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Autore: CrHacker98    12/07/2012    2 recensioni
Daniel è un nuovo studente della terza A. Incontra una ragazza, Kate, che lo cambierà. Purtroppo un suo amico demoniaco non gliela farà passare liscia e dovrà combattere contro un sè stesso una battaglia all'ultimo colpo di cuore spezzato.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lies'
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La nuova classe della terza A era piena di gente. Adolescenti che scherzavano tra loro, scambiandosi ricordi e battute sull’Estate appena trascorsa. Erano tutti molto allegri nonostante ricominciasse la scuola. Kate era eccitata all’idea di rivedere i suoi amici e di architettare nuovi scherzi. Un dilemma che le capitava ogni anno era però trovare un compagno di banco adatto a lei. Gli anni precedenti era stata la sua migliore amica Julia, solo che ora lei si era trasferita con il suo nuovo ragazzo in un’altra città Era una cosa che le faceva invidia. Il fatto che lei avesse una persona tutta sua da amare, mentre lei si rodeva l’anima vedendo che nessuno la notava. E quel maledetto problema dei posti non la lasciava stare. Entrò in classe con quel suo fare seccato, spostandosi dagli occhi una ciocca ribelle rossa. Si guardò intorno e salutò i suoi vecchi compagni di classe. Andrea, il suo migliore amico, le stava narrando che aveva comprato un nuovo cane quando la ragazza notò qualcosa, o meglio, qualcuno in fondo all’aula. Come se il ragazzo non avesse mai parlato, se ne uscì con una delle sue.
- Ma quello lì è nuovo?- disse facendo un cenno verso il giovane in fondo all’aula. Il biondo si girò.
- Ah, si. Ma non ne so niente, non ci ho ancora parlato...- rispose lui distrattamente.
Kate con passo spedito mise da parte Andrea e si diresse verso il nuovo compagno. Era in fondo, in disparte da tutta quella folla, e stava guardando piovere fuori con la testa voltata. Le goccioline disegnavano strani disegni sul vetro.
- Bella la pioggia, vero?- disse la ragazza sorridendo. Come risvegliato da un sogno l’adolescente.
- Si, io l’adoro...- rispose. Kate lo studiò per un attimo mentre lo vedeva osservare le gocce unirsi e cadere verso il basso, per poi sprofondare in aria e schiantarsi al suolo. Quel ragazzo era strano. Aveva i capelli corvini disordinati che, a quanto poteva immaginare, dovessero cadere con una frangia sulla fronte.
- Ti spiace se mi siedo qui?- azzardò lei indicando la sedia accanto a quella del giovane. Quest’ultimo si girò di scatto. Per un momento rimasero a fissare ognuno l’altro come stupiti. Kate provò un fremito improvviso lungo la schiena. Due occhi verdi smeraldo la scrutarono fin dentro l’anima. Erano bellissimi, i più splendenti che lei avesse mai visto. Il colore aveva un che di profondo e riflessivo, anche se sembravano avere una punta di tristezza e dolore. Un altro brivido le scese lungo il corpo. Qualcosa si agitò dentro di lei.
- C...certo...per me va...bene...- balbettò confuso il ragazzo. Senza staccare gli occhi dai suoi la giovane si accomodò sulla sedia. Notò che anche lui la stava fissando. Distolse lo sguardo per prima.
- Come ti chiami?- chiese lei sorridendo e sistemandosi i capelli lisci dalla fronte alle spalle. Il ragazzo scosse la testa cercando come di rimanere lucido.
- D...Daniel...- rispose lui guardando il professore entrare in aula.
- Io sono Kate. Per te a bene se sto qui. Intendo, come posto...?- il giovane sobbalzò.
- Certo!- esclamò quasi contento.
- Perfetto- sorrise la rossa. Continuava ad avere la sensazione come se qualcosa dentro al suo stomaco si muovesse. Non era spiacevole, ma le dava un senso di ansia.
- Daniel...Daniel Gray?- lo cercò l’insegnante. Il moro si alzò di scatto.
- Si, sono io...- disse sorridendo. Kate notò che gli tremavano le mani.
- Spero che la signorina Kate la aiuti a scuola, si è scelto un’ottima compagna di banco. Ed a quanto vedo dai suoi voti dell’anno scorso, lei non è meno brillante...- si complimentò il professore sfogliando un plico con il suo nome inciso a grandi lettere.
- Grazie, signore...- rispose mettendosi di nuovo a sedere. La lezione iniziò. Come prime due ore avevano matematica, e come potè ben constatare Kate, Daniel era un vero genio. Risolse le equazioni a dieci incognite in un attimo, mentre gli altri aveva la fronte imperlata di sudore da quanto si stavano sforzando. Lei stessa fece non poca fatica a completare l’esercizio, ma sempre in anticipo in confronto al resto della classe. Così decise di fare un paio di chiacchiere con il suo nuovo amico. Stava per aprire bocca quando si soffermò di nuovo su quei occhi che, attenti, stavano studiando un disegno che era comparso su un foglio che il ragazzo si era portato dietro. Era come una droga. Non poteva fare a meno di guardarli, ed ogni volta si sentiva crescere dentro di sé quella sensazione nello stomaco. Daniel si girò un attimo per prendere la gomma e notò che la ragazza lo stava fissando. Non distolse la vista, anzi, si mise anche lui a guardarla. Kate sentiva come se quei occhi smeraldo potessero aprirla in due e vedere dentro di lei tutte le sue emozioni, tutte le sue aspirazioni.
- Ah...ecco...- Daniel non riuscì a reggere lo sguardo e si concentrò di nuovo sul disegno che stava facendo. Kate notò che era arrossito e le guance si erano dipinte di un color porpora. Era molto timido a quanto pareva.
- L’hai fatto tu?- disse Kate sporgendosi verso il foglio dell’amico. Era rappresentato un serpente con le fauci spalancate. Era molto dettagliato e le proporzioni erano perfette. Il ragazzo annuì, ancora rosso in viso.
- Sei molto bravo- sorrise verso di lui. Daniel spalancò la bocca stupito di fronte a quel sorriso.
- Eh...ecco...direi di si...- cercò di articolare il ragazzo. Kate ridacchiò della sua timidezza, e ridendo piano lui la imitò.
- Kate, Daniel...se avete finito siete pregati di stare in silenzio e chiocciare di meno...- li apostrofò l’insegnate con un tono aspro. Kate annuì scusandosi.
La lezione continuò. Era molto difficile fare gli esercizi che il loro professore assegnava loro, ma erano costretti a fare molta attenzione ed a concentrarsi. I due alunni però non fecero così tanta fatica e riuscirono ad arrivare a fine lezione ancora vivi, mentre la classe era stremata. La campanella venne accolta con un urlo di giubilo, mentre il professore storceva il naso all’ignoranza degli adolescenti.
Kate cercò Andrea con lo sguardo, ma si accorse che nel mentre era scomparso. Il biondo la colse di sorpresa alle spalle.
- Allora, che tipo è?- domandò con tono assente il compagno. Kate fece una faccia confusa.
- Uh?-
- Daniel. Com’è?- chiarì l’amico. La rossa sorrise.
- Oh, è un tipo a posto. Un po’ timido. A proposito, hai idea di dove sia?-
- E’ scappato in bagno neanche avesse un demonio dentro...- disse il biondo indicando la porta. Kate annuì.
 
