasciai la mano di Jong e comincia correre.

-ASPETTA HYORIN- il grido di Jong non mi fermò, ero già arrivata al centro della strada inginocchiandomi per raccogliere la collana.

-meno male- la portai al petto buttando un respiro di sollievo

Mi rialzai e guardai Jonghyun, sorridendo - Jong l'ho trovata!- ma il mio sorriso svanii, il viso di Jong era diventato pallido, all'improvviso una luce mi abbagliò facendomi distogliere lo sguardo da lui, costringendomi a rivolgerlo sulla strada.

Due fari mi accecarono nuovamente cosi da farmi chiudere gli occhi, in sottofondo sentii un clacson che suonava ripetutamente.

"Sto per morire" pensai immediatamente

-HYORIN-

" La voce di Jong" girai la testa verso di lui e lo vidi correre verso di me. Ero immobile al centro delle strada, la paura mi aveva pietrificato, mi stavo arrendendo, cosi mi abbandonai a me stessa e chiusi gli occhi..

Ma all'improvviso qualcosa mi spinse facendomi cadere sul ruvido asfalto, subito dopo sentii un forte tonfo e delle urla ,molto lentamente riapri gli occhi guardando il centro della strada.

Sentii il corpo irrigidirsi, il viso bagnarsi e la vista annebbiarsi.

Accasciato su una pozza di sangue c'era il mio Jong.

Avevo la sensazione che tutto intorno a me stesse rallentando. Le mani che toccavano l'asfalto cominciarono a tremare, poi di colpo arrivò l'ambulanza e un paramedico si avvicino a me a cominciando a chiedermi cosa fosse successo e se stavo bene, ma la sua voce era come in lontananza, non riuscivo a sentirlo.

Riuscivo solo a sentire i lievi battiti del mio cuore, era come se il mio cuore si fosse stancato di battere, voleva una pausa. Il paramedico mi sollevò, ma le gambe non riuscivano e reggere il mio perso.

Poi con forza mi trascino via.

-No..NO..- non volevo andarmene da lì non potevo lasciare Jong da solo -Aspetti..- cominciai a strattonare il paramedico per liberami.

- Stia ferma- ma il paramedico mi tratteneva, allungai il braccio verso la figura accasciata al centro della strada.

-JONG!!!!- il mio grido straziante risuonò nell'aria, il paramedico: forse per colpa del mio urlo. Lasciò la presa e corsi verso Jong. Mi inginocchiai e poi gli sollevai la testa . I paramedici che erano intorno a lui rimasero freddi al mio gesto.

-Jong.. Jong, svegliati..- la mia voce era rotta dal pianto- ti prego svegliati- un paramedico mi fece allontanare -No, No!! Aspetti- mi trascinò via facendomi sedere sul marciapiede.

Guardai le mie mani, erano ricoperte di sangue e non avevano smesso, per un solo istante, di tremare.

Di colpo la sirena dell'ambulanza mi riportò alla realtà.



Un ora dopo mi trovavo nel corridoio dell'ospedale in attesa che qualcuno mi desse notizie su Jong.

Il mio sguardo fissava il vuoto, non avevo più la forza di piangere e le miei gambe a malapena mi sostenevano.

L'unica cosa che mi dava ancora la forza era quella lucina rossa posta sopra la porta della sala operatoria, l'attesa era snervante.

Di colpo a lucina si spense e dalla porta vidi uscire un medico, si tolse la mascherina e cammino verso di me..

Non avevo smesso per un secondo di tremare e più il dottore si avvicinava più i brividi che avevo si facevano intensi.

-Dottore..- emanai un lieve suono la mia voce mi stava abbandonando, il dottore abbasso il capo non riuscii a guardarmi negli occhi.

-Mi dispiace ma..- mi guardò , io avevo già capito tutto, ma non volevo crederci

-Lo stiamo trasferendo in obitorio... se vuole può avvisare i suoi famigliari..- in quel momento il mondo mi crollo sotto i piedi, la vista mi si annebbiò, riusci solo a vedere le spalle del dottore che si stavano allontanando da me.

Le mie gambe non mi reggevano più, mi appoggiai al muro e mi lasci andare, strascinadomi sulla parete fino a toccare il pavimento.

Scuotevo la testa, volevo svegliarmi da questo orribile incubo. Ma poi..

Sulla mia sinistra comparve una figura, alzai lo sguardo e accanto a me un vecchietto con lunga barba bianca con un cappello grigio abbinato alla giacca che portava, con dei pantaloni di cotone nero e un bastone che lo aiutava a reggersi in piedi ,scuoteva la testa a destra e sinistra fissando la sala operatoria.

- Povero ragazzo..- poi distolse lo sguardo dalla porta e lo poso su di me.

