Anime & Manga > Digimon > Digimon Tamers
Ricorda la storia  |      
Autore: WhiteLight Girl    12/07/2012    3 recensioni
Quando Ryou finalmente arrivò da loro, la rabbia ceca aveva lasciato il posto ad un lieve senso d’inadeguatezza. Ruki si trattenne dal mettere il broncio, quando l’amico salutò tutti gioviale.
«Eih! Ragazzi, sono felice che siate venuti» poi si voltò a presentare la sua accompagnatrice «Lei è Mikuru, usciamo insieme»
Come aveva previsto, l’umore di Ruki sprofondò sottoterra.
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ryo Akiyama, Un po' tutti | Coppie: Ruki Makino/Rika
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CHE FAI, TOCCHI?


Hirokazu seguì con lo sguardo la figura di Ruki, mentre la ragazza si allontanava a passo sicuro alla ricerca di uno spazio per l’ombrellone. «Sei un maniaco» lo sgridò Kenta seguendo il suo sguardo.
Era da quando erano partiti dalla stazione di Shinjuku che non le toglieva gli occhi di dosso. Anche se più che altro teneva d’occhio il retro dei suoi shorts bianchi, che non arrivavano a coprirle neanche metà coscia.
«Guardala», si lamentò il quattordicenne «E’ uno schianto!»
Kenta si coprì gli occhi con una mano. Sapeva che la sbandata che l’amico si era preso per Ruki in quest’ultimo periodo non avrebbe portato a nulla di buono. Certo, lei era bella, e girovagando con quei pantaloncini corti e quella maglia semitrasparente che lasciava intravedere il bikini bianco ne aveva fatte girare di teste, da quando erano arrivati in spiaggia, ma restava sempre la solita vecchia Ruki che se li avesse scoperti ad ammirare il suo lato B avrebbe cavato loro gli occhi con una sola mano.
«Smettila!» gli ordinò serio Kenta. Intanto Takato e Jianliang li avevano raggiunti, mentre Juri avanzava correndo verso l’amica poco distante.
«Allora» s’informò Takato «sappiamo dove appostarci?»
Proprio in quel momento Juri si sbracciò per attirare la loro attenzione, e per indicargli il punto esatto dove avrebbero dovuto sedersi.
«Io telefono a Ryou» annunciò Kenta mentre gli amici cominciavano a puntare l’ombrellone.
Takato, dopo aver trascinato anche le borse di Juri per tutto il tragitto, si limitava a riprendere fiato.
Anche se erano partiti presto, erano riusciti ad arrivare in spiaggia poco dopo le undici, ed il sole iniziava già a bruciare un po’. Ma erano settimane che programmavano quella gita al mare e non avrebbero permesso a nulla e nessuno di rovinargliela.
Eppure, almeno per una di loro, questa convinzione durò poco.
«Chi è la sciacquetta?» domandò Ruki non appena vide Ryou avvicinarsi sorridendo con al suo fianco una moretta tutto pepe dalle forme perfette.
Juri lanciò un’occhiata eloquente all’amica «Comportati bene» le sussurrò.
Ma la ragazza stava già andando nella direzione opposta, stringendo i pugni e rosicchiandosi l’interno di una guancia.
SI fermò davanti alla borsa che aveva lasciato poco prima ed afferrò la sua borraccia per dare una lunga sorsata. Si rigirò un paio di volte l’acqua fresca tra i denti, prima di mandarla giù, lasciando che le scivolasse a raffreddarle lo stomaco con un brivido.
Tenne ostinatamente gli occhiali da sole, per evitare che gli altri vedessero i fulmini che stava spudoratamente lanciando contro la nuova arrivata.
Quando Ryou finalmente arrivò da loro, la rabbia ceca aveva lasciato il posto ad un lieve senso d’inadeguatezza. Ruki si trattenne dal mettere il broncio, quando l’amico salutò tutti gioviale.
«Eih! Ragazzi, sono felice che siate venuti» poi si voltò a presentare la sua accompagnatrice «Lei è Mikuru, usciamo insieme»
Come aveva previsto, l’umore di Ruki sprofondò sottoterra.