Daniel si appoggiò alla parete. Si resse lo stomaco cercando di reprimere quelle sensazioni così strane ed inconsuete per lui.
- Idiota, che ti prende?- disse una voce. Il moro scosse la testa gemendo di dolore. Le gambe gli tremavano e cercava di rimanere in equilibrio.
- Io...io non lo so. Non è colpa mia- un ragazzo identico a lui sbucò da una zona d’ombra in fondo al bagno deserto.
- Liar. Lo giuro, non...non è colpa mia- cercò di spiegare Daniel. Emise dei versi strozzati tenendosi lo stomaco con le mani. Era un dolore troppo forte anche per lui.
- Zitto. Se ti ho accolto nel mio corpo un motivo c’è. Fai il tuo lavoro... e smettila con queste emozioni...- ruggì rabbioso Liar. Gli occhi smeraldo erano diventati quasi fosforescenti. Daniel fece una smorfia di dolore.
- Non...non ci riesco...- boccheggiò l’adolescente. Il gemello si infuriò. Camminò verso di lui e serrò la gola del ragazzo tra le mani. Il moro fece un verso stupito reggendosi a malapena in piedi.
- Ecco la tua debolezza. Non sei forte. Tu mi servi solo per avvicinare le mie vittime, quindi datti da fare con quella ragazza che ho fame...- disse maligno leccandosi le labbra come una belva. Con una mano sollevò in aria il giovane non facendogli più toccare terra. Gli assestò un pugno nello stomaco. Un fiotto di sangue risalì lungo la gola di Daniel, riversandosi nella sua bocca con un sapore amaro. Non riuscì nemmeno ad urlare dal dolore, rimase lì immobile. I muscoli avevano perso la loro forza. Liar lasciò la presa.
- Vedi di fare il tuo lavoro...- lo ammonì scomparendo in una nuvola verde. Daniel piombò a terra, per metà svenuto e con la bocca piena di sangue. Sputò quest’ultimo fuori, formando una macchia sulle piastrelle blu del pavimento. Iniziò ad ansimare forte, cercando di rimanere cosciente. Lo aspettava ancora altre quattro ore di scuola, doveva resistere. La brillantezza dei suoi occhi se ne era andata quasi tutta via, ed ora apparivano stanchi e spenti. Alla fine provò di alzarsi un paio di volte, ma con scarso successo. Riuscì a reggersi in piedi appoggiandosi alla parete. Quell’emozione era ancora lì, e sembrava non volersene andare. Non riusciva ad odiarla ed eliminarla, come faceva di solito. Questa sensazione gli piaceva, e non desiderava altro che tenerla per sé. Zoppicando si avviò verso la porta, pulendosi con la manica della felpa il sangue dalla bocca.



Spazietto dell'autrice demente abbrustolita dal caldo
Una storia non troppo singolare come quelle che sono abituata a scrivere, ma lo stesso importante per la trama in totale. Chi ha letto le mie storie precedenti capirà anche questa, e vi consiglio di dare loro una sbirciatina altrimenti non comprenderete poi molto. Credo che questo sia l'effetto del caldo, un po' di romanticismo nelle mie storie.
Comunque, dulcis in fundo, volevo farvi vedere il ragazzo che mi ha dato l'idea del personaggio di Liar. Quando scrivo una nuova storia non so perchè mi veniva sempre in mente lui come personaggio principale, così ho ceduto ed ecco fuori il mio demonietto.
P.s. Non ho idea di chi sia, ma è davvero bello... ( e quando dico bello, intendo bello, non "carino" )

   
 
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