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Autore: itsmartinabiebs    14/07/2012    1 recensioni
a volte dimenticare il proprio passato costa molto, spesso anche perdere se stessi.
e se un giorno il passato ci venisse a bussare alla porta? voi aprireste o no?
e soprattutto, lasciereste scombussolarvi la vita da qualcosa che tanto passato non è?
tutto accade per una ragione, e se invece fosse solo destino? lo scopriremo.
Medison e Justin, due ragazzi apparentemente simili ma con due mondi diversi.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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'Medison, Medison cavolo svegliati, è mezz'ora che ti chiamo!' ed eccoci qui, nuova settimana, stessa routine, stessa mamma che strilla per svegliarmi.
Perfetto, sono le 7.40 ho perso l'auto, ed ho solo mezz'ora per fare 253624 cose e arrivare a scuola in tempo, bell'inizio di giornata.
Scendo. 'Tesoro, niente colazione?' mi dice mia madre dandomi un bacio sulla guancia. 'Mamma, è tardissimo. Scappo!'
Prima ora: religione. Perfetto, come se avessi ora di buco, ne approfitto per andarmi a fare un giro per la scuola.
Un tipo mi fissa, ora vado là e gli dico 'minchia guaddi?' se continua a fissarmi. Mi si avvicina a testa bassa.
'Ehi ciao Med, sono Alan del corso di chimica, non so se ti ricordi di me.' annuisco. 'Bene, mi chiedevo se stasera ti andrebbe di stare insieme, che ne so a cena fuori, o anche a prenderci un gelato chiacchierando del più o del meno.'
Mi sembrava strano che qualcuno ancora non mi avesse fatto la corte. 'Magari un'altra volta'. dire che c'era rimasto di merda era poco, ma vabbè.
Se ne andò nello stesso modo in cui era venuto balbettando un 'puttana'. Stavo per saltargli addosso per massacrarlo ma mi bloccai, d'altronde cosa mi potevo aspettare dal solito ragazzo illuso che tenta invano di farmi la corte?
Ebbene si, nella mia scuola avevo l'etichetta della classica stronza. Menefreghista, antipatica, senza amici e blablabla. Alla fine avevano ragione, mi fa schifo la persona che sono diventata, e il bello di questa situazione è che non ricordo minimamente com'ero fatta prima
Finalmente anche oggi ciao ciao scuola. Vado a farmi una bella passeggiata al mare, vediamo se questa giornata storta può diventare okay in qualche modo.
Vado alla solita grotta, quella dove mi portava sempre papà. quella grotta mi faceva sentire in qualche modo protetta, serena, lontana da tutti e vicina al mio papà.
Mi addormento.
 
'driiiin, driiiiin.' porca troia mi sono addormentata, sono già le 22.
'Pronto?' rispondo al telefono, era mamma. 'Dove diavolo sei Medison? Ti rendi conto di che ore sono? Avresti potuto avvertire che uscivi fino a tardi, sono stata in pensiero tutto il giorno. Alan è incazzatissimo, a casa faremo i conti.'
'Eccomi mamma, torno subito.' attacco. Quanto mi stressano la vita. Vi chiederete chi sia Alan, bhè è il mio patrigno. odio definirlo così, per me non conta niente. Mio padre? è morto quando avevo 13 anni, un tumore ai polmoni me lo ha portato via. Era la persona più importante della mia vita, mi ha insegnato ad essere una donna nonostante lui stasse male, ed è grazie a lui se ho superato il brutto periodo che ho affrontato dopo la sua morte. Dopo qualche anno infatti mia madre ha incontrato Alan, e se ne è innamorata follemente. dopo un anno e qualcosa di convivenza ebbene si, hanno deciso di sposarsi. Ma io non l'ho mai accettato come padre e mai lo farò.
Detesto quell'uomo, è un ubriacone del cazzo e osa mettere le mani addosso continuamente a me e mia madre, ma lei lo ama troppo per aprire gli occhi.
Farei di tutto per riavere indietro mio padre, mi basterebbe anche abbracciarlo un'ultima volta e dirgli che gli voglio bene, che è il papà migliore del mondo.
 
Torno a casa immersa nei miei mille pensieri, accendo la luce e sbeeem.
Quella testa di cazzo di Alan mi prende per i capelli e mi da uno schiaffo. 'Dove diavolo sei stata? Hai 17 anni, non avrai mica intenzione di continuare a fare la sgualdrinella per il resto della tua vita?'
Continua a picchiarmi e a parlare. 'è per questo che tuo padre ha preferito arrendersi, per non avere una figlia come te. è colpa tua se tuo padre è morto, ora tocca a me tenerti come fardello, ma quando te ne vai eh?'.
Mia madre cerca di fermarlo, era ubriaco, e quel maniaco da una pizza anche a lei.
Basta, mio padre non si mette in mezzo. Mio padre sen'è andato per una fottuta malattia, lui mi amava a differenza di questo lurido scimmione. 
E mia madre non è un'oggetto, è una donna che va trattata come una signora, nessuno deve permettersi di toccarla. Basta, mi sono rotta il cazzo.
'Sai che ti dico? Ti accontento, me ne vado. Ma tu non azzardarti più a toccare mia madre solo perchè ti ama e non ha la forza di mandarti a quel paese, ma lo faccio io al posto suo. Vaffanculo.'
Detto questo, in preda alle lacrime esco di casa correndo. non avevo nessuna meta, sarei andata da qualche mia amica se solo cel'avessi avuta, o da qualche parente. Ma nessuno voleva avere a che fare con me.
Così tornai nella mia grotta con papà, e tra una lacrima e l'altra mi addormento cullata dal suono delle onde del mare, tra le braccia di papà.
 
Il giorno dopo decido di tornare a casa, ho 17 anni, di certo non posso vivere in una grotta per il resto della mia vita. Arrivo, consapevole che mi sarei dovuta subire tutte le possibili conseguenze della sera prima. Mia madre è seduta sulla soglia della porta, ha gli occhi rossi, probabilmente ha pianto a causa di ieri sera.
'Mamma..' mi avvicino a lei, sta guardando nel vuoto. 'Forse ha ragione Alan, questo non è il posto che fa per te e io non sono una madre abbastanza perfetta per seguire il tuo caratteraccio, l'hai voluto tu Med. Domani ti spedisco a L.A da tuo zio.'
 
ciao papà, mi manchi.
 
Author's notes.
saaaaaaalve gente.
questa è la prima ff che scrivo, e penso che si sia notato.
diciamo che questo capitolo è un po' un'introduzione
per far capire quanto sia incasinata la vita di Medison.
nel prossimo capitolo comparirà.. Rullo di tamburiiii.
Giustino, il paladino della giustiziaa. (?)
no okay, spero che seguiate la storia e soprattutto  che vi piaccia.
ah una cosa, recensite, recensite e recensite.
-M.

 
Facebook: Martina Cesarano
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