-E' colpa tua se lui è morto- quelle parole mi tolsero il respiro.

Fece due piccoli passi, aiutandosi con il bastone, sorpassandomi cominciando a parlare senza voltarsi.

-Era cosi giovane, che peccato... non era questo il suo destino- non riuscivo a capire: perché quest'uomo mi stava dicendo queste cose ?.

Si girò di scatto.

- Hyorin..- sapeva il mio nome- voglio darti una seconda occasione per rimediare ..-

"Cosa? c-c-che significa" volevo fargli questa domanda ma le parole mi si erano bloccate in gola.

Cominciò a camminare verso di me.

-Hyorin, ascoltami, lui è morto perché sei entrata nella sua vita, questo non era il suo vero destino . Io posso riportarlo in vita, ma questo dipende da te -

Le sue parole in quel momento, anche se erano impossibili, mi suonarono vere.

-Com'è possibile? - Finalmente riuscii a parlare. Il vecchietto mi sorrise.

-Ti riporterò indietro nel tempo di 4 anni , precisamente il giorno in cui lo hai incontrato- le sue parole erano cosi naturali come se veramente potesse farlo- Ma, invece di scontrarti con lui lo dovrai evitare..-

Mi stava chiedendo di fare una cosa impossibile.

-Hyorin.. ricordati però, che le vostre strade non dovranno mai incrociarsi di nuovo, se questo accadesse..non avrai risolto niente..ritornerà tutto come prima-

"Cosa dovevo fare? devo credere a quello che mi stava dicendo ?" Sentivo le mani sidate, io volevo crederci , volevo credere a quelle parole.

con quella poca forza che avevo mi alzai dal freddo pavimento e lo guardai dritto negli occhi

-O-o-ok... accetto- era la mia risposta , non avevo niente da perdere, se veramente era possibile allora farò di tutto pur di salvarlo.

-Bene ...- mi sorrise una seconda volta , poi d'improvviso una forte luce ci illuminò.

Riuscivo ancora a intravedere la sua figura ma poi la luce si fece più intesa e chiusi gli occhi..

4 ANNI PRIMA


Sentii le mie gambe muoversi, come se stessi correndo, riapri gli occhi e stavo realmente correndo. Rallentai fino a fermarmi, tra le miei mani foglie e libri che me le occupavano e tra i denti la tracolla di una borsa.

Mi guardai in torno, la gente correva avanti e indietro poi alzai lo sguardo: il cielo era grigio.

"Questa scena mi è famigliare" pensai "ero veramente tornata indietro nel tempo?" d'istinto guardai l'orologio che avevo al polso, l'ora era la stessa.

Spostai lo sguardo difronte a me. E lo vidi

Come quel giorno, era intento a giocare con il cellulare, volevo correre verso di lui per abbracciarlo , ma poi mi tornarono in mente le parole di quel vecchio "Ti riporterò indietro nel tempo di 4 anni , precisamente il giorno in cui lo hai incontrato, ma invece di scontrarti con lui lo dovrai evitare.."

Ero ferma difronte a lui e sembrava che intorno a noi non ci fosse nessuno.

"Cosa devo fare ?" questo pensiero mi tormentava.

Si stava avvicinando. Lo guardai per alcuni istanti e poi chiusi gli occhi

Feci un piccolo passo laterale verso la mia destra elui a malapena mi sfiorò. Non si accorse minimamente della mia presenza.

Riapri gli occhi guardando dritto verso di me, senza voltarmi. Poi le forze mi abbandonarono, mi inginocchiai e mi lasciai completamente andare cosi mi liberai le mani da quei fogli facendoli volare via.

Una lacrima cominciò a rigarmi una guancia.

Volevo trattenermi, volevo essere forte. La gente cominciò a radunarsi intorno a me ma poi un bambino comparve difronte a miei occhi, appoggiò la sua delicata manina sulla mia spalla

e con voce gentile mi disse

-Hyorin, sei stata brava- quel bambino, doveva essere il vecchietto che mi aveva riportato indietro nel tempo. Lo guardai intensamente poi non riusci più a trattenermi e scoppiai a piangere.


4 ANNI DOPO


-Pronto?-

-Hyorin, dove caspita sei?-

-Mamma! sono appena atterrata a Gimpo...-

-Meno male, mi stavo preoccupando. Devi essere stanca morta ..-

-Un po, ma non mi lamento, il viaggio non è stato poi cosi pesante. Infondo dagli Stati Uniti in Corea non è molto. E poi sono contenta di essere ritornata a Seoul.-

Si ero tornata, finalmente ero tornata nella città che amavo tanto pronta ad iniziare la mia nuova vita .

Q
  
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