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Autore: Alexys_Tenshi    12/07/2012    2 recensioni
Mi sveglio di soprassalto. Sudore freddo mi scorre per tutto il corpo ed ho il respiro corto. Mi guardo attorno e mi accorgo di essere nella mia nuova casa. Sospiro mentre mi alzo dal letto: ho fatto ancora lo stesso sogno.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nda: Salve, vorrei solo dire due parole su questa Fic. Prima di tutto i personaggi e l'ambientazione fanno parte del GDR online "Terre dei Celti". La fic è una "What If" perché in realtà il mio personaggio, Alyra, è stato cancellato, così ho voluto provare a scrivere cosa potrebbe succedere se quest'ultimo sarebbe ancora in gioco. Preciso prima di cominciare a leggere che la fic non è dal punto di vista del mio pg.
Spero che piaccia a qualcuno.
Killuale.



Reminiscenze.

 {A Leda, la mia "sorellona".
Te lo meriti per tutto quello che fai per me.
Ti Voglio un mondo di bene. 
 }

 

Il fuoco divampa, rosso intenso. Avvolge tutto il villaggio. La gente corre terrorizzata, portando con se i suoi piccoli in lacrime.
Gli uomini dalle armature pesanti si avvicinano sempre più e, con le loro lunghe spade, colpiscono tutto ciò che si trova loro davanti. I nostri uomini cercano di difendersi ma è tutto inutile. I nemici sono imbattibili.
Corro verso la mia casa, guardandomi intorno in cerca dei miei genitori e di mia sorella. Non vedo nessuno di loro e non ho molto tempo. L’aria si sta impregnando ogni secondo di più di fumo, e la mia testa comincia a girare mentre gli occhi mi pizzicano.
Tre uomini della legione si stanno avvicinando ed io cerco di nascondermi dietro un carro sperando di passare inosservata.
<< Dobbiamo sbrigarci! >> urlano loro mentre sorpassano il carro di legno che mi nasconde. Torno a correre ancora una volta. Casa mia è sempre più vicina, riesco a distinguerla tra le fiamme. Manca pochissimo.
<< Ma cosa abbiamo qui? >> mi sento afferrare per la casacca ed un uomo mi solleva all’ altezza del suo viso: è un romano.
Tento di divincolarmi ma la sua stretta è troppo forte. Cerco anche di tirargli dei calci ma le mie gambe colpiscono solo l’aria.
<< Bambina cosa stai facendo? Non sai che è pericoloso stare qui? >> l’uomo mi sorride… ma a me sembra più che stia ghignando e nei suoi occhi scuri noto una luce malvagia. << Ora tu verrai con me piccola mocciosetta. >>
<< Lasciami andare brutto energumeno! >> gli mordo il braccio e lui mi lascia cadere mentre impreca contro di me. Subito scappo ma vengo bloccata da altri due romani che mi stringono e mi legano. Ora sono proprio in guai molto seri.
<< LE… >> ma cosa? Quella era per caso la voce di Aly? Dov’è? Dove sei sorellina?
<< La smetti di muoverti? >> mi dice uno di loro mentre sento un forte dolore alla testa ed i miei occhi di chiudono lentamente.

 

Mi sveglio di soprassalto. Sudore freddo mi scorre per tutto il corpo ed ho il respiro corto. Mi guardo attorno e mi accorgo di essere nella mia nuova casa. Sospiro mentre mi alzo dal letto: ho fatto ancora lo stesso sogno.
Ghaan si sveglia e mi segue scodinzolando la coda. Io lo guardo stanca, poi prendo il mio mantello nero ed esco di casa. Il vento mi punge il viso, ma non m’ importa più di tanto. Ghaan mi segue come sempre con i suoi passi pesanti e le orecchie ritte. Percorriamo tutto il villaggio deserto, a quest’ora del mattino non c’è ancora nessuno. Guardando verso Est si nota che sta appena sorgendo l’alba.
Gli stivali scricchiolano sul terriccio, il vento continua ad aumentare ed io mi stringo di più nel mio mantello. Ci impiego più o meno quindici minuti per arrivare alla scogliera. Ogni volta che ho bisogno di distaccarmi dal mondo vengo qui. Mi siedo sul bordo del precipizio mentre il povero Ghaan non osa avvicinarsi. Sento il profumo della salsedine che mi solletica il naso. Osservo il mare mosso che s’infrange sugli scogli, sento sotto le dita la roccia fredda. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalle immagini, dai pensieri, dai ricordi.
La prima cosa che mi viene in mente, come sempre, è il fuoco. Quello del sogno, quello che ha distrutto il nostro villaggio. Il fuoco caldo… e poi il freddo, quello della prigionia. Quel freddo pungente che mi ha trattenuta troppi anni lontana dal mondo esterno.

