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Autore: Ageha_11    13/07/2012    2 recensioni
La vita è ingiusta. Niente va come dovrebbe andare. Prima si ha tutto. Tutto quello che desideriamo. Una famiglia che ci ami, un casa in cui vivere, una vita felice. Poi quando la sfortuna decide che sei troppo contento per i suoi gusti perdi qualcosa. O peggio, qualcuno.
Futurefic! Klaine.
Kurt è andato a studiare alla NYADA e si è separato da Blaine. Ora però ha venticinque anni, un bambino e una vita piena di impegni. Non vuole più essere felice perché tutte le volte che si sente contento succede qualcosa di brutto. Ma non sa che l'amore può farti sopportare qualsiasi cosa.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Keep Holding On...I'm here for you.



La vita è ingiusta. Niente va come dovrebbe andare. Prima si ha tutto. Tutto quello che desideriamo. Una famiglia che ci ami, un casa in cui vivere, una vita felice. Poi quando la sfortuna decide che sei troppo contento per i suoi gusti perdi qualcosa. O peggio, qualcuno. Sprofondi nella depressione e per risollevarti ci vuole tanta forza di volontà e magari, anche la persona giusta. Forse quella persona riesce a farti stare meglio. Incominci a sentirti di nuovo bene, a vedere il mondo sotto un ottica diversa e capisci che questo è tutto merito di chi ti ha aiutato. Magari ti innamori anche di questa persona. E pian piano ti senti di nuovo felice. Pensi che forse questa è la tua occasione di riscattarti, di vivere la vita che vuoi veramente, di decidere tu come far andare le cose.

Invece no.

Succederà di nuovo quel qualcosa che ti porterà via la tua felicità e ti farà stare male.

A questo punto capisci che bisogna trovare un equilibrio. Rimanere sulla sottile linea che divide la felicità dalla tristezza. E ti devi accontentare. Perché se oltrepassassi quella linea immaginaria finiresti per soffrire nuovamente, qualunque sia la parte in cui andresti a finire.

 

Kurt Hummel l'aveva imparato a sue spese. Da piccolo aveva avuto tutto. Una famiglia che gli voleva bene, una bellissima casa e pensava che la vita fosse stata gentile con lui. Ma ci sono cose che un bambino di otto anni non può capire. Come ad esempio, proprio la vita. E questa volta, si era portata via sua madre. Quella che tutte le sere gli dava il bacio della buonanotte e gli canticchiava a bassa voce la sua canzone preferita, Defying Gravity, per farlo addormentare. Quella che gli diceva sempre che era perfetto e che quando lui per il suo terzo compleanno le aveva chiesto un paio di tacchi alti era scoppiata a ridere e non si era messa le mani nei capelli o non lo aveva sgridato, come invece avrebbero fatto altre mamme. La stessa persona che adesso non c'era più e che gli mancava tantissimo.

Pian piano era riuscito a sorpassare la cosa, grazie all'aiuto di suo padre, ma non si era mai più sentito veramente felice. Fino al giorno in cui non incontrò lui.

Si chiamava Blaine Anderson. Era un ragazzo gentile, premuroso che lo spronava a superare i suoi ostacoli e gli diceva che non doveva cambiare per gli altri. Gli disse che era perfetto nella imperfezione e lo faceva sentire bene. Per un po' di tempo Kurt si sentii felice. Molto più felice di prima. Gli mancava sempre molto la figura materna ma Blaine era riuscito a colmare il vuoto che sentiva dentro. L'amore guarisce tutti i mali pensava. Per la seconda volta nella sua vita pensò che forse questa era la sua volta di essere contento. Ma come abbiamo già detto, tutto ha una fine.

Blaine lo lasciò poco dopo la partenza di Kurt per New York. Gli aveva detto che lo faceva per il suo bene, per lasciarlo libero di vivere la sua vita e fare nuove esperienze. Gli aveva detto che se era destino si sarebbero rincontrati a New York e si sarebbero dati una seconda possibilità. Ma il destino non esiste. Ci sono solo due persone che decidono che cosa fare della loro vita e Blaine aveva deciso di lasciarlo solo. Solo ad affrontare mille difficoltà. E lui era stato di nuovo male.

Aveva incominciato a stare meglio solo dopo aver finito il college, la NYADA, ed essere riuscito a realizzare il suo sogno: essere il protagonista di uno spettacolo di Broadway.

