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Autore: Rugerfred    26/01/2007    2 recensioni
La storia è ambientata sul pianeta-deserto di Drutis IV. La Settima Prigione racchiude molti detenuti spaziali e, tra questi, Dan Brost, un fisico che aveva fatto una scoperta alquanto sconvolgente...
Genere: Sovrannaturale, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7th Prison


Su Drutis IV era già passata la Terza ora dopo il passaggio dei due Soli, e Kahil, una delle guardie, stava per iniziare il solito turno di ronda tra il secondo blocco di celle della Settima Prigione.
Il tempo di indossare la sua uniforme nera e di prendere il manganello elettrico, ed eccolo incamminarsi per i corridoi, dove ogni passo risuonava metallico.
Passò la Scheda di Identificazione nel lettore a fianco della porta ed entrò nel secondo blocco di celle.
Kahil passava davanti ad ogni cella, protetta da campi elettrici, e osservava i prigionieri silenziosi, che contraccambiavano lo sguardo più ferocemente.
Non che fosse molto affollato, ma in quel settore c’erano rinchiusi i detenuti più folli che vi si potessero trovare tra le prigioni...
C’erano solamente quattro detenuti nel secondo blocco.
Un Rakkoniano, di nome Chirubride, che era vestito con una salda camicia di forza in acciaio, e aveva morse di titanio per chiudergli le sei potenti chele, con le quali aveva trucidato il proprio villaggio su Rakkon III...
Un Cyborg Kaurdiano, di nome Protos-X18, fatto interamente di titanio e alluminio che si era ribellato al proprio creatore, impalando la sua testa davanti al laboratorio e mangiandosi il resto del corpo...
Uno sciamano di Zollyvene, il cui nome era Xay-Or-Talu( o qualcosa di simile, visto che lo Zollyveniano era spesso difficile da capire, e ancor più da pronunciare), che pareva aver addirittura dissolto tutte le forme di vita nel raggio di centomila chilometri dalla suo antro, tramite una pozione da lui stesso preparata e di cui non si conosce ancora la composizione...
E l’ultimo dei quattro detenuti del secondo blocco, un terrestre di nome Dan Brost, il cui passato era parecchio misterioso...
Sembrerebbe che nemmeno dieci anni prima, fosse uno stimato professore di fisica di qualche università terrestre, e gli avevano offerto persino una cattedra di Fisica Filosofica su Xennon II, ma un giorno, impazzì improvvisamente, dicendo di aver scoperto una cosa sconvolgente, ma che finora non aveva rivelato a nessuno...
Pare infatti che i suoi colleghi lo assillassero su quella scoperta, e lui decise di porre fine a quelle scocciature: è per questo che è rinchiuso nella Settima Prigione, ma nessuno sa ancora cosa abbia scoperto di tanto sconvolgente...
Kahil, passando davanti alla cella di Brost, provava una certa pena, nel vederlo chino seduto sulla panca in ferro, chiuso nella sua camicia di forza e coi lunghi capelli grigi che gli coprivano il volto, ma poi si ricordava delle atrocità che aveva commesso sui suoi colleghi, in particolare su Julia Regan, la scienziata Biofisica che aveva vinto due premi Nobel, uno nel 2617 e l’altro nel 2622.
Kahil aveva appena terminato il suo giro nel secondo blocco, quando si era ricordato che quello stesso giorno, verso la Prima ora dopo il tramonto del terzo Sole, doveva arrivare un membro della Corporazione Scienziati per parlare proprio con Dan Brost...
Stava tornando nella sua stanza, a cambiarsi d’abito, quando, per i corridoi, incontrò Lohr, la guardia a cui era assegnato il quinto blocco di celle.
“Buongiorno Kahil... Come va con i tuoi detenuti?”-chiese sorridendo Lohr.
“Come al solito... Se ne stanno zitti e buoni...”-rispose Kahil, osservando fuori dall’oblò arancione che mostrava il deserto di Drutis IV e i suoi tre soli alti nel cielo.
“Gli riuscirebbe difficile fare il contrario, visto che le maschere di ferro che portano sul viso...”-disse Lohr, dando un amichevole pacca sulla spalla a Kahil.
“A proposito, Lohr, hai notato che oggi il cielo sembra strano? Osserva la in alto, c’è una strana luce bianca tra la stelle...”-disse la guardia, con fare preoccupato.