 

<< Quindi ti hanno tenuta prigioniera per tutto quel tempo? >> mi chiede Alyra fissandomi stupita.
<< Si. >> rispondo semplicemente mentre verso un po’ di minestra della ciotola di mia sorella. Lei la prende e mi sorride. La osservo mentre assaggia la zuppa di verdure e penso che siamo davvero simili… solo fisicamente almeno. Gli stessi capelli rossi, gli occhi azzurri. Peccato che lei sia molto più ingenua e poco capace di me.
<< Buona! Sempre meglio che mangiare carne cruda. >> mi dice, ed intanto sorseggia contenta il suo pasto.
<< Ancora non mi capacito che per tutto il tuo viaggio hai mangiato carne cruda. >> le dico mentre spezzo del formaggio.

Ghaan abbaia e mi fa tornare alla realtà. Chissà perché mi è venuta in mente proprio quella scena. Il vento non smette di soffiare, così mi porto i capelli dietro ed indosso il cappuccio del mantello. Istintivamente prendo il pugnale, che porto sempre nello stivale destro. Lo giro e lo rigiro ammirando la sua lama, quella stessa che ha combattuto mille battaglie insieme a me.

<< Vuoi che ti insegni a combattere? >> guardo mia sorella trattenendo le risate.
<< Sì. Insegnami come si combatte Leda. >> mi dice convinta. Com’è cocciuta mia sorella. Meglio assecondarla.

<< Basta così o non ti rialzerai in piedi. >> le dico mentre le porgo una mano per rialzarla. Lei la accetta molto volentieri e mi stringe la mano. << Torniamo al villaggio. >> le dico mentre mi incammino insieme al mio fido Ghaan.

 

<< LE… >> sento come una voce che mi sta chiamando. << LEDA! >> ma chi cavolo è?
Mi volto per guardare di chi è la voce e per poco non mi si blocca il respiro. Eccola, corre come una pazza con i suoi capelli rossi che le svolazzano dappertutto. Si sta sbracciando, come suo solito, mentre urla con la sua voce troppo alta.
<< Non provare a buttarti che se no mi butto anche io… >> è quasi arrivata a Ghaan. << Fallo per la povera Beocca! >> urla mentre mi butta le braccia al collo e per poco non cadiamo dal dirupo.
<< Ma che diavolo? >> dico mentre mi stacco di dosso quella sanguisuga di mia sorella. Mia sorella che non vedo da non so quanti mesi. Mia sorella che sparisce ogni tanto per ritornare come se fosse stata via solo mezz’ora. La stessa che adesso mi sta guardando con aria sconvolta, mentre si asciuga le lacrime con il dorso della mano.
<< Alyra. >> dico solamente mentre mi alzo da terra. Ha il viso pieno di lacrime e di terra, la casacca bianca ormai è marrone ed i pantaloni sono strappati in più punti. Mi avvicino lentamente alla mia sorella minore, le tendo una mano vicino al viso e poi… le do un sonoro schiaffo.
<< Ahi! Perché l’hai fatto? >> mi chiede mentre si massaggia la guancia destra.
<< Forse perché sei di nuovo sparita così nel nulla e mi hai lasciata sola? Perché non ho avuto nessuno durante la mia battaglia contro il villaggio? Forse non hai idea di come mi sia sentita esclusa per colpa della mia “amicizia” con quell'uomo. E tu? Dov’eri? Mi hai fatta preoccupare. >>
Le parole vengono portate lontano dal vento e noi restiamo mute una di fronte all’altra. Sembriamo quasi gemelle a parte la differenza di età di quattro anni. Ghaan ci guarda dal basso mentre si accuccia a terra.
<< Dai andiamo a casa. >> le dico mentre mi avvio e richiamo il mio cane all’attenzione. Alyra mi segue come un’ombra.
 

La vista è sfocata, le gambe mi cedono e le forze sono ormai quasi del tutto esaurite. Manca poco ed arriverò alla mia capanna ma il tragitto sembra interminabile. Lo scontro che ho affrontato è stato troppo per me, ed ora sono davvero esausta. Fisso il terreno sotto i miei piedi, sembra comodo anche se è inverno. Contro la mia volontà mi accascio a terra, ma qualcuno mi prende per le spalle.
Sarà mio marito? È tornato dal suo viaggio? Voglio vedere il suo viso. Ma quello non è il viso di mio marito, ma quello di Alyra.
<< Portami a casa ti mostro la via. >> le sussurro mentre cerca di trascinarmi per le stradine del villaggio Cornovo.
<< Sorellona mi sembri un puntaspilli. >> mi dice convinta. Come le vengono battute del genere in una situazione come questa?
<< Ma non è che Beocca mi mangia i capelli se entro in casa? >> mi chiede mentre tentenna ad aprire la porta della mia capanna.
<< Ma secondo te Beocca mangia i tuoi capelli? Sei stupida per caso? >> le dico sbuffando. Beocca, la mia capra dovrebbe mangiare i capelli di mia sorella? Mai e poi mai… spero.

