Ehilà!
Sono tornata con una nuova fic!!
Spendo
solo due parole per non farvi attendere troppo: è una fanfic un po’ strana, e
con un finale “aperto”. È un mix tra una AU e un What if…?
Ora
vi lascio alla lettura! Un bacione
P.s:
Mary Cry, te la dedico perché ti ho fatto aspettare troppo!!
La sveglia suona
insistentemente.
Lunedì mattina… giorno
odiato con tutto il mio cuore per due buone ragioni.
La prima: è il primo giorno
di una luuunghissima settimana di scuola.
La seconda: alle ultime due
ore abbiamo educazione fisica.
“E che problema c’è?” vi
starete chiedendo.
Semplice: non sono proprio
una sportiva, anzi…inciampo già abbastanza nei miei piedi da sola, figuriamoci
correre dietro una palla…
Oh, che sbadata, non mi
sono presentata: piacere, mi chiamo Strawberry Momomiya e… e sono
mostruosamente in ritardo!!!
Mi fiondo giù dal letto
(per la cronaca: mi sono aggrovigliata con le coperte e ho rischiato di avere
una commozione celebrale contro il comodino…), infilo i primi vestiti che trovo
per terra (la divisa, sai che fatica…) e corro (o sarebbe meglio dire:
“rotolo”?) giù per le scale.
“Ciao mamma! Ci vediamo
dopo!” esclamo, cominciando a correre verso la mia scuola.
Sapete una cosa? In queste
situazioni mi manca essere una Mew Mew. Le conoscete? Erano cinque bellissime e
simpatiche eroine giapponesi che avevano salvato il mondo dalla minaccia di
quattro alieni che…
“Ciao Strawberry!”
Mi blocco improvvisamente
nell’udire quella voce. Mark. Il mio ragazzo.
Dopo la conclusione del
progetto Mew, sono andata a Londra con lui per tre settimane. Sono stata bene,
sì… però devo dire che è come se “qualcosa” fosse scomparso. Sapessi cosa…
“Ciao Mark!” rispondo “Come
stai?”
“Bene, grazie! Andiamo in
classe?”
Sorrido affermativamente, e
lui mi prende la mano.
Ecco, questo è quello di
cui parlavo prima. Stringergli la mano è bello, sì, ma non mi procura più quel
piacevole calore, quell’emozione di una volta (che, per inciso, molto spesso mi
faceva spuntare le orecchie da gatto).
Arriviamo alla porta della
mia classe: “Allora ci vediamo dopo!” esclama lui
Io sorrido di nuovo, ma
prima che possa entrare in classe, mi schiocca un bacio sulla fronte, poi si
allontana salutandomi con un gesto della mano.
Chiariamo: il rosso che ho
sulle guance (lo odio) è perché mi stanno guardando tutti (odio anche questo).
A testa alta mi dirigo
verso il mio banco –tentando di evitare gli scherzi di quelle che ancora
aspirano a Mark- e mi preparo mentalmente e fisicamente per un’altra giornata.
La prima ora passa
lentamente (ma a chi interessa storia?!?), così comincio a distrarmi da subito.
Guardo le figure del libro,
gioco con la matita, poi la mia attenzione si sposta sulla mia sacca da
ginnastica. È azzurra, con delle scritte più chiare. L’ho comprata una
settimana fa e mi piace molto!!
La prendo in mano e la
osservo per bene, forse per la prima volta.
Le scritte sono in inglese,
ma le parole le conosco quasi tutte:
One love, one life, one
passion, leave your mark
Bene, visto che non ho
niente da fare (o meglio, non ho voglia di fare niente…) passiamo un po’ di
tempo a rimuginare (come sono colta!!) su queste frasi.
Vediamo… di one love
ne ho avuto proprio uno (vedi Mark). Commenti su di lui? Beh, è stato il primo
amore, quello che non si può dimenticare, e poi lui è così bello, così dolce,
così bravo…così attaccato alla natura…
Non posso dire che non mi
piaccia preservare l’ambiente (sono stata Mew Mew anche per questo) però
preferirei passare le mie domeniche al cinema, al luna-park, non a pulire il
parco dai rifiuti!!
Ve beh, devo ritenermi
comunque fortunata…infondo lui è un ragazzo d’oro, e una volta mi ha anche
salvato la vita (beh, in realtà gliel’ho salvata prima io… uhmm… qualcosa non
mi torna…)
“Signorina Momomiya! La
vedo molto impegnata! Questa lezione le piace così tanto?”
La voce irritata del
professore mi riporta alla realtà , affibbiandomi subito dopo una terribile
domanda, alla quale –per fortuna- riesco a rispondere (ho appena letto la
risposta sul libro!!)
Passiamo –dopo questa
spiacevolissima interruzione- a One life.
Ma che domanda è?!?
È certo che ho una sola
vita! O forse no?? Qui la cosa si complica… fino a poco tempo fa avevo due
vite!
Da una parte ero solo
Strawberry Momomiya, tredicenne decisamente carina; dall’altra ero Mewberry,
Poi, poi io sono anche
morta e resuscitata!! Non guardatemi così… ve l’ho detto, sono stata una Mew
Mew, e per un grandissimo atto d’amore ho donato tutta la mia forza vitale a
Mark (si, ancora lui…), che si era sacrificato per uccidere l’essere malvagio
dentro di lui.
Ho avuto quindi… tre
vite?!?!?
Oh mamma, che mal di
testa!! Ma perché ho deciso di complicami ulteriormente la vita?? Perché
stamattina ho deciso di leggere questa stupida scritta?? Potrebbe cambiarmi per
sempre!!