Non cercò mai più una storia seria. Le sue sporadiche relazioni finivano sempre dopo tre o quattro mesi quando si incominciavano a sentire sentimenti forti, l'uno per l'altro. Ma lui non poteva. Non voleva più innamorarsi di nessun altro. Non voleva più soffrire.

L'unica cosa che si concesse di fare per sé stesso fu avere un bambino. La sua migliore amica, Rachel, si offrì volontaria per fargli questo regalo. Un anno dopo Kurt era padre di un bellissimo bambino dai grandi occhi azzurri, come i suoi.

Amava suo figlio. Vederlo crescere bene con le sue cure e il suo amore era fonte di gioia per Kurt. Ma non era ancora completamente felice. Aveva gli amici ma non poteva divertirsi con loro perché era troppo occupato al suo nuovo progetto, scrivere un musical. Aveva una casa ma non poteva godersela per il troppo lavoro a teatro. Aveva solo suo figlio, che rendeva belle le sue giornate.

E gli mancava Blaine, il suo primo amore, a cui non aveva mai smesso di pensare. Non era neanche più arrabbiato con lui, come nei primi tempi dopo la loro rottura. Avrebbe solo voluto vederlo e capire se adesso, almeno lui, era felice.

E per una volta, l'infelicità decise di mettersi da parte e di lasciarlo stare. Aveva venticinque anni e si era appena inoltrato a Central Park con il suo figlioletto di tre anni. Quest'ultimo correva in mezzo alle foglie gialle e marroni dovute all'autunno e Kurt lo guardava sorridendo, poco distante. Poi successe quello che ormai aveva smesso di sperare da tempo.

 

Era lì. A meno di cinquanta metri di distanza e lo fissava. Aveva i capelli ricci e scompigliati, totalmente diversi dall'ultima volta che li aveva visti, senza gel. Un leggero accenno di barba gli spuntava dalla sciarpa. Ma gli occhi erano sempre gli stessi. Caldi, dolci, con sfumature di verde e ambra. E lo stavano fissando. Blaine Anderson era lì.

Incapace di parlare e di continuare a guardarlo Kurt si voltò guardando le foglie intorno ai suoi piedi e controllando che il figlio non si allontanasse. Cercò di comportarsi come se non l'avesse neanche visto ma sentiva ancora addosso il suo sguardo.

''Papà, papà papà'' urlò d'improvviso il bambino ''Cane!'' disse puntando il dito proprio nella direzione che Kurt aveva cercato di evitare. Quando però il piccolo si mise a correre fu costretto a girarsi e a seguirlo. E vide che era proprio intento a guardare un cane grande dal pelo dorato con un padrone che lui conosceva molto bene.

''Che bello! Come si chiama?''chiese il bambino rivolto a Blaine.

''E' una femmina. Si chiama Katy'' rispose l'altro.

Kurt non poté fare a meno di sorridere. Blaine era cresciuto ma evidentemente non aveva perso la sua passione per Katy Perry.

''Ciao Katy!'' disse il bimbo rivolto al cane.

''Tesoro, ti avevo detto di non allontanarti'' disse Kurt, avvicinandosi e prendendo per mano il figlio.

''Scusa papà. Hai visto che bel cane? Si chiama Katy'' rispose questo. Poi si girò verso Blaine e gli disse:''Lui è il mio papà! Si chiama Kurt''.

''Lo so!'' rispose Blaine, ma il bambino non lo sentii troppo impegnato ad accarezzare Katy.

Kurt lo guardò per la prima volta da quando si era avvicinato e cavolo, quanto era bello! Le sue labbra erano sempre rosee come l'ultima volta che le aveva baciate e i suoi occhi sembravano dire:''che bello rivederti!'' anche se Kurt non ne era così convinto. Dannato bellissimo e dolcissimo Blaine Anderson perché mi hai fatto soffrire cosi tanto?

''Come stai?'' chiese Blaine.

''Bene...e tu?'' rispose Kurt.

''Bene, adesso''

Kurt cercò di non pensare che l'ultima parola fosse riferita a lui. Perché se fosse stato così lui non l'avrebbe lasciato. Adesso sarebbe stato il padre del suo bambino e non un vecchio amico rincontrato per caso a Central Park.

