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Autore: xstylescurly    12/07/2012    1 recensioni
-La vita è troppo bella per farla finita ed io oggi volevo dire addio al mondo, al solo e a tutto ciò che mi circondavva...!-
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Rivolse lo sguardo fuori dalla finestra, il mondo fuori di lei, occhi per vedere e per amare, a questo pensava e nulla l'avrebbe turbata. Stava lì seduta nel suo banco 
pensando all'ipocrisia della gente e di quanto nessuno fosse davvero leale e perché il mondo la opprimeva, perché si sentiva soffocare in quel luogo che sarebbe 
dovuto essere il suo mondo, ma lei pensava: che mondo, che vita, se solo non mi sentissi così sola, se solo riuscissi  a parlare con qualcuno, se solo qualcuno fosse in
grado veramente di ascoltarmi...
Nessuno si accorgeva che di tanto in tanto una lacrima bagnava il suo volto; una lacrima, un piccolo granello di speranza che pian piano usciva dai suoi occhi per
posarsi sulle rosee guance calde e sulle calde labbra, e ingoiava le sue lacrime purché nessuno la vedesse e allora si ripeteva spesso: essere o non essere?
Quante volte avrebbe voluto farla finita con la vita, e quante volte aveva pensato che la vita era troppo bella per essere buttata via così in un attimo. Allora continuava
a lottare nel suo mondo fatto di apparenze, ed ecco quando i pensieri la abbandonavano, veniva strappata dalla sua fantasia in un attimo con il suono di una stridula
campanella e il rumore dei banchi. Ecco di nuovo la sua realtà, il suo mondo, anche se lei lo sentiva più degli altri, di chi l'avrebbe fatta sempre franca e di chi non se ne
importava nulla dei mille che muoiono al giorno, per loro era solo la realtà, quella stessa realtà di cui si sentivano padroni, padroni incontrastati della terra, ma non del
suo cielo...
Lasciati i banchi vuoti e distolti gli occhi dalla grande lavagna, potè posare i libri di scuola nella sua borsa. Si accorse che le era terminato il block notes e per l'indomani
gliene sarebbero serviti almeno due. Si sbrigò e vide che la metro ormai era persa e non sarebbe passata prima di due ore . Decise poi di cambiare qualcosa nella sua
solita giornata, non avrebbe studiato già da subito , ma si sarebbe trattenuta nel parco, tanto erano appena le 11.15 e la metro non sarebbe passata prima delle tredici.
Drin, drin il trillo del suo cellulare. Decise di non rispondere e di rimanere un pò assorta nel suo silensio e un'altra lacrima rigò il suo volto, ma il drin  si era fatto troppo 
insistente, decise di rispondere, ma appena preso il cellulare dalla borsa, quel suono così fastiodioso era cessato. Sul suo telefono vide solo 'una chiamata persa'. Una 
nuova lacrima si posò sulle sue labbra, questa volta, però, non era venuta dai suoi occhi, infatti si accorse che in quella tiepida giornata di primavera stava per 
scatenarsi un temporale, così come nella vita siamo colti di sorpresa innanzi ad avvenimenti improvvisi. Per fortuna il negozio era aperto, vi entrò, comprò i block notes e
quando uscì, le ritornarono alla mente parole che risuonacano così familiari: Quando una goccia di cielo bagnerà il tuo volto, quando una lacrima del cielo si fonde con 
le tue labbra, pensa che non sarai mai sola...
Ricordò improvvisamente un sorriso, un caloroso sorriso di un bambino che le porgeva la mano e quegli occhi velati da tanta innocenca, ma anche da un profondo mistero
Rimase inerte per una frazione di secondi e quando riprese coscienza di sè, vide che il sole risplendeva di nuovo in alto nel cielo, allora ricominciò a camminare e non 
smise di farlo fin quando non arrivò nei pressi di un prato che si affacciava su un laghetto. Non aveva mia visto quella parte nascosta della città, come non aveva mai
visto quel lato di sè che le diceva 'vivi'. Fino ad allora aveva sempre cercato di nascondersi, ma ora voleva uscire allo scoperto...
Si sedette sul prato e provò una leggera sensazione di benessere e sicurezza come se qualcuno la stesse proteggendo in un forte abbraccio.
