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Autore: Asterion    13/07/2012    3 recensioni
Ecco, paura è la parola giusta, esemplifica perfettamente il mio stato d'animo di allora. La paura, un meccanismo che ti distrugge, che inibisce ogni tuo movimento, che annichila ogni tua azione. E, in effetti, mi fermai, ad un centimetro dal suo volto, mentre la spada mi cadeva a terra, quasi impercettibilmente. Si, perché io ero prigioniera di quegli occhi. Lui, Kenji, mi stava ammaestrando come un burattino. ( Estratto capitolo 4)
Avvertimento: I nomi in neretto che precedono il racconto indicano il narratore!
Genere: Azione, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Toga Yagari, Zero Kiryu
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Aya Kiyoiwa

 

Era una splendida giornata di primavera e il sole rosseggiava all'orizzonte, annunciando l'imminente tramonto. Alcuni tiepidi raggi solari si specchiavano nel laghetto che circondava la radura e le loro immagini tremolavano leggermente, sotto l'effetto delle increspature dell'acqua.

Al tempo avevo solo sei anni, al tempo io e lui eravamo ancora migliori amici e passavamo tutti i pomeriggi assieme. Io, una bambina paffutella e piuttosto pallida, dai capelli lunghi fino alla schiena,lisci e rossi come un pomodoro succoso; lui, un bambino magro, dai capelli ricciuti, neri come un'ombra, dagli occhi scurissimi ed un sorriso che ancora oggi mi turba da quanta luminosità vi è espressa.

Aya! Aya!”

Mi stavo rotolando sul prato per gioco; alcuni sottili fili d'erba e petali di fiori mi sfioravano le guance, facendomi prurito e facendomi ridere.

Quando sentii la sua voce, mi fermai immediatamente e mi alzai, posizionandomi, con circospezione, dietro la dura corteccia di un albero. Ebbene, lo avrei colto di sorpresa.

 

Aya! Dove sei?”

 

Risi leggermente, cercando di trattenermi, posando la fronte sulla bruna corteccia. Il minimo movimento mi avrebbe tradito e non avrei potuto cogliere di sorpresa il mio amico. Sentivo chiaramente i suoi passi provocare un leggero fruscio a contatto con l'erba, suoni che si facevano sempre più vicini. Chiusi gli occhi, mentre l'adrenalina cresceva.

Improvvisamente mi sentii circondare dalle sue braccia e gridai.

 

Ehi, non vale Kenji! Come hai fatto a trovarmi??”

 

Lui, anziché rispondermi, iniziò a farmi il solletico, e io, non riuscendo a trattenermi, incominciai a ridere sonoramente, e, voltatami, lo rincorsi per tutta la radura , mentre il mio vestitino verde mi danzava sulle gambe.

 

Tanto non mi prendi, carota!”

 

Non chiamarmi carota, cretino!”

Odiavo il fatto che si divertisse a prendere in giro il colore dei miei capelli. Corsi più forte, fino a che andai a sbattere contro qualcuno. Che strano, era apparso all'improvviso o ero io che ero distratta? Alzai gli occhi, timorosamente, e mi trovai faccia a faccia con il duro sguardo di un uomo moro, dagli occhi profondi come quelli di Kenji. La sua bocca si piegò in una smorfia e i suoi occhi si fissarono nei miei verde acqua, dandomi una sensazione di disagio.

 

Kenji”

 

proferì con una voce flebile, quasi impercettibile.

 

Nobile Padre!”

Il mio amico sbarrò gli occhi, alquanto sorpreso, e si piegò in un magistrale inchino, sfiorando l'erba con i suoi riccioli neri.

 

Vieni via da qui! Ti avevo già detto di venirci più in questo bosco; Lasciala stare quella lì, tu devi giocare solo e soltanto con altri nobili di sangue puro, sono stato chiaro?”

 

Il suo tono, perentorio e severo, mi sembrò velato di disprezzo. Mi chiesi, nella mia ingenuità di piccola bambina, cosa stesse a significare “nobile di sangue puro”, ma , non trovando risposta, relegai quella strana frase nei recessi della mia mente. Kenji mi guardò con un'espressione che ricorderò per sempre. I suoi occhi erano velati di tristezza, ma non per questo perdevano la loro luce e il loro calore. Si avvicinò lentamente a me, quasi indugiando, e,non appena mi fu davanti, aprì la mia mano destra con la sua e mi ci posò un pupazzino fatto ad orsetto.

 

Ti regalo il mio giocattolo più prezioso, Aya, così potrai ricordarti di me, quando ti mancherò. Mi raccomando però, stacci attenta, perché io ci tengo, carota!!”

 

Mi sorrise leggermente e , preso per mano il padre, si allontanò dalla radura, lasciandomi attonita e sola, mentre la luna già incominciava a far capolino, nel crepuscolo.

 

Da quel giorno non lo vidi più fino ai 19 anni di età. E' stato in quel preciso momento che ho incominciato ad odiarlo.

 

Angolo Autrice: Salve a tutti! Dopo lungo tempo sono tornata nel fandom di Vampire Knight con una nuova storia! Beh, che dire? Spero vi piaccia! Fatemi sapere le vostre opinioni <3

Un ringraziamento per chi legge/recensisce :)

Asterion

  
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