''Ho sentito dire che ti sei fidanzato con Sebastian. Mi fa piacere per voi'' disse Kurt.

''Ti fa piacere?'' chiese Blaine, deluso, abbassando lo sguardo.

Kurt resistette all'impulso di prendere quel viso tra le mani e baciarlo perché quando Blaine faceva quella faccia non sapeva resistere. Soprattutto se la faceva per lui. Come se lui fosse la persona più importante di tutto il suo mondo e come se solo lui potesse renderlo felice.

''Perché?'' chiese Kurt ''Dimmi solo il perché''

E Blaine come tutte le volte capii. Perché a loro bastava un solo sguardo per capirsi anche dopo otto anni che non si vedevano. Perché il loro amore li aveva lasciati senza inibizioni e si conoscevano l'un l'altro meglio di come conoscevano loro stessi.

''La distanza era dura da sopportare, per me come per te'' spiegò Blaine ''Odiavo il fatto che per colpa mia, passassi il tuo tempo libero in viaggio per venirmi a trovare o al telefono con me, invece che con i tuoi amici. Volevo lasciarti libero. Volevo che facessi nuove esperienze e...''

''E non hai capito che io quelle nuove esperienze avrei voluto farle con te'' finì Kurt.

''Mi dispiace. Io ci tenevo a te, davvero''

Kurt fissò il figlio mentre giocava con Katy e decise che Blaine quelle parole le aveva dette con sincerità. Perché non sapeva recitare e il suo volto quando era sofferente lo era per davvero.

''Non pensiamoci adesso. Sono felice di averti rincontrato per...ricordare insieme i vecchi tempi. Come amici...'' disse Kurt.

''Papy posso portare Katy a casa con me?'' chiese il bimbo, interrompendoli.

''Non penso che sia una buona idea tesoro. Il suo padrone è lui'' rispose Kurt.

''Posso portarlo con me?'' chiese il bimbo a Blaine.

''Mi dispiace ma Katy non sarebbe d'accordo. Ormai è affezionata a casa mia e alla sua cuccetta vicino al camino. Però potrai vederla tutte le volte che vorrai. Io e tuo papà siamo amici e non penso che portarti una volta in più a Central Park per farti giocare con Katy, gli darebbe fastidio''

Il bimbo si accontentò e poi disse:''Papy guarda c'è Jenny. Posso andare da lei?'' indicando la bambina dai lunghi capelli neri che si sedeva di fianco a lui all'asilo.

''Certo tesoro, vai pure'' rispose Kurt.

''E' un bambino molto dolce'' disse Blaine ''Come si chiama?''

Ma la risposta fu interrotta da un tonfo e il pianto di un bambino.

''Oh mio Dio Blaine!'' urlò Kurt correndo verso il piccolo che era caduto.

Lo prese in braccio e il bimbo nascose il viso sulla spalla di Kurt, inondandogli il cappotto di lacrime. Kurt lo cullò un po' per calmarlo e poi lo tirò su per esaminare le ferite. Aveva solo due piccoli taglietti sulle manine da cui usciva pochissimo sangue che però aveva mandato in panico il piccolo.

''Blaine, tesoro. Hai male?'' gli chiese.

Il bambino annui ma le lacrime diminuirono quando Kurt tirò fuori dalla tasca del cappotto un cerotto azzurro con disegnati sopra degli animaletti. Si fece mettere i cerotti e dopo le lacrime smisero di scendere. Si strinse al petto di Kurt e cercò di nascondere il viso nella sua spalla.

Kurt si voltò per vedere dov'era finito il suo ex fidanzato e lo ritrovò mentre guardava verso di loro, con la bocca aperta dallo stupore e gli occhi lucidi. Kurt gli si avvicinò e lui gli disse:

''Hai chiamato tuo figlio come me?''

Kurt vide una panchina libera vicino a loro e si sedette, seguito a ruota da Blaine. Nessuno dei due parlava. Entrambi guardavano a terra sperando che l'altro dicesse qualcosa per smorzare quel silenzio che stava diventando pesante. Il piccolo Blaine si stava addormentando, Kurt sentiva il suo respiro cambiare, e Katy si era sdraiata comoda per terra come se anche lei volesse ascoltare quello che si dovevano dire. Kurt pensava seriamente che l'universo gli stesse dicendo:''Stiamo aspettando solo voi!'' così si decise a parlare.