 
Mi poggio sul letto e Alyra si siede accanto a me.
<< Ora mi spieghi qualcosa? >> le chiedo mentre mi sistemo una ciocca di capelli.
<< Ho fatto una passeggiata. Molto lunga a dir la verità. Poi ero tornata al villaggio ma tu non c’eri. Non ti dico lo spavento iniziale! Pensavo che qualche Pitto antipatico ti avesse fatta fuori. >>
<< Per “Pitto antipatico” intendi... >> provo a chiederle poggiando la testa vicino al muro.
<< Certo che sì. >> risponde senza neanche far finire la frase, mentre incrocia le braccia al petto con aria sdegnata.
<< No avevo solo deciso di andare in giro per le terre… proprio come te. E poi mi sono sistemata qui. Ma tu come hai fatto a trovarmi? >>
<< La fortuna della principiante… >> mi guarda sorridente. << Ho girato tutte le terre e sono finita qui. >> come se fosse la cosa più normale… << Bastava chiedere. >> le dico << Ma così non c’è divertimento. >> Ok, io non la capirò mai.
Alyra si sdraia accanto a me e mi tira giù sul letto. << Non ti ricorda qualcosa? >> mi chiede con gli occhi che le brillano si gioia. Ricordo sì… un ricordo dolce.

 
Io e mia sorella siamo sdraiate sul mio letto, un po’ stretto per tutte e due. Ci riscaldiamo con la coperta e continuiamo a parlare.
Alyra mi parla del suo viaggio che ha fatto per trovarmi, dopo che il nostro villaggio è stato bruciato. Le chiedo di parlarmi dei nostri genitori, di come si comportavano nei nostri confronti, e di come mi comportavo io nei loro e soprattutto nei confronti di Alyra.
<< Che tipo di sorella ero? >> le chiedo curiosa ma con una piccola paura in fondo al cuore.
<< Eri una sorella stupenda… e anche ora lo sei. >> il suo viso si illumina mentre lo dice.
So che non è facile ricordare cose che ha vissuto soprattutto quelle di quando aveva solo tre anni. Ma ho appena riacquistato la memoria dopo tanto tempo e l’amnesia mi ha fatto dimenticare la maggior parte delle cose. Così Alyra mi parla gentilmente di tutto quello che voglio sapere e, piano piano, ci addormentiamo serenamente strette in un dolce abbraccio.

Quando mi risveglio è giorno inoltrato. Sono sola nel letto e la casa è silenziosa. Mi alzo lentamente e mi guardo attorno: nessun segno di Alyra.

<< Aly? >> la chiamo. Corro ad aprire la porta ed esco fuori. Il mio vicino di casa mi saluta ed io ricambio con un cenno.
<< Leda ma non eri uscita un quarto d’ora fa con Ghaan? >> mi chiede.
Un quarto d’ora fa? Subito una scintilla mi si accende nella mente e comincio a correre. Corro a  perdifiato per tutto il villaggio, cercando di non urtare nessuno. Mi fermo solo quando vedo il cartellone scritto a caratteri grandi. “Focaccine gratis. ”. Entro nella sala e molto facilmente individuo una chioma rossa ed un cagnolone che mangiano focaccine a volontà.
<< Alyra come ti sei permessa di dare delle focaccine al mio Ghaan? >> le dico con un aria arrabbiata.
<< Giorno anche a te sorellona! Focaccina? >> mi porge una calda focaccina appena uscita dal forno. La guardo e la prendo, assaggiandone un pezzetto.
 

<< Vuoi una focaccina? >> chiedo alla forestiera mentre si siede accanto a me. Lei mi guarda, poi guarda la focaccina. Non sa se accettare oppure no.

<< Grazie. >> la prende e ne morde un pezzettino.
<< Sono le migliori in circolazione. >> le dico mentre finisco la mia. << Come mai da queste parti? >>
<< Sto cercando una persona. >> mi risponde mentre si sistema un ciuffo, bagnato dalla tempesta che si sta scatenando all’esterno del salone, dietro l’orecchio sinistro.
<< Spero che la troverai. Come ti chiami girovaga? >> rispondo.
<< Alyra, il mio nome è Alyra. Ed il tuo? >>
<< Leda. Credo>> l’amnesia fa brutti effetti.
La focaccina cade dalle mani della giovane girovaga. << Leda? Mia sorella Leda? >> mi guarda stupita.
 

<< Fammi sedere dai. >> le dico mentre un abbozzo di sorriso si disegna per un secondo sul mio volto.
“ In verità il nostro primo incontro è avvenuto con una focaccina. ”

   
 
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