Mentre Hirokazu – succube degli ormoni che, a detta di Juri, avrebbero finito per bruciargli il cervello – sbavava rivolto verso Mikuru, Ryou terminò di presentarli:
«Loro sono Takato, la sua ragazza Juri, Jianliang, Kenta, Hirokazu e Ruki. Ti ho parlato di loro»
«Sicuro» lo rassicurò Mikuru «Ho sentito grande cose su di voi»
Ryou si grattò la testa imbarazzato «Beh, si, ogni tanto mi scappa qualche parola»
«Spero che non vi dispiaccia se mi sono unita a voi, ma ci tenevo tanto a conoscervi» si scusò Mikuru inchinandosi educata.
Gli altri ricambiarono il saluto, mentre Ruki se ne restava nel suo angolino. Guardava fisso il mare, come se stesse rimuginando se entrare in acqua o no. Invece reprimeva il nervoso, che serviva solo a coprire la delusione di aver visto arrivare il suo Ryou assieme ad un’altra ragazza.
Fu’ proprio la voce del ragazzo a risvegliarla, quando le domandò: «Eih, Ruki. Non hai nulla da dire, oggi?»
In effetti, rifletté la ragazza, si stava comportando in modo strano.
«Si» gli rispose lei «Volevo solo sembrare educata. Finalmente hai trovato qualcuno disposto a sopportarti, complimenti»
Mikuru sorrise alla battuta «Tu sei quella che ha vinto il torneo di Digimon alcuni anni, l’anno seguente alla vittoria di Ryou-Kun, è un piacere conoscerti. La regina dei Digimon, giusto? Ci giochi ancora?»
Certo, rimuginò Ruki, ora passava anche per una bambina che giocava ancora con le carte. Si, pensò immediatamente, anche Ryou ci giocava, ma cos’avrebbe dovuto rispondere?
Fu’ proprio il ragazzo a rispondere per lei «Ci giochiamo sempre quando vado a trovarla. Diventa ogni giorno più brava, ma ancora non è riuscita a battermi più di cinque volte di fila»
Le fece l’occhiolino, dandole una leggera spintarella con il gomito «Cosa c’è? Sei diventata timida tutto d’un tratto?»
Ruki si sfilò gli occhiali e gli intimò di allontanarsi con uno sguardo secco «Che fai, tocchi?» si lamentò.
«Riecco la mia solita vecchia Ruki» annunciò lui, ignorando il rossore che si era formato sulle guancie della ragazza, poi si rivolse a Mikuru «E’ sempre stata una gattina selvatica, pronta a graffiare in qualunque momento» spiegò.
«Si, solo se la fai arrabbiare, però» ricordò Takato. Solo allora si accorsero che il ragazzo stava dando inizio ad una serie di vani tentativi di mettersi la crema solare da solo anche dietro la schiena. «Aspetta, stupido, lascia che ti aiuti» lo richiamò Juri seguendolo.
«E’ meglio mettersi la crema subito, non voglio finire come quello lì» disse Takato indicando un uomo, dall’altra parte della spiaggia, che faticava a muoversi per le bruciature sulla pelle.
«Quello non dormirà, questa notte» osservò Hirokazu fischiando.
Mikuru rise, attirando la sua attenzione «Io ho una protezione totale se proprio non vuoi rischiare»
Hirokazu sorrise «Me la spalmeresti su tutto il corpo?» domandò con le gambe che gli tremavano al solo pensiero.
«Perché no» gli rispose lei «Ma prima devo metterla sulla schiena di Ryou; sono in debito con lui, che mi ha portata qui, non voglio che si scotti»
Mikuru si voltò verso il ragazzo, che non si preoccupava per nulla delle scottature.
«Ho già la pelle abbastanza scura, un po’ di sole non può farmi male» si giustificò.
«Non voglio averti sulla coscienza» ribatté lei pronta.
Ruki stese il telo sulla sabbia, stendendosi sotto l’ombrellone e mettendo una bella manciata di crema sulle mani per poi spalmarla su gambe e braccia. Inutile, visto che si era sistemata rigorosamente all’ombra.
Non guardò Mikuru che metteva la crema sulla schiena di Ryou, né guardò Ryou che metteva la crema a lei, chiudendo gli occhi nel tentativo di appisolarsi.
