- Prologo -

 

Si dice il tempo guarisca ogni ferita.

Stronzate.

E' passato un anno da quel giorno. E io non sto affatto meglio. Anzi.

Percorro il vialetto di sassi chiari lentamente, scendo i tre scalini e mi ritrovo esattamente nel luogo dove mai avrei pensato di mettere piede.

Osservo attentamente la zona illuminata da quel pallido sole di inizio gennaio, scrutando ogni nome inciso sulla pietra; quando finalmente la trovo il mio cuore perde un battito.

E' tutto vero, allora.

Stringo le mani a pugno e mi fermo solo quando sento le unghie conficcarsi nella carne, lasciando dei segni superficiali. Mi avvicino esitante, e mi butto in ginocchio davanti a mia madre.

I raggi del sole fanno luccicare la lapide di marmo bianco, formando dei giochi di luce.

Tengo la testa bassa e mi impongo di guardare la foto.

Dopo un tempo che mi sembra eterno, riesco a guardarla: la foto mi rimanda subito al momento in cui la scattai. Le lacrime salgono prepotenti ma non escono.

E' da ben un anno che non piango.

E' da un anno che metto su quella maschera, la maschera del sorriso e della felicità, e tutti sembrano crederci.
Perché deluderli, allora? Perché smettere di indossare quella maschera?
Tanto, l'unico che sa leggermi davvero è lontano miglia e miglia, perciò non ho problemi.

Mi siedo a terra a gambe incrociate, imponendomi di restarci almeno quindici minuti.

« Ciao mamma.. » La mia voce è un sussurro disperato, così incredibilmente debole. « Scusa se non sono venuta prima.. Non ce l'ho fatta. »

Chiudo gli occhi e stringo le labbra.

Dopo qualche minuto riesco a rilassarmi quel tanto da parlare ancora.

« Mi manchi tanto mamma.. Mi hai lasciato anche tu.. Avevi detto che saresti sempre rimasta con me.. Invece sono sola.. » Strappo un filo d'erba dai fiori che qualcun altro ha portato e sospiro.

« Che devo fare, mamma? Ti prego dimmelo.. »
Sento le lacrime salire, ma non riescono a uscire.
Tornano indietro ad aggiungersi a tutte le altre che ho raccolto in un anno.

Sospiro, arrendendomi davanti all'evidenza: lei non risponderà. Lei non c'è più. Lei non mi abbraccerà ancora.

« Sai mamma.. Questa mattina l'ho visto in tv.. E' cambiato tanto, sai? Anche i suoi fratelli sono cambiati. L'unica cosa che non è cambiata sono i suoi occhi.. »

Sto per aprire di nuovo bocca ma il silenzio che mi avvolge è interrotto dai passi pesanti di una persona.

Mi giro e vedo un anziano signore venire dalla mia parte.

Si siede a due tombe di distanza e bacia la fotografia di quella che penso sia sua moglie; porge dei fiori e dice che l'ama.

Guardo quell'uomo con tanta tristezza, e il cuore mi si stringe in una smorfia di tristezza.

So bene cosa prova quell'uomo, probabilmente la sua casa è vuota adesso, senza nessuno a cui parlare e abbracciare.

E' rimasto solo.

Come me.

Hayley si sveglia di soprassalto.

Sua madre sta tossendo intensamente e stringe la sua mano forte forte.

Hayley si tira su e la guarda: è pallida, il suo viso è stanco e stretto in una smorfia sofferente.

« Mamma stai bene..? »

La donna cerca di rispondere ma altri colpi di tosse lo impediscono.

Annuisce brevemente stringendo convulsamente la mano della figlia.

Lo sguardo di Hayley si sofferma sulle loro mani. E' così fredda, così pallida.
Di colpo la tosse cessa e il volto della donna si distende.

« Tesoro.. Vai a chiamare la zia.. » Le sue parole sono appena udibili in quel silenzio così rumoroso. Il suo tono è carezzevole e dolce come sempre.

« La zia..? » Hayley sa che chiamare la zia significa che qualcosa di brutto che sta per succedere, perciò non riesce a muoversi da lì.

« Vai, Hayley. » Il suo tono adesso è più deciso. Hayley non vuole disobbedire alla mamma, così corre fuori dalla stanza e compone il numero della zia al telefono mentre i suoi occhi si appannano di lacrime salate.

Subito dopo, torna dalla sua mamma e la stringe forte.

« Non mi lasciare, ti prego. Ti prego mamma.. Ti voglio bene.. » Sua madre la stringe forte, ma piano piano la stretta diminuisce di intensità. « Mamma.. Mamma no, ti prego.. Ti prego.. » Singhiozza ancora più forte mentre le braccia di sua madre cadono leggere sul letto.

Quando arriva la zia, sua madre se ne è già andata.

Trova Hayley che piange disperatamente sul corpo inerme di sua madre.

Prova a portarla via, mentre il dottore arriva per dire un qualcosa che è già chiaro, ma non vuole assolutamente lasciarla. Non ancora. Non era pronta a una cosa del genere.

Infine, riesce a tirarla via e la strattona per riscuoterla.

« Devi crescere, Hayley. Capito? Non sei più una bambina. Smettila di piangere! »

Ma Hayley non ci riesce.
Niente nella sua vita è come se lo aspettava. Niente è più come una volta. Perché sta succedendo tutto a lei? Si ripete che non è giusto, ma forse invece lo è.

Forse Hayley si merita tutto.

Si merita di non avere più un amico.

Si merita di aver perso l'amore della sua vita.

Si merita di essere stata abbandonata dal suo papà.

Si merita di non avere più una mamma pronta ad abbracciarla.

Esaurita anche l'ultima lacrima, sono le sei del mattino.

Tira su il mento coraggiosamente, e se lo promette.

Non avrebbe più pianto.
Per nessun altro.

Saaaaaalve!
Sì esatto. Sono già tornata a rompere :D
Dopo il mezzo flop del finale di Beautiful Mistake, ho deciso di non abbattermi v.v
Comunque tranquilli, la one shot in stile free jerry arriverà!
A chi ancora non mi conosce dico Saaaalve!

Questa storia è venuta fuori dopo anni di studio.. No, in realtà mi è venuta di getto e l'ho scritta :'D
Volevo postarla dopo aver scritto qualche capitolo in più, ma visto che mi annoiavo eccola :'D
Spero vi piaccia, se vi va lasciatemi una recensione così so se continuare o meno :3

E' tutto, un bacio Koaloso ♥
Ciuffo.