14/07/2012
0 recensioni[The Hunger Games]
Tutti i distretti radunati.
Il giorno della mietitura.
I ragazzi vengono esposti come carne da macello.
Adolescenze rubate.
Due urne.
Due nomi.
Minho.
Taemin.
Taemin si svegliò madido di sudore.
Il cuore batteva freneticamente e le mani tremavano.
La dodicenne Minji lo guardava con gli occhi gonfi e rossi.
Aveva pianto per l’ennesima volta.
Taemin l’abbracciò carezzandole lievemente la schiena.
“Non preoccuparti, andrà tutto bene.”
I vestiti più eleganti erano stati presi dall’armadio.
Si prepararono e si avviarono insieme verso la grande piazza.
Cominciavano le cerimonie.
Oltre sua sorella, soltanto un’altra persona contava: Minho.
Si amavano clandestinamente e, finalmente, questo sarebbe stato il suo ultimo anno da possibile tributo.
Per Taemin no.
Aveva davanti ancora due anni da passare prima di essere libero.
La piazza era gremita dei giovani tributi dei dodici distretti.
Sul palco posizionato al centro del grande mosaico rappresentato sul pavimento le due orride urne spiccavano con assoluta fierezza.
Minho.
Minji.
I due nomi squarciarono l’etere.
Taemin faticò per prendere coscienza di quello che era appena accaduto.
Solo leggere lacrime cristalline presero posto negli occhi limpidi del ragazzo.
Un urlo spaccò l’aria trafiggendo le molecole d’ossigeno.
L’eco riprodusse fedelmente il dolore appena partorito.
Gli schermi giganteschi riproducevano gli avvenimenti.
Tutto era così veloce e tremendamente violento.
Taemin guardava apaticamente lo schermo del televisore nel salone.
Il silenzio albergava materialmente lo spazio intorno.
Il respiro regolare e il battito innaturalmente celere riempivano euritmicamente il vuoto.
Qualcosa improvvisamente destò la sua attenzione.
Minji era inseguita da un ragazzo dal volto coperto impossibile da riconoscere.
La presenza degli arbusti sporgenti provocò l’immediata caduta della ragazza.
Minji si girò per cercare di difendersi dal suo inseguitore.
La lancia si era bloccata nel terreno e con uno scaltro movimento della mano, direzionò l’arma verso il petto del ragazzo.
Lei l’aveva ucciso.
“Brava Minji.”
Le parole atone di Taemin albergarono il salone.
Minji scoprì il volto del suo attentatore.
Minho.
“No.”
Solo atonia.
Taemin si equipaggiò volendo partire alla volta delle arene dell’Hunger Games.
Il televisore ancora acceso ritraeva la giovane Minji esultate davanti alla telecamera.
Aveva ucciso un ragazzo e questo era un passo in più verso la vittoria, verso la salvezza.
La vendetta si era impossessata del suo corpo.
Una vocina stridula decretava la fine della puntata.
“The Hunger games: possa la fortuna essere sempre dalla vostra parte.”
Il televisore si annerì di colpo portando il riflesso di un Taemin iniettato di ira.