''Vogliamo prenderci in giro ancora per quanto Blaine?''

Blaine si voltò a guardarlo e per la prima volta, non capii che cosa intendeva Kurt.

''Credo di non aver capito''

''Ho chiamato mio figlio Blaine. Cosa c'è da capire? Mi sembra che la risposta sia davanti ai tuoi occhi ma o non vuoi vederla o ti sei rimbecillito nel tempo in cui non ci siamo visti''

Blaine sorrise, nonostante ci fosse ben poco da ridere in quella situazione e allungò una mano verso Kurt. Questo si tirò indietro e strinse le braccia intorno al figlio.

''No, non farlo. Non mi illudere di nuovo'' disse.

''Non ti sto illudendo'' disse Blaine.

''Si invece. Sei fidanzato con Sebastian. Penso gli darebbe fastidio sapere che prendi per mano i tuoi ex fidanzati''

''Non sono più fidanzato con Sebastian da ben dieci mesi e questo perché mi ha tradito con un ragazzino rimorchiato in un locale di dubbio gusto. E sai il bello. Non mi importa. Non me ne è mai importato e me ne importa ancora meno adesso che sono vicino a te''

Kurt lo guardò aprendo la bocca stupito. Blaine prese allora la mano di Kurt e la strinse.

''Kurt...tu mi ami ancora? Perché io ti amo ancora tantissimo. Non credo di aver mai smesso di amarti in realtà. E vorrei solo poterti stare vicino per il resto della mia vita''

''Se ti amo? Certo che ti amo'' sbottò Kurt ''Sennò non avrei chiamato mio figlio come te. Ma tutto questo non cambia nulla. Io ho un figlio da accudire e non vorrei mai che tu, in uno sbalzo di umore, decidessi di andartene una notte, lasciandomi da solo e con una spiegazione da dare al bimbo. Lui ha bisogno di un padre e io di un compagno presente. Non di un ragazzino che...''

Ma Kurt non riuscii a finire la frase perché Blaine si tuffò letteralmente su di lui, baciandolo. Lo fece più per zittirlo che per altro perché si stacco da lui senza approfondire il bacio. Kurt spalancò gli occhi, sorpreso, ma non si ritrasse e quando Blaine si allontanò, rimase zitto a fissarlo.

''Mi erano mancati i tuoi melodrammi!'' disse Blaine ''Kurt io ti amo. Sono pronto a lavorare sodo per portare i soldi a casa, a fare da padre ad un figlio, a sopportare te e le tue scenate. Sono disposto a fare di tutto pur di stare con te. Non sono mai stato un ragazzino. Se ti ho lasciato l'ho fatto solo perché pensavo di farti del bene. Io imparo dai miei errori e non ho intenzione di ripeterli''

Questa volta fu Kurt a gettarsi sulle labbra di Blaine. Cercò di mantenersi a distanza per non svegliare il figlio con un movimento brusco ma decise che non si sarebbe staccato dalle labbra di Blaine tanto presto.

Blaine gli mise le mani sul viso e lo attirò a se, facendo scivolare la lingua dentro la bocca di Kurt dolcemente, senza fretta, perché ormai avevano tutto il tempo che volevano.

''Blaine'' disse Kurt allontanandosi ma appoggiando la sua fronte a quella del moro ''ho-ho paura! Ogni volta che sono troppo felice succede qualcosa di brutto. Non-non voglio soffrire ancora...''

''Sssh...stai tranquillo. Non ti succederà niente perché io non lo permetterò. D'ora in poi ci sarà solo felicità nella tua vita e in quella di Blaine Junior''

''Blaine Junior?'' disse Kurt ridendo.

''Dovevo pur trovare un modo per distinguerlo da me no?'' disse Blaine per poi avvicinarsi nuovamente a lui e baciarlo.

Kurt trattenne Blaine Jr. con un braccio per mettere l'altra mano sulla nuca del suo fidanzato. Perché si, era tornato ad essere il suo fidanzato. E forse sarebbe diventato anche suo marito. Chissà. Kurt in quel momento era così felice che non voleva pensare a niente che non fosse Blaine. Lo aveva ritrovato. Adesso la sua vita era davvero felice e Blaine non avrebbe permesso a niente e a nessuno di farlo soffrire. Mai più.

  
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