«La gelosia è una brutta malattia» mormorò Juri stendendosi affianco a lei, appena più in là per stare al sole.
«Di che stai parlando?» domandò Ruki scocciata sollevando il cappello che aveva calato sugli occhi per ripararli dal sole.
«Sto parlando di Mikuru» chiarì l’amica «E di Ryou»
Ruki sospirò «Non m’importa, davvero. Se Ryou ha trovato qualcuno con cui si trova bene sono felice per lui»
«Vuoi che ti metta la crema solare sulla schiena? Dai, spogliati» propose Juri tentando di tirarla su «poi magari andiamo a fare una nuotata, lontano da loro»
Le guancie di Ruki s’imporporarono leggermente mentre abbassava gli occhi per confrontare il suo petto quasi piatto sotto la maglia leggera a quello ben formato della diciottenne che rideva e scherzava affianco a Ryou. «Sto bene così» borbottò «E poi non so nuotare tanto bene… Anzi, non so nuotare quasi per niente»
Juri sospirò «Va bene, restiamo dove si appieda»
«No, davvero. Credo che andrò al bar a prendermi qualcosa» esclamò alzandosi.
Purtroppo per lei Hirokazu sentì il suo annuncio e di alzò a sua volta da sul suo telone, che aveva sistemato ad alcuni metri «Vengo con te» propose immediatamente.

Il bar in questione sorgeva su una banchina sospesa a pochi metri dall’acqua, sporgeva fino a dove il fondale era più profondo. Ruki si avventurò verso la balconata, pur di lasciare indietro Hirokazu, che probabilmente intanto stava cercando di farsi vendere bevande vietate alla sua fascia di età.
La radio dava una indefinita canzone dai toni hawaiani, e la zona era talmente vuota che Ruki quasi sobbalzò quando sentì la voce di Ryou poco distante. Flirtava con Mikuru molto più spudoratamente di quanto l’avesse mai fatto con lei.
Ma certo, quella ragazza aveva la sua età, cosa ne poteva sapere Ruki, che era poco più di una bambina, dei veri flirt?
Si appoggiò al corrimano e poggiò il volto sulla mano. L’acqua era cristallina, di sicuro rinfrescante e, a giudicare dal colore, anche abbastanza profonda.
«Volevo prenderti un cocktail, ma si sono rifiutati di darmelo» sbottò Hirokazu facendosi vicino ed appoggiandosi di schiena alla balaustra. «Che schifo» borbottò Ruki storcendo il naso.
Si allontanò dal ragazzo, avvicinandosi ad un punto privo di transenne per sedersi con i piedi a penzoloni. Intanto aveva visto arrivare anche gli altri, che stavano ordinando tè freddi e coca cole.
«Che hai oggi? Ti vedo strana» domandò all’improvviso Hirokazu. Aldilà degli ormoni e della sua stupidità, conosceva l’amica abbastanza da capire quando c’era qualcosa che non andava.
Lei scrollò le spalle «E’ il caldo»
«Allora forse dovresti entrare in acqua» le suggerì il ragazzo sedendosi affianco a lei e poggiandole un braccio sulle spalle.
«Che fai, tocchi?» si lamentò lei scivolando di lato per evitarlo.
Hirokazu le strisciò affianco avvicinandola di nuovo «Dai, non fare l’antipatica, voglio solo ripararti dal sole, hai la pelle delicata, non voglio che ti scotti»
«Non sto scherzando» minacciò Ruki «Se ci riprovi ti stacco un braccio»
Il ragazzo sollevò le mani in segno di resa «Volevo solo essere gentile»
«Allora vai a fare il filo a Mikuru» propose Ruki piccata.
Hirokazu le lanciò un’occhiata «Gelosa?» domandò.
«No» rispose lei secca.
Il ragazzo potò le mani alla sua vita, iniziando a solleticarla con le dita.
«Non t’azzardare!» minacciò Ruki. Si divincolò, gli tirò un colpo, provò ad alzarsi e perse l’equilibrio. Finì in acqua con un sonoro splash.
«Ops» si disse Hirokazu rimuginando sul guaio in cui si era appena cacciato. Fu Juri a seminare il panico all’improvviso strillando:
«Kazu! Idiota! Non sa nuotare!!!»
Mikuru portò una mano alla bocca, mentre Takato si sporgeva per assicurarsi che l’amica riemergesse.
La testa di Ruki fece capolino per un secondo tra la schiuma delle onde, per poi tornare giù.
Senza alcuna esitazione, Ryou prese la rincorsa e si lanciò in acqua.

Ruki annaspò, cercò l’aria e perse le scarpe nel tentativo di battere i piedi e tornare in superficie, ma i suoi movimenti erano scoordinati ed imprecisi, e l’agitazione le trascinava sempre più a fondo.
Pensò che sarebbe andata ancora più giù, quando una mano la afferrò sollevandola. Ruki sputò l’acqua che le era finita in bocca e si aggrappò al suo salvatore con forza.
«Ti ho presa» le disse Ryou tenendola a galla.
«Ryou» tossì lei tremando «Non farmi andare a fondo»
«Sono qui e non ti lascio» la rassicurò il ragazzo aggrappandosi con una mano ad uno dei pali che sorreggevano la banchina «Hai bevuto?»
«Si» gemette lei nascondendo il viso nel suo collo.
Avrebbe voluto morire dall’imbarazzo. Era finita ammollo e lui aveva dovuto salvarla, ed ora faceva la figura della mocciosa spaventata che non riesce neanche a staccarsi.
Sentirono Takato chiamarli dall’alto «Stai bene, Ruki?»
«Sto bene» gli rispose la ragazza senza guardarlo. Non si era aspettata che l’acqua fosse così gelida, ma ora, stretta contro il corpo caldo di Ryou quasi non la sentiva.
«Aspetta solo che lo prenda e vedrà di cosa sono capace» minacciò senza rivolgersi a nessuno in particolare.
Sembrava essersi calmata, e Ryou le propose: «Che ne dici se ti aggrappi qui»
Le indicò uno dei pali orizzontali che sbucava a pelo d’acqua, Ruki lo guardò e scosse la testa. «Se mi lasci vado a fondo»
«Non ti faccio andare a fondo, fidati di me»
Ruki volle fidarsi, spostò la mano sul palo e si sorresse. Quando Ryou la lasciò fu’ quasi travolta dal panico, ma lui portò le mani alla sua vita per sollevarla e, con una spinta, farvela sedere sopra.
«Sei leggera, piccoletta» la stuzzicò accarezzandole un braccio.
«Che fai, tocchi?» si lamentò lei.
Ryou rise, mentre Ruki vagliava la distanza tra loro e la riva «Che diavolo. Stupido Kazu»
«Signorina» chiamò allora la barista, che solo allora si era accorta di quello che era successo «stai bene?»
«Sto bene» rispose Ruki nervosa «Voglio tornare sulla spiaggia»
Ryou rise «Scendi, ti ci porto»
«No» ribatté secca lei «ne sono appena venuta fuori, non voglio rientrarci»
«Vieni giù» insistette il ragazzo voltandosi per mostrarle la schiena «Ti aggrappi e io nuoto fino a riva»
«Non farai un brutto scherzo trascinandomi sott’acqua?» gli domandò Ruki sospettosa.
Lui scosse la testa «No, certo che no»
Allora Ruki si lasciò scivolare di nuovo in acqua, aggrappandosi al suo collo.
«Non strozzarmi però» si raccomandò lui.

«Kazu, questa volta sei morto» si lasciò scappare Kenta quasi godendo «Te la sei cercata»
L’amico annuì, mentre Jianliang se la rideva allontanandosi «Non prendertela, io voglio restarne fuori» si giustificò.
Juri si tormentava le mani nervosa «Povera Ruki, chissà che paura»
«No» la tranquillizzò Takato «La paura ha sicuramente già lasciato il posto alla furia omicida»
Mikuru guardava ammirata Ryou mentre trascinava Ruki a riva «Accipicchia, deve tenere molto a lei, si comporta quasi come un fratello maggiore»
«Si, certo» borbottò Juri scettica prima di iniziare a correre verso la spiaggia.
Takato la seguì senza esitazione.