Stai calma, Strawberry,
adesso non esagerare!! Respira… unooooo *Pfuuuuui* e dueeeee…
“Sta bene, signorina
Momomiya? Perché respira così?” la professoressa di scienze (di male in peggio)
mi guarda apprensiva. Deve aver notato il mio tentativo di tranquillizzarmi…
“Si sì si professoressa!
Tutto a posto grazie!” le rispondo
La professoressa mi guarda
ancora qualche istante, probabilmente è scettica della mia risposta, poi
ritorna a spiegare la scissione delle amebe
(perché mi ricordano qualcuno? Non saprei…).
Beh, almeno spero di essere
scampata all’interrogazione… ma la confusione nella mia testa si è
quadruplicata!!
Meglio passare avanti… One passion. La mia passione??? No, non
è Mark (non più) come starete pensando. La mia passione più grande forse è
mangiare tanti dolci. Oppure fare shopping con le amiche. Comprare tanti bei
vestiti. Dormire tutto il pomeriggio. Farmi fare un massaggio rilassante.
Eh, ma così diventano cinque.
Sono proprio un’indecisa… ma che ci posso fare se la mia vita è così piena??
Sono una donna di mondo, io! (Perché parlo come Mina???)
Accipicchia, è suonata la
campanella. Questo significa solo una cosa: è arrivata l’ora di fare
ginnastica. E non è proprio una mia passione…
Sono sopravvissuta anche a
questo. Ma in questo momento mi faccio davvero schifo: la frangetta appiccicata
alla fronte a causa del sudore, sono tutta sudata e appiccicosa e non credo di
emanare un buon odorino…
Afferro la mia bella borsa
blu e corro (basta!!!) verso casa.
Mia mamma non è ancora
tornata dal lavoro, così ho tutta la casa per me. Vado verso il bagno e apro
l’acqua della vasca, riempiendola fino all’orlo con sali profumati alla fragola
(eheh).
Aaahhh, che goduria. Un bel
bagnetto riesce sempre a rilassarmi. Ecco, questa è una delle mie tante passioni.
In fondo, credo che sia
impossibile dare la massima importanza ad una sola cosa, non credete? Vorrei
vedere voi, a scegliere tra un bonbon al cioccolato e una giornata di
shopping!!
Chiudo gli occhi e m’immergo,
lasciando fuori solo il naso (e tentando di non bere l’acqua con le narici…),
rilassandomi tutta.
Com’è che faceva l’ultima
parte della scritta? Ah, già… leave
your mark.
Sto facendo mente locale
per tradurla in giapponese. Le mie conoscenze d’inglese non sono poi così
vaste…
Cos’è che mi diceva Ryan di
tanto in tanto? “You’re a girl that leaves the
mark!”
Sei una ragazza che lascia
il segno! Lascia il segno.
Chissà che fine ha fatto
Ryan… è un sacco di tempo che non ci sentiamo… il nostro rapporto non è mai
stato idilliaco, ma in fondo ci volevamo bene, a modo nostro.
Mi prendeva sempre in giro,
anche per via della mia relazione con Mark (“E daje!! Scusate l’intrusione…” NdHypny).
Ryan era il figlio orfano
di un’importante scienziato giapponese ed una bellissima donna americana.
Ricordo che quando mi ha raccontato della morte dei suoi genitori, sono
scoppiata a piangere ed è stato lui a consolarmi. E non era neanche male stare
tra le sua braccia…
Strawberry! Basta, smettila
con questi pensieri che dovrebbero essere indirizzati a Mark!
Però non posso negare che
Ryan mi desse sempre un senso di protezione e di familiarità. E poi, era incredibilmente bello. (Ed il peggio era
che lui sapeva di esserlo…)
Sento la mamma che rientra.
Ho ancora mezz’oretta di ammollo prima che mi chiami per il pranzo… intanto
posso pensare a come lasciare il segno.
Potrei diventare famosa…
potrei compiere un gestore eroico (già fatto, in verità…)…
Quant’è difficile lasciare
il segno!!! O sono io che mi stanco subito di pensare??
“Strawberry!! È pronto da
mangiare!!” mi chiama la mamma
Esco dalla vasca da bagno e
mi avvolgo in un asciugamano.
Il cellulare nella tasca
della mia divisa comincia a vibrare.
-Chissà, magari mi basta
far breccia nel cuore di qualcuno per lasciare il segno… chissà che non l’abbia
già fatto…- medito mentre tiro fuori quell’aggeggino.
Ora che ci penso, è lo
stesso che mi hanno regalato le ragazze dopo che il mio era stato mangiato da
un chimero! Ci sono ancora tutti i loro numeri memorizzati dentro. Quello di
Ryan compreso.
Toh, che coincidenza: è
proprio lui che mi ha mandato questo messaggio!
Chissà, magari ho già
lasciato il segno nel cuore di qualcuno…
Chissà, magari così sarà
più facile leave my Mark…
Basta credere in se stessi,
no? Miao!
Allora,
che ne dite di questa fic?? Premetto che l’ho scritta appunto durante l’ora di
religione (che non so perché ho scelto, visto che poi mi ritrovo a scrivere fic
e a giocare a battaglia navale con le amiche…) e che la famosa borsa da
ginnastica esiste davvero!!! Non è altro che una sacca che ho comprato durante
il mio ultimo viaggio a Londra e che mi piace davvero molto!
Quando
ho letto quello che vi era stampato sopra, sono quasi scoppiata a ridere. È
stata poi la mia migliore amica a suggerirmi di scriverne una fic, anche se
qualche ideuzza l’avevo già…credo si sia capito che non ho molto in simpatia
Aoyama, vero?? XDDDDD
Siccome
sto diventando logorroica, stringo con i tempi!!
Mi
aspetto tanti bei commentini, siete ringraziati tutti già da ora!!
Bacissimi
a tutti
Hypnotic Poison