Guardò l'orologio e si rese conto che circa due ore erano passate, era tardi e la sua amica si sarebbe preoccupata! Affrettò il passo e ad un tratto crash, le si ruppe la 
borsa. L'aveva sempre sopravvalutata ed ora la borsa non ne poteva più, controllò se tutto era funzionante: l'ipod era ok, il cellulare anche, ma l'unica cosa a cui poteva
dire addio erano gli appunti di tutta una giornata :- Accidenti, capitano tutte a me, oggi sarei dovuta rimanere a casa. Uffa! Addio appunti...
-Ciao, hai bisogno di una mano? O anche due se ne vuoi!-
Chissà di chi era quella voce così rassicurante...!
-Non ti disturbare grazie, sono la solita sbadata e mi sta bene...- Non aveva neppure alzato lo sguardo ed in quel momento avrebbe ulrato per tutta la rabbia che aveva 
in corpo. 
-So bene come ti senti, sai, anche io ne combino di tutti i colori... Pensa che da piccolo ero un piccolo clown e i miei immaginavano più clown che medico...!Vorrei aiutarti
se non ti secca! Non lascerò cadere nulla, primesso... Non sono più un clown... uhm' beh, diciamo!-
Entrambi cominciarono a ridere e il giovane raccolse i libri di Raffaella.
-Grazie sei stamo molto gentile, come potrei ricambiarti? disse Raffaella.
-Mi hai dato già la più grande ricompensa che avessi mai potuto ricevere, un tuo sorriso!
Raffaella alzò lo sguardo e vide gli occhi di quel ragazzo così gentile, così bello, così apparentemente perfetto. Erano occhi di un colore azzurro-cielo, occhi che aveva
già visto e che per uno strano motivo erano riapparsi nella sua memoria.
-Grazie di tutto ma ora devo proprio andare, ho la metro che mi aspetta...-
-Ciao e buona fortuna.- disse il bel ragazzo.
Raffaella prese la metro e tornò a casa.
La nostra giovane Raffaella viveva da qualche tempo con la sua amica, con la quale condivideva una piccola casa. Non era un granchè, ma sempre meglio che vivere
con la sua gamiglia. Raffaella aveva lasciato casa di sua madre quando aveva solo diciannove anni. Dopo gli abusi e i maltrattamenti subiti da quell'uomo sconosciuto
che era il compagno della madre, Raffaella promise a se stessa che mai più nessuna persona si sarebbe approfittato di lei. 
Aveva trascorso gli ultimi anni della sua esistenza, cercando di dimenticare quella che era stata finora la sua vita. Un padre mai conosciuto, e poi quest'uomo che aveva
abusato di lei . Ma nonostante la sua vita trascorsa, Raffaella si sentiva forte, si sentiva una donna e non una ragazzina viziata che pensava solo a fare shopping o ad 
uascire con gli amici.
La sua amica Carla, trascorreva la maggior parte delle sue giornate parlando di ragazzi, era sempre in giro a fare shopping e studiava poco, anzi per niente.
Quel giorno Raffaella rientrò a casa e non trovò nessuno...
- Carla... dove sei? C'è nessuno?-
Pensò tra sé: - Accidenti! E' mai possibile che non è mai a casa? Come si fa a trascorrere intere giornate fuori a divertirsi senza pensare al resto: che vita.
Stanca della giornata trascorsa, si diresse in camera sua, appoggiò sulla scrivania tutto ciò che prima era nella borsa, decise di farsi una doccia, mise la segreteria al 
cellulare...
Nessuno l'avrebbe disturbata in quell'attimo tutto suo... forse per un'ultima volta la sua pelle avrebbe sfiorato l'acqua...
Appena entrata nella doccia provò una piacevole sensazione di torpore..
Bibibip bibibip... Questo suono la fece risvegliare dal torpore in cui era caduta,
-E' solo un messaggio...- pensò tra sé. -dopo andrò a controllare...-
Dopo aver fatto la doccia si mise un accappatoio che le pareva più morbido e avvolgente del solito, indossò le sue pantofole e si diresse verso la sua camera; si era quasi
dimenticata del cellulare e di tutto il resto.
-La vita è troppo bella per farla finita ed io oggi volevo dire addio al mondo, al solo e a tutto ciò che mi circondavva...!- sussurrò
Le lacrime questa volta tornarono a bagnare il suo dolce volto, erano lacrime che venivano dal cuore, lacrime piene di gioia di vivere.
  
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