Quando finalmente Ryou riuscì a puntare i piedi sulla sabbia Ruki ebbe l’impressione che sarebbero andati giù, e per evitarlo mollò la presa affondando di qualche centimetro.
Riuscì a toccare la sabbia, ma ancora un paio di centimetri la separavano dalla superficie.
Ryou si girò, afferrandola deliberatamente tra le braccia e sollevandola.
«Meglio?» le chiese dopo che lei aveva sputacchiando fuori tutta l’acqua che aveva rischiato di ingoiare.
«Si» rispose Ruki scostandosi dal viso i capelli bagnati «Io odio l’acqua alta»
«Dovrò insegnarti a nuotare, ragazzina»
Ruki mise il broncio, offesa per l’appellativo. Ryou camminava verso la riva con passo sicuro, ostacolato solo dalla massa d’acqua che poneva resistenza alla sua avanzata.
«Non sono una ragazzina» sbottò lei ad un certo punto.
«Sei sempre una piccoletta, per me» ribatté pronto lui.
Ruki sentì gli occhi pizzicare. Quindi era questo che pensava di lei? Che era una ragazzina a cui insegnare a nuotare come farebbe un fratello maggiore. E lei che aveva cercato anche di sembrare un po’ più femminile, quel giorno, con i pantaloncini corti ed il costume a due pezzi.
Ma come poteva competere con Mikuru?, che aveva l’età giusta per lui e sicuramente era anche molto più simpatica.
«Mi è entrata acqua negli occhi» si lamentò «Bruciano»
Strofinò le mani sulle palpebre, per rendersi credibile. Si erano tanto avvicinati alla terraferma che ora Ruki era quasi completamente fuori dall’acqua, avrebbe appiedato di sicuro, ma Ryou non l’aveva ancora fatta scendere dalle sue braccia, e non lo fece neanche quando l’acqua non era più lì ad alleggerirlo dal suo peso.
«Sei proprio una piuma» osservò lui.
«Puoi mettermi giù, adesso» borbottò Ruki imbarazzata rendendosi conto che mezza spiaggia li stava osservando.
«Sicura che tocchi?» la prese in giro lui. Quando la mise a terra l’acqua le arrivava solo a metà polpaccio.
Ruki gli tirò un pugno sul braccio. Sapeva di non essere alta, ma odiava che qualcuno glielo facesse notare.
«Me la sono cercata» sospirò Ryou.
Juri correva verso di loro preoccupata, schizzando acqua a destra e a manca.
«Accidenti che fredda!» si lamentava «Tu stai bene?» chiese a Ruki appena la ebbe di fronte.
«Sto bene» ripeté la ragazza per l’ennesima volta.
Ryou le sorrise «Comunque prima non scherzavo; ti insegno a nuotare, se vuoi»
Ruki lanciò un’occhiata a Juri, la cui espressione la incitava spudoratamente ad accettare la proposta.
«E Mikuru? Sarebbe scortese lasciarla da sola» ribatté Ruki confusa.
Ryou le sorrise, lanciando un’occhiata alla ragazza che parlava tranquilla con Jianliang sotto l’ombrellone «Non è una cosa seria, non sarebbe durata comunque»
Ruki sentì le farfalle sbattere le ali contro le pareti del suo stomaco.
Ryou preferiva insegnare a nuotare a lei piuttosto che stare con la sua “ipotetica ragazza” della settimana.
«D’accordo» disse alla fine spiazzata.
Ryou sorrise, come se non aspettasse altro. La prese per mano dicendo «Dobbiamo tornare dove l’acqua è più profonda, però. E poi devi scoprire il tuo bel pancino e mettere la crema solare» Ruki gemette.
Almeno, pensò, sarebbe rimasta un po’ da sola con Ryou ed alla larga da Hirokazu.
Ryou preferiva restare con lei piuttosto che con Mikuru, le ripeteva la sua mente.
Si sfilò la maglia fradicia, imbarazzata, porgendola a Juri. Si avvicinò alla riva, pronta a ricoprirsi di crema ed a dare il via alle sue prime lezioni di nuoto.
Ryou Akiyama preferiva restare con lei piuttosto che con quella Mikuru.


   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Digimon > Digimon Tamers / Vai alla pagina dell'autore: WhiteLight Girl