“Uhm... Non vedo niente di strano... Sarà la tua immaginazione...”-disse Lohr, ridendo fragorosamente-“Ora scusami, ma ho il quinto blocco di celle da controllare...”
E si allontano tra i corridoi, dove ogni passo risuonava in modo metallico.
Giunse la Prima ora dopo il tramonto del terzo Sole, e puntuale atterrò la nave spaziale marchiata C.S.-Corporazione Scienziati.
Da essa, scese un terrestre, vestito con uno strano abito, che consisteva in una lunga mantella di colore marron scuro, e un cappello a cilindro.
Quel terrestre, aveva anche un bastone da passeggio argentato, con incisa una strana scritta, in una lingua che non conosceva, probabilmente Terrestre Colonico, oppure Terrestre Confederato.
Kahil era andato ad attendere quell’uomo alla piattaforma di atterraggio.
“Benvenuto a Settima Prigione, lei dovrebbe essere il rappresentante della Corporazione Scienziati che deve vedere Dan Brost...”
“Si, il io nome è Sebastian Carter sono un rappresentante della C.S. ...”-affermò in tono serio il terrestre-“E ora, se mi vuole accompagnare dal detenuto... E’ una questione della massima importanza... Non c’è assolutamente tempo da perdere...”
“Si, signor Carter, mi segua...”-disse, incamminandosi verso il secondo blocco.
Kahil passò la Scheda di Identificazione nel lettore a fianco della porta ed entrò con il rappresentante, fermandosi davanti alla cella del detenuto Dan Brost.
“Eccolo, questo è il detenuto Dan Brost, numero di matricola 1146, pazienti un secondo che lo libero della maschera, in modo che possa parlare...”-disse la guardia, disattivando l’elettricità dalle sbarre ed entrando per togliere quella pesante maschera che Brost portava al volto...
“Preferirei parlare in privato con il detenuto, se non le dispiace...”-disse in tono spazientito il rappresentante della Corporazione Scienziati.
“Certo, come vuole...”-pronunciò silenzioso Kahil, mentre portò i due dentro alla stanza che solitamente usavano per gli interrogatori.
“Ecco... Qui potrete parlare in pace... Se il detenuto da fastidio,prema il pulsante rosso sul tavolo e almeno cinque guardie armate verranno dentro a placare i bollenti spiriti a quel delinquente...”-detto questo, uscì dalla stanza con un sorriso irritante.
“Lei è veramente Dan Brost, il fisico che ha scoperto quello che ancor oggi è sconosciuto... O meglio... Fino all’altro giorno...”
“Cosa intende dire?”-per un attimo, Brost si impressiono della sua stessa voce: erano quasi sette anni che non parlava.
“Intendo che, noi abbiamo trovato i suoi appunti... Li aveva nascosti proprio bene...”-disse sorridendo il rappresentante.
“Ah... Era ora... So perchè lei è qui allora...”-pronunciò spazientito Dan-“Lei e i suoi colleghi volete sapere quando avverrà il fatto, vero?”
“Molto perspicace... Se mi dice quando avverrà, vedremo di farvi scontare qualche anno dalla vostra condanna...”
E qui, Dan Brost, il fisico, scoppiò a ridere.
“Cosa ci trova di divertente nella mia proposta?”-chiese sorpreso Sebastian Carter.
“Osservi fuori dall’oblò, e mi dica cosa vede...”
E Carter, si alzò dalla sedia, e si avvicinò all’oblò che dava sul deserto di Drutis IV,e spalancò la bocca, quando vide quello che non avrebbe mai immaginato.
Una grande luce bianca, che si ingrandiva sempre di più col passare del tempo, sempre più vicina.
“Ho saputo prevedere la fine dell’universo con dieci anni di anticipo.”-disse Brost-“E ora è giunta, puntuale come la morte, e, come essa, non lascia via di scampo.”
“Quanto ci resta?”-chiese ormai rassegnato il rappresentante della Corporazione Scienziati.
“Un ora terrestre, due al massimo...”-disse impassibile Dan-“E può star sicuro che sarà l’ora più lunga della nostra vita...”
E fra tutte le forme di vita dell’universo, solo due esseri viventi sapevano di quello che di li a poco sarebbe accaduto e attesero.
A dopo un ora, puntuale come la morte, la grande luce bianca annullò tutto ciò che vi era sul suo passaggio, compresi due terrestri.
Ma Dan Brost, sorrise sino all’ultimo, sapendo di essere morto avendo ragione.


Dedicata